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PubblicatoCristoforo Ricci Modificato 9 anni fa
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Richard Sennett: prospettive Politica del rispetto –Onorare i risultati sociali diversi –Ammettere la legittimità della dipendenza adulta –Consentire alle persone di partecipare più attivamente alle condizioni della loro protezione sociale (p. 253)
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Robert Castel: prospettive Riconfigurare le protezioni sociali Il lavoro non ha perso importanza ma consistenza, è diventato aleatorio e incerto Spostare i diritti dell’impiego alla persona (uno stato professionale della persona che non è definito dall’esercizio di un impiego ma che ingloba le diverse forme di lavoro che una persona può svolgere)
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Modello lombardo Sussidiarietà (terzo settore e famiglia, l.r. 23/99) Commercializzazione, quasi mercati, nella sanità «Asl terzo pagatore» (l. 31/1997) con separazione funzioni e programmazione debole Libertà di scelta Centralismo regionale Importanza del privato (nel 2007 il 28% totale della spesa sanitaria lombarda è assorbito dalle prestazioni fornite dalle case di cura private)
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Modello lombardo Grazie al buono scuola, la Regione destina l’80% dei suoi fondi per il diritto allo studio ai soli studenti della scuola privata, che rappresentano soltanto il 9% della popolazione scolastica regionale. Attualmente i contributi ai Comuni per l'ammodernamento e la ristrutturazione delle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie pubbliche ammontano a 605.450 euro, mentre lo stesso contributo per le scuole dell'infanzia di enti privati è stato aumentato a 3.439.163 euro.
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Modello lombardo Connubio fra sussidiarietà e mercato: auto-organizzazione e orientamento pro-sociale
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Modello lombardo: problemi La governance –Secondo le ultime rilevazioni Istat [2008] sulle cooperative sociali, in Lombardia si concentra il 19,5% del valore della produzione relativo a tutte le organizzazioni di questo tipo operanti nel territorio nazionale (1.248.136 euro su 6.381.275). –Meno della metà dei distretti lombardi ha attivato un tavolo di rappresentanza del terzo settore [Irer, 2010]. Pur non mancando casi di co-pro-grammazione fra amministrazione e terzo settore, i Piani sociali di zona sono stati attivati prioritariamente come strumento per ristrutturare e razionalizzare la rete dei servizi, portando così al centro dell’attenzione aspetti che riguardano l’organizzazione economica del sistema di offerta. Come viene sottolineato dallo stesso Irer: «In alcuni ambiti la sussidiarietà è stata intesa come concorrenza fra erogatori paritetici in un mercato regolato» [Irer, 2010: 293].
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Modello lombardo: problemi I vouchers..
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Modello lombardo: problemi Nei Piani socio-sanitari non c’è traccia dell’infrastruttura organizzativa necessaria a realizzare l’integrazione sociosanitaria, in particolare per quanto riguarda i rapporti fra Asl e Comuni. Benché evocato come l’articolazione gestionale deputata al governo dei processi di integrazione, il distretto sociosanitario rimane un’entità sfocata. “Sanitarizzazione” del sociale? Il rapporto fra la spesa sanitaria e la spesa sociale è da tempo sperequato e attualmente vede più del 68% del bilancio regionale assorbito dalla spesa per i servizi sanitari, contro il 7,37% dei servizi sociali [Colombo, 2008].
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Modello lombardo: problemi I posti letto in Rsa nel 2006 sono 27,6 per mille anziani, il che classifica la Lombardia al secondo posto in Italia dopo Trento [Network Non Autosufficienza, 2009]. Un cavallo di battaglia nel repertorio giustificativo delle scelte fatte in proposito è proprio il rapporto tendenzialmente congruo fra domanda/bisogno e offerta. Ma le valutazioni sul punto sono delicate. Un investimento massiccio sulle strutture residenziali può andare a discapito di altri tipi di risposta che, in presenza di specifiche condizioni, sono più appropriate oltre che meno onerose. Da alcuni anni, in effetti, il sistema lombardo dei servizi per la non autosufficienza privilegia l’asse della residenzialità in misura tale da primeggiare nel panorama nazionale della dotazione di posti letto. Ma, al confronto, gli investimenti sulla domiciliarità risultano limitati. Quanto agli altri servizi territoriali, sono relegati in una posizione secondaria se non residuale.
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Modello lombardo Legge Regionale 12 marzo 2008, n. 3 Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario
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