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Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano
14. Analisi di bilancio Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano
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La lettura del Bilancio di Esercizio
Obiettivi: fornire una visione sintetica del bilancio permettere la diagnosi della salute dell’impresa Da un punto di vista finanziario: Composizione di impieghi e fonti di capitale Dinamica del fabbisogno finanziario ed utilizzo dei mezzi di copertura Da un punto di vista economico o reddituale: Cause della redditività aziendale Condizioni di produttività Comprendere le relazioni causa-effetto che condizionano la gestione dell’impresa Studiare l’andamento dell’azienda (confronto nel tempo) Destinatari Interni: top management Esterni: banche Per valutare azienda occore integrare le analisi del bilancio con informazioni su performance di altre aziende o con valori standard a.a. 2010/2011
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Riclassificazione del Bilancio di Esercizio
I prospetti di S.P. e C.E. redatti secondo le norme civilistiche non sono adatti ai fini delle analisi economiche e finanziarie: informazione è confusa ed inquinata anche dall’applicazione di norme fiscali S.P. Riclassificazione di tutte le poste secondo un criterio finanziario (prospetto suggerito do Commissione per la Statuizione dei Principi Contabili) C.E. Riorganizzazione e separazione delle voci di costo (tre configurazioni di conto economico elaborate dalla dottrina): A costi e ricavi della produzione: suddivide tra attività caratteristiche ed extracatteristica (imprese produttive) A valore della produzione e valore aggiunto: suddivide tra costi operativi interni ed esterni (imprese mercantili) A costi e ricavi del venduto: suddivide tra costi industriali e di altre aree aziendali Il bilancio consente di sintetizzare l’attività dell’impresa in relazione ad un determinato periodo di tempo (un anno), tuttavia le modalità di redazione non consentono di ottenere le informazioni relative al futuro dell’impresa, ma permettono di avere solamente la verifica a posteriori della bontà delle decisioni prese. Il bilancio è solo una fotografia statica dell’impresa che non mette in relazione le diverse voci che lo compongono. Inoltre esso è tradizionalmente redatto a fini fiscali. Diventa quindi indispensabile gestire i dati di bilancio in modo tale da poterne ricavare le informazioni desiderate, ovvero riclassificare i valori contabili per poterli confrontare e ricavare le informazioni utili. Riclassificazione: SP: criterio della liquidità crescente CE: da costi e ricavi per NATURA a costi e ricavi PER DESTINAZIONE ovvero deve mettere in evidenza i diversi momenti della produzione del reddito/perdita: Gestione caratteristica: il risultato operativo che esprime la capacità dell’impresa a produrre utile/perdita con la sola attività tipica Gestione atipica: il risultato derivante dalla differenza di costi e ricavi non legati alla tipica attività aziendale, ma frutto di precise e consapevoli scelte dell’imprenditore; ad es. investimento in titoli Gestione straordinaria: costi e ricavi derivanti da fattori su cui l’azienda non può esercitare alcun tipo di influenza perciò esterni alle decisioni strategico-aziendali Gestione finanziaria Gestione tributaria Inoltre deve passare da costi per natura (acquisti materie, retribuzioni, energia, ammortamenti,..) a classificazione funzionale (costi industriali, costi commerciali, costi amministrativi, ..) a.a. 2010/2011
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Classificazione del patrimonio secondo l’aspetto finanziario
Le voci dello Stato Patrimoniale devono essere riclassificate in base al criterio finanziario ossia considerando l’attitudine delle ATTIVITA’ a generare denaro e delle PASSIVITA’ ad assorbire denaro Ciò consente di studiare la solidità finanziaria dell’azienda mediante degli indicatori: MARGINE DI STRUTTURA: Capitale proprio - Totale immobilizzazioni (capacità di far fronte agli impieghi durevoli senza ricorrere a capitale di terzi) MARGINE DI TESORERIA: Disponibilità finanziarie (Liquidità immediate + differite) - Debiti a breve CAPITALE CIRCOLANTE NETTO: Attivo Circolante (Liquidità immediate + differite + Disponibilità) - Debiti a breve Disponibilità finanziarie ATTIVO CIRCOLANTE CCN Capitale circolante netto = capitale netto + passività consolidate – imm. Nette Capitale circolante netto = capitale circolante lordo - passività correnti Segnala la capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni finanziari di breve periodo con le proprie forze ovvero senza ricorrere a smobilizzo di immobilizzazioni e, rispettivamente, indica se esiste equilibrio tra investimenti in immobiliz. e capitale consolidato. MARGINE DI STRUTTURA = Capitale netto- imm. Nette Indica la modalità di copertura delle immobilizzazioni con i mezzi propri MARGINE DI TESORERIA = Liquidità imm + liquidità differite – passività correnti a.a. 2010/2011
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Gestione straordinaria
Riclassificazione del Conto Economico a “costi e ricavi della produzione” Le voci di costo e di ricavo sono suddivise in base alla loro pertinenza con l’attività caratteristica dell’impresa (attività produttiva) si da evidenziare: il valore realizzato mediante il processo produttivo il costo della remunerazione di fattori produttivi Gestione caratteristica Gestione atipica o accessoria Gestione finanziaria Gestione straordinaria Area tributaria a.a. 2010/2011
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Confronto tra C. E. redatto secondo principi civilistici e C. E
Confronto tra C.E. redatto secondo principi civilistici e C.E. riclassificato “a costi e ricavi della produzione” Gestione atipica o accessoria Il CE redatto secondo i principi civilistici adotta la configurazione a costi e ricavi della produzione. Tale configurazione focalizza l’attenzione sui componenti reddituali positivi e negativi che si riferiscono La struttura a valore e costo della produzione ottenuta classifica i costi a seconda della loro natura e può definirsi “producer-oriented” poiché riflette la concezione di fondo che l’andamento aziendale non possa dipendere unicamente dall’andamento delle vendite.. In altre parole il giudizio sulla performance aziendale deve essere frutto di un’analisi che considera non solo il volume di affari ma anche le rimanenze di fine esercizio e le risorse impiegate per produrre o migliorare le attività immobilizzate. E’ uno schema diffuso soprattutto in Germania. Gestione straordinaria Gestione atipica o accessoria a.a. 2010/2011
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Riclassificazione del Conto Economico a “valore aggiunto”
Le voci di costo e ricavo sono riclassificate suddividendo i costi operativi tra costi interni: relativi a fattori presenti nell’azienda (es. fattore lavoro ed immobilizzazioni) costi esterni: relativi a fattori acquistati all’esterno dell’azienda (es. acquisto di materie prime e servizi) al fine di determinare il VALORE AGGIUNTO creato all’interno dell’impresa Il VALORE AGGIUNTO misura la capacità dell’impresa di creare valore e di remunerare tutti i fattori produttivi interni all’impresa a.a. 2010/2011
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Riclassificazione del Conto Economico a “costi e ricavi del venduto”
Le voci di costo inerenti alla gestione caratteristica sono suddivise in base alle aree funzionali che li hanno generati (amministrativa, commerciale, industriale,..) al fine di evidenziare il contributo alla redditività d’impresa apportato dalla singola funzione. La configurazione a valore e costo della produzione venduta classifica i costi per funzione aziendale e considera rilevante ai fini della valutazione dell’andamento aziendale lo sviluppo delle vendite. E’ uno schema diffuso soprattutto nel mondo anglosassone. NOTA: tale riclassificazione richiede un impianto di contabilità analitica per poter attribuire i costi alle diverse aree a.a. 2010/2011
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Configurazioni di Conto Economico
Configurazione a costi e ricavi della produzione del periodo Si presta all’analisi della produttività aziendale, poiché evidenzia: Il valore della produzione realizzata (il valore monetario della ricchezza prodotta tramite il processo produttivo) -La remunerazione attribuita ai fattori produttivi (lavoro dipendente e direzionale, capitale di credito e di rischio, fattore imprenditoriale). Consente di analizzare le determinanti della redditività netta indicando i contributi dei diversi subsistemi di operazioni relativi a: gestione tipica o caratteristica, atipica o accessoria, finanziaria, straordinaria, area tributaria) E’ adatta ad aziende in cui la grandezza fatturato non è sufficientemente segnaletica dell’attività produttiva svolta, ad es. imprese industriali operanti su commessa e imprese di costruzione. Configurazione a valore della produzione e a valore aggiunto Si ottiene suddividendo (a partire dalla configurazione sopra) i costi operativi in costi interni (relativi a costi per fattori produttivi presenti nell’azienda, es. lavoro, imm.ni) e costi esterni (relativi a costi per fattori da acquistare all’estero, es. materie prime e servizi). Il valore aggiunto esprime la capacità dell’impresa di produrre valore e di remunerare congruamente tutti i fattori produttivi interni all’impresa. E’ significativa per imprese in cui gli acquisti hanno un peso rilevante sulla gestione, es. imprese mercantili o imprese ind.li o di servizi che operano con vasta rete di fornitori. Configurazione a costi e ricavi del venduto Evidenzia i contributi delle singole aree alla redditività complessiva dell’azienda. Ai ricavi di vendita (fatturato netto) sono detratti i costi corrispondenti classificati per destinazione. Evidenzia le singole aree funzionali che le hanno generate (costi industriali, commerciali, amministrativi). Consente di analizzare le determinanti della redditività aziendale, e i contributi apportati dalle diverse aree funzionali. Può essere impiegato da imprese ind.li e comm.li, ma richiede la classificazione dei costi per destinazione (contabilità analitica). a.a. 2010/2011
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Tecniche di analisi di Bilancio: l’analisi per indici
Gli indici sono dei rapporti aritmetici fra classi di valori che si trovano nei documenti di CE e SP che formano il bilancio. Possiamo distinguere tra indici : di struttura: forniscono informazioni sulla struttura “morfologica” della gestione (forma e struttura) sotto l’aspetto finanziario : LIVELLO DI INDEBITAMENTO, GRADO DI ELASTICITA’ DEL CAPITALE INVESTITO, LIVELLO DI RIGIDITA’ DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO economico: COMPOSIZIONE DI RICAVI E COSTI di situazione: sono indicatori di disposizione economica o finanziaria, rispettivamente: finanziaria: QUICK RATIO, CURRENT RATIO e ROTAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO economica: ROE, ROI, ROS L’analisi di bilancio è un’attività complessa, svolta con l’impiego di tecniche prevalentemente quantitative di elaborazione dei dati, con cui si effettuano indagini sul bilancio di esercizio per ottenere informazioni sulla gestione e sull’impresa. Lo scopo di queste elaborazioni può essere: confrontare valori degli esercizi passati per esprimere un giudizio sul loro andamento temporale; confrontare i valori ottenuti con valori standard fissati all’interno o all’esterno dell’azienda come obiettivo da raggiungere; confrontare i valori ottenuti con quelli calcolati su bilanci di altre aziende per esaminare la competitività. L’analisi di bilancio: per INDICI per FLUSSI in ogni caso è necessario che i bilanci siano redatti secondo principi contabili costanti nel tempo e che ogni quoziente o indicatore sia supportato da una approfondita analisi delle componenti di bilancio. a.a. 2010/2011
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Schema di riferimento metodologico per l’analisi tramite i quozienti di bilancio
GESTIONE BILANCIO LETTURA metodologia REDDITIVITA’ Riclassificazione del bilancio Determinazione dei quozienti Sistema di coordinamento GESTIONE CORRENTE INFORMAZIONI Natura delle informazioni Termini di raffronto GESTIONE FINANZIARIA Sintomi Indizi Temporale Interaziendale Temporale e interaziendale a.a. 2010/2011
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Gli indici sono uno strumento di comparazione:
L’analisi per indici come strumento di confronto Gli indici sono uno strumento di comparazione: SPAZIALE: fra valori riferiti allo stesso bilancio di esercizio TEMPORALE: fra valori di bilanci successivi INTERAZIENDALE: relativi a valori di bilanci appartenenti ad imprese differenti a.a. 2010/2011
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COPERTURA IMMBOLIZZAZIONI
Indici di struttura finanziaria INDICE DI INDIPENDENZA FINANZIARA = capitale proprio(Cs+utili+riserve)/ totale impieghi Indica quanto del totale dei mezzi investiti nell’azienda è stato finanziato dal capitale di rischio o capitale proprio. A livello europeo tale indice dovrebbe essere pari a 0,25-0,30 altrimenti l’impresa è sottocapitalizzata. COPERTURA DELLE IMMOBILIZ. =capitale proprio/immobiliz. nette E’ considerato un indicatore delle garanzie che l’azienda è in grado di fornire ai finanziatori esterni. Tale rapporto dovrebbe essere superiore a 1. COPERTURA DEL CAPITALE IMMOBILIZ. =capitale proprio + debiti a lungo termine/immobiliz. nette Esprime la capacità dei capitali permanenti di coprire il fabbisogno per investimenti in capitale fisso. Se inferiore a 1 significa che l’impresa ricorre a finanziamenti a breve per coprire i propri investimenti. P + p K Capitale di Credito Capitale proprio INDEBITAMENTO Oppure P + N K ELASTICITA’ FONTI p RIGIDITA’ FONTI LIQUIDITA’ IMPIEGHI Li + Ld K I RIGIDITA’ IMPIEGHI ELASTICITA’ IMPIEGHI C K COPERTURA IMMBOLIZZAZIONI a.a. 2010/2011 N + P I
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Indici di situazione finanziaria
Li + Ld p QUOZIONTE DI TESORERIA quick ratio (quoziente di liquidità “secco” o secondaria) QUOZIENTE DI DISPONIBILITA’ C p current ratio (quoziente di liquidità normale o primaria) Analisi situazione finanziaria Ha l’obiettivo di raffrontare classi di impieghi e fonti allo scopo di individuare gli esistenti stati di equilibrio o squilibrio finanziario INDICE DI LIQUIDITA’ = Liquidità imm + liquidità differite / passività correnti Il valore ideale è prossimo a 1, quando tutte le passività correnti sono coperte da denaro liquido (cassa e banca) e crediti monetizzabili entro l’anno Se nell’arco di più anni i crediti crescono più dei debiti a breve o se i debiti a breve diminuiscono più dei crediti l’indice sarà in crescita. Le variazioni possono essere causate da: INCREMENTO CREDITI: allungamento dei termini di incasso o aumento del fatturato; DIMINUZIONE DEBITI: riduzione del fatturato, immissione di fonti a lunga scadenza al posto di debiti a breve AUMENTO DEBITI: incremento di immobilizz. non finanziate da capitale permanente, trasformazione di debiti a lunga scadenza in debiti a breve DIMINUZIONE CREDITI: diminuzione vendite, aumento scorte di magazzino N.B. Tale indice è influenzato dalla stagionalità e non fa riferimento ad entrate ed uscite future, ma solo a quelle in corso d’esercizio. Inoltre è influenzato dal ricorso allo sconto di effetti INDICE DI DISPONIBILITA’= Capitale circolante lordo /debiti a breve Il valore ideale deve superare 1 poiché le scorte non sempre sono rese liquide entro un anno. Un’eventuale variazione potrebbe essere causata da aumento/diminuzione delle scorte: in questo caso occorre analizzare se la causa è imputabile a scollamento tra produzione e vendita per difficoltà di vendita o se è il frutto di una precisa politica aziendale. QUOZIENTE DI ROTAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO Vendite K a.a. 2010/2011
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Proventi straordinari
Indici di struttura economica Fatturato business C Proventi straordinari % Proventi finanziari Fatturato business B % Variazione rimanenze % Fatturato business A Fatturato Tot. proventi Tot. fatturato a.a. 2010/2011
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Indici di situazione economica
ROI quoziente di redditività R. O. caratteristico K ROE quoziente di redditività R. Netto o Utile N Indicatori di redditività ROI = R.O./capitale netto Il valore minimo che deve possibilmente superare è il costo medio del denaro. Se inferiore significa che le fonti esterne (banche) o il capitale proprio è remunerato meno del costo medio del denaro. ROE = RO/tot. impieghi X tot.impieghi/C.N. X R.N./R.O. ROS = RO/vendite INCIDENZA GESTIONE EXTRA CARATTERISTICA =Risultato netto/risultato operativo ROS Redditività delle vendite R. O. caratteristico Vendite Totale impieghi LEVA FINANZIARIA K - n i = costo medio del capitale di terzi: Oneri finanziari Capitale di terzi ROI + X (ROI – i) n Patrimonio netto a.a. 2010/2011
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L’analisi di redditività e il coordinamento tra gli indici di bilancio
Redditività del capitale proprio (ROE) RN/N Redditività del capitale investito (ROI) RO/K Incidenza del risultato netto sul risultato operativo RN/RO Rapporto di indebitamento (p+P)/N K/N Onerosità del capitale di credito (i) OF/(p+P) a.a. 2010/2011
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X X X Gestione economica globale: Gestione economica operativa ROE =
K ROE = R. Netto X K X N Gestione economica operativa Vendite K ROI = R. O. X a.a. 2010/2011
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IMPIEGHI (fabbisogni)
L’analisi dei flussi Richiede la distinzione tra: IMPIEGHI vs. REALI USCITE DI DENARO FONTI vs. REALI ENTRATE DI DENARO Ricordiamo che: IMPIEGHI (fabbisogni) Ogni aumento degli investimenti Ogni diminuzione delle fonti di finanziamento Ad esempio: Nuovo investimento Incremento di magazzino Dilazione saldo clienti Rimborso di mutui Perdita d’esercizio FONTI (coperture) Ogni aumento delle fonti di finanziamento Ogni diminuzione di investimenti Ad esempio: Disinvestimenti Aumento di capitale sociale Incremento fondo inden. anzianità Accensione di nuovi mutui Utile d’esercizio a.a. 2010/2011
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Strumenti per l’analisi dei flussi
Rendiconto delle variazioni finanziarie totali (Funds Flow Statement) Prospetto che raggruppa i flussi dei fondi che si sono manifestati un dato periodo di tempo riguardante le risorse finanziarie totali. Ha lo scopo di evidenziare le relazioni tra fonti e impieghi di capitale. Rendiconto finanziario delle variazioni del capitale circolante (Working Capital Statement) Ha per obiettivo quello di mettere in rilievo le vicende delle fonti e degli impieghi che influiscono sul capitale circolante netto. Rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità (Cash Flow Statement) Ha lo scopo di illustrare le cause che hanno determinato le variazioni di cassa e dei conti bancari. a.a. 2010/2011
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Schema di riferimento per l’analisi dei flussi finanziari totali
confronto (variazioni) S.P. INIZIALE investimenti fonti S.P. FINALE investimenti fonti RENDICONTO FINANZIARIO DEI FLUSSI TOTALI INVESTIMENTI (possibili) FONTI (possibili) Aumento di liquidità Aumento crediti Aumento scorte Aumento imm. Tecniche nette Aumento imm. Finanziarie Diminuzione banche c/c passivo Diminuzione esigibilità Diminuzione passività m/l termine Diminuzione mezzi propri (rimborsi perdite) Diminuzione liquidità Diminuzione crediti Diminuzione scorte Diminuzione imm. Tecniche nette Diminuzione imm. Finanziarie Aumento banche c/c passivo Aumento esigibilitò Aumento passività m/l termine Aumento mezzi propri (utili – aumento di capitali) TOTALE INVESTIMENTI TOTALE FONTI DI FINANZIAMENTO a.a. 2010/2011
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Testi/Parti del Programma di riferimento
P. Paoloni (a cura di), Introduzione alla contabilità generale e al bilancio di esercizio, Cedam, Padova, 1997, Cap. XX, p a.a. 2010/2011
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