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Università come sta ? cosa le serve ? cosa rischia ?
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Numero di Ricercatori/Professori pubbici/privati ogni 1000 lavoratori Un paese in declino?
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Numero di Ricercatori/Professori Univesità pubblica: 56.480 ( statistiche MIUR 2003 ) Età media Pensionamenti 2005-2009 Pensionamenti 2010-2014 Ricercatori> 40 281 968 Associati> 5019313196 Ordinari> 6029203563 Circa - 23% nei prossimi 9 anni (dati CIPUR) Personale non strutturato post-doc, assegnisti, docenti a contratto, contratti di ricerca 48.687 ( statistiche MIUR)
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Un paese in declino?
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.. in compenso, nel 2004 lo Stato devolve 70 M€ a favore delle università private... Stanziamenti a favore dell’Università Pubblica
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Numero di nuovi PhD per 100.000 abitanti Un paese in declino?
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Quali sono le direttive Europee? Rafforzamento dell’obiettivo del Consiglio Europeo di Lisbona del 2000, –Trasformare l’UE entro il 2010 in “the most competitive and dynamic knowledge-based economy in the world” Almeno 3% del PIL investito in ricerca entro il 2010 Incremento del numero di ricercatori (+700.000), considerando anche i pensionamenti Riconoscimento sociale del ruolo del ricercatore/docente per la crescita economica generale dell’UE, anche usando la leva salariale
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L’ITALIA E’ FANALINO DI CODA TRA LE NAZIONI PIU’ EVOLUTE: 1. SUGLI INVESTIMENTI NELL’UNIVERSITA’ 2. lL RAPPORTO DOCENTI/STUDENTI 3. IL NUMERO DI DOTTORI DI RICERCA e LAUREATI IN DISCIPLINE SCIENTIFICO-TECNOLOGICHE 4. RETRIBUZIONE DEI DOCENTI IN L’ITALIA L’ETA’ DEI DOCENTI E’ LA PIU’ AVANZATA D’EUROPA IL RUOLO DEI PROFESSORI E’ PERMANENTE IN TUTTI I PAESI E A TUTTI I LIVELLI DI CARRIERA IN TUTTI I PAESI IL SALARIO E’ DETERMINATO DALLA PRECEDENTE CARRIERA (QUALIFICAZIONI, CONTRATTI PRECEDENTI) IN ITALIA IL DOTTORATO DI RICERCA NON E’ OBBIGATORIO PER LA CARRIERA ACCADEMICA E NON E’ RICONOSCIUTO AL DI FUORI DELL’UNIVERSITA’ Un paese in declino?
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Ma …MISFATTI il sistema di reclutamento è inefficiente e inadeguato i criteri rilevamento della qualità sono inefficaci (o inesistenti)FATTI i fondi per l’università e la ricerca sono inadeguati UNA RIFORMA, DUNQUE E’ NECESSARIA
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Cosa si fa in Italia per il sistema della ricerca pubblica? Grandi riforme degli istituti pubblici di ricerca: CNR, INFN, ASI, etc. –Coperture finanziarie non esistenti, consigli direttivi di quasi completa nomina governativa con poca autonomia della ricerca Molti di questi istituti hanno ormai età medie avanzatissime dei ricercatori stabili –Nessuna prospettiva di carriera per i giovani che si formano all’interno con contratti a termine Finanziamenti consistenti a enti di ricerca PRIVATI, tra cui sorto dal nulla l’IIT (istituto italiano tecnologia) circa 1 MILIARDO di euro in 3 anni … e di cui sono riusciti a spenderne solo 23 milioni!!!
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" Nuove disposizioni concernenti i professori e i ricercatori universitari e delega al Governo per il riordino del reclutamento dei professori universitari " (il DDL Moratti approvato tramite voto di fiducia al Senato il 29/9/2005) Cosa si fa in Italia per il sistema della Ricerca-Università pubblica?
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“Punti forti” del DDL “Finalmente ci sarà moralità !!!” (L.Moratti) – Come ? Con le idoneità nazionali + valutazioni comparative locali ? – I concorsi nazionali ci sono stati fino al 1998 ed il livello di “moralità” non era molto differente dall’attuale ! –Inoltre ci furono solo una media di 3 concorsi in 19 anni con decine di migliaia di candidati ed innumerevoli ricorsi …
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“Punti forti” del DDL (continua) “Il merito prevarrà !!!” (L.Moratti) – Come ? Continuando a considerare il dottorato un “optional” e permettendo di dare insegnamenti a contratto temporanei “ad libitum” ? – Invece di ridurre la “foresta” di figure professionali iniziali se ne introduco di “ulteriori” … e senza limiti !!!! –Invece di dare prospettive sicure ed incentivare il coinvolgimento si punta sulla “concorrenza” (in italiano meglio nota come “farsi le scarpe”) –Manca l’istituzione di un ente “terzo” che valuti il sistema e che viene demandato all’aleatorietà delle leggi finanziarie … gravando sul finanziamento ordinario.
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“Punti forti” del DDL (continua) “Non ci sarà più “fuga di cervelli” !!!” (L.Moratti) – Come ? Con 13 anni di “gavetta” ? – Per “attrarre” bisogna creare il “miele” (sicurezza, prospettive, vivacità culturale, coinvolgimento) –Bisogna evitare “scorciatoie” troppo “alternative” che minano fiducia e motivazione
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“Punti forti” del DDL (continua) “L’interazione con il mondo produttivo sarà favorito” (“leitmotiv”) – Come ? Consentendo che convenzioni con esterni “paghino” posti di docenti ? – Il “rapporto” dovrebbe essere l’opposto con un “travaso” di conoscenza dall’Università’ alla società. –I docenti “convenzionati” possono potenzialmente essere Direttori di Dipartimento (= indirizzare la ricerca ?)
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“Chicca finale” del DDL Comma 25. “Dall’attuazione delle disposizioni della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.” Meglio noto come “fare le nozze con i fichi secchi”
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Cosa si rischia ? A breve: “pseudo-paralisi” del sistema in attesa dei decreti attuativi (o di una nuova legge …) e “accaparramento” degli ultimi posti da ricercatore a tempo indeterminato. A regime: “autoriduzione” dell’organico docente stabile per spostamento “fisiologico” verso le fasce alte, maggior affidamento a personale a contratto (trasformazione in “ente formativo”)
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In sostanza … il DDL Finanziamenti zero Abolisce dopo il 2013 la figura del ricercatore Esaspera l’anomalia italiana di 3 distinti ruoli docenti Mina l’autonomia Aumenta a dismisura le figure precarie Indica come unico dovere del Docente l’attività didattica … e la RICERCA….?????????? Ma quali problemi risolve?
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Perché protestiamo …. Cosa chiediamo il ritiro del DDL ed una riforma di tutt’altra impostazione che tutte le componenti universitarie istituzionali e di base siano consultate e ascoltate Un piano di finanziamenti per il reclutamento straordinario per raggiungere gli obietivi di Lisbona e sopperire ai pensionamenti ingenti dei prossimi 9 anni finanziamenti adeguati per la ricerca che il ruolo docente sia UNICO con diritti e doveri definiti che includano l’obbligo di svolgere attività di ricerca Distinguere il reclutamento dall’avanzamento di carriera dare valore al titolo di dottore di ricerca il rispetto dell’autnomia universitaria ………
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proteste Il mondo accademico italiano si unisce contro questo disegno di legge che produrrebbe conseguenze gravissime sul futuro dell’Università italiana, sia dal punto di vista della ricerca che della formazione, con ricadute pesantemente negative su tutta la società L’opinione del mondo accademico
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proteste Per fare sentire la propria voce, in molte università i ricercatori come forma di protesta hanno ritirato la disponibilità a coprire insegnamenti ( PG: Farmacia e Lettere e Filosofia). Inoltre, in molti atenei si è deliberata una settimana di sospensione della didattica (PG: Scienze MM.FF.NN.) L’opinione del mondo accademico
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DDL "Moratti" La mappa della protesta
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Stato Giuridico: unanime il giudizio negativo dei Rettori Il 19 ottobre nuova assemblea congiunta di tutti gli organi accademici delle Università italiane (Roma, 13 ottobre) Un serio intervento sull’Università può avvenire soltanto introducendo un sistema basato sulla valorizzazione e sulla valutazione dei risultati, sulla revisione del sistema di accesso alle carriere e del modello di finanziamento pluriennale. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con il disegno di legge sullo Stato giuridico approvato dal Senato e attualmente in discussione alla Camera. Questo il senso della mozione approvata all’unanimità dalla CRUI che sarà discussa e adottata il 19 da tutti gli organi accademici delle Università italiane. Secondo i Rettori, "i numerosi mutamenti introdotti nel testo originario hanno soltanto ridotto gli aspetti più controproducenti senza modificarne l’impianto di fondo". Anzi "la combinazione delle disposizioni del ddl sullo stato giuridico e dei contenuti della Legge Finanziaria proposta renderà di fatto ingestibili le Università". Il ddl sullo stato giuridico fa infatti ricadere sugli Atenei tutti gli oneri finanziari aggiuntivi, indispensabili per dare un seguito effettivo alle norme (integrazioni a livello locale delle retribuzioni di stipendio del personale docente; finanziamento di un numero adeguato di posti di professore associato ed ordinario da bandire, riservati e non; copertura per le future chiamate di idonei e docenti dall’estero; maggiori costi derivanti dalle tipologie dei contratti previsti, in particolare per i giovani.). A fronte di ciò la Legge Finanziaria prevede: di lasciare a carico dei bilanci degli Atenei 210 milioni di euro di oneri derivanti dagli adeguamenti stipendiali del personale docente e tecnico-amministrativo una diminuzione del FFO di 55 milioni di euro rispetto allo scorso anno una ulteriore riduzione dell‘1 per mille, per istituire il Consiglio nazionale per la valutazione un’ulteriore decurtazione di 60 milioni di euro (su 150) sul fondo per l’edilizia universitaria, azzerando lo stanziamento per il biennio successivo; il versamento allo Stato degli importi accantonati in seguito al decreto taglia-spese del 2002 un incremento del fondo destinato alle Università non statali inadeguato a fronte di una non programmata crescita del numero delle stesse il mantenimento dell’IRAP all’8,50% senza nessuna decurtazione dell’imponibile, in particolare delle spese per ricercaL'Assemblea della CRUI, inoltre, respinge con sdegno le interpretazioni fuorvianti e offensive che al riguardo sono state avanzate da alcune parti rispetto a posizioni che, come quest’ultima, la Conferenza dei Rettori ha assunto esclusivamente nell'interesse dell'istituzione universitaria, con l'obiettivo di assicurarne una migliore funzionalità scientifica e didattica.
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