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PubblicatoGuglielmo Cappelletti Modificato 9 anni fa
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LE FASI DELLO SVILUPPO 1945 - 2000 Corso di Politica Economica Proff. Roberto Fanfani e Cristina Brasili
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LE FASI DELLO SVILUPPO 1945-2000 Ricostruzione (1945-1950) Gli anni del rapido sviluppo economico (1951-1973) 1. 1. Rapida crescita economica e degli investimenti (1950-1963) 1. 1. Ristrutturazione, conflitto sociale, decentramento produttivo e rallentamento nella crescita (1964-1973) Crisi energetica, instabilità, internazionalizzazione, rallentamento dello sviluppo (1974-2000)Approfondimenti: A. Graziani,”L’economia italiana dal 1945 ad oggi”, il Mulino (1979)
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PERIODO DELLA RICOSTRUZIONE (1945-1949) Nel 1949 si raggiungono i livelli produttivi del 1938-39 Nel 1949 si raggiungono i livelli produttivi del 1938-39 Importanti aiuti stranieri Importanti aiuti stranieri Amministrazione alleata (1945-47) circa 1.900 milioni $ Piano Marshall (1947-1951) circa 1.300 milioni $ Approvazione della costituzione (1947): Economia mista (mercato e intervento pubblico) Approvazione della costituzione (1947): Economia mista (mercato e intervento pubblico) Apertura economica e liberalizzazione scambi Apertura economica e liberalizzazione scambi Iniziative USA (FMI, GATT, OECD) Il grado di apertura dal 13% (1950) al 26% (1992)
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PERIODO DELLA RICOSTRUZIONE (1945-1949) Eventi politici Rottura governi di unità nazionale (De Gasperi 1947) Scissione socialista e scissione sindacale (48-49) Predominio politico DC (fino al 1962-63) Bibliografia Daneo Camillo, “La politica economica della ricostruzione”, Einaudi, 1975 Saraceno Pasquale, “Ricostruzione e pianificazione 1943- 1948”, Laterza, 1969 Barucci Piero, “Ricostruzione, pianificazione, Mezzogiorno. La politica economica in Italia dal 1945 al 1955”, il Mulino, 1978
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UNA VERSIONE STILIZZATA DEL PROCESSO DI SVILUPPO ( EINAUDI) Sui motivi più importanti che inducono al risparmio cfr. Einaudi (1941) e (1949), pp 264-80
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UNA VERSIONE STILIZZATA DELLA VISIONE DI VALLETTA Combinazione di Sviluppo delle esportazioni e Politiche keynesiane
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L’ITALIA DELLA RIFORMA AGRARIA (1950 - 1960)
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LOTTE AGRARIE 1919 -1920
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PERIODO DEL RAPIDO SVILUPPO ECONOMICO (1950-1963) Sviluppo economico rapido e stabile Sviluppo economico rapido e stabile Favorito da : Favorito da : Forza lavoro disoccupata Bassi salari di partenza Importare e/o imitare tecnologia Rimesse emigranti e turismo Prezzi declinanti delle materie prime Crescita del mercato interno Beni di consumo durevoli (auto, elettrodomestici) Crescita delle esportazioni Crescita degli investimenti a carattere estensivo aumento capacità produttiva
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Il rallentamento tendenziale della crescita (1950-2004) Ritmo di crescita dell’economia italiana nel secondo dopoguerra (tassi di variazione medi annui, prezzi costanti) PIL in PPA PIL pro- capite Investim. Lordi 1950-735,64,96,6 1973-20042,11,91,4 1950-636,45,89,3 1963-734,43,83,4 1973-902,82,41,5 1990-20041,41,31,4
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UNA VERSIONE STILIZZATA DEL MODELLO DI LEWIS-KINDLEBERGER Ipotesi restrittive : Salari unitari fissi (Lewis) o con bassa dinamica rispetto alla produttività (Kindleberger) I profitti vengono reinvestiti Le tecniche non mutano e comunque non sono labor saving Non vi sono strozzature allo sviluppo Settori tradizionali: agricoltura e terziario non capitalistica Settori moderni: industria e terziario moderno
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IL MODELLO DI LEWIS (1954) ADATTATO PER L’ITALIA DA KINDLEBERGER (1967) d’ d w’ w 0 ee’ S’ S h’ h d’ d Occupazione salari salari d’ d w 0ee’ hh’ d d’ Occupazione salarisalari a - Offerta di lavoro elastica b - Offerta di lavoro illimitatamente elastica dd =domanda di lavoro al tempo 0 d’d’=domanda di lavoro al tempo 1 w =salario unitario SS =offerta di lavoro (esempio a) wh =offerta di lavoro (esempio b) e =occupazione
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IL MODELLO DI LEWIS (1954) ADATTATO PER L’ITALIA DA KINDLEBERGER (1967) Critiche Critiche I salari reali sono aumentati (più della produttività solo nel 1960-62 e 1970-75) II profitti non sempre vengono reinvestiti (nelle economie aperte spesso aumentano le importazioni) L’introduzione di nuove tecnologie può non fare aumentare l’occupazione (si rompe l’equazione >investimenti >occupazione ) Parziale verità Parziale verità Il forte afflusso di manodopera dai settori tradizionali rallenta la dinamica dei salari reali
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Rottura del circolo virtuoso dello sviluppo nel 1962-63 Fine eccedenze di manodopera Aumento dei salari, maggiori costi, minori profitti Fuga dei capitali (caduta delle Borse)
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UNA RICOSTRUZIONE DEL MODELLO DI VERA LUTZ IL MODELLO
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UNA RICOSTRUZIONE DEL MODELLO DI VERA LUTZ RIMEDI POSSIBILI (PER VERA LUTZ) RIMEDI INVECE TENTATI DAL GOVERNO ITALIANO DEL PERIODO
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UNA RAPPRESENTAZIONE STILIZZATA DELLO SCHEMA EXPORT - LED (GRAZIANI) IPOTESI: - - La maggior domanda non genera inflazioneCRITICA: - - Si sottovaluta la crescita della domanda interna - - Azione dello Stato Economie di scala Invest. + moltipl.
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Nardozzi il modello di Graziani pone troppo l’accento sulle esportazioni. Per Nardozzi il modello di Graziani pone troppo l’accento sulle esportazioni. Lo schema interpretativo proposto da Nardozzi riguarda l’intero periodo 1951-2003 Pone l’accento sulla pressione esercitata dalla concorrenza sulle capacità imprenditoriali del Paese
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UNA RAPPRESENTAZIONE SEMPLIFICATA DELLO SCHEMA INTERPRETATIVO DI NAPOLEONI
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CRISI DEL 1963 - 4: Poco risparmio nel periodo precedente Rendita fondiaria nella speculazione edilizia -Investimenti male utilizzati: molta edilizia, opere pubbliche poco redditizie, agricoltura (riforma agraria) SOLUZIONI : -- Lotta alle rendite - Programmazione per la riforma dei servizi collettivi - Blocco dei produttori contro: (1) rendita fondiaria ed edilizia; (terziario pubblico,…)(2) lavoro improduttivo (terziario pubblico,…)
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ALCUNE POSSIBILI PREMESSE E SPIEGAZIONI DELLO SVILUPPO NEL PERIODO 1950-63 Spostamenti nella popolazione: Emigrazione e rimesse degli emigrati Spostamenti al Nord con passaggio da sottoccupazione a occupazione in settori trainanti ad alta produttività (agr ind) Esodo dalle campagne verso le città (aumento della domanda interna e del settore delle costruzioni) Contribuito delle migrazioni interne sviluppo dei settori più dinamici e rivolti verso l’estero (alta produttività,profitti e salari) sviluppo dei settori delle costruzioni e abitazioni a forte impatto locale e interno
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PERIODO DELLA RISTRUTTURAZIONE,CONFLITTO SOCIALE, DECENTRAMENTO PRODUTTIVO (1964-1973) Ristrutturazione industriale Ristrutturazione industriale Calo del tasso di crescita degli investimenti Investimenti intensivi Conflitto sociale Conflitto sociale “Autunno caldo” del 1969 Decentramento produttivo Decentramento produttivo
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PERIODO DELLA CRISI ENERGETICA, INSTABILITÀ, INTERNAZIONALIZZAZIONE RALLENTAMENTO DELLO SVILUPPO ECONOMICO (1974-95) Internazionalizzazione delle economie Internazionalizzazione delle economie Riduzione del controllo nazionale sulla politica economica Riduzione di capacità di previsione, controllo e stabilizzazione Crisi energetiche (1973-1979) Instabilità dei cambi (1971-73) Svalutazione - inflazione – svalutazione Svalutazione - inflazione – svalutazione Il debito pubblico Il debito pubblico
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ITALIA: Popolazione residente attiva per settore di attività economica (%) -1951-1991 Fonti: i dati dal 1951 al 1981 sono tratti dai censimenti; quelli del 1991 dall’annuario Istat.
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VITA MEDIA DAL 1931 AL 1991 IN ITALIA
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Andamento della mortalità infantile, mortalità perinatale e nati-mortalità in Italia anni 1931- 91
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Il modello neocorporativo PRECONDIZIONE Lo stato si schiera un poco a favore del lavoro, per riequilibrare i rapporti di forza fra capitale e lavoro
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IL RALLENTAMENTO DEL RITMO DI CRESCITA DELL’ECONOMIA ITALIANA 1946 –1992 ( tassi di variazione medi annui composti su dati a prezzi costanti) Le fasi dello sviluppo 1945-2000, Corso di politica economica italiana
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FORZA LAVORO, OCCUPAZIONE E PERSONE IN CERCA D’OCCUPAZIONE IN ITALIA Le fasi dello sviluppo 1945-2000, Corso di politica economica italiana
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TASSI D’ATTIVITA’ E TASSI DI DISOCCUPAZIONE Tasso di disoccupazione (%) Tasso d’attività (%)
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TASSO D’OCCUPAZIONE E TASSO D’ATTIVITA’ IN ITALIA E IN ALTRI PAESI * 1961, 1971 e 1990 Fonte: OCSE e statistiche nazionali
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1 1 Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria 2 Trentino - Alto Adige, Friuli - Venezia - Giulia, Veneto, 3 Emilia - Romagna, Toscana, Umbria, Marche, 4 Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna COMPOSIZIONE FORZA LAVORO PER SETTORE E PER AREA GEOGRAFICA
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Da studiare: Politica economica- Valli (2005) Paragrafo 4.12 Paragrafi 5.1, 5..2, 5.3, 5.4, 5.5 Politica economica volume I– Valli (1998) Cap. 13 e paragrafi 14.1, 14.2, 14.3, 14.4, 14.5 e 15.5
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