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Il sistema dei personaggi

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Presentazione sul tema: "Il sistema dei personaggi"— Transcript della presentazione:

1 Il sistema dei personaggi
L'elemento centrale di ogni storia è il personaggio, che compie e subisce azioni, cioè «recita» un ruolo. Appunto per questo è inevitabilmente in rapporto con altri personaggi che, a loro volta, impersonano ruoli differenti.

2 Il sistema dei personaggi
L'insieme dei personaggi e delle loro relazioni reciproche è il sistema dei personaggi.

3 Il sistema dei personaggi
Queste relazioni, nella maggior parte dei casi, sono dinamiche, quindi si modificano durante la narrazione.

4 La struttura il protagonista
È il personaggio principale, che agisce nelle situazioni decisive, quelle che portano avanti la storia. Presente con maggior frequenza rispetto agli altri personaggi, su di lui ricade la responsabilità delle azioni più importanti.

5 l'antagonista È il nemico del protagonista, l'avversario che si oppone ai suoi obiettivi. Il «buono» (generalmente il protagonista) e il «cattivo» (di solito l'antagonista) costituiscono la coppia ideale di qualsiasi narrazione

6 gli aiutanti del protagonista e dell'antagonista.
Uno o più di uno, favoriscono i progetti rispettivamente del protagonista e dell'antagonista e li sostengono nelle loro imprese.

7 l'oggetto del desiderio
È il fine che i personaggi vogliono realizzare. Può essere un oggetto, il cui possesso li attrae, oppure la conquista dell'amore o del potere o della ricchezza, ecc.

8 il destinatore È la persona o l'idea che influenza lo svolgimento degli eventi affinché il destinatario ottenga l'oggetto del desiderio.

9 Naturalmente, nel corso della storia un personaggio può cambiare ruolo oppure rivestire più ruoli: per esempio, da protagonista può trasformarsi in antagonista e viceversa oppure in una circostanza agire da protagonista e in un'altra da antagonista.

10 I rapporti fra i personaggi
I personaggi non agiscono mai da soli: essi, infatti, appartengono a un sistema (intrecciano relazioni, subiscono o esercitano pressioni) ed è quindi inevitabile che interagiscano con altri personaggi, proprio come avviene tra le persone nella vita reale.

11 rapporto di incontro I personaggi creano un legame reciproco positivo, fondato su sentimenti come simpatia, amore, amicizia...

12 rapporto di contrasto o di scontro
È un rapporto negativo che si instaura tra personaggi rivali.

13 rapporto di incontro-scontro e viceversa
Si verifica quando il rapporto fra i personaggi si evolve e da positivo si trasforma in negativo o viceversa.

14 rapporto di tangenza È tipico dei personaggi che non si incontrano mai o che si incontrano soltanto alla fine della storia.

15 Personaggi piatti e personaggi a tutto tondo
Un personaggio si comporta con coerenza ed è sempre perfido. Non ha ripensamenti e non prova rimorso. E’ cattivo dall’inizio alla fine. E’ un personaggio piatto.

16 Personaggi piatti e personaggi a tutto tondo
Il personaggio ha una personalità complessa e ricca di sfaccettature. Nel corso della storia subisce un’evoluzione, si modifica E’ un personaggio a tutto tondo o dinamico

17 Le modalità di presentazione dei personaggi
Un personaggio può essere descritto: dal narratore da se stesso da un altro personaggio

18 un autore ha a disposizione varie modalità per descrivere un personaggio e la scelta dipende dalle finalità che si propone: se affida la presentazione del protagonista al suo aiutante, essa risulterà magari più vivace o divertente; se, invece, il personaggio si presenta da solo, potrà fornire informazioni più approfondite sulla sua personalità; se è descritto dal narratore, quest'ultimo probabilmente ne fornirà un'immagine più oggettiva;

19 la descrizione di un personaggio combina di solito più elementi
la descrizione di un personaggio combina di solito più elementi. Al ritratto fisico, che dà una prima idea del personaggio, spesso se ne aggiunge uno psicologico, completato da altri dati a mano a mano che la narrazione procede (indizi). Sarà il lettore a ricomporre la fisionomia del personaggio in una totalità, in un tutto ordinato. Questo si realizzerà, ovviamente, solo alla fine della vicenda.

20 Gli indifferenti, Moravia
“Entrò Carla; aveva indossato un vestitino di lanetta marrone con la gonna così corta, che bastò quel movimento di chiudere l’uscio per salire di un buon palmo sopra le pieghe lente che le facevano le calze intorno alle gambe; ma ella non se ne accorse e si avanzò con precauzione guardando misteriosamente davanti a sé, dinoccolata e malsicura; […]

21 […] una sola lampada era accesa e illuminava le ginocchia di Leo seduto sul divano; un’oscurità grigia avvolgeva il resto del salotto. “Mamma sta vestendosi”, ella disse avvicinandosi “e verrà giù tra poco”. “L’aspetteremo insieme”, disse l’uomo curvandosi in avanti; vieni qui Carla, mettiti qui”.

22 “Il lettore senza nessuna spiegazione preliminare è chiamato a decifrare un’azione dei personaggi, colti in medias res, a fatti cominciati. Un testo simile, per «reggere», deve essere molto chiaro a livello sintattico, deve fornire al lettore tutti i dati necessari alla comprensione, contenere cioè una serie di rimandi interni e di collegamenti fra le parole…” C. Sebastiani Nobili, Il lavoro della scrittura - Analisi e retorica del testo, Sansoni, Milano, 1999, p. 14

23 “Nel testo di Moravia si può rilevare innanzi
tutto la «ricorrenza di elementi»: Carla entra, le calze le fanno delle pieghe sulle gambe, ella non se ne accorge e avanza guardando davanti a sé. «Carla»,«le»,«ella» e «sé» sono elementi del testo che si riferiscono tutti alla stessa persona, che hanno cioè lo stesso oggetto o referente.” (C. Sebastiani Nobili, id)

24 «Ma Carla non accettò questa offerta: in piedi presso il tavolino della lampada, con gli occhi rivolti verso quel cerchio di luce del paralume nel quale i gingilli e gli altri oggetti, a differenza dei loro compagni morti e inconsistenti sparsi nell’ombra del salotto, rivelavano tutti i colori e la loro solidità, …»

25 «…ella provava col dito la testa mobile di una porcellana cinese: un asino molto carico sul quale tra due cesti sedeva una specie di Budda campagnolo, un contadino grasso dal ventre avvolto in un kimono a fiorami; la testa andava in su e in giù, e Carla, dagli occhi bassi, dalle guance illuminate, dalle labbra strette, pareva tutta assorta in questa occupazione.»

26 “Per accedere al significato il lettore deve fare alcune ipotesi: Carla è una donna probabilmente giovane (indossa una gonna molto corta); cammina «dinoccolata e malsicura» e appare assorta, quasi assente, mentre giocherella distratta con un oggetto di porcellana: gli occhi «bassi», le guance «illuminate»,le labbra «strette»fanno intuire che la donna è in uno stato di agitazione.” C. Sebastiani Nobili, Il lavoro della scrittura, p. 16

27 L’interlocutore, Leo, è un uomo di età per il momento imprecisata: il fatto che si rivolga alla donna chiedendole di avvicinarsi e di sedere accanto a lui, sembrerebbe attestare un suo interesse verso la giovane. C. Sebastiani Nobili, Il lavoro della scrittura, p. 16

28 I due si trovano - nel testo è detto esplicitamente - in un “salotto”: gli elementi descritti dal narratore - il paralume, il divano, il tavolino e i molti soprammobili - avvertono il lettore che ci si trova all’interno di una casa borghese. L’abito corto di Carla insieme alla presenza di una lampada elettrica, permettono di collocare l’azione nel XX secolo.

29 Il testo rivela tutti questi particolari solo se il lettore mette in campo la propria intelligenza e il proprio sapere per interpretare ciò che è scritto: “Un testo non produce da sé un senso, ma piuttosto mediante l’interazione fra le conoscenze testuali e le conoscenze memorizzate dai singoli utenti.” C. Sebastiani Nobili, Il lavoro della scrittura, p. 16

30 “Il testo di Moravia soddisfa la condizione di coerenza perché consente al lettore di fare diverse inferenze (collegare le informazioni del testo con quelle che l’interprete deduce), di collocare l’azione nello spazio e nel tempo, di interpretare il carattere dei personaggi e i rapporti che li legano.” C. Sebastiani Nobili, Il lavoro della scrittura, p. 17

31 “Procedendo nella lettura, il lettore verificherà la validità delle proprie inferenze: scoprirà che Leo è veramente interessato a Carla, che per questo e per altre ragioni la ragazza è turbata, infine che i due appartengono a un ceto benestante e che l’azione è ambientata negli anni Venti del Novecento”.

32 Nella pagine successive il dialogo fra Carla e Leo prosegue senza chiarire i rapporti che intercorrono fra i due. Leo dimostra una forte attrazione verso Carla che, da parte sua, dichiara di temere le reazioni della madre, ma è incline ad accettare un’«avventura quasi familiare».

33 La spiegazione degli indizi disseminati nel testo tarda a venire; le schermaglie fra i due continuano finché non entra nella stanza la madre di Carla; a questo punto il narratore - con studiata noncuranza - si lascia sfuggire fra le righe l’informazione che dissipa i dubbi del lettore.

34 «Di che cosa stavate parlando?» Leo additò con un largo gesto Carla
«Vi ho fatto molto aspettare?» domandò. «Di che cosa stavate parlando?» Leo additò con un largo gesto Carla diritta in piedi nel mezzo del salotto: «Stavo appunto dicendo a sua figlia che questa sera non c’è altro da fare che restare in casa». «Proprio nient’altro» approvò la madre con sussiego e autorità sedendosi in una poltrona, in faccia all’amante… (Gli indifferenti, p. 7)

35 I rapporti fra i tre personaggi sono
chiariti quando la madre si siede “in faccia all’amante”: Leo ha una relazione con la madre, vuole chiuderla perché è attratto da Carla, la figlia della propria compagna. Il passo ha un grado di informatività molto alto: dopo aver mantenuto alta la tensione per diverse pagine, Moravia scioglie l’enigma dei rapporti fra i protagonisti con una sola parola collocata al punto giusto.

36 “Circa due pagine dopo aver informato che Leo è l’amante della madre di Carla, il narratore, continuando a seguire il dialogo fra i personaggi, svela - con procedimento molto simile a quello già usato - il nome di battesimo della donna”. C. Sebastiani Nobili, Il lavoro della scrittura, p. 19

37 « Lei sa» domandò la madre… «Tutti lo sanno» disse Leo…
«E lei sa anche» insistette Mariagrazia distaccando le sillabe… (ivi, p. 9) L’amante di Leo ora ha un nome.

38 C. Sebastiani Nobili, Il lavoro della scrittura, p. 20
Se il narratore avesse anticipato il nome della donna al momento del suo ingresso nel salotto, l’aumento di informatività sarebbe andato a scapito della coesione e della coerenza testuale. Calibrare le informazioni è necessario…

39 …L’eccesso determina banalità (il testo è noioso, nulla è inaspettato); al contrario si hanno testi ambigui, al limite dell’oscurità. Quando le informazioni sono troppe o troppo poche, è come se l’emittente “esautorasse” il destinatario, facendogli capire che l’esercizio della sua intelligenza non è richiesto, oppure che è vano…

40 C. Sebastiani Nobili, Il lavoro della scrittura , p. 50
Sottovalutare - o sopravvalutare - il sapere del pubblico, mettersi in cattedra per spiegare delle ovvietà, o abusare della pazienza di un improbabile lettore disposto a seguire i più spericolati equilibrismi della scrittura, corrisponde sempre a «commettere un errore».

41 Scrivere - già Aristotele lo aveva suggerito - significa non solo esprimere se stessi, ma cercare di comunicare al meglio con il proprio pubblico; se questa operazione riesce, metà del compito è già svolta: il resto - come afferma Henry James - tocca al lettore

42 Cracovia

43 Messa in piazza

44 Fiori

45 Varsavia

46 Musicista

47 Ciambelle

48 Mar Baltico


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