Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoElma Repetto Modificato 11 anni fa
1
10 PASSI verso l’obbiettivo “Rifiuti Zero” con il Prof. Paul Connet
Progetto MAP5 int. 1 Decrescita Felice ESSERE INFORMATI PER UNA VITA SANA IN TEMPO DI CRISI SEDE REGIONALE: Via Cavour, 16 60033 CHIARAVALLE (AN) Tel Fax 10 PASSI verso l’obbiettivo “Rifiuti Zero” con il Prof. Paul Connet Realizzato nell’ambito del programma generale di intervento 2010 della Regione Marche “Azioni di sensibilizzazione informazione e promozione del consumatore” con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico
2
Cos’è la DECRESCITA? Il concetto di DECRESCITA
è legato al tema dell’ECONOMIA e della PRODUZIONE INDUSTRIALE. I sostenitori della DECRESCITA CRITICANO lo SVILUPPO ECONOMICO Com’é oggi considerato, ed affermano che NON SI PUO’ CRESCERE ALL’INFINITO
3
Perché non si puo’ crescere all’infinito?
Non si può crescere all’infinito Semplicemente perchè non è pensabile che TUTTI i cittadini possano acquistare TUTTA la produzione mondiale di MERCI, es: AUTO, ELETTRODOMESTICI, ecc… SENZA CREARE SERI DANNI AL PIANETA.
4
Perché finiamo per fare del male al nostro pianeta?
Facciamo del male al nostro pianeta perché Per PRODURRE SEMPRE PIU’ MERCI, SACCHEGGIAMO le RISORSE NATURALI DEPREDANDO TERRITORI e POPOLAZIONI. Noi trasformiamo, costruiamo, e fabbrichiamo migliaia di tonnellate di MERCI, per poi RIVENDERLE nel mondo, come se avessimo altri 4 pianeta Terra disponibili
5
LO SVILUPPO E’ LINEARE LA NATURA E’ CIRCOLARE
Sfruttamento delle Risorse Naturali, da Fonti Fossili Processo di trasformazione e vendita Industriale di Merci Accumulo costante e continuo di RIFIUTI da dover smaltire LA NATURA E’ CIRCOLARE La Natura dà frutta e cibo in abbondanza in ogni stagione Persone ed animali consumano il cibo di cui necessitano Gli “SCARTI” sono riassorbiti come fertilizzanti in Natura
6
P.I.L. = Prodotto Interno Lordo
Ma allora come possiamo MISURARE il nostro BENESSERE? Gli ECONOMISTI misurano il benessere di una nazione con il P.I.L. = Prodotto Interno Lordo Il P.I.L. è la SOMMATORIA delle MERCI, dei BENI e dei SERVIZI FINALI Che vengono PRODOTTE all’INTERNO di quella Nazione nel giro di un anno.
7
CHI HA INVENTATO IL P.I.L. ? Simon Smith Kuznets (1901 – 1985 Nobel 1971) mise a punto questo indicatore all’indomani della grande crisi del ’29, precisamente nell’anno 1934 ma disse che non sarebbe stato adatto a misurare il benessere complessivo dei cittadini. INVECE fu usato proprio in questo senso, contro Le stesse indicazioni del suo creatore.
8
La Critica al P.I.L. Fin dagli anni 60 c’era chi CRITICAVA il P.I.L.
Robert Kennedy (1925 – 1968) Fin dagli anni 60 c’era chi CRITICAVA il P.I.L. come STRUMENTO INEFFICACE per misurare Il BENESSERE DI UNA NAZIONE. Perchè la definizione di PIL non tiene conto della QUALITA’ DELLA VITA della gente.
9
Discorso di R.F.K. all’Università del Kansas: 18/3/68
"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).
10
Discorso di R.F.K. all’Università del Kansas: 18/3/68
Il P.I.L. comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il P.I.L. mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle.
11
Discorso di R.F.K. all’Università del Kansas: 18/3/68
Il P.I.L. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Il P.I.L. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
12
Discorso di R.F.K. all’Università del Kansas: 18/3/68
Il P.I.L. non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Il P.I.L. non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti.
13
Discorso di R.F.K. all’Università del Kansas: 18/3/68
Il P.I.L. Non tiene conto della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il P.I.L. non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.
14
Discorso di R.F.K. all’Università del Kansas: 18/3/68
Il P.I.L. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Il P.I.L. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani."
15
La Critica al PIL OGGI Nicolas Sarkozy Joseph Stiglitz
In questa crisi mondiale i sistemi economici mondiali, i Governi, le imprese, ecc… Sono alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo. Lo scopo è quello di RIMETTERE LA PERSONA AL CENTRO di tutto il processo economico, e tenere conto del BENESSERE della gente. E’ stata istituita una COMMISSIONE voluta da Sarkozy e presieduta dal Premio Nobel Joseph Stiglitz con la missione di SVILUPPARE dei NUOVI STRUMENTI DI MISURA DELLA RICCHEZZA DELLE NAZIONI Questa commissione si chiama: “RAPPORTO SULLA PERFORMANCE ECONOMICA ED IL PROGRESSO SOCIALE” Al P.I.L. viene preferito il P.N.N. = PRODOTTO NAZIONALE NETTO
16
La Critica al PIL OGGI Jean Paul Fitoussi Amartya Sen
Il “Rapporto sulla performance economica ed il progresso sociale” chiede di andare oltre la “RELIGIONE DELLE CIFRE”, cioè oltre il PIL inteso come strumento per misurare la crescita economica, nel tentativo di definire un NUOVO INDICE che meglio misuri il progresso sociale e il benessere di un Paese. Il “Rapporto” propone di sviluppare nuove strumenti di misura della ricchezza delle nazioni. (Amartya Sen e Jean Paul Fitoussi) L’idea di base è quella di mettere l’accento più sul BENESSERE delle POPOLAZIONI che su quello della PRODUZIONE ECONOMICA. Così al Prodotto Interno Lordo (PIL), viene preferito il Prodotto Nazionale Netto (PNN) che tiene conto degli effetti della svalutazione del capitale in tutte le sue dimensioni; naturale, umana e così via.
17
Le 12 Raccomandazioni Le 12 RACCOMANDAZIONI della Commissione Stiglitz confermano l’inadeguatezza degli attuali sistemi contabili, che soprattutto no nsono stati in grado di anticipare l’arrivo della crisi: “QUANDO GLI STRUMENTI DI MISURA SUI QUALI SI BASE L’AZIONE SONO CONCEPITI MALE O COMPRESI CON DIFFICOLTA’ VUOL DIRE CHE PRATICAMENTE SIAMO CIECHI” Gli esperti al lavoro insistono sulla necessità di non privilegiare il BREVE PERIODO, e sottolineano il valore del concetto di “SOSTENIBILITA’”, cioè della capacità di un economia a mantenere nel tempo il benessere della usa popolazione.
18
La Responsabilità Sociale
Jean Gadrey Alessandro Laterza Secondo diversi membri della commissione, fra cui anche l’economista francese JEAN GADREY, il dibattito non deve rimanere nella mani degli esperti, ma allargarsi alla società civile. In ITALIA, il presidente della Commissione Cultura di Confindustria ALESSANDRO LATERZA ha detto in un convegno dal titolo: “Dalla responsabilità d’impresa all’economia sociale” che PER L’IMPRESA MODERNA, RISPARMIO ENERGETICO E RESPONSABILITA’ SOCIALE SONO TEMI CHIAVE. La RESPONSABILITA’ SOCIALE E’ LA NUOVA VIA DA PERCORRERE, occorre saperla comunicare con efficacia.
19
DECRESCERE DALLA CRISI
Altri Economisti, Filosofi e Professori pensano ad un “ALTRA ECONOMIA” Come Il Prof. Serge Latouche Con il Manifesto: DECRESCERE DALLA CRISI La ricetta europea prevede austerità e ripresa, ma ci porterà alla bancarotta. Le teorie Keynesiane ( più intervento dello Stati in Economia), non sono più sostenibili. (per via dei prestiti bancari) Bisognerebbe uscire dall’Euro per opporsi ai diktat dei mercati, e per far rinascere la speranza.
20
Cos’altro dice il Prof. Serge Latouche
Sulla DECRESCITA ? Serge Latouche critica il moderno concetto di ECONOMIA FORMALE intesa come attività di PURA SCELTA TRA MEZZI SCARSI per POTER RAGGIUNGERE UN FINE. Serge Latouche propone il concetto di una ECONOMIA SOSTANZIALE intesa come ATTIVITA’ IN GRADO DI FORNIRE I MEZZI MATERIALI PER IL SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI PERSONALI.
21
FARE USCIRE IL MARTELLO ECONOMICO
dalle nostre teste Latouche critica il concetto di sviluppo e le nozioni di razionalità ed efficacia dell’economica per misurare il benessere. Queste infatti appartengono ad una visione del mondo che mette al primo posto il fattore economico; invece si dovrebbe "far uscire il martello economico dalla testa", cioè di decolonizzare l'immaginario occidentale, che è stato colonizzato dall'economicismo sviluppista. In questo quadro egli critica anche il cosiddetto "sviluppo sostenibile", espressione che a prima vista suona bene, ma che in realtà è profondamente contraddittoria, e rappresenta un tentativo estremo di far sopravvivere lo sviluppo, cioè la crescita economica, facendo credere che da essa dipenda il benessere dei popoli.
22
Le 8 R della DECRESCITA I numerosi testi di Latouche invece evidenziano che i maggiori problemi ambientali e sociali del nostro tempo sono dovuti proprio alla crescita ed ai suoi effetti collaterali. La “società della decrescita” presuppone, come primo passo, la drastica diminuzione degli effetti negativi della crescita e, come secondo passo, l’attivazione dei circoli virtuosi legati alla decrescita: ridurre il saccheggio della biosfera non può che condurci ad un miglior modo di vivere. di qui l'urgenza di una strategia di decrescita, incentrata sulla sobrietà, sul senso del limite, sulle "8 R" 1° rivalutare, 2° ricontestualizzare, 3° ristrutturare, 4° rilocalizzare, ° ridistribuire, 6° ridurre, ° riutilizzare, ° riciclare. Tutte insieme possono portare, nel tempo, ad una decrescita serena, conviviale e pacifica per tentare di rispondere alle gravi emergenze del presente.
23
1° RIVALUTARE Rivedere i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita, cambiando quelli che devono esser cambiati. L’altruismo dovrà prevalere sull’egoismo, la cooperazione sulla concorrenza, il piacere del tempo libero sull’ossessione del lavoro, la cura della vita sociale sul consumo illimitato, il locale sul globale, il bello sull’efficiente, il ragionevole sul razionale. Questa rivalutazione deve poter superare l’immaginario in cui viviamo, i cui valori sono sistemici, sono cioè suscitati e stimolati dal sistema, che a loro volta contribuiscono a rafforzare.
24
2° RICONTESTUALIZZARE Modificare il contesto concettuale ed emozionale di una situazione, o il punto di vista secondo cui essa è vissuta, così da mutarne completamente il senso. Questo cambiamento si impone, ad esempio, per i concetti di ricchezza e di povertà e ancor più urgentemente per scarsità e abbondanza, la “diabolica coppia” fondatrice dell’immaginario economico. L’economia attuale, infatti, trasforma l’abbondanza naturale in scarsità, creando artificialmente mancanza e bisogno, attraverso l’appropriazione della natura e la sua mercificazione.
25
3° RISTRUTTURARE Adattare in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico-produttive, i modelli di consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita, così da orientarli verso una società di decrescita. Quanto più questa ristrutturazione sarà radicale, tanto più il carattere sistemico dei valori dominanti verrà sradicato.
26
4° RILOCALIZZARE Consumare essenzialmente prodotti locali, prodotti da aziende sostenute dall’economia locale. Di conseguenza, ogni decisione di natura economica va presa su scala locale, per bisogni locali. Inoltre, se le idee devono ignorare le frontiere, i movimenti di merci e capitali devono invece essere ridotti al minimo, evitando i costi legati ai trasporti (infrastrutture, ma anche inquinamento, effetto serra e cambiamento climatico).
27
5° RIDISTRIBUIRE Garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso alle risorse naturali e ad un’equa distribuzione della ricchezza, assicurando un lavoro soddisfacente e condizioni di vita dignitose per tutti. Predare di meno piuttosto che “dare di più”.
28
6° RIDURRE Sia l’impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare che gli orari di lavoro. Il consumo di risorse va ridotto sino a tornare ad un’impronta ecologica pari ad un pianeta. La potenza energetica necessaria ad un tenore di vita decoroso (riscaldamento, igiene personale, illuminazione, trasporti, produzione dei beni materiali fondamentali) equivale circa a quella richiesta da un piccolo radiatore acceso di continuo (1 kw). Oggi il Nord America consuma dodici volte tanto, l’Europa occidentale cinque, mentre un terzo dell’umanità resta ben sotto questa soglia. Questo consumo eccessivo va ridotto per assicurare a tutti condizioni di vita eque e dignitose.
29
7° RIUTILIZZARE Riparare le apparecchiature e i beni d’uso anziché gettarli in una discarica. Superare l’ossessione, (funzionale alla società dei consumi), dell’obsolescenza degli oggetti e la continua “tensione al nuovo”.
30
8° RICICLARE Recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle nostre attività.
31
Della DECRESCITA FELICE
In Italia le teorie di Serge Latouche sono portate avanti dal Prof. Maurizio Pallante che ha fondato il MOVIMENTO Della DECRESCITA FELICE COSA PROPONE QUESTO NUOVO MOVIMENTO ?
32
la DECRESCITA Felice La decrescita è elogio dell’ozio,
della lentezza e della durata; e il rispetto del passato; E’ la consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione; E’ indifferenza alle mode ed all’effimero; E’ attingere al sapere della tradizione; E’ non identificare il nuovo con il meglio, e il vecchio con il sorpassato. E’ Non chiamare i consumatori gli acquirenti, perchè lo scopo dell’acquirente non è il consumo ma l’uso.
33
DECRESCITA Felice E’… E’ distinguere la qualità dalla quantità:
Desiderare la gioia e non il divertimento; Valorizzare la dimensione spirituale ed affettiva; Collaborare invece di competere; Sostituire il FARE, finalizzato a fare sempre di più, Con il FARE finalizzato alla CONTEMPLAZIONE. E’ una RIVOLUZIONE CULTURALE che trova le sue basi nell’economia del DONO, dello SCAMBIO e del RIUSO; un NUOVO RINASCIMENTO chiamato: DECRESCITA FELICE
34
"L'indicatore della crescita economica di un qualsiasi Paese" dice Pallante a proposito della Decrescita è il PIL. Questo indice, però, è solo monetario perchè misura ciò che è stato prodotto come merce, pronto per essere venduto. Il PIL, però, non include i bisogni o i desideri delle persone perchè questi non si possono comprare. Per fare un esempio, una casa mal costruita che fa consumare molta energia per il suo riscaldamento fa aumentare il PIL molto di più di una casa ristrutturata secondo le logiche del risparmio energetico, che farebbero invece aumentare la qualità della vita e il nostro benessere".
35
su un PIANETA che ha RISORSE LIMITATE".
"Consumiamo più risorse del necessario, immettendo in cambio scarti dannosi per l'ambiente che ci circonda" "Le malattie dell'Ambiente derivano da questa mentalità consumistica, e l'esempio che abbiamo tutti davanti ai nostri occhi è l'eccesso di rifiuti nelle nostre città. Avere rispetto per l'ambiente e utilizzare solo ciò di cui abbiamo davvero bisogno farà sì diminuire il PIL, ma aumenterà il grado di benessere e la qualità della vita su un PIANETA che ha RISORSE LIMITATE".
36
MONDO MIGLIORE. Andare verso una DECRESCITA FELICE
Vuol dire andare verso un MONDO MIGLIORE. Si inizia sempre da SE’ STESSI: Diceva il Mathma Ghandi: “SII IL CAMBIAMENTO CHE VUOI VEDERE REALIZZATO NEL MONDO”
37
È arrivare al 2020 con obbiettivo:
IL CAMMINO verso la decrescita felice prosegue con una CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI. La meta È arrivare al 2020 con obbiettivo: RIFIUTI ZERO!
38
IL Prof. Paul Connet e Rossano Ercolini diffondono l’obiettivo RIFIUTI ZERO 2020
Rossano Ercolini:
39
RIFIUTI ZERO = Zero Waste: Teoria e Pratica nel Mondo
Paul Connett, PhD Executive Director American Environmental Health Studies Project (AEHSP) Division for Sustainable Development United Nations, Jan 12, 2010
40
1. La Gestione dei Rifiuti e il Grande Contesto
41
Viviamo su questo pianeta come se ne avessimo un altro su cui trasferirci !
42
Lo stiamo divorando!
44
Sostenibilità: Avremmo bisogno QUATTRO PIANETI se ogni uomo consumasse come un Americano medio Avremmo bisogno DUE PIANETI se ogni uomo consumasse come un Europeo medio Nel frattempo, India, Cina, etc. stanno copiando i nostri stili di consumo! Qualcosa deve cambiare e la cosa migliore é cambiare le gestione dei rifiuti.
45
2. La Strategia “Rifiuti Zero 2020” “ZERO WASTE”
46
Progedire da un passato sbagliato verso un futuro più intelligente…
NO AD UNA SOCIETA’ USA & GETTA SI’ AD UNA SOCIETA’ SOSTENIBILE ZERO WASTE ENTRO IL 2020 ! NO INCENERITORI Progedire da un passato sbagliato verso un futuro più intelligente… NO DISCARICHE
47
I rifiuti non sono un problema tecnologico
sono un problema di STRATEGIA Abbiamo bisogno di: migliore organizzazione migliore educazione migliore progettazione industriale
48
Per ottenere Zero Rifiuti
Occorrono tre cose fondamentali: RESPONSABILITA’ INDUSTRIALE (a monte) RESPONSABILITA’ della COMUNITA’ (a valle) 3) Una BUONA LEADERSHIP POLITICA (per saldare insieme entrambe)
49
RESPONSABILITA’ INDUSTRIALE
50
RESPONSABILITA’ della COMUNITA’
51
UNA BUONA LEADERSHIP POLITICA
52
La Strategia “Rifiuti Zero 2020”
attraverso una serie di AZIONI: Pratiche Economiche e …Politicamente “redditizie”
53
I 10 Passi verso “RIFIUTI ZERO”
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.