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Fabrizia Capuano Direttore ARPA – Sezione di Reggio Emilia

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Presentazione sul tema: "Fabrizia Capuano Direttore ARPA – Sezione di Reggio Emilia"— Transcript della presentazione:

1 Fabrizia Capuano Direttore ARPA – Sezione di Reggio Emilia
Il Sistema Informativo Ambientale come strumento per la valutazione integrta dello stato dell’ambiente e del territorio Fabrizia Capuano Direttore ARPA – Sezione di Reggio Emilia Gli organizzatori del convegno, assegnando il titolo dell’intervento ad ARPA, hanno interpretato, in modo corretto, con il termine “sistema” sia il processo evolutivo a cui abbiamo assistito soprattutto nella seconda metà degli anni ‘90 nel campo della individuazione e gestione dei rischi ambientali, sia gli sforzi della nostra Agenzia per modificare ed adeguare i propri assetti organizzativi. Quelli che un tempo venivano definiti “servizi della prevenzione” esplicano la loro attività in un contesto profondamente cambiato. Oggi “prevenzione” significa operare nell’ottica della sostenibilità (che non è solo ambientale/settoriale, ma economica, sociale e della qualità della governance: da ciò derivano nuove opportunità, ma anche molteplici crticità per le agenzie di controllo, che operano in un contesto multireferenziale connotato da forte complessità). L’approccio ai problemi della tutela ambientale non è più di tipo puntuale, dettato da norme di command and control, ma esige visioni e competenze di tipo sistemico.

2 VI PROGRAMMA DI AZIONE PER L’AMBIENTE DELLA COMUNITA’ EUROPEA
<<… L’elaborazione, l’attuazione e la valutazione della politica ambientale si baseranno sulle più recenti conoscenze scientifiche ed economiche, su dati ed informazioni ambientali affidabili e aggiornati e sull’uso di appositi indicatori.>> Questo passo del VI Programma di azione per l’ambiente della Commissione Europea contiene l’essenza del nostro lavoro e ben definisce come operare nell’epoca dell’economia della conoscenza o e-economy.

3 Le attività di ARPA – L.R.44/95
Rilevamento dei fattori fisici, geologici, chimici, biologici di inquinamento acustico, dell’aria, delle acque e del suolo Supporto tecnico per la pianificazione ambientale, la promozione di tecnologie e prodotti eco-compatibili Funzioni di vigilanza e controllo delle norme in campo ambientale Analisi di laboratorio di rilievo sanitario e ambientale Attività istruttorie per l’approvazione di progetti ambientali e per il rilascio di autorizzazioni Gestione di un sistema informativo sull’ambiente e il territorio La legge regionale n.44/95, di cui si riporta una sintesi dell’art.5, definisce i campi di intervento dell’ARPA. Come sempre, definita la mission aziendale, che nel frattempo è stata adeguata ai mutamenti del contesto, occorre dare gambe alle funzioni e alle attività, mediante appropriati assetti organizzativi.

4 IL CONTROLLO AMBIENTALE E LA CONOSCENZA
Dall’ottica del command and control all’approccio sistemico: cosa cambia? Viene fortemente enfatizzato il ruolo del sistema informativo ambientale territoriale. Da uno schema top-down, tipico del command and control ad un approccio “circolare”, che parte dalla conoscenza del contesto territoriale e quindi dalla valutazione del rischio, per attivare strategie di controllo finalizzate al miglioramento e all’implementazione delle conoscenze: il controllo non è il fine dell’attività svolta, ma diventa mezzo per elevare la qualità della gestione.

5 DIRETTIVA IPPC “APPROCCIO INTEGRATO ALLA RIDUZIONE DELL’INQUINAMENTO” ANALIZZA COMPLESSIVAMENTE IL PROCESSO DI FORMAZIONE DEL PRODOTTO O DEL SERVIZIO VALUTANDO FASE PER FASE L’EVOLUZIONE DELLO STESSO E GLI IMPATTI CHE NEI DIVERSI STEP SI PRODUCONO ANCHE FUORI DAL SITO SPECIFICO. Il Decreto Legislativo n.372/99 rappresenta un buon banco di prova, dal punto di vista dell’approccio ad una diversa operatività dei nostri servizi. Infatti essa richiede di……………………………………………………………….

6 ANALISI AMBIENTALE/TERRITORIALE OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO AZIONI
IL SISTEMA INFORMATIVO AMBIENTALE ANALISI AMBIENTALE/TERRITORIALE SISTEMA INFORMATIVO AMBIENTALE OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO AZIONI VERIFICA NUOVI OBIETIVI Il sistema informativo ambientale è quindi al centro dell’articolazione organizzativa di ARPA, in quanto permette…………………………... Approccio a spirale, tipico delle normative ambientali più recenti (es. Decreto su piani di risanamento della qualità dell’aria, legge regionale urbanistica, EMAS e norme per la certificazione ambientale, ecc.) Questo approccio individua la funzione del Sistema Informativo Ambientale a due livelli, ex ante e ex post.

7 MODELLO DI ANALISI AMBIENTALE
ecosistemi economici Impatto sulla salute sugli danni ecc. Interventi • Produzione rifiuti strutturali scarichi industriali Emissioni atmosferiche - ecc Pressioni abitanti Cause generatrici primarie agricoltura industria (tecnologie leggi Risposte piani prescrizioni limiti Stato e Tendenze qualità acque qualità dell’aria biodiversità qualità dei suoli prescrittivi/ tecnologici pulite, emissivi…) Il modello DPSIR consente di operare secondo approcci riconosciuti e validati in campo europeo e all’interno dell’area OCSE, secondo I criteri appena illustrati. E’ fondato sull’individuazione di indicatori sintetici in rapporto causale tra loro, che descrivono l’evoluzione dei fenomeni.

8 CONOSCENZA DELLO STATO
DATI SISTEMA INFORMATIVO AMBIENTALE INDICATORI CONOSCENZA DELLO STATO STUDI DI PREVISIONE Ritorniamo quindi ai fondamentali citati in premessa, con il riferimento al VI Programma di azione Alcuni esempi meglio chiariscono quanto si è detto………………..

9 I DETERMINANTI aziende a rischio di incidente rilevante

10 Stazioni radio-base – impianti RTV
I DETERMINANTI Stazioni radio-base – impianti RTV

11 Distribuzione degli allevamenti
I DETERMINANTI Distribuzione degli allevamenti Allevamenti suinicoli Allevamenti bovini

12 I DETERMINANTI Flussi di traffico

13 LE PRESSIONI PRELIEVI DA FALDA

14 Reflui urbani e scarichi industriali in acque superficiali
LE PRESSIONI Reflui urbani e scarichi industriali in acque superficiali

15 LE PRESSIONI Carichi inquinanti emessi dai diversi settori produttivi e dalla residenza del comune di Reggio Emilia

16 media annuale stimata attesa
LO STATO Concentrazione di Benzene (mg/m3) media annuale stimata attesa

17 LO STATO

18 LO STATO Piezometria

19 Indice di Gravità del Rischio EMISSIONI
GLI IMPATTI Indice di Gravità del Rischio EMISSIONI Questo indice di gravità del rischio è calcolato moltiplicando, per le varie zone censuarie del Comune di Reggio Emilia, la densità abitativa per la densità di traffico. Risulta evidente come sia possibile, mediante tali strumenti un’integrazione tra controlli ambientali e competenze sanitarie.

20 GLI IMPATTI In questo caso vengono sovrapposti due tematismi: la densità abitativa e la distribuzione, nell’area urbana, delle concentrazioni degli inquinanti, per rappresentare i livelli di esposizione dei residenti.

21 GLI IMPATTI STIMA EMISSIONI DIFFUSE DA DISCARICA RSU
La stima degli impatti della discarica, mediante l’impiego di modelli di diffusione, tarati con dati reali, consente di fornire utili supporti ad indagini analitiche di tipo epidemiologico.

22 GLI IMPATTI SUBSIDENZA

23 SUPPORTO ALLA PIANIFICAZIONE
APPLICAZIONI MODELLISTICHE FLUSSI RIFIUTI Nel campo della pianificazione, premesso che gli input e gli obiettivi sono di competenza del decisore/pianificatore, l’attività di ARPA assume i caratteri del supporto conoscitivo a sostegno di politiche di miglioramento e/o mantenimento (attività di prevenzione a supporto della sostenibilità).

24 SUPPORTO ALLA PIANIFICAZIONE
APPLICAZIONI MODELLISTICHE Rappresentazione cartografica ex ante delle concentrazioni di monossido di carbonio emesso dal traffico (sorgente lineare). Concorre alla costruzione del quadro conoscitivo di un PSC e di ricavare indicazioni sugli scenari futuri e quindi sulle nuove urbanizzazioni.

25 SUPPORTO ALLA PIANIFICAZIONE
APPLICAZIONI MODELLISTICHE

26 SUPPORTO ALLA PIANIFICAZIONE APPLICAZIONI MODELLISTICHE
Scenario “Via Emilia” Creazione di una “fascia” di 500 metri di ampiezza dalla via Emilia Individuazione dei residenti delle zone censuarie interamente comprese entro questa fascia Analisi degli spostamenti tramite AUTOBUS e AUTO

27 Scenario “Via Emilia”: spostamenti in AUTOBUS
SUPPORTO ALLA PIANIFICAZIONE APPLICAZIONI MODELLISTICHE Scenario “Via Emilia”: spostamenti in AUTOBUS

28 SUPPORTO ALLA PIANIFICAZIONE
APPLICAZIONI MODELLISTICHE Scenario “Via Emilia”: spostamenti in AUTO

29 LA CONOSCENZA AMBIENTALE A SOSTEGNO DELLA SOSTENIBILITA’
AZIONI PREVISTE NEL VI PROGRAMMA AMBIENTALE UE QUALITA’ DEI DATI AMBIENTALI PER UN SI DINAMICO CONDIVISIONE DI INDICATORI PRIMARI VALUTAZIONI AMBIENTALI EX ANTE ED EX POST ALL’INTERNO DEI PROCESSI DECISIONALI CONOSCENZE IN RETE PER FAVORIRE LO SCAMBIO DI ESPERIENZE E LO SVILUPPO DI BEST PRACTICES INFORMAZIONI INTEGRATE PER PROBLEMI AMBIENTALI COMPLESSI ACCESSIBILITA’ DELLE INFORMAZIONI AI CITTADINI EFFICACE DIVULGAZIONE DELLE CONOSCENZE AMBIENTALI E TERRITORIALI

30 CONCLUSIONI L’INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI AMBIENTALI DERIVA DA UNA COMPLESSA ANALISI TERRITORIALE, CHE INTEGRA METODOLOGIE, RISORSE E STRUMENTI CHE PERMETTONO UN APPROCCIO INTERDISCIPLINARE, VALORIZZANDO LE SINERGIE TRA CHI CONTROLLA L’AMBIENTE, CHI TUTELA LA SALUTE E CHI GESTISCE IL TERRITORIO.


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