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PubblicatoOrsina Di stefano Modificato 9 anni fa
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L’ANALISI DELLE POLITICHE SOCIALI E DEL WELFARE STATE
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Politiche sociali e welfare state: i concetti fondamentali
Politiche (pubbliche): corsi di azione volti a risolvere problemi di rilevanza collettiva Politiche «sociali»: i problemi e gli obiettivi sono di natura «sociale», vale a dire che hanno a che fare con il benessere (welfare) dei cittadini
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Le politiche sociali sono corsi di azione volti anche a organizzare concretamente la produzione e distribuzione di queste risorse e opportunità attraverso specifici apparati di erogazione
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«Bisogni» e «rischi» Il concetto di “bisogno” connota una carenza, la mancanza di qualcosa di importante e, al tempo stesso, un oggetto, un bene mancante oppure necessario per sopperire o rimediare alla mancanza La nozione di “rischio” connota invece l’esposizione a determinate eventualità che possono accadere (ad esempio la malattia) e che, quando colpiscono, producono effetti negativi e generano dunque dei bisogni Bisogni e rischi costituiscono delle “sfide” per le condizioni di vita degli individui
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Il diamante del welfare
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La spesa per la protezione sociale in % sul Pil, 2009
Fonte: rielaborazione su dati Eurostat
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La spesa sociale per settori in % nell’UE-25, 2008
Fonte: rielaborazione su dati Eurostat.
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Che cos’è il welfare state?
un insieme di interventi pubblici connessi al processo di modernizzazione i quali forniscono protezione sotto forma di assistenza, assicurazione e sicurezza sociale Introducendo, tra l’altro, specifici diritti sociali nel caso di eventi prestabiliti, nonché specifici doveri di contribuzione finanziaria Ferrera (1993)
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Assicurazione sociale
Assistenza, assicurazione e sicurezza sociale Assistenza sociale Assicurazione sociale Sicurezza sociale Copertura Universale Occupazionale Condizioni di accesso Stato di bisogno Storia contributiva Cittadinanza/ residenza Prestazioni Ad hoc Contributive/ retributive Omogenee/ Flat-rate Finanziamento Fiscale Contributivo
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Le principali fasi dello sviluppo storico dello stato sociale in Europa:
origine o decollo istituzionale ( ) Introduzione dei primi schemi di assicurazione obbligatoria per i lavoratori consolidamento ( ) espansione ( ) Universalità della copertura Miglioramento delle prestazioni Creazione dei secondi pilastri (es. pensioni) crisi ( ) riforma (1990-…) Ricalibratura
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Logica politica e welfare state
Fino agli anni cinquanta la politica sociale poteva essere intesa essenzialmente come questione di redistribuzione Da metà anni cinquanta il carattere esplicitamente redistributivo della politica sociale è andato progressivamente attenuandosi e la politica sociale ha acquistato una natura essenzialmente distributiva
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Le politiche distributive operano secondo una logica sui generis, caratterizzata dai seguenti elementi: Asimmetria fra benefici e costi Elevata disaggregabilità dei benefici Impatto esterno relativamente contenuto di ciascuna singola misura Gli attori politici sono incentivati ad adottare strategie di cooperazione e compromesso reciproco Il passaggio dalle redistribuzioni alle distribuzioni ha profondamente alterato il funzionamento del welfare state dal punto di vista politico.
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Lo «scivolamento distributivo» della politica sociale
fattori di natura economica che lo hanno reso possibile: occultamento dei costi fattori di natura politica: frantumazione della domanda politica (pressione pluralistica dei gruppi di pressione) trasformazione della competizione elettorale (sul lato dell'offerta)
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Dalle «distribuzioni» alle «sottrazioni»: la nuova politica del welfare state
BLAME AVOIDANCE (evitare il biasimo) anziché CREDIT CLAIMING (attribuirsi il merito) STRATEGIE INDIRETTE per evitare il biasimo: offuscamento - confondere i destinatari dei tagli manipolando l’informazione o intervenendo su meccanismi e formule poco visibili compensazione - placare i destinatari con clausole di transizione morbide divide et impera - creare conflitti d’interesse fra le varie categorie
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Stretti tra la morsa degli imperativi fiscali e la minaccia di punizioni elettorali, i leader politici si sono trovati negli anni novanta a operare con margini di manovra molto limitati Per questo la strategia seguita finora è stata in genere quella dell’inseguimento adattivo e non di un attacco deciso e frontale al welfare state
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Le tipologie dei welfare state: i due modelli originari
Modello universalistico: Copertura onnicomprensiva (tutti i cittadini, pochi ampi schemi assicurativi) Modello occupazionale: Copertura frammentata (categorie occupazionali, molti schemi con normative differenziate)
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Le tipologie dei welfare state: la fase espansiva e i “tre mondi del capitalismo welfarista”
Durante la fase dell’espansione il welfare state europeo è passato attraverso una seconda importante giuntura evolutiva, nella quale sono diventate importanti le dimensioni del quanto e del come, oltre a quella del chi Esping Andersen (1990) durante il lungo periodo espansivo del “capitalismo keynesiano” si sono consolidati tre diversi regimi di welfare: quello liberale, quello conservatore corporativo e quello socialdemocratico
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Il percorso “atipico” dei paesi dell’Europa meridionale
Fordismo “debole” e frattura insider-outsider Forte dualismo nei sistemi di garanzia del reddito polarizzazione interna rischio di vecchiaia sovra-tutelato a discapito di altri rischi basso sviluppo dei servizi, prevalenza di trasferimenti frammentazione istituzionale Mancato sviluppo delle politiche di assistenza sociale mancanza di una rete di ultima istanza famiglia come ammortizzatore sociale
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Il modello sud-europeo
una variante del regime “conservatore-corporativo”: - carattere dualistico della protezione sociale (garanzia del reddito), picchi di generosità vs. lacune di copertura - partono da sistemi sanitari frammentati su base occupazionale per giungere a Servizi Sanitari Nazionali ma anche un vero e proprio regime di welfare: elevato particolarismo basso grado di statualità (stateness) effetti di stratificazione: iper-tutelati vs. esclusi famiglia come ammortizzatore economico (modello delle solidarietà familiari e parentali) protezione contro il mercato per i lavoratori occupati nei settori centrali dell’economia, piuttosto che protezione nel mercato
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Il welfare state in Italia: la doppia distorsione
Distorsione allocativa o funzionale Vecchiaia e supersititi Rischi diversi dalla vecchiaia Garantiti ++++ +++ Semi-garantiti ++ + Non garantiti - Distorsione distributiva
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Spesa sociale per settore, % spesa sociale totale, media 2000-2008
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Il “ruolo vicario” della famiglia rispetto alle politiche di welfare
Le distorsioni del welfare state italiano: il «circolo vizioso» del familismo Il “ruolo vicario” della famiglia rispetto alle politiche di welfare ostacoli alla mobilità/disponibilità al lavoro sostegno degli outsider allo status quo distributivo rafforzamento dell’economia sommersa modificazione comportamenti riproduttivi
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La «stagione riformista» degli anni Novanta e Duemila
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