La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

LA TEORIA DELL’ALLENAMENTO

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "LA TEORIA DELL’ALLENAMENTO"— Transcript della presentazione:

1 LA TEORIA DELL’ALLENAMENTO
QUANDO LO SPORTIVO SI ALLENA, PERSEGUE SEMPRE UNO SCOPO SPECIFICO LA PIANIFICAZIONE DELL’ALLENAMENTO RISENTE SPESSO DI UN ECCESSIVO EMPIRISMO UNA PROGRAMMAZIONE INAPPROPRIATA E MALE STRUTTURATA RENDE SPESSO L’OBIETTIVO PREFISSATO IRREALIZZABILE.

2 L’ALLENAMENTO E’ UNA NOZIONE ESTREMAMENTE COMPLESSA
Il programma di allenamento ideale e universale, in grado di garantire prestazioni eccezionali, non è che una chimera. L’effetto dell’allenamento non è solo determinato dalla natura del lavoro, ma, in forma uguale, sia dalle predisposizioni dell’atleta che da una serie di altri fattori che affronteremo.

3 NOZIONI FONDAMENTALI Qualche volta gli atleti si trovano a confrontarsi con risultati deludenti malgrado le numerose e faticose sedute di allenamento, ciò li porta ad aumentare le intensità e la frequenza delle sedute di allenamento senza alcun miglioramento Al contrario le loro prestazioni peggiorano.

4 ALLENAMENTO OTTIMALE L’allenamento è l’applicazione sistematica di stimoli all’organismo, tenendo conto della sua soglia di tolleranza specifica. I cambiamenti provocati da questi stimoli nell’organismo conducono ad un miglioramento delle prestazioni. CONDIZIONE: UN CORRETTO ED EQUILIBRATO DOSAGGIO DI LAVORO E RECUPERO.

5 SOVRALLENAMENTO Un buon numero di sportivi, quando si allena, non tiene sufficientemente conto della soglia di tolleranza specifica. Troppo spesso, gli stimoli applicati durante gli allenamenti superano la soglia di tolleranza fisica,o meglio, il recupero è insufficiente rispetto agli sforzi prestati. Questo squilibrio si chiama sovrallenamento.

6 SOVRALLENAMENTO SOVRALL. QUALITATIVO La causa deve essere ricercata nell’intensità degli stimoli. Intensità troppo elevata durante gli allenamenti. SOVRALL. QUANTITATIVO La causa si traduce in un volume eccessivo di allenamenti. Lo sportivo si allena per troppo tempo o troppo spesso.

7 DISALLENAMENTO Gli scadenti risultati ottenuti possono essere ugualmente il risultato di un allenamento insufficiente o irregolare ossia di un carico troppo debole per l’organismo. DISALL. QUALITATIVO: l’intensità degli allenamenti è troppo bassa. DISALL. QUANTITATIVO: il volume degli allenamenti è insufficiente.

8 PRESTAZIONE La capacità di prestazione potrà migliorare solo se l’allenamento si effettuerà correttamente e, quindi: se gli stimoli applicati saranno perfettamente dosati e se i tempi di recupero saranno rispettati.

9 LE QUALITA’ FISICHE DI BASE
L’allenamento si articola attorno ad un certo numero di attitudini fisiche fondamentali: LA RESISTENZA LA FORZA L’AGILITA’ LA COORDINAZIONE LA VELOCITA’

10 LA RESISTENZA La resistenza è la capacità dell’organismo di prolungare il più a lungo possibile uno sforzo specifico. Possiamo distinguere due tipi di resistenza: RESISTENZA AEROBICA RESISTENZA ANAEROBICA

11 LA RESISTENZA AEROBICA
La capacità di resistenza aerobica è soprattutto utile negli sforzi di bassa intensità e prolungati. L’energia necessaria per uno sforzo di resistenza aerobica è fornita dall’ossigeno. L’ossigeno assicura la combustione delle due principali riserve energetiche conservate nell’organismo: i glucidi (zuccheri) ed i lipidi (grassi). La combustione dei glucidi e dei lipidi libera una grande quantità di energia.

12 LA RESISTENZA ANAEROBICA
L’energia necessaria al mantenimento dello sforzo dello sforzo nella resistenza anaerobica è fornita in assenza di ossigeno. Questa energia è disponibile immediatamente ma si esaurisce rapidamente, inoltre gli sforzi anaerobici provocano un accumulo di acido lattico nei muscoli. La capacità di resistenza anaerobica riveste una grande importanza negli sforzi di intensità elevata e di durata relativamente corta.

13 LA FORZA le diverse caratteristiche:
Forza massimale è la massima capacità di espressione di forza esercitata. es: sollevare un peso il più pesante possibile. Forza esplosiva è l’attitudine ad ottenere una contrazione muscolare massimale, alla massima velocità possibile. Forza resistente è l’attitudine di resistere alla fatica durante gli sforzi di lunga durata in regime dinamico o statico. Forza statica la contrazione muscolare non si accompagna ad una modifica della lunghezza del muscolo. Forza dinamica la contrazione muscolare si accompagna ad una modifica della lunghezza del muscolo. Forza eccentrica la contrazione muscolare si accompagna ad un allungamento del muscolo. La resistenza è superiore alla forza applicata. Forza concentrica la contrazione muscolare si accompagna ad un accorciamento del muscolo.

14 L’AGILITA’ Si riferisce all’ampiezza del movimento articolare.
È determinata da diversi fattori: LA STRUTTURA DELLE ARTICOLAZIONI IL FISSAGGIO DEI MUSCOLI. LA CAPACITA’ DI ESTENSIONE DEI MUSCOLI E DEI TENDINI. Solo quest’ultimo fattore è migliorabile con l’allenamento.

15 LA COORDINAZIONE Questa capacità permette di eseguire movimenti efficaci e precisi (economici) ed acquisire tecniche specifiche di movimento. La coordinazione è determinata dalla sinergia fra il sistema nervoso centrale ed il sistema muscolo-scheletrico.

16 LA VELOCITA’ La velocità è la capacità che permette di eseguire delle azioni motrici in un tempo minimo. Possiamo distinguere: VELOCITA’ MASSIMALE: velocità max che può essere sviluppata. VELOCITA’ DI REAZIONE: velocità di reazione ad un segnale auditivo visivo o tattile. RESISTENZA ALLA VELOCITA’: il tempo in cui può essere mantenuta la velocità max.

17 NOTA BENE Il piano di allenamento non può concedere la stessa attenzione ai diversi fattori sopra descritti. La scelta delle qualità fisiche fondamentali da perfezionare è determinata da: LA PROGRESSIONE DELL’ALLENAMENTO. LA SPECIFICITA’ DELLA DISCIPLINA. I PUNTI DI FORZA E I PUNTI DEBOLI DELL’ATLETA.

18 LA NOZIONE DI SOGLIA Si tratta della frequenza cardiaca che si situa al punto di confine al punto di confine fra i processi energetici di natura aerobica e quelli di natura anaerobica. Gli allenamenti effettuati nella zona di soglia cardiaca si collocano a cavallo della zona aerobica-anaerobica. Questo tipo di allenamento può essere efficace per aumentare la soglia anaerobica.

19 PRINCIPI GENERALI DELL’ALLENAMENTO
Quando un atleta si allena per raggiungere un obiettivo che si è prefissato, deve sviluppare le qualità fisiche fondamentali richieste, ricorrendo ai mezzi più efficaci ed integrandoli all’interno di un piano globale. L’elaborazione di questo piano di allenamento presuppone la padronanza di qualche principio elementare.

20 IL PRINCIPIO DELLA SUPERCOMPENSAZIONE
L’intensità dell’allenamento deve aumentare in maniera graduale. l’organismo deve sempre avere il tempo di adattarsi ai diversi stimoli dell’allenamento. Un aumento eccessivo sia qualitativo (intensità) e/o quantitativo (volume), o il non rispettare i periodi di riposo (relativo), conducono irrimediabilmente ad un livello basso di prestazioni massimali. L’atleta si espone alle conseguenze provocate dal sovraccarico.

21 SUPERCOMPENSAZIONE Anche tra gli atleti meglio allenati, esiste un equilibrio precario tra il miglioramento delle prestazioni e/o il rischio di un surplus di allenamento. Il miglioramento delle prestazioni risulta da un’applicazione scrupolosa del principio della supercompensazione. La giusta alternanza tra carico e recupero.

22 TEMPO CHE SERVE PER LA SUPERCOMPENSAZIONE
È determinato dai seguenti fattori: La natura dello stimolo di allenamento. Più lo stimolo si intensifica, più la fase di recupero si allunga. Lo stato di allenamento dell’atleta. Lo stato psichico dell’atleta. Esiste un evidente rapporto tra la condizione fisica e psichica di uno sportivo. Un atleta stressato recupera più difficilmente. Altri fattori quali il sonno e l’alimentazione. un’alimentazione appropriata ed un sonno riparatore sono indispensabili per un recupero ottimale.

23 INDICI CHE PERMETTONO DI MISURARE IL PICCO DI SUPERCOMPENSAZIONE
La sensazione soggettiva dell’atleta. un atleta che si sente stanco non avrà raggiunto il picco di supercompensazione. Il controllo della frequenza cardiaca al mattino. un aumento di tale frequenza indica che non ha ancora recuperato. Test massimali o sub-massimali. il livello delle prestazioni, come la misura di altri parametri quali l’evoluzione della f.cardiaca. Le analisi del sangue. Il numero di globuli rossi, l’emoglobina, l’ematocrito, il medico può verificare lo stato di salute dell’atleta. Una comprensione della natura degli allenamenti fatti. Un atleta deve essere cosciente del tipo di allenamento che effettua e della durata di recupero necessaria dopo un allenamento specifico.

24 SUPERCOMPENSAZIONE In alcuni casi si programma deliberatamente una serie di allenamenti difficili senza un recupero completo conviene allora inserire una fase di recupero più lunga per provocare una supercompensazione più importante. Non rispettare la fase di recupero adeguata dopo un periodo di allenamento conduce irrimediabilmente ad una diminuzione delle prestazioni.

25 SINTOMI DEL SOVRALLENAMENTO
Un atleta deve imparare ad ascoltare il proprio corpo. La rigidità muscolare ed i dolori muscolari, la fatica generalizzata, l’abbassamento del livello delle prestazioni, la diminuzione della frequenza cardiaca massimale Indicano che il volume degli allenamenti è stato troppo elevato.

26 SINTOMI DEL SOVRALLENAMENTO
Riduzione delle prestazioni massimali. Aumento della frequenza cardiaca a riposo. Perdita di appetito. Perdita di peso. Tempo di recupero lento dopo lo sforzo. Disturbi legati al sonno. Diminuzione della voglia di allenarsi. Aumento della pressione arteriosa a riposo. Diminuzione del tasso di acido lattico durante lo sforzo. Aumento rischi di infezione e di infortuni.

27 SOVRALLENAMENTO CAUSATO DA FATTORI ESTERNI ALL’ALLENAMENTO
Una serie di competizioni ravvicinate.(messo a dura prova) Le difficoltà di ordine psicologico. (lavoro,casa, scuola...). Un sonno insufficiente. Malattie intercorrenti, come l’influenza.(necessario riposo). Un regime alimentare squilibrato. Un bilancio energetico deficitario. La disidratazione. (conseguenze gravi sulla prestazione). Il caldo. (è un fattore di stress molto importante)

28 COME PREVENIRE IL SOVRALLENAMENTO
Il più delle volte il sovrallenamento si constata a posteriori, quando uno si accorge, è troppo tardi, per questo tenere un rendiconto quotidiano degli allenamenti: Il volume degli allenamenti. L’intensità degli allenamenti.(controllare le f.c.) La recettività dell’atleta di fronte all’allenamento. L’evoluzione del recupero. Il peso. Il morale. Ecc.

29 LA PERIODIZZAZIONE Non ci si allena allo stesso modo tutto l’anno, la periodizzazione o pianificazione è la programmazione degli allenamenti in funzione del calendario agonistico su un periodo lungo o su più periodi. Come regola generale, il planning comprende: un periodo di preparazione Un periodo specifico Un periodo di competizione Un periodo di recupero.

30 PERIODO DI PREPARAZIONE
Gli allenamenti evolvono progressivamente durante la prima parte del periodo preparatorio fino a raggiungere il volume massimo del lavoro riferito alla quantità. Sono utilizzati anche esercizi generali. (lavoro estensivo).

31 PERIODO SPECIFICO Il volume di allenamento si stabilizza nella prima parte del periodo, aumenta l’intensità si riducono gli allenamenti a carattere generale per aumentare il lavoro specifico. Nella seconda parte del periodo il volume di lavoro diminuirà sensibilmente e sarà aumentata l’intensità.

32 PERIODO DI COMPETIZIONE
È un periodo particolarmente difficile, essendo necessario trovare un giusto equilibrio tra le competizioni, il recupero, gli allenamenti specifici e l’allenamento fondamentale.

33 PERIODO TRANSITORIO Periodo di recupero psico-fisico, praticare attività con forme e mezzi di allenamento alternativi.


Scaricare ppt "LA TEORIA DELL’ALLENAMENTO"

Presentazioni simili


Annunci Google