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Modello Domanda-Offerta Aggregata (AD-AS)

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Presentazione sul tema: "Modello Domanda-Offerta Aggregata (AD-AS)"— Transcript della presentazione:

1 Modello Domanda-Offerta Aggregata (AD-AS)

2 Introduciamo i prezzi Finora abbiamo ipotizzato che i prezzi fossero dati e costanti. Si trattava di una ipotesi semplificatrice che poteva valere nel breve periodo Nel medio periodo le imprese variano i prezzi e si può avere inflazione Per determinare i prezzi è necessario introdurre l’offerta aggregata ovvero esplicitare il lato della produzione Infatti il prodotto non può essere aumentato all’infinito se aumenta la spesa aggregata, ma vi sono dei vincoli dal lato dell’offerta (disponibilità di risorse)

3 La domanda aggregata Occorre inoltre derivare la curva di domanda aggregata nell’ipotesi che i prezzi non siano più rigidi ma flessibili Per distinguere la domanda aggregata in questo modello dalla spesa aggregata del modello semplice la chiameremo funzione macroeconomica della domanda aggregata La nuova curva AD che deriveremo ha un significato diverso da quella vista nel modello semplice keynesiano La nuova AD infatti è ottenuta dal modello IS-LM e descrive come varia Y se i prezzi cambiano, assumendo che vi sia equilibrio sia nel mercato dei beni sia in quello delle attività finanziarie

4 Riduzione dei prezzi in IS-LM
LM0(P=P0) i Reddito Y LM1 (P1<P0) A IS Una riduzione dei prezzi aumenta M/P e sposta verso il basso la LM Y0 A’ Y1 Quando P ↓ allora Y ↑

5 AD e prezzi Poiché vogliamo isolare il solo effetto dei prezzi sulla AD, nel modello IS-LM manterremo costanti tutte le altre variabili che generalmente la influenzano (spesa pubblica, tassazione, aspettative, etc.) Supponiamo di fissare un certo livello dei prezzi P0 ; a tale livello dei prezzi viene costruita la curva LM. Dato lo stock di moneta nominale, sarà il livello dei prezzi a determinare lo stock di moneta reale che è dato da M/P Partiamo pertanto da un equilibrio IS-LM con un livello dei prezzi dato e pari a P0

6 La curva AD P ↓ da P0 a P1 LM(P0) LM(P1) Y P i IS Y0 Y1 P M/P
e aumenta la domanda aggregata perché c’e un effetto ricchezza Y0 Y1 AD A P0 A’ P1

7 Inclinazione della AD La funzione macroeconomica della domanda aggregata mostra le combinazioni di prezzo e reddito per le quali sia mercato monetario che mercato dei beni sono in equilibrio L’inclinazione negativa della nuova AD può essere così spiegata: una riduzione di P aumenta l’offerta di moneta reale il tasso di interesse deve diminuire per mantenere in equilibrio il mercato monetario al diminuire di i gli investimenti e quindi Y aumentano ne consegue che una riduzione di P provoca un di Y

8 Spostamenti della AD Ogni mutamento, che non sia una variazione di P, e che provoca spostamenti delle curve IS o LM determina spostamenti anche della curva AD Pertanto spostano la curva AD: - variazioni di G - variazioni dell’offerta nominale di moneta (M) - variazioni nella fiducia dei consumatori (c0) - variazioni di T Se queste variazioni sono di tipo espansivo la curva AD si sposta verso destra e Y aumenta. Se le politiche sono restrittive e, pertanto, fanno diminuire Y, la AD si sposta verso il basso e verso sinistra

9 Politica fiscale restrittiva: un aumento di T
Y P i LM(P0) IS IS’ Y0 Un aumento di T sposta la IS verso il basso in IS’ Y1 Y0 Y0 AD AD’ A’ A P0

10 Offerta aggregata nel medio periodo
La funzione dell’offerta aggregata (AS) mostra il valore dei beni e servizi che le imprese di un sistema economico desiderano offrire ai vari livelli dei prezzi Per derivare la curva AS bisogna considerare il mercato del lavoro e il meccanismo di formazione dei prezzi delle imprese L’equilibrio nel mercato del lavoro è stabilito da un’equazione dei salari, che esprime la formazione dei salari secondo le condizioni del mercato Il comportamento è stabilito da un’equazione dei prezzi, che esprime il meccanismo di formazione dei prezzi delle imprese

11 L’equazione dei salari
Assumiamo che l’interazione tra lavoratori e imprese stabilisca la seguente equazione dei salari nominali (W): W aumenta in modo esattamente proporzionale alle aspettative di prezzo Pe per conservare il potere di acquisto atteso Per ora semplifichiamo e si assume Pe =P

12 L’equazione dei salari
W aumenta se il tasso di disoccupazione u diminuisce poiché aumenta il potere dei lavoratori: Alle imprese conviene pagare salari più elevati per non perdere i lavoratori migliori (ipotesi salari di efficienza) I sindacati hanno un potere maggiore nella contrattazione collettiva W aumenta se l’indicatore delle condizioni strutturali del mercato del lavoro z (es. sussidi di disoccupazione) aumenta

13 L’equazione dei prezzi
Funzione di produzione aggregata: Y=N Produttività marginale del lavoro è pari a 1 Quindi, in concorrenza perfetta, l’equilibrio per le imprese sul mercato del lavoro implicherebbe: P=W Se vige concorrenza imperfetta, allora il potere di monopolio delle imprese viene espresso dal mark-up μ Tanto maggiore il grado di concorrenza nel mercato dei beni, tanto minore è μ Allora, i prezzi sono dati dalla seguente equazione:

14 Monopolio e concorrenza
14 Forme di mercato (monopolio) Corso di economia politica Monopolio e concorrenza (1) In concorrenza il prezzo è uguale al costo marginale ; in monopolio è maggiore: si ha infatti p > Rm = Cm. Lo scarto tra prezzo e costo marginale misura il grado di monopolio. Usiamo per quest’ultimo il simbolo m; abbiamo allora m = (p - Cm)/p (una percentuale). (2) In concorrenza gli extraprofitti sono destinati ad annullarsi nel lungo periodo; in monopolio no (perché le barriere impediscono l’ingresso delle altre imprese). NOTA 1 La produttività marginale può essere costante se l’impianto (x2) è parzial-mente inutilizzato, sicché l’incremento di x1 può essere combinato con un utilizzo efficiente dell’altro input (visto che è disponibile). Ma tenere capacità produttiva inutilizzata è giustificato solo in concorrenza imperfetta. Ci sono due motivi principali: La capacità produttiva inutilizzata può servire a far fronte tempestiva-mente a fluttuazioni della domanda del bene (in concorrenza perfetta, invece, l’impresa può sempre vendere tutto quello che è in grado di produrre); La capacità produttiva inutilizzata può servire come deterrente contro la minaccia dell’ingresso di un’altra impresa nel mercato (facendone uso si può aumentare la produzione rapidamente e far crollare il prezzo). Di conseguenza il potenziale entrante sarà dissuaso a entrare nel mercato per non rischiare ingenti perdite connesse a una “guerra di prezzi” in cui l’impresa che sta già nel mercato (il cosiddetto “incumbent”) gode di un evidente vantaggio competitivo (conosce il mercato ed è conosciuta dal mercato). NOTA 2 Quando il costo marginale è costante, la condizione p = Cm della scelta in concorrenza è soddisfatta solo per caso: possiamo avere p < Cm e in questo caso l’impresa non produce nulla; oppure p > Cm e in questo caso l’impresa tende a produrre sempre di più, finché diventa “grande”; ma allora siamo fuori dalla concorrenza perfetta. Gli extraprofitti in concorrenza sono “quasi-rendite” (temporanee); in monopolio sono “rendite” (permanenti).

15 Riassumiamo L’equazione dei prezzi PS:
Esprimiamo le due equazioni esplicitando i salari reali L’equazione dei salari WS: L’equazione dei prezzi PS: Rappresentiamole graficamente nello spazio (W/P; u)

16 Il tasso naturale di disoccupazione
Salario reale, W/P Tasso di disocupazione, u Equazione dei salari WS Equazione dei prezzi PS 1/(1+μ) un un = disoccupazione di equilibrio quando P=Pe

17 Un esempio per ricavare il tasso naturale di disoccupazione un
Assumiamo che F(u;z)=(1 – u)(1 + z) Condizione di equilibrio per un : Quindi: NOTA: il tasso naturale di disoccupazione può cambiare al mutare delle condizioni strutturali rappresentate da μ, z e  Statica comparata: variazioni in μ, z e  muovono le curve WS e PS e comportano variazioni in un.

18 Tasso naturale un e reddito potenziale
Dalla definizione di tasso di disoccupazione: u=(L – N)/L=1 – (N/L) dove L è la forza lavoro e N l’occupazione Ovvero: N = L(1 – u) Quando u=un allora Nn = L(1 – un) livello di occupazione naturale Si ricorda Y=N, quindi Yn = Nn è il reddito potenziale

19 Curva AS di breve periodo
Le imprese stabiliscono i prezzi dei propri prodotti sulla base dei costi di produzione ovvero, nel breve periodo, sulla base del costo del lavoro  vale l’equazione dei prezzi PS: Il salario è ora determinato attraverso l’equazione dei salari, ma senza alcuna assunzione sulle aspettative dei prezzi: Si ricorda che u=(L – N)/L=1 – (N/L); poiché Y=N, allora u=1 – (Y/L); quindi:

20 Curva AS di breve periodo
Curva AS: relazione positiva tra P e Y che descrive l’equilibrio dal lato della produzione se Y  u  W   P   la AS è inclinata positivamente Nota: se P=Pe allora u=un e Y=Yn

21 Curva AS: variazioni di Pe
Se P≠Pe gli operatori rivedono le loro aspettative e Pe varia Se P>Pe errore in difetto nelle aspettative Pe ↑ Se P>Pe errore in eccesso nelle aspettative Pe ↓ Se Pe aumenta (diminuisce) la curva AS si sposta verso l’alto (il basso)

22 Rappresentazione grafica della AS
Y AS’ AS H Pe’ Pe ↑ Pe Yn Nessun parametro strutturale è cambiato, quindi né un né Yn sono cambiati La AS trasla in H, dove a Yn corrisponde un P=Pe’ più elevato

23 Equilibrio macroeconomico AD-AS
P Y ADB Altri due casi AD* ADR AS Boom Esiste un processo di aggiustamento verso Yn? Come funziona? Yalto Pe Yn Recessione Ybasso

24 Aggiustamento dal boom
P Y AS* ADB Abbiamo un nuovo Pe2, un nuovo Y2, un nuovo P2 AS2 Ancora P2 > Pe2 AS1 Nota: P1 > Pe1 Pe P2 Si rivedono le aspettative e Pe ↑  la AS1 trasla verso l’alto Pe2 P1 Y2 Y1 Pe1 Si rivedono ancora le aspettative e Pe ↑  la AS2 trasla verso l’alto Yn Il processo si arresta quando la AS determina P=Pe. Il reddito converge a Yn e i prezzi aumentano.

25 Aggiustamento da recessione
Inizialmente YR<Yn e risulta PR<Pe Si rivedono le aspettative al ribasso e Pe diminuisce La AS trasla verso il basso La diminuzione di Pe fa diminuire anche i salari e quindi i prezzi I salari bassi spingono le imprese ad assumere e il reddito aumenta Nota: ci si muove lungo la AD Il processo continua fino a quando P=Pe Il reddito converge verso Yn

26 Modello AD-AS e politica economica
Si può usare il modello AD-AS per valutare gli effetti delle politiche economiche sul reddito e sui prezzi Un aumento della offerta di M ha i seguenti effetti: 1) a parità di prezzi, aumenta il valore dello stock di moneta in termini reali e la LM si sposta verso il basso; Y aumenta e il tasso di interesse diminuisce 2 ) ciò equivale a uno spostamento della AD verso l’alto 3) i prezzi e il reddito aumentano; situazione di boom Si attiva il processo di aggiustamento e i prezzi continuano ad aumentare, ma il reddito torna verso Yn

27 Modello AD-AS e politica economica
Un diminuzione della spesa pubblica G (politica fiscale restrittiva) ha i seguenti effetti: 1) a parità di prezzi, diminuisce la spesa autonoma e la IS si sposta verso il basso; sia Y che il tasso di interesse diminuiscono 2 ) la AD si sposta verso il basso 3) i prezzi e il reddito diminuiscono; situazione di recessione Si attiva il processo di aggiustamento e i prezzi continuano a diminuire, ma il reddito aumenta e torna verso Yn

28 Shock di offerta Shock d’offerta negativo (il ragionamento contrario vale per shock di offerta positivi) Un aumento dei prezzi petroliferi sposta la AS in alto a sinistra In corrispondenza di ogni livello di output i costi sono più elevati L’output diminuisce e i prezzi aumentano Nel lungo periodo: se lo shock negativo è permanente, si converge a un Yn più basso; se lo shock negativo è transitorio l’economia ritorna all’equilibrio iniziale Yn

29 Inefficacia delle politiche macroeconomiche nel medio periodo
Si noti che nel medio periodo il reddito tende spontaneamente a tornare verso Yn. Nessuna manovra di politica macroeconomica che tenti di agire sulla sola AD ha effetti permanenti sul livello dell’output. L’efficacia delle politiche macroeconomiche è limitata al breve periodo Per influenzare le performance dell’economia nel medio periodo – ovvero per agire su un e Yn – occorre attivare politiche strutturali (che agiscono su , μ e z)


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