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Metodologia della Ricerca Sociale a.a. 2013-2014
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti 1
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Atteggiamenti e opinioni
Con il termine atteggiamento ci si riferisce all’insieme di tendenze e sentimenti, pregiudizi e nozioni preconcette, idee, timori, apprensioni e convinzioni di una persona nei confronti di un particolare argomento (Thurston e Chave 1929). L’atteggiamento è una credenza di fondo che non è direttamente rilevabile. Al contrario l’opinione è considerabile come uno dei modi nei quali questa credenza emerge e per tale motivo risulta empiricamente rilevabile. L’opinione è pertanto un’espressione verbale dell’atteggiamento (ibidem). Possiamo considerare l’atteggiamento come il concetto generale e l’opinione come indicatore del concetto. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Le scale di atteggiamento
Scopo delle tecniche di scaling è quello di rilevare atteggiamenti sottoponendo agli individui una serie di affermazioni concernenti l’atteggiamento studiato e chiedendo loro di esprimere delle opinioni personali su tali affermazioni. Combinando opportunamente le risposte si otterrà un punteggio individuale che stima la posizione del soggetto sull’atteggiamento oggetto di studio. Intenzionalmente si parlerà di “attribuzione di valori” agli stati dei soggetti e non di misurazione perché per le proprietà che il ricercatore intende rilevare non si dispone di una unità di misura. Le scale sono degli strumenti con le quali ci si approssima alla misurazione ma questi stessi strumenti sono soggetti a elementi noti (e che affronteremo) e ignoti di distorsione. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Le tecniche di scaling Le tecniche di scaling servono ad attribuire dei valori a degli stati che i soggetti hanno su determinate proprietà. Alcuni dei concetti più utilizzati nelle scienze sociali (si pensi alla religiosità, al pregiudizio etnico, all’integrazione sociale ecc.) sono ad un livello di generalità così elevato che sono difficilmente traducibili nel linguaggio delle variabili. Si pensi ad una domanda del tipo: «qual è la tua religiosità?» L’intervistato sicuramente avrà delle difficoltà a rispondere a una domanda così diretta. Presumibilmente non avrà mai riflettuto sul concetto di religiosità, quali siano le sue dimensioni rilevanti e pertanto la sua risposta non potrà essere ritenuta attendibile/affidabile. La religiosità (come tanti altri) è un concetto complesso che, per essere ricondotto al piano empirico, necessita di procedure particolati rispetto a quelle esposte nelle lezioni precedenti. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Le tecniche di scaling La differenza con quanto abbiamo già esposto circa gli indicatori sta nel fatto che utilizzando degli strumenti indiretti, quali le scale, si prova a operativizzare un concetto non con uno o più indicatori, ma con un insieme coerente e organico di indicatori. Una scala di atteggiamento è dunque un insieme coerente di elementi (items) che sono considerati indicatori di un concetto (complesso) più generale. Estensivamente si parla di scale e quelle più note sono impiegate per rilevare atteggiamenti, opinioni e motivazioni degli intervistati. L’applicazione più frequente nel campo della sociologia e della comunicazione è rappresentata dalla necessità di attribuire dei valori ad atteggiamenti o a opinioni degli individui. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Le tecniche di scaling L’analisi degli atteggiamenti, tuttavia, anche se costituisce il più importante campo di applicazione della tecnica delle scale, non ne è l’unico. La tecnica può essere utilizzata anche per attribuire dei punteggi a determinati stimoli, sulla base delle risposte degli individui. Ad esempio è possibile stabilire una graduatoria di popolarità fra i politici sulla base delle risposte e dei giudizi espressi dagli intervistati. Sono possibili applicazioni della tecnica delle scale per rilevare proprietà non riferite ad individui ma ad altre unità d’analisi. Ad esempio è possibile giudicare l’efficienza delle istituzioni (o di una azienda o del governo), oppure rilevare il potere di una serie di ruoli professionali a partire dalle relazioni di autorità-sottomissione intrattenute nell’interazione quotidiana. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Le tecniche di scaling Che tipo di variabili produciamo utilizzando le scale di atteggiamento? Soggiace alla costruzione di una scala l’immagine della proprietà che si intende rilevare come continua: il grado di pregiudizio razziale di una persona, o la religiosità, possono essere facilmente immaginate come un continuum. Nessuna religiosità _________________________________________Massima religiosità continuum Tuttavia queste proprietà non si traducono in variabili cardinali (come avviene nelle scienze naturali), proprio per l’incapacità di effettuare una vera e propria misurazione (in quanto non esiste una unità di misura). Le variabili ottenute dalle tecniche di scaling sono variabili ordinali o quasi-cardinali. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Gli elementi della scala
Una scala è costituita da più elementi che, di solito, sono delle vere e proprie domande. Queste domande vengono proposte all’intervistato sequenzialmente e, poiché sono ravvicinate in un questionario, si parla di batteria di domande. Gli item di queste batterie sono delle domande chiuse, ovvero domande per le quali sono già previste dal ricercatore le modalità di risposta. Quando le modalità di risposta offerte all’intervistato sono ordinate si possono adottare tre modi di proporre queste alternative: Presentare delle possibilità semanticamente autonome: ogni modalità di risposta ha il proprio significato intrinseco; Presentare categorie di risposta a parziale autonomia semantica: ogni significato di ogni categoria è solo parzialmente autonomo dalla altre (ad esempio il caso più noto è quello delle risposte ordinate in molto, abbastanza, poco o per nulla) Presentare delle scale auto-ancoranti: solo le due categorie estreme sono dotate di significato. Fra di esse si colloca un continuum (rappresentato spesso da cifre, caselle o da un segmento) entro il quale l’intervistato colloca la sua posizione. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il differenziale semantico
È uno strumento messo a punto da Charles Osgood alla fine degli anni ‘50 del secolo scorso. L’intenzione era quella di creare uno strumento che fosse utile nella rilevazione della componente affettiva dell’atteggiamento e che fosse in grado di rilevare le proprietà che attengono a sentimenti inconsci dunque alla sfera privata dei soggetti. Lo strumento si basa sulle associazioni che l’intervistato instaura tra un concetto (o stimolo nella terminologia di Osgood) e una serie di altri concetti proposti in maniera standardizzata a tutti gli intervistati. L’obiettivo è quello di rilevare il significato che i concetti assumono per gli individui senza basarsi sulla descrizione soggettiva e diretta del significato da parte dell’intervistato. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il differenziale semantico Il concetto da studiare
La procedura di selezione dei concetti/stimoli deve seguire delle particolari procedure. Gli stimoli selezionati devono essere univocamente identificati da tutti i soggetti coinvolti nella rilevazione e devono risultare: familiari a tutti i soggetti che devono eseguire le valutazioni (la presenza di stimoli non familiari può introdurre un errore nell’attribuzione dei valori difficilmente individuabile, come per esempio un response set); chiaramente distinti; - rappresentativi del fenomeno che si intende studiare. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il differenziale semantico Le modalità di risposta
Per ogni stimolo è prevista una serie di scale bipolari, i cui estremi sono interpretati da aggettivi opposti (Bello-Brutto; Cattivo-Buono; Grande-Piccolo; Forte-Debole; Veloce-Lento; Giovane-Vecchio) Le modalità di risposta a ciascuna come sono rappresentate da una scala di 7 posizioni fra i due aggettivi. La posizione centrale (4) corrisponde alla neutralità. Aperto _ _ _ _ _ _ _ Chiuso Aperto □ □ □ □ □ □ □ Chiuso Solo i due estremi della scala sono interpretati semanticamente; le posizioni intermedie, indicate di norma con un trattino (a volte con una casella) sono le posizioni nelle quali l’intervistato ha la possibilità di collocarsi, in prossimità di un aggettivo piuttosto che di un altro, ovvero nella posizione di equidistanza (4). L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il differenziale semantico Le modalità di somministrazione
In alto nel foglio (o comunque a seguito della domanda vera e propria) deve essere presentato l’oggetto/stimolo da valutare, seguito delle scale di coppie di aggettivi. Questo perché l’intervistato tenga sempre ben a mente lo stimolo per il quale deve posizionarsi fra le varie coppie di aggettivi. Le coppie di aggettivi devono essere disposte casualmente, nel senso che l’aggettivo positivo non deve necessariamente essere presentato a destra o a sinistra. Questo per individuare meglio fenomeni quali il response set (l’intervistato risponde in maniera identica a tutte le domande, posizionandosi sempre sul versante destro, sinistro, o al centro della scala) o di acquiescenza (tendenza a dichiararsi d’accordo con l’affermazione espressa in una domanda chiusa). Il soggetto dovrebbe rispondere istintivamente, senza riflettere troppo. Questo per evitare il fenomeno della desiderabilità sociale delle risposte (l’intervistato non risponde in base alla proprie emozioni/sensazioni ma si conforma a quelle che, secondo lui, sono socialmente accettabili). L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il differenziale semantico Esempio
Partito socialista 1 2 3 4 5 6 7 Vecchio _ Giovane Forte Debole Pulito Sporco Veloce Lento Vicino Lontano Intollerante Tollerante Aperto Chiuso Severo Indulgente Vincente Perdente Di Sinistra Di destra Allegro Triste Inefficiente Efficiente Adattamento da Sciolla e Ricolfi, 1989 L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il differenziale semantico Il profilo
Soggetto A Soggetto B 1 2 3 4 5 6 7 Vecchio _ A B Giovane Forte Debole Pulito Sporco Veloce Lento Vicino Lontano Intollerante Tollerante Aperto Chiuso Severo Indulgente Vincente Perdente Di Sinistra Di destra Allegro Triste Inefficiente Efficiente L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il differenziale semantico La costruzione dell’indice
A ciascuna delle sette posizioni della scala viene attribuito un valore numerico da 1 a 7. Effettuando la media dei punteggi ottenuti, avendo cura di ri-orientare le coppie a polarità invertita, si ottiene un valore per ciascun intervistato. Il campo di variazione della variabile ha come minimo 1 (nel caso in cui l’intervistato abbia espresso opinioni connotate negativamente) e come massimo 7 (nel caso in cui l’intervistato si sia sempre posizionato sul versante positivo). Il campo di variazione della variabile numerica ottenuta è pertanto un valore sempre positivo. Una procedura alternativa consiste nell’attribuire valore 0 (zero) alla posizione numero 4, valori e –1 al versante connotato da un aggettivo negativo e e +1 al versante positivo. In tal modo si facilità la lettura del valore attribuito all’intervistato. Questi avrà 0 nel caso di un atteggiamento neutrale, valore positivo in caso di un atteggiamento favorevole e valore negativo in caso di un atteggiamento sfavorevole. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il differenziale semantico Principali problemi
Le sette posizioni alternative che caratterizzano le scale non offrono un’ampia articolazione dei possibili stati dei soggetti; Difficoltà nel definire ed identificare coppie di aggettivi completamente bipolari dal punto di vista semantico; Difficoltà nella selezione di aggettivi che siano ugualmente significativi per il ricercatore e per l’intervistato; I processi di interpretazione che l’intervistato attua nell’utilizzo della scala non sempre sono controllati dal ricercatore e potrebbero causare un disorientamento dell’intervistato; Facilità di response-set (nel caso di questionario autosomministrato). L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il differenziale semantico
Le dimensioni sottostanti le coppie di aggettivi Osgood utilizzando sempre lo stesso insieme di 50 aggettivi bipolari ha identificato tre dimensioni fondamentali in cui si possono articolare le reazioni emotive dei soggetti: valutazione, potenza e attività: la valutazione, la più rilevante, ha la funzione di distinguere ciò che è apprezzato da ciò che non lo è. Attraverso l’utilizzo delle coppie buono-cattivo, positivo-negativo, giusto-ingiusto ecc. si riesce ad apprezzare quello che in genere viene chiamato “atteggiamento” (favorevole o sfavorevole) verso un oggetto cognitivo; la potenza esprime invece la forza dei concetti giudicati (esempi di questa dimensione sono le coppie di aggettivi grande-piccolo, forte-debole, resistente-fragile); l’attività, infine, è una espressione del grado di attivazione suscitato nell’organismo dai concetti stessi (esempi ne sono le coppie veloce-lento, vivo-morto, giovane-vecchio). L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il termometro dei sentimenti
Elaborato nella sua versione originaria per i sondaggi pre-elettorali condotti dal Survey Research Center dell’Università del Michigan negli anni ‘60, questo strumento è sostanzialmente una scala auto-ancorante (come il differenziale semantico) che prevede però un numero di gradienti intermedi maggiore. Come per il differenziale solo i due estremi della scala sono dotati di un proprio significato semantico mentre i gradienti intermedi non lo sono. Lo strumento si presenta, anche graficamente, come un vero e proprio termometro per la temperatura graduato, solitamente, da 0 a 100, e con sole due forti connotazioni semantiche, al punteggio minimo (0) e a quello massimo (100). L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il termometro dei sentimenti La somministrazione
L’intervistato è chiamato a distribuire una serie di “oggetti” lungo le varie gradazioni del termometro su di un una scala che va da 0 (minimo) a 100 (massimo). Gli “oggetti’ sono degli oggetti cognitivi (persone, gruppi, istituzioni, avvenimenti, idee ecc.) e lo “stimolo” specifica il sentimento da quantificare (ostilità, fiducia, soddisfazione, affetto ecc.). L’intervistatore nomina uno di questi “oggetti” e l’intervistato assegna, verbalmente un punteggio fra 0 e 100 in base al suo sentimento verso di esso. Un’altra modalità di somministrazione prevede che l’intervistato posizioni delle strisce di carta (gadget), che riportano l’oggetto, sul termometro e che possono essere spostate a piacere fino a a quando ritiene che la loro disposizione sia soddisfacente. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il termometro dei sentimenti L’indice complessivo
La “temperatura” corrispondente ad ogni intervallo è il valore attribuito all’oggetto lì collocato. L’intervistatore registra, per ogni oggetto, tale valore. Il punteggio complessivo di ciascun intervistato è dato dalla media dei punteggi registrati sui singoli oggetti. Nonostante il campo di variazione della variabile rilevata sia molto ampio (0-100 invece che 0-5 o 0-7) neppure il termometro produce variabili cardinali. Non è infatti sostenibile che 50 sia il doppio di 25 o che la differenza fra 60 e 65 sia la stessa che tra 5 e 10. Anche in questo caso avremo a che fare con variabili quasi-cardinali. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il termometro dei sentimenti Vantaggi e limiti
Il vantaggio principale di questa tecnica è la capacità discriminatoria dovuta all’ampiezza della scala (l’intervistato ha una ampia varietà di valori da attribuire agli oggetti). Un altro vantaggio è dovuto all’immediatezza (facilità di comprensione) della forma grafica. I principali difetti sono legati: alla tendenza di alcuni soggetti ad usare solo una parte della scala (a questo inconveniente si può porre rimedio attraverso la deflazione che trasforma ogni valore in uno scarto dalla media del soggetto); alla tendenza a privilegiare posizioni nette quali le decine (10, 20, 30…) o i punteggi estremi (0 o 100); alla difficoltà di confrontare ciascun oggetto con tutti gli altri (l’uso dei gadget mira proprio a limitare questo difetto, l’intervistato ha infatti la possibilità di posizionare tutti gli oggetti sul termometro e di rivedere la propria classificazione); alla necessità di una somministrazione faccia-a-faccia, in tutti gli altri casi ci si deve limitare di chiedere all’intervistato di esprimere un voto da 0 a 100 esasperando i difetti già segnalati e utilizzando sostanzialmente una scala auto-ancorata e non un vero e proprio termometro dei sentimenti. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Il termometro dei sentimenti Esempio
Nell’elenco che Le sottoporrò troverà alcune istituzioni politico/sociali del nostro Paese. Esprima il suo grado di fiducia verso ciascuna di esse, utilizzando una scala da 0 a 100 dove lo 0 equivale a nessuna fiducia e il 100 alla massima fiducia: Polizia Carabinieri Presidente della Repubblica Chiesa cattolica Presidente del Consiglio Sindacato Parlamento Rai Governo Stampa Confindustria Reti mediaset Magistratura Mannaheimer per ISPO cit. in Pavsic e Pitrone, 2003 L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La scala Likert Questa tecnica di scaling, proposta da Rensis Likert all’inizio degli anni ‘30 del secolo scorso, mira alla rilevazione di valori in una scala ordinale, che produce cioè variabili con categorie ordinate (anche se poi, come vedremo, vengono trattate come variabili quasi-cardinali). Di semplice costruzione è diventata lo strumento più conosciuto e utilizzato per la rilevazione di valori ed atteggiamenti. Sotto la denominazione scala Likert collochiamo un ampia varietà di scale che possiamo anche chiamare scale additive (dall’inglese summated rating scales). La procedura è semplice e intuitiva: si tratta di attribuire un punteggio complessivo agli intervistati sulla base di punteggi ottenuti a singole prove. Come funziona? Attraverso un criterio semantico, il ricercatore deve scegliere un insieme di item (in genere brevi affermazioni) collegati all’atteggiamento da rilevare. Per ogni item sono previste diverse alternative di risposta che formano una scala di accordo/disaccordo. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Le modalità di risposta
La scala Likert Le modalità di risposta Diversamente dal differenziale semantico (auto-ancoranti), le modalità di risposta di una scala Likert sono a parziale autonomia semantica (cioè il significato di ogni categoria è solo parzialmente autonomo dalla altre). Le categorie di risposta (modalità) di una sala Likert possono essere nel numero di 5 o 7: Cinque modalità Sette modalità completamente d’accordo abbastanza d’accordo un po’ d’accordo incerto abbastanza in disaccordo un po’ in disaccordo completamente in disaccordo L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La costruzione della scala
La scala Likert La costruzione della scala La costruzione della scala deve seguire delle rigorose procedure che, se tenute sotto controllo dal ricercatore, garantiranno la validità dello strumento. Le fasi per la costruzione e l’analisi di una scala Likert sono 4: La formulazione degli elementi della scala (item); La somministrazione; La selezione degli item e la determinazione del grado di coerenza interna della scala (item analysis); Il controllo della validità e dell’unidimensionalità della scala. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Fase I – La formulazione degli item
La scala Likert Fase I – La formulazione degli item È una fase di grande importanza teorica. Poiché il concetto da rilevare è un concetto complesso (altrimenti non si sarebbe fatto ricorso alla tecnica delle scale), solo un’adeguata riflessione teorica può portare all’individuazione delle dimensioni (di solito in numero consistente) e alla selezione degli item (indicatori della dimensione) da sottoporre all’intervistato. Si tratta dunque di individuare le dimensioni dell’atteggiamento studiato e di formulare delle affermazioni (item) che coprano i vari aspetti del concetto generale che si vuole rilevare verso le quali l’intervistato esprimerà il proprio grado di accordo/disaccordo. Il compito di selezionare le affermazioni attinenti e di scartare quelle poco congruenti al tema oggetto di studio garantirà una maggiore validità della scala (nel senso di una maggiore capacità di rilevare effettivamente la proprietà sottostante per la quale la stessa è costruita) . L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Fase I – La formulazione delle domande
La scala Likert Fase I – La formulazione delle domande Nel formulare queste affermazioni bisogna tener conto di più aspetti. Come ricorda lo stesso Likert (1932) bisogna: Usare un linguaggio semplice e comprensibile, evitando termini tecnici o specialistici; Assicurarsi che le frasi abbiano un solo oggetto cognitivo (evitare stimoli doppi) “ Lo stato deve assistere i disoccupati e gli inabili ” Evitare frasi con doppia negazione “ Non è giusto negare l’assistenza gratuita a chi non ha reddito alto ” Prevedere frasi in relazione sia positiva che negativa con la dimensione da rilevare (polarità invertita) al fine di evitare i response set; Evitare di evocare due oggetti cognitivi in opposizione reciproca “ Talvolta nelle industrie si risparmia sulle misure di sicurezza, però alcuni incidenti derivano solo dalla disattenzione dei lavoratori ” L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Fase II – La somministrazione
La scala Likert Fase II – La somministrazione La fase della somministrazione della scala è cruciale. Questa tecnica prevede infatti un buon livello di istruzione degli intervistati. A differenza del differenziale semantico nel quale l’intervistato è spinto a non soffermarsi troppo sulle dicotomie di aggettivi e a rispondere intuitivamente, per rispondere ad una scala Likert occorre un’attenzione superiore. L’intervistato infatti deve leggere (e comprendere) una serie di affermazioni (item) e per ciascuna esprimere il proprio grado di accordo/disaccordo. È buona norma somministrare la scala a un sotto-campione del totale dei soggetti ai quali sarà applicata la scala definitiva al fine di eliminare gli item con minore potere discriminante rispetto agli atteggiamenti da rilevare. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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Fase III – La selezione degli item
La scala Likert Fase III – La selezione degli item Sottoposti gli item agli intervistati si pone il problema di valutare l’effettiva capacità della scala di conseguire l’obiettivo per il quale essa è stata costruita. Il presupposto è che tutti gli item che la compongono siano correlati ad uno stesso concetto latente. Tuttavia è possibile che alcuni item selezionati dal ricercatore non siano in linea con gli altri e quindi vadano eliminati. Per accertarci dell’unidimensionalità della scala utilizziamo due procedure statistiche: La correlazione elemento scala (che serve a informarci su quanto il valore su un certo item sia simile a quello sull’intera scala, dunque utile a individuare item non coerenti con gli altri); Il coefficiente alfa (che da un grado di complessiva coerenza interna della scala confrontando i punteggi ottenuti su tutti gli item). L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La scala Likert Fase IV – Controllo della validità e dell’unidimensionalità della scala Si tratta di effettuare dei controlli che consentano di stabilire se tutti gli item della scala fanno riferimento ad una stessa proprietà, ad uno stesso concetto. È possibile infatti che nonostante siano selezionati come indicatori di un unico concetto (pregiudizio etnico) gli item di una scala sottendano più concetti distinti (come ad esempio oltre al pregiudizio anche xenofobia e razzismo). Una tecnica efficace al fine del controllo dell’unidimensionalità della scala è l’analisi fattoriale. Lo scopo di tale analisi è quello di ridurre una serie di variabili fra loro correlate ad un numero inferiore di variabili (fattori o variabili latenti) fra loro indipendenti. L’analisi fattoriale può essere utilizzata per vedere se effettivamente, dietro agli item di una scala che si presume essere unidimensionale, vi sia effettivamente un solo fattore o più fattori. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La scala Likert Esempio 1
Molto d’accordo D’accordo Incerto Disaccordo Molto in disaccordo Il carcere è solo uno strumento di repressione □ Chi va in carcere è marchiato per sempre Il carcere scoraggia dal commettere crimini Il carcere educa i detenuti alla violenza Il carcere libera chi ha sbagliato dal suo senso di colpa Stare in carcere allontana il detenuto da amicizie pericolose Stare in carcere sradica completamente dalla vita esterna Agnoli, Fasanella 1994 (la scala complessiva includeva 17 item) L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La scala Likert Esempio 2
Verso la fine della seconda guerra mondiale istituti americani commissionarono una ricerca su l’autoritarismo. L’obiettivo era quello di «studiare come le convinzioni politiche, economiche e sociali di un individuo formino spesso un modello vasto e coerente, e come questo modello sia espressione di tendenze profonde nella personalità». Il questionario era diviso in due sezioni: la prima conteneva le domande concernenti dati di fatto (gruppo sociale di appartenenza, partito politico, religione, professione ecc.) la seconda consisteva nelle famose “scale di opinione e atteggiamenti” impiegati per ottenere valutazioni quantitative di certe tendenze ideologiche di superficie” e che comprendevano: La scala A-S (Anti-Semitism) La scala E (Ethnocentric) La scala CPE (Politic-economic Conservatism) La scala F (Fascism) Queste scale vennero progettate e analizzate secondo il metodo Likert. La personalità autoritaria Adorno et alii, 1950 L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La scala Likert Esempio 2
Alcuni item utilizzati nella scala E (etnocentrismo): Ogni gruppo o movimento sociale che contenga molti stranieri dovrebbe venir osservato con sospetto e, se possibile; sottoposto a inchiesta dal F.B.I. Per quanto le donne siano necessarie nelle forze armate e nell’industria, esse dovrebbero ritornare al loro posto nella casa non appena la guerra finirà. Una delle principali difficoltà provocate dalla partecipazione dell’intera popolazione agli affari di governo (votazioni, impieghi e via dicendo) consiste nel fatto che una vasta percentuale è intrinsecamente incapace. È un errore permettere a qualsiasi Giapponese di lasciare i campi di internamento e di entrare nell’esercito, dove sarebbero liberi di commettere atti di sabotaggio. I Filippini vanno bene quando stanno al loro posto, ma esagerano quando si vestono lussuosamente, comperano macchine costose e vanno in giro con ragazze bianche. I sindacati più scorretti, irresponsabili e ricattatori sono nella maggior parte dei casi quelli che hanno molti stranieri tra i loro capi. Spendiamo troppo denaro per mantenere i criminali e i minorati mentali, nonché per l’educazione di persone intrinsecamente incapaci. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La scala Likert Esempio 2
Alcuni item utilizzati nella scala A-S (antisemitismo): Gli Ebrei sembrano preferire i modi di vita più lussuosi, prodighi e sensuali. Uno dei difetti principali degli Ebrei è la loro presunzione, il loro orgoglio altezzoso e la loro idea di essere una razza eletta. Per quanto americanizzato possa sembrare un Ebreo, c’è sempre al di sotto qualcosa di essenzialmente ebraico, una fedeltà al mondo ebraico e una maniera che non cambia mai completamente. I quartieri che contengono molti Ebrei sembrano sempre puzzolenti, sudici, miserabili e poco attraenti. Ci sono alcune eccezioni, ma in generale gli Ebrei sono piuttosto simili tra loro. Gli Ebrei non dovrebbero interferire come fanno nelle attività e nelle organizzazioni cristiane, e non dovrebbero cercare riconoscimento e prestigio presso i Cristiani. Gli Ebrei dovrebbero compiere uno sforzo sincero per liberarsi dei loro difetti più vistosi e irritanti, se vogliono realmente non essere più perseguitati. C’è qualcosa di diverso e di strano negli Ebrei; non si capisce mai che cosa pensano o progettano, o come sono fatti. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La costruzione dell’indice
La scala Likert La costruzione dell’indice Una volta condotti i controlli di correlazione elemento scala e di validità necessari per assicurarsi della unidimensionalità della stessa è possibile procedere in due modi: Il punteggio finale sulla scala può essere calcolato come la media semplice dei punteggi sui singoli item che hanno superato le fasi di controllo; Il punteggio finale sulla scala può essere calcolato come una media ponderata sulla base di un criterio selezionato del ricercatore (la variabilità dei punteggi sui singoli item, la loro correlazione item scala, il punteggio degli item su un determinato fattore individuato dall’analisi fattoriale ecc.). L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La scala Likert Principali vantaggi Semplicità nella progettazione;
Veloce somministrazione e registrazione delle risposte da parte dell’intervistatore; Facilità di comprensione delle modalità di risposta da parte dell’intervistato; L’intervistato ha 5 o 7 alternative che, rispetto alle risposte dicotomiche si/no o d’accordo/in disaccordo, gli garantiscono una maggiore articolazione del proprio punto di vista; Le categorie di risposta sono facilmente ordinabili lungo un continuum. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La scala Likert Principali problemi
Trasforma una proprietà che il ricercatore ipotizza come continua (come un atteggiamento) in una sequenza di categorie ordinate, spesso di ridotto numero (5 o 7); Possibile curvilinearità delle domande (ossia che le frasi non “estreme” siano disapprovate da intervistati con opinioni estremamente differenti, es. l’item “il voto è l’unico modo in cui la gente come me può farsi sentire in politica” può essere disapprovato sia da chi conosce e pratica molti altri modi di far sentire la propria voce in politica sia da altre persone che si sentono inefficaci anche esprimendo il voto); Facilità di response-set (soprattutto nei questionari autocompilati) Acquiescenza, ossia l’intervistato assegna sempre punteggia alti, oppure si dichiara sempre “d’accordo”o a una “completamente d’accordo” con tutte le affermazioni, indipendentemente dal loro significato L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La misurazione della distanza sociale
Nel 1925 Bogardus introduce l’uso della scala di distanza sociale come tecnica per la misurazione dell’apertura al contatto nei confronti degli stranieri. Operativizza in tal modo l’idea secondo la quale le relazioni che si instaurano fra i membri di una società possono essere spazialmente collocate entro un continuum che va dall’accettazione del contatto intimo fino al rifiuto dell’altro, passando attraverso posizioni di indifferenza e ostilità. Gli items che compongono la scala sono disposti in ordine gerarchico di ipotizzata intimità: rispondendo affermativamente a quello che denota maggiore intimità, si dovrebbe reagire in modo egualmente affermativo a tutti gli item seguenti (che presuppongono gradi di intimità inferiori). Per questo la scala viene definita “cumulativa”. Il fatto che gli elementi della scala presentino tale carattere di cumulatività viene considerato come una prova dell’esistenza del continuum sottostante (del quale gli item sono indicatori). L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La misurazione della distanza sociale
Nella sua formulazione originale la scala prevede 7 item. Rispetto a ciascun elemento della scala l’intervistato deve dichiararsi in accordo o in disaccordo. Le domande sono ordinate in una sequenza secondo uno schema del tipo: In merito ad una persona di nazionalità X, dica con quali delle seguenti affermazioni si trova d’accordo La sposerei si no La accetterei come amico regolare si no La accetterei come collega di lavoro si no La accetterei come vicino di casa si no La accetterei come conoscente si no Accetterei che vivesse al di fuori del mio vicinato si no Accetterei che vivesse al di fuori del mio paese si no L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La misurazione della distanza sociale
Questa tecnica prevede solo risposte dicotomiche di accettazione o rifiuto a compiere una determinata azione con una specifica nazionalità. In teoria, se gli elementi sono perfettamente scalati (ovvero l’ordine nel quale sono stati selezionati dal ricercatore e proposti agli intervistati) solo alcune sequenze di risposte dovrebbero essere possibili. Indicando con 1 la risposta positiva dell’esempio precedente e con 0 quella negativa, dovrebbero essere possibili solo le sequenze: , , , , , , Naturalmente solo una scala ideale dà luogo unicamente alle sequenze di risposta appena presentate. Le risposte fuori dalle sequenze verranno considerati degli “errori” Il problema è quello di stabilire quanti errori può tollerale una scala per poter essere accettata e quali sono le procedure da seguire per poter minimizzare tali errori. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La misurazione della distanza sociale
Una fase fondamentale è quella della costruzione degli elementi della scala (item). Come per la scala Likert riveste un ruolo cruciale la riflessione concettuale del ricercatore. Il vantaggio di questa tecnica è sicuramente il fatto che le alternative di risposta (dicotomica) semplificano dal punto di vista tecnico la creazione delle domande. La complicazione principale risiede invece nella necessità che gli item siano di forza crescente. A differenza della scala Likert, dove le domande potevano essere approssimativamente tutte della stessa forza/intensità, nel costruire una scala Bogardus il ricercatore deve tenere costantemente a mente quella che sarà la forma finale della scala. Gli item dovranno creare una vera e propria scala di intensità crescente (o decrescente) dove l’essere d’accordo con l’ultimo (o il primo item) è la posizione più estrema del soggetto alla quale avrà potuto rispondere affermativamente solo se avrà risposto affermativamente agli item precedenti (successivi). L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La misurazione della distanza sociale La somministrazione della scala
La diversità più rilevante rispetto alla scala Likert è data dal carattere binario delle scelte. Ciò in linea di massima agevola l’intervistato rendendo più agevole la compilazione del questionario. Questa eccessiva semplificazione tuttavia può creare dei problemi legati essenzialmente ad una possibile leggerezza da parte dell’intervistato nella lettura e comprensione degli elementi della scala, problema che si può risolvere con un accurata formulazione degli item. Inoltre la struttura binaria delle risposte (si/no, d’accordo/in disaccordo) non permette di graduare l’intensità delle posizioni dell’intervistato. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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La misurazione della distanza sociale I controlli
A seguito della somministrazione dello scala sono necessari dei controlli che valutino la “sclabilità” degli item, ovvero che l’interpretazione datane dall’intervistato sia grossomodo in linea con quella del ricercatore che li ha progettati. Si tratta cioè di individuare in primo luogo quelli che abbiamo chiamato “errori”, ossia quelle sequenze di risposte non ordinate (ad esempio , ) ch di discostano dalle sequenze previste dal modello. Una volta individuati gli item che presentano maggiori “errori” sta al ricercatore valutare se scartarli o ricollocarli in una posizione diversa nella gerarchia della scala. Esistono poi altre procedure statistiche che consentono di valutare se gli “errori” sono in numero sufficientemente piccolo da essere trascurati. Ad esempio Guttman (1950) propose un “coefficiente di riproducibilità” che misura il grado di scostamento della intera scala osservata dalla scala perfetta. L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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