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Eleonora Aquilini LE SCIENZE NEL BIENNIO DELL’OBBLIGO Pisa, 5 Maggio 2008.

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Presentazione sul tema: "Eleonora Aquilini LE SCIENZE NEL BIENNIO DELL’OBBLIGO Pisa, 5 Maggio 2008."— Transcript della presentazione:

1 Eleonora Aquilini LE SCIENZE NEL BIENNIO DELL’OBBLIGO Pisa, 5 Maggio 2008

2 Nel documento sull’obbligo ci sono aspetti significativi per l’insegnamento: “comprendere il valore della conoscenza del mondo naturale e di quello delle attività umane…” “Le attività di laboratorio assumono particolare rilievo” “…applicazione del metodo scientifico…”

3 “Operare scelte consapevoli e autonome nei molteplici contesti, individuali e collettivi” A fianco di queste considerazioni ci sono proposte che destano non poche perplessità….Ad esempio viene data una scansione tradizionale del concetto di misura e sua approssimazione. Errore di misura. Principali tecniche di misura e tecniche di misurazione

4 L’ambito tecnologico si risolve prevalentemente con i riferimenti all’architettura del computer o alla struttura di internet. La chimica e la biologia quasi non esistono

5 Tuttavia la premessa propone una didattica laboratoriale basata sull’esperienza e sulla riflessione E’ importante il richiamo al rapporto fra scienza e tecnologia: i loro intrecci e i loro confini

6 Pensiamo che queste due indicazioni permettano di sviluppare un lavoro significativo Parole chiave caratteristiche del processo d’insegnamento: Comprendere Didattica laboratoriale Narrazione Intersoggettività Metodi della scienza

7 Arons, si chiede, riferendosi addirittura ai corsi universitari, quale significato formativo possano avere: lezioni dove si parla di fisica delle alte energie con l’incomprensibile gergo fatto di quark, gluoni, stranezze, ecc, con studenti che non hanno ancora una una comprensione adeguata di concetti quali accelerazione, massa, forza, energia; lezioni su DNA, biologia molecolare e struttura dei geni con studenti che non sanno come le diverse sostanze vengono definite e riconosciute, che ad esempio non hanno alcuna idea di che cosa s’intende, dal punto di vista operativo, con le parole “azoto”, “ossigeno”, “idrogeno”. Comprendere

8 Queste lezioni "sono inutili nei migliore dei casi, e nel peggiore dei casi dannose”. "Non è possibile che un flusso di parole incomprensibili possa creare una cultura scientifica; Gli studenti pensano di possedere una conoscenza, mentre in effetti si limitano ad utilizzare dei termini tecnici di cui non conoscono il significato.

9 Qual è l'alternativa indicata da Arons? Occorre diminuire la quantità ed il ritmo dello svolgimento degli argomenti. "Gli studenti devono avere il tempo di formarsi i concetti, di pensare, di ragionare, e di percepire i collegamenti. Devono discutere le idee, e devono scrivere qualcosa a riguardo".

10 La didattica laboratoriale e l’intersoggettività Arons: Essere consapevoli che i concetti scientifici per essere compresi necessitano di una "definizione operativa" che si basa su esperienze condivise e termini più semplici definiti precedentemente. "Riconoscere, in altre parole, che un concetto scientifico richiede prima un'idea e poi un nome, e che la comprensione non risiede nei termini tecnici presi in se stessi".

11 Le definizioni operative sono ottenute attraverso ripetuti tentativi di arrivare ad un significato condiviso, affinando sempre il linguaggio.

12 La narrazione… Nel biennio idealmente si completa il passaggio dai concetti di senso comune ai concetti scientifici Si tratta di conoscere come sono nate le idee, come sono stati risolti i problemi, collocandoli storicamente ed epistemologicamente.

13 “..Ma non è un mistero che a molti giovani la scienza appaia “disumana”, “fredda” e “noiosa”…L’immagine della scienza come impresa umana e culturale migliorerebbe molto se la si concepisse come una storia degli esseri umani che superano le idee ricevute – Lavoisier che supera il dogma del flogisto, Darwin che rivoluziona il rispettabile creazionismo….Può darsi che abbiamo sbagliato staccando la scienza dalla narrazione della cultura. Una sintesi è forse necessaria…

14 Che cosa intende Bruner quando parla di narrazione? “..Una narrazione comporta una sequenza di eventi, ed è dalla sequenza che dipende il significato….L’obiettivo della narrazione è chiarire i dubbi, di spiegare “lo squilibrio” che ha portato l’esigenza di narrare la storia. La narrazione è inoltre strettamente connessa con l’interpretazione.. …la comprensione, a differenza della spiegazione comporta sempre più interpretazioni.

15 Il processo di fare scienza è narrativo. Consiste nel produrre ipotesi verificabili, correggerle e rimettere ordine nelle idee. Nel corso della produzione di ipotesi verificabili giochiamo con le idee, cerchiamo di creare anomalie, cerchiamo di trovare belle formulazioni da applicare alle contrarietà più intrattabili, in modo da poterle trasformare in problemi solubili, inventiamo trucchi per aggirare le situazioni più intricate. Non sto proponendo di sostituire la scienza con la storia della scienza.. Sostengo invece che la nostra educazione dovrebbe tenere conto dei processi vivi del fare scienza e non limitarsi ad essere un resoconto della “scienza finita”. (Bruner, La cultura dell’educazione)

16 Seguendo la storia del pensiero scientifico costruiamo le nostre acquisizioni… E la storia.. diventa la nostra storia. Una storia nella quale possiamo riconoscerci. Lo sviluppo del linguaggio deve accompagnare lo sviluppo dei concetti… non deve avere vita autonoma, come una vernice spalmata sul nulla.


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