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DOLORE, MALATTIA, MORTE: SI PUÒ PARLARNE AI BAMBINI?

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Presentazione sul tema: "DOLORE, MALATTIA, MORTE: SI PUÒ PARLARNE AI BAMBINI?"— Transcript della presentazione:

1 DOLORE, MALATTIA, MORTE: SI PUÒ PARLARNE AI BAMBINI?
ENTE MORALE ASILO INFANTILE S. VITTORE OLONA PARROCCHIA S. VITTORE M. S. Vittore Olona Associazione Familiare UNA CASA PER POLLICINO ONLUS INSIEME E’ PIU’ FACILE Incontri di riflessione per genitori di bambini 0-6 anni DOLORE, MALATTIA, MORTE: SI PUÒ PARLARNE AI BAMBINI? PARTE SECONDA I bambini: cosa fare e cosa evitare A cura della dott.ssa Michela Albertini 14 marzo 2010

2 Atteggiamenti del bambino
Il bambino di fronte alla morte di qualcuno a lui vicino può avere reazioni che variano, come choc alla notizia  occorre abbracciarlo ed esprimere a parole frasi di condivisione del dolore; negazione  rispettare i suoi tempi e stargli vicino; senso di colpa  il bambino può pensare di aver provocato la morte: necessità di rassicurarlo che non è così; paura  non lasciarlo solo finché avverte tale necessità

3 Ricerca della persona scomparsa  occorre spiegare con calma l’irreversibilità dell’accaduto
trovando tempi, modi e riti per continuare un ‘contatto spirituale’ importanza del ricorrere al simbolo e al rituale (inteso come insieme di gesti, parole e comportamenti)

4 [Il rituale] è un tempo dedicato al tradurre in azioni semplici il pensiero e la riflessione riguardo alla persona che ci manca, tenendo conto di ciò che ci ha lasciato e del legame che abbiamo avuto con lei. Sia che partecipino o meno ai riti ufficiali, i bambini si sanno creare propri rituali come cura al dolore e alla mancanza. I piccoli hanno energie positive che, se non vengono intralciate, diventano risorse creative, utili per ristabilire equilibrio e stabilità rispetto a momenti particolarmente critici. (…) Fa parte dei rituali efficaci il tempo che si dedica agli oggetti appartenenti alla persona defunta. Fare una cernita, decidere cosa conservare e dove, o il destinare a qualcuno qualcosa, consente di compiere un passaggio che favorisce la ripresa di una vita normale. Op. cit. p.44

5 Bambini: cosa fare? Dare una stessa versione al bambino: in caso contrario si sentirà confuso. Il bambino può chiedere a più persone per mettere a confronto le diverse versioni. Tocca alla persona più vicina al bambino, appena questa se la sente. Occorre trovare un luogo e un momento adatto.

6 Bambini: cosa fare? NARRARE FIABE:
Raccontate quelle che sono di vostro gusto; È importante non togliere al bambino il proprio dolore: “(…) Voler evitare a un bambino il dolore, non parlandogli di questo fatto, non facendolo partecipare al lutto generale, evitandogli le occasioni in cui possa piangere e disperarsi e ribellarsi per una cosa così ingiusta, può corrispondere al portargli via anche una seconda cosa, l’unica che gli resti in quel momento: il SUO dolore, la testimonianza ultima della presenza della mamma e del papà proprio nel dolore e nel vuoto e nelle disperazione della loro assenza”

7 TROVARE ALTRE FORME DI ESPRESSIONE, come
scrivere disegnare dipingere (es. fumetto) manipolare (creta, argilla, pasta al sale,…) dedicarsi alla drammatizzazione CONCEDERE TEMPO E SPAZIO ALLA TENEREZZA

8 Affrontare i momenti critici
Visite in ospedale: devono essere calibrate in funzione della malattia e della possibilità di reggere – vostra, del bambino, del malato; a volte è meglio evitarle; devono essere concordate con i sanitari; devono essere brevi e molto ben preparate: il bambino deve sapere cosa si troverà ad affrontare sia come contesto sia come situazione della persona ammalata; dopo la visita, il bambino avrà bisogno probabilmente di parlarne: occorre rispondergli e stargli vicino, senza mentirgli o negargli l’evidenza.

9 Obitorio: I bambini non vanno mai obbligati  possibilità di problemi molto seri in seguito. Funerale: Si può disgiungere il momento di raccoglimento per i bambini (coinvolgendolo su cosa si sentirebbe di dire o fare). Se partecipa al funerale, non preoccuparsi se si distrae, non partecipa compunto, esprime il suo disagio anche in forme che agli adulti possono sembrare sconvenienti.

10 Visite al cimitero: Il primo incontro con questo luogo particolare non dovrebbe avvenire in occasione della sepoltura di una persona cara. È un luogo che solitamente suscita domande  occasione per iniziare il discorso. Valutare se è il caso di portare il bambino nella confusione e nelle manifestazioni di cordoglio della sepoltura. Valutare se reggete voi il dolore di un’altra persona o se la presenza di questa non blocchi la possibilità di espressione del vostro. Non imporre una visita non gradita o temuta.

11 Implicazioni educative
La relazione educativa con il bambino è sottoposta ad un disequilibrio. Può essere utile tenere presente: Non acquistare per consolare. Consolare con tutto l’essere: mente – cuore – corpo. Reagire senza strafare: no all’allegria forzata. Non dimenticate che condividete un dolore grande.

12 Permettete le reazioni vostre e dei figli, amplificando i momenti positivi e sereni che man mano si ripresenteranno. Non perdetevi d’animo: pensate che chi vi è vicino è vostro alleato. La morte interrompe un gioco relazionale (cioè il tipo di posizione assunta nei confronti del partner). Occorre perciò:

13 Scoprire dentro di noi la nostra parte che
è in grado di decidere; Considerare chi ci può aiutare; Trovare equilibrio tra risorse interne ed esterne Collegarci con la nostra parte disperata; Considerare la parte di noi deprivata, afflitta o arrabbiata; Accettarci per poter andare avanti.

14 Ciò significa… ADDOMESTICARE LA MORTE, nel senso di ‘creare un legame’
RITROVARE UN EQUILIBRIO tra le nostre parti offese e quelle positive e attive ADDOMESTICARE LA MORTE, nel senso di ‘creare un legame’

15 SUPPORTARE … I bambini non vivono o non esprimono come gli adulti i medesimi sentimenti: CRISI NORMALITÁ Occorre mantenere un ambiente stimolante  Non cambiare altre cose nelle abitudini di vita. Possono verificarsi, per adulti e bambini, disturbi del sonno (incubi o insonnia): i sogni Servono per “smaltire” tensioni; Sono un meccanismo naturale: sono come una valvola di sfogo.

16 In caso di incubi … L’incubo è uno sfogo o un segnale, non una patologia; Accogliere il bambino quando si sveglia; Riprendere il discorso sul ‘brutto sogno’ (eventualmente fare disegno e poi strapparlo, se il bambino vuole); Eventualmente procurare un ‘animaletto da nanna’ (per alcuni bambini può essere utile come compagnia).

17 … e SOPPORTARE Accettare di essere arrabbiati: noi e il bambino.
Trovare un sistema di smaltimento e riciclaggio dei sentimenti che consideriamo negativi. Non commettere l’errore di rispondere alla rabbia con la rabbia: una alimenta l’altra  escalation del fenomeno.

18 FERITA O CICATRICE? Prestare attenzione agli aiuti;
Scoprire solidarietà tra famiglie: la capacità di sostegno reciproco rimane come conquista personale e familiare; Nessuno può sostituire un altro: ricordare; Paura del bambino: “E se muori anche tu?”. Rispondere con tranquillità che non si può promettere di non morire o escludere tale eventualità, ma rassicurare il bambino dicendo che: - state bene; - avete predisposto un piano perché, se dovesse accadervi qualcosa, qualcuno si occupi di loro e delle loro necessità.

19 La morte è come una ferita: occorre prendersene cura per evitare che ‘infetti’ la vostra vita relazionale ed emotiva. “Nell’attraversare il lungo e difficile processo di separazione, scoprirete nei figli nuove dimensioni e nuove capacità di amore, di cura e di comprensione. In verità, per le persone di ogni età, guarire è un processo, riprendersi è una scelta”. (E. Grollman)

20 BIBLIOGRAFIA SULL’ARGOMENTO
Il testo di riferimento citato nell’incontro è M. Varano, Tornerà? Come parlare di morte ai bambini, EGA Editore, Torino 2002. Altri testi: Pierre Abbè, Che cos’è la vita? E perché si muore … spiegato ai bambini, Piemme, Casale Monferrato 2000; J. Arènes, Dimmi, un giorno morirò anch’io?, Ediz. Scientifiche Ma.Gi., Roma 2000; M. Bernardi – P. Tromellini, La tenerezza e la paura – Ascoltare i sentimenti dei bambini, Salani, Firenze 1996; I. Filliozat, Le emozioni dei bambini, Piemme, Casale Monferrato 2002; H. Fitzgerald, Mi manchi tanto! Come aiutare i bambini ad affrontare il lutto, La Merdiana, Bari 2002; E. Grollman, Perché si muore?, Red Ediz., Como 1999; A. Marcoli, Il bambino arrabbiato, Oscar Mondadori, Milano 1996; A. Olivero Ferraris, Le domande dei bambini, Rizzoli, Milano 2000; M. Varano, Guarire con le fiabe, Meltemi Editore, Roma 1998; S. Vegetti Finzi, A piccoli passi, Oscar Mondadori, Milano 1997. Testi per genitori e bambini: W. Erlbruch, L’anatra, la morte e il tulipano, Edizioni E/O, Roma 2007; A. Lavatelli, Paola non è matta, Piemme, Casale Monferrato 1994; A. Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi Ragazzi con EL, Trieste 1999; R. Piumini, Mattia e il nonno, Einaudi Scuola, Milano 1996; S. Silverstein, L’albero, Salani Editore, Milano 2000; S. Tamaro, Tobia e l’angelo, Mondadori, Milano 1998.


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