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PubblicatoFlavio Simonetti Modificato 9 anni fa
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Inserimento al lavoro in agricoltura e disabilità mentale: aspetti clinici e normativi Dott. Corrado Rossi Coordinatore DSM ASL n. 5 - Pisa Pisa, 18 gennaio 2007
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Il mondo dell’agricoltura ha rappresentato sempre un ambito privilegiato di attenzione e di applicazione per la cura, e soprattutto per quella che ora chiamiamo riabilitazione, in tutta la storia della psichiatria moderna
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La Psichiatria moderna nasce durante la Rivoluzione Francese a seguito della chiusura per decreto degli Ospedali Generali (luoghi di segregazione generale) e l’istituzione di luoghi di cura per i folli i manicomi e l’opera di Philippe Pinel ( ) con la “liberazione dei folli” alla Bicetre (1793) e Salpetriere (1795) e il suo “Trattato medico-filosofico sull’alienazione mentale o mania” (1801)
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nasce il Trattamento Morale che può essere definito un sistema di rigida rieducazione del malato perché riacquisti la volontà, persa, di padroneggiare istinti e passioni, la cui liberazione incontrollata produce la follia. Il trattamento morale si articolava principalmente nei seguenti elementi:
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L’istituzione di un luogo, il Manicomio, rivolto ad accogliere esclusivamente gli alienati, dove regnasse un ordine sereno e la vita del ricoverato fosse regolata e scandita al minuto nel corso della giornata.
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Il Manicomio doveva essere organizzato secondo il “salutare modello della organizzazione borghese della vita”: quindi il lavoro fisico e regolare ed “in particolare quello agricolo che educa al valore della proprietà, della divisione del lavoro e alla competitività”, al punto che dal rendimento viene dedotto il grado di miglioramento clinico; all’inverso punizioni severissime per i pazienti che trasgredivano le norme nei punti più delicati ed in particolare il furto e il rifiuto di lavorare.
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Il Manicomio come luogo di cura dei malati di mente si diffonde in Europa, nell’America del Nord e poi nel resto del mondo Il Trattamento Morale ha improntato la gestione manicomiale per buona metà dell’800.
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Nella seconda metà del XIX sec
Nella seconda metà del XIX sec. prevale la teoria positivista: alla base della malattia mentale c’è un danno organico del cervello. Viene abbandonata la posizione psicosociale e umanitaria, il folle è un organismo mal funzionante per cause organiche, l’attenzione è spostata alla ricerca della natura e della causa del danno.
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In assenza di una causa conosciuta la malattia mentale diventa incomprensibile e le sue manifestazioni sono da custodire per difendere la comunità. La cura diventa sintomatica con agenti fisici – le terapie di shock (termico, pireto, insulinico, lobotomia, cardiazolico, ESK) – e chimico – dalle pozioni agli psicofarmaci.
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La seconda metà del secolo XIX e la prima metà del XX: è la notte della Riabilitazione psichiatrica (lavoro sulle abilità del malato mentale)
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Ma anche in questa notte l’attività agricola non è mai mancata nel manicomio: l’azienda agricola in cui erano impegnati i ricoverati non mancava mai nella “città dei matti” (anche perché funzionale alla sua gestione economica e anche se aveva più funzione di intrattenimento degli “ospiti” e di sfruttamento per il mantenimento del manicomio piuttosto che terapeutico-riabilitativa)
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La Riabilitazione Psichiatrica moderna si sviluppa dagli anni ’50 del secolo scorso con la deistituzionalizzazione fino alla chiusura dei manicomi in Italia, con la promozione della salute mentale nella comunità
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In questo contesto nasce la AGRICOLTURA SOCIALE: non assistenzialismo ma la capacità dell’impresa agricola di generare benefici mediante l’attività produttiva e l’utilizzo di beni e strutture aziendali nei confronti di soggetti deboli per percorsi di inclusione sociale
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Con una vasta gamma di esperienze: l’accoglienza, l’impiego lavorativo, le “social farms” , le Comunità Terapeutiche
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Attualmente in Italia il portatore di disagio o malattia mentale è assistito dai SERVIZI PER LA SALUTE MENTALE pluriprofessionali organizzati in DIPARTIMENTO e UNITA’ FUNZIONALI
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Il DSM eroga i suoi servizi tramite: - il Centro di Salute Mentale: accoglienza, terapie ambulatoriali, interventi nel territorio (casa, relazioni, tempo libero, lavoro); - il Servizio ospedaliero; - il Centro Diurno di riabilitazione; - le Residenze;
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attraverso il Progetto terapeutico-riabilitativo individualizzato che mira a promuovere la salute l’autonomia personale l’inclusione sociale dove il lavoro assume importanza fondamentale
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Nel territorio dell’ASL di Pisa sono assistite oltre persone adulte con un bisogno di lavoro variamente da supportare di circa 500 unità
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Cosa rende particolare l’agricoltura per l’inserimento al lavoro del disabile psichico? - il ventaglio ampio di possibilità: attività in campo aperto e coperte, allevamento o coltivazioni a ciclo breve o lungo, la varietà dei lavori quasi mai ripetitivi; - le caratteristiche: i ritmi di produzione non incalzanti, la partecipazione di tutti al risultato finale, la non aggressività delle piante e di molti animali da allevamento, il senso di responsabilità che matura quando ci si prende cura di organismi viventi (aspetti di Pet Terapy), il contatto con l’ambiente naturale ecc.
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Potenzialità recepite in particolare dalla rete delle “fattorie sociali”, luoghi dove la terra è solido ponte tra disabilità e lavoro. Cooperative d’inserimento lavorativo, comunità terapeutiche, progetti di Asl e altri enti, orti nascosti nelle carceri o giardini nelle case di riposo, casi di terapia orticolturale, ormai diffusi in tutta Italia Spiega Saverio Senni, docente all’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, promotore di un master in agricoltura etico-sociale: “L’agricoltura contadina non conosceva i ‘disabili’. Tutti erano a loro modo abili, quali che fossero il loro livello culturale o le condizioni mentali. Le piante e gli animali non discriminano nessuno, non si voltano dall’altra parte e crescono sane chiunque le accudisca” In Italia oggi le fattorie sociali sono tra 200 e 300, soprattutto in Toscana e Lazio.
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La fattoria sociale, nella forma di Comunità Terapeutica, si sta cimentando positivamente quasi elettivamente, nella cura e riabilitazione di forme gravissime quali l’Autismo: esperienze in USA, Europa, Pavia, prof. F. Barale
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Come è possibile l’incontro tra disabilità mentale e mondo agricolo per il lavoro ?
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Tramite le sensibilità e le esperienze e progetti “pilota”: C. I. R. A
Tramite le sensibilità e le esperienze e progetti “pilota”: C.I.R.A.A. il Giardino dei Semplici – Associazione ORIS
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L’impiego nell’azienda agricola del disabile: la legge n
L’impiego nell’azienda agricola del disabile: la legge n. 68/99 l’inserimento mirato e supportato
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- Il tirocinio formativo e di orientamento di 6 mesi a carico della Stato; - l’assunzione a tempo determinato o indeterminato con: la fiscalizzazione dei contributi assistenziali e previdenziali (totale per 8 e 6 anni); contributi per l’inserimento, tutoraggio e per l’abbattimento delle barriere architettoniche, telelavoro;
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- contributi per progetti specifici dalla Provincia; - contributi per programmi per nuovi posti di lavoro delle Coop B; - contributi per progetti dal Fondo Sociale Europeo.
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La Cooperativa (specie) di tipo B: con soci invalidi, affidamento diretto da parte di Enti pubblici, o attore economico autonomo (agevolazioni)
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L’esperienza propedeutica dai Servizi di Salute Mentale: l’inserimento socio-lavorativo Convenzione ASL – Azienda, assicurazione e Borsa lavoro a carico ASL, nessun onere per l’Azienda. max 20 ore/sett., a termine nell’ambito del progetto ter.-riab. individuale
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Ruolo nell’inserimento: - dei Servizi: promozione della motivazione del soggetto, proposta nell’ambito del progetto ind., contatto con l’azienda, programmazione, sostegno, verifica periodica; - dell’Azienda: disponibilità, clima accogliente, programmazione dell’inserimento, ricerca condivisa di contenuti e tempi, flessibilità, contatto con i servizi, verifica periodica, rimodulazione event.
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La ricerca condivisa e la costruzione della reciprocità soggetto – lavoro
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Grazie per l’attenzione … e buon lavoro !
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