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PubblicatoFlavio Coco Modificato 9 anni fa
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Teorema di Coase: un’introduzione critica (*) di Giuseppe Chirichiello
Parte II° : Coase nel contesto di Pigou (*) Il materiale qui presentato è stato oggetto del Seminario con lo stesso titolo tenuto nell’Università di Foggia - Facoltà di Economia e Commercio - il 25 Maggio 2005
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Coase e la nozione di “reciprocità”
Nel contributo di Coase: l’esternalità è un “problema di natura “reciproca” perciò anche i rimedi necessitano il confronto tra costi e i benefici che la soluzione apporta alla controparte. l’esternalità è raffigurata come interazione tra produttori.
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Necessità di interpretazione della nozione di “reciprocità”
Nell’analisi convenzionale di Pigou l’esternalità è rappresentata come interazione tra compratori e produttori. La nozione di reciprocità di Coase va interpretata per adeguarla al quadro convenzionale di Pigou. Tale adattamento al contesto Pigouviano va inteso (per il bene e per il male) come la nostra versione della critica di Coase all’approccio di Pigou
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Il regime giuridico del diritto all’aria pulita
Ipotizzando il produttore giuridicamente responsabile del danno arrecato si configura un preciso regime dei diritti di proprietà: L’interesse legittimo da tutelare è il diritto delle persone all’aria pulita. Il produttore che deve risarcire i danni da inquinamento, includerà negli incrementi di costi per espandere la produzione anche il costo dei danni che arreca.
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La rappresentazione grafica di Coase nel contesto di Pigou
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Nella figura 2 in previsione del risarcimento danni i produttori massimizzanti il profitto, sono indotti a produrre spontaneamente Q’ invece che Q* In realtà, se vi è “reciprocità”, non basta conteggiare i soli costi sociali che l’onere del risarcimento impone sui produttori. Infatti occorre anche tener conto dei benefici per i compratori. Perciò, nella valutazione del benessere sociale occorre includere anche il beneficio dei compratori che ricevono il risarcimento.
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Non è sufficiente considerare il solo danno risarcito dai produttori
Se in figura 2 ci limitassimo a considerare il solo onere sui produttori, raggiungeremmo la paradossale conclusione che: nel passaggio dall’equilibrio di mercato E* a quello E’ la soluzione risarcitoria ha peggiorato la situazione dei compratori dal punto di vista del benessere sociale. In verità quest’ultima implicazione è pure presente, anche se ignorata, nella convenzionale analisi alla Pigou. Il fatto che la tassazione sia in grado di eliminare costi connessi all’esternalità non implica che siano gli stessi compratori di quel bene a godere della disponibilità degli introiti della tassazione a la Pigou.
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I compratori hanno una perdita di surplus
Infatti in figura 2 a causa del maggior onere del risarcimento, i produttori richiedono un maggior prezzo P’ per la quantità Q’. I compratori subiscono sia la maggiore spesa dell’area P’E’AP* sia la perdita di surplus dell’area del triangolo E*AE’. In verità la perdita di surplus dei compratori è pure presente, anche se ignorata, nella convenzionale analisi alla Pigou. Il fatto che la tassazione sia in grado di eliminare costi connessi all’esternalità non implica che siano gli stessi compratori di quel bene a godere della disponibilità degli introiti della tassazione a la Pigou. In verità quest’ultima implicazione è pure presente, anche se ignorata, nella convenzionale analisi alla Pigou. Il fatto che la tassazione sia in grado di eliminare costi connessi all’esternalità non implica che siano gli stessi compratori di quel bene a godere della disponibilità degli introiti della tassazione a la Pigou.
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E’ necessario considerare anche il beneficio del risarcimento ottenuto dai compratori
La proposta di Pigou è limitata perché ignora la natura reciproca dell’esternalità Questo limite in regime del risarcimento è evidente perché il risarcimento richiede di indicare non solo chi paga ma anche chi ne beneficia
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Se il risarcimento è corrisposto interamente ai compratori
Se i veri beneficiari del risarcimento sono i compratori del bene causa di esternalità sarà necessario distinguere tra un prezzo al pubblico del bene (il prezzo di mercato corrisposto al produttore) ed un prezzo privato costituito dal prezzo del bene al netto del risarcimento ottenuto dai compratori.
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Quando il risarcimento è corrisposto interamente ai compratori (1)
In figura 2 in corrispondenza di Q,’ il risarcimento è la distanza tra il costo marginale del produttore comprensivo del risarcimento e costo marginale privato. Il prezzo pagato dai compratori per la quantità Q’ è il prezzo di mercato P’ al netto del risarcimento riscosso.
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Quando il risarcimento è corrisposto interamente ai compratori (2)
I compratori non subiscono alcuna perdita di surplus. Essi è come se manifestassero una domanda effettiva che corrisponde al prezzo privato Pe di domanda tratteggiata in figura 2.
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il beneficio dei compratori
Il ragionamento appena concluso, esteso ad ogni livello di produzione indica che il beneficio dei compratori in figura 2 è l’area compresa nel triangolo AE’B. Essa deve essere uguale al risarcimento dei produttori che è l’area del triangolo OBE’
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Il costo dell’indennizzo
Una veste più tecnica per l’analisi precedente. In regime di risarcimento danni il costo marginale dei produttori è Cm - Cmp = CmI dove CmI è l’indennizzo per ogni incremento di produzione.
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La nozione di prezzo effettivo per i compratori
Rispetto all’approccio di Pigou, la reciprocità dell’esternalità comporta anche di dover valutare il beneficio marginale dei compratori titolari del diritto al risarcimento. Il beneficio è il prezzo effettivo pagato dai compratori per una unità in più di bene
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L’efficienza del regime di risarcimento danni
Il prezzo effettivo è la differenza tra il prezzo di mercato e la somma incamerata dai compratori a titolo di risarcimento. In simboli pE = p - CmI L’equilibrio, realizzandosi laddove p = Cm, realizza anche l’uguaglianza tra prezzo effettivo (privato) e costo marginale (privato) dei produttori, cioè pE = Cmp
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Conclusioni sul regime di risarcimento danni (1)
L’uguaglianza pE = Cmp mostra che l’efficienza per la collettività realizza anche la condizione di efficienza per gli operatori.
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Conclusioni sul regime di risarcimento danni (1)
Dall’analisi si desume che 1. L’obbligo del risarcimento per i produttori fa effettivamente gravare su di essi l’intero onere della esternalità; 2. i compratori non subiscono una perdita di benessere in seguito all’eliminazione dell’esternalità; 3. Il rimedio del risarcimento ripristina l’ottimalità nel senso di Pareto, limitandosi a ridistribuire ai compratori il surplus che i produttori impropriamente ottengono grazie alla creazione di esternalità.
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L’alternativa al risarcimento danni, ovvero la libertà di inquinamento
L’argomentazione di Coase sostiene anche che, qualora i costi di transazione siano nulli, lo stesso risultato del regime di risarcimento danni si raggiunge nel caso di regime normativo che, attraverso l’assenza della previsione di un obbligo di risarcimento, riconosce di fatto, ai produttori, il diritto di inquinare liberamente.
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Le ipotesi in regime di libertà di inquinamento
Si assume Assenza di obbligo di risarcimento dei danni da esternalità per i produttori; libera commerciabilità dei diritti; assenza costi di transazione;
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Ulteriori ipotesi in regime di libertà di inquinamento
Allo scopo di preservare il carattere di reciprocità dell’esternalità ammetteremo che: i compratori subiscono direttamente le conseguenze negative dell’esternalità, a fronte di riduzioni di inquinamento per la minor quantità prodotta, i compratori sono disposti a compensare i produttori per i mancati guadagni.
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Il Compenso ai produttori
Allorché i compratori, sono disposti a pagare un compenso ai produttori per ogni riduzione di una unità di quantità prodotta a partire dalla produzione concorrenziale Q*, il loro prezzo di domanda comprende anche il compenso da corrispodere ai produttori. Tale compenso riconosce ai produttori un margine rispetto al costo marginale privato
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Costi e benefici dei compratori in caso di libertà di inquinamento
NE CONSEGUE il compenso ai produttori è la differenza tra il prezzo di domanda ed il costo marginale privato. Il compenso corrisposto ai produttori è il costo per i compratori della riduzione dell’inquinamento. Il beneficio della riduzione dell’inquinamento per i compratori è la riduzione del costo dell’esternalità conseguente alla riduzione della produzione.
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Figura 3
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L’equilibrio in regime di libero inquinamento
In figura 3 il compenso complessivo sopportato dai compratori per passare dalla produzione Q* alla produzione Q’ è misurato dall’area del triangolo E’GE*. Il costo totale esterno della produzione Q* è l’area del triangolo OAE*, mentre il costo totale esterno della produzione Q’ è l’area del triangolo OGE’. . La riduzione del costo totale esterno nel passaggio da Q* a Q’ è l’area del parallelogramma E’GE*A. L’equilibrio in regime di libero inquinamento
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Il beneficio netto dei compratori
In corrispondenza di Q’ il beneficio netto dei compratori è la differenza tra l’area del parallelogramma E’GE*A e l’area del triangolo E’GE*. Perciò, nel passaggio della produzione da Q* a Q’, i compratori hanno un beneficio netto esattamente pari alla riduzione del costo sociale dell’esternalità, misurato dall’area del triangolo AE’E*.
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Conclusioni relative al regime di libertà di inquinamento (1)
La conclusione è: In assenza di ostacoli alle transazioni, il calcolo di convenienza dei compratori e dei venditori consente al mercato di raggiungere la stessa posizione di equilibrio sia in regime di risarcimento danni che di diritto di inquinare da parte dei produttori.
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Conclusioni relative al regime di libertà di inquinamento (2)
Si può racchiudere la conclusione nella felice espressione di Veljanovski: rispetto alla contrattazione efficiente il regime di assegnazione dei diritti è “neutrale”.
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Il teorema di Coase in termini di ottimale allocazione tra operatori della titolarità dei diritti.
La tesi della “neutralità” del regime normativo, in presenza di esternalità, si fonda su un calcolo di convenienza degli operatori.
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La quasi-rendita pagata dai compratori ai venditori nel regime di libertà di inquinamento
Prendendo a riferimento il caso di libertà di inquinamento dei produttori, la convenienza dei compratori si esprime tramite la loro disponibilità a pagare un prezzo superiore al costo marginale privato sopportato dai produttori.
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La quasi-rendita ottimale che i compratori sono disposti a pagare (1)
La differenza P - Cmp ha per i produttori la natura di una quasi-rendita R, e con tale termine ci riferiremo ad essa nel prosieguo. Nei termini appena posti, il problema che i compratori sono chiamati a risolvere è:
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La quasi-rendita ottimale che i compratori sono disposti a pagare (2)
qual è il livello ottimale di quasi-rendita R* che i compratori sono disposti a riconoscere ai produttori, a titolo di indennizzo per ogni riduzione del livello di produzione ? La soluzione al problema dei compratori dipende dal confronto tra la rendita R ed i costi marginali esterni Cme altrimenti sopportati dai compratori
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Le condizioni di ottimalità della rendita da pagare da parte dei compratori
Per i compratori è conveniente compensare la riduzione di produzione fino al livello al quale la quasi-rendita riconosciuta ai produttori è uguale al costo marginale dell’esternalità.
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La ratio delle condizioni della quasi-rendita ottimale
Detto altrimenti la produzione ottimale è quella che realizza l’uguaglianza R = Cme Fintanto che R < Cme, la quasi-rendita da riconoscere ai produttori è inferiore al costo dell’esternalità. I compratori traggono vantaggio dalla ulteriore riduzione di una unità di produzione. Se Cme < R, per i compratori la riduzione della produzione non è più conveniente perché il compenso da corrispondere ai produttori supera il beneficio ricavato.
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Commento (1) alla figura 4
La figura 4 ripropone graficamente l’argomentazione La rendita R= P - Cmp in figura 4 è una curva decrescente nel piano. Ciò perché il prezzo di domanda è decrescente mentre il costo marginale è crescente rispetto alla quantità prodotta.
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Commento (2) alla figura 4
D’altra parte la curva dei costi marginali esterna è crescente nel piano. Il punto di intersezione tra la retta R e quella Cme individua il livello conveniente per i produttori rispetto alla produzione Q* determinata dall’equilibrio di mercato in assenza di compensazione.
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Commento (3) alla figura 4
La figura 4 dimostra che in caso di esternalità l’appropriata attribuzione dei diritti di proprietà non elimina gli effetti esterni, ma attraverso l’interazione tra privati, li contiene “spontaneamente” a livelli “normali” di tollerabilità.
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Conclusione (1) La “normalità” dell’esternalità associata all’equilibrio di figura 4 consiste nella proprietà che tale livello è ottimale dal punto di vista delle parti coinvolte. Questa caratteristica riassume l’analogia con l’ottimalità nel senso di Pareto, pur se qui è riferita a dei “mali” invece che a dei “beni”.
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Conclusione e Riformulazione del Teorema di Coase
Si propone in conclusione una riformulazione del Teorema di Coase che enfatizza il ruolo rilevante delle quasi-rendite nel fornire adeguati incentivi per migliorare l’efficienza in situazioni di esternalità Teorema di Coase: In situazioni di esternalità, per mezzo della contrattazione tra le parti interessate è possibile creare, per il titolare di diritti, una quasi-rendita ottimale che permette alla collettività di ottenere un miglioramento in senso paretiano del livello di esternalità.
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