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PubblicatoAntonino Lombardi Modificato 9 anni fa
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Istituzioni di linguistica a.a. 2010-2011 Federica Da Milano federica.damilano@unimib.it
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La flessione Le parole che troviamo in un enunciato sono forme flesse di parola, cioè forme che esprimono, oltre ad un significato lessicale, anche uno o più significati grammaticali
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La flessione del nome I libri con illustrazioni sono sugli scaffali Lessema (parola astratta) vs. forma flessa di lessema Classe di flessione: -declinazione (nomi)
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La flessione del verbo Classe di flessione: -Coniugazione (verbi) Le categorie morfosintattiche del verbo -tempo: mette in relazione l’evento di cui l’enunciato parla con il momento in cui l’enunciato stesso viene proferito -aspetto: categoria che non si manifesta in modo evidente in tutte le lingue ma i cui valori possono essere riportati a due fenomeni diversi: i)La completezza dell’evento espresso dalla forma verbale; ii)La cosiddetta Aktionsart o azionalità verbale
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La flessione del verbo i)perfettivo/imperfettivo: possibilità che la forma verbale esprima la completezza/conclusione dell’azione (forma perfettiva) oppure esprima la sua incompiutezza (forma imperfettiva) ii)codifica delle fasi del processo che il verbo indica (stativo/non stativo) -stativi (es. sapere) -non stativi: Incoativi: nel significato del verbo è lessicalizzata la fase iniziale del processo (es. invecchiare) Durativi: nel significato del verbo è lessicalizzata la fase di durata di un processo già instaurato (es. guardare)
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La flessione del verbo Risultativi: il verbo sottolinea il tratto conclusivo del processo (es. raggiungere) Puntuali: l’azione indicata dal verbo è priva di durata (es. scoppiare) Frequentativi: indicano la ripetizione dell’azione (es. riascoltare) -Il modo: esprime i valori della modalità, cioè dell’atteggiamento che si esprime rispetto a ciò che si dice -La diatesi: attivo/passivo
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Flessione inerente e flessione contestuale Il genere dei nomi in italiano è un’informazione che non può essere variata (tranne in alcuni casi: es. ragazzo/a) e non è condizionato da nulla di esterno (es. tavolo, sedia): è inerente all’intero lessema La categoria del numero, invece, può variare, ma dipende dalla volontà del parlante, non dal contesto sintattico: è inerente a una certa forma flessa di un lessema I fiori nel vaso rosso sopra la mensola nera sono profumati Articoli e aggettivi si accordano in genere e numero con i nom; non hanno né un genere né un numero inerenti L’accordo determina tra il nome, l’articolo e l’aggettivo un tipo di flessione contestuale Anche con i verbi: persona e numero Eleonora adora il cioccolato Eleonora e Giorgio vanno all’asilo
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Flessione inerente e flessione contestuale Guardava te, non lui Flessione di caso Flessione contestuale per reggenza Reggenza e accordo sono due diversi modi in cui delle forme flesse acquisiscono un certo valore di una certa categoria grammaticale contestualmente, in dipendenza da altri elementi del contesto sintattico
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La classe paradigmatica Ogni lessema è portatore di una informazione di appartenenza ad una classe di flessione Una classe di flessione è definita dall’insieme delle forme flesse del lessema, dal suo paradigma
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Processi per la derivazione di forme flesse -identità tra una certa base e una certa forma flessa: es. nomi inglesi boy -sottrazione: riduzione della base (molto raro) -Aggiunta: suffisso (dog/dogs); prefissi (swahili ni-na-kimbia ‘corro’, u-li-kimbia ‘correvi’, a-ta- kimbia ‘correrà’) Raddoppiamento: (totale: warlpiri kurdu ‘bambino’ kurdukurdu ‘bambini’; parziale: lat. mordeo ‘mordo’ momordi ‘morsi’)
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