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PubblicatoCrocifissa Federici Modificato 9 anni fa
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Organizzazione e produzione dell’arte mediale 2014/ Biennio specialistico Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte Accademia di Belle Arti di Brera Prof. Laura Tettamanzi Il blog del corso: rooms21.wordpres.com
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Il corso di “organizzazione e produzione dell’arte mediale” afferisce all’area marketing ma non è un corso di marketing. E’ un corso che insegna a fare progetti, partendo dal contesto in cui si andranno a realizzare e dalle risorse necessarie per svilupparli. Il corso si focalizza sugli aspetti produttivi e di scenario, e sull’evoluzione dei nuovi media, sulle relazioni fra arte e industria culturale. E’ un corso che guarda al futuro, alle tendenze e alle tecnologie emergenti, in particolare in questa fase la Rete, i social network, e le tecnologie mobili. La prima parte del corso e le letture collegate (bibliografia obbligatoria) è però molto tradizionale, teorica, perché ritengo necessario partire da solide basi metodologiche che ci aiuteranno in futuro a mettere a fuoco e contestualizzare il nostro lavoro, qualsiasi sarà il nostro destino: artisti, “operai” dell’industria culturale, cineasti, performer, game designer, web designer o smanettoni.
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BIBLIOGRAFIA: TESTI BASE
Cos’è e come funziona la comunicazione (fra umani, fra macchine, fra umani e macchine). Lo schema di Jakobson. Cosa si intende per “medium”. l mezzo è il messaggio (MC LUHAN): “This is merely to say that the personal and social consequences of any medium-- that is, of any extension of ourselves -- result from the new scale that is introduced into our affairs by each extension of ourselves, or by any new technology”. Che cos’è l’ “industria culturale” (BENJAMIN): l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Ogni opera e “aperta”nel senso che vive nel momento in cui il pubblico/ lo spettatore/l’utente la interpreta e ne ricostruisce il significato. Questo tema esplode nell’epoca dei social media in cui chiunque è al tempo stesso autore e fruitore (ECO)
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Uno schema vecchio e sempre nuovo: la teoria della comunicazione di Jakobson, 1961
IO/I IO/I Cinema Televisione Sito Web Blog AUTORE Pubblico/audience Pubblico/prosumer
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JOEL KYACK (1972) Good Things Come (To Those Who Wait?), 2011 Dalla mostra AMERICAN EXUBERANCE, Miami,
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La seconda parte del corso si focalizza sulle nuove tendenze della comunicazione.
Cosa succede quando il pubblico non è più passivo (vado al cinema, sento radio, guardo tv) ma diventa operativo e mobile, non più legato a tempi e stili di vita fissi? Cosa significa comunicare a 360 gradi? Essere il più possibile creativi nel miscelare tecnologie, linguaggi, sfruttando tutti e proprio tutti i mezzi a disposizione, dall’online all’offline (Banksy,, l’artista che ha conquistato le gallerie partendo dalla strada, ma lavorando con stencil on the street e con tradizionalissimi stili pittorici). Come cambia il racconto nell’era dei media a 360 gradi? La produzione di contenuti deve tenere conto di un pubblico che partecipa creativamente. Il racconto diventa transmediale e utilizza nuovi strumenti partecipativi (app, social media).
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Collegati a questa parte del corso sono stati gli interventi di esperti o i percorsi in aziende molto evolute della comunicazione, che sono funzionali a aprire lo sguardo sui processi produttivi e sulle nuove professioni digitali. Gli interventi: Sergio De Vidovich, Location manager, Milano Tommaso Faidjga, Alberto Boido, Game designer, UBISOFT I percorsi in azienda: Stylum Liquid
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La terza parte del corso è legata ai progetti individuali e collettivi degli studenti.
Per l’esame si propone di ideare un prodotto (racconto, social media, documentario) utilizzando tutti i possibili strumenti e linguaggi. Il corso incentiva a utilizzare strumenti di racconto mobili e app in realtà aumentata ed è collegato ai workshop tenuti da Marco Pucci in aula 110 e in particolare al workshop sulla realtà aumentata. Ci possiamo ispirare a raconterlavie.fr – vozmob.net – biomapping.net - LE PIATTAFORME Facebook – Twitter – Storyfi - Foursquare – Aurasma -
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ALTRI TESTI HENRY JENKINS, Cultura Convergente (Apogeo)
HOWARD RHEINGOLD, Smart Mobs; The Next Social Revolution (anche in italiano)
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