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IL CDDH E IL SOGNO COOPERATIVISTICO

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Presentazione sul tema: "IL CDDH E IL SOGNO COOPERATIVISTICO"— Transcript della presentazione:

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2 IL CDDH E IL SOGNO COOPERATIVISTICO

3 “ Se un uomo sogna da solo, il suo rimane un sogno
“ Se un uomo sogna da solo, il suo rimane un sogno. Se sogna in compagnia, il suo sogno diventa realtà.” Helder Camara

4 Centro de Defesa dos Direitos Humanos da Serra – CDDH – Serra-BRASILE
CDDH (Centro di Difesa dei Diritti Umani di Serra), nato nel 1987 a Serra, comune di Vitòria, una grande città del Brasile centro-meridionale, ha svolto e continua a svolgere un ruolo importantissimo nella difesa dei diritti umani, sia nel campo della sensibilizzazione, informazione e formazione della coscienza politica nel senso più ampio e completo del termine, sia a livello di azioni concrete a sostegno di tutte le categorie o di singoli individui i cui diritti sono sistematicamente calpestati o non riconosciuti. Questa azione riguarda non soltanto il municipio di Serra, ma anche l’intera conurbazione di Vitòria –cosiddetta Grande Vitòria – e tutto lo stato Espirito Santo, di cui Vitòria è la capitale.

5 Il CDDH è un ente filantropico e si è sempre mantenuto attraverso progetti con l’estero: Misereor tedesca; il Gruppo Campus di Pordenone; alcuni gruppi di Bari e di Laterza (Ta); ma soprattutto la diocesi di Lucca e in particolare la parrocchia dell’Arancio della stessa città.

6 Da alcuni anni stiamo pensando ad un grande progetto di auto-sostentamento del CDDH.

7 Super Coonfex

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9 Nel gennaio del 2000, dopo una profonda riflessione con la Pastorale Operaia (PO), potendo contare su di un fondo creato dal Gruppo Campus e su alcune offerte della parrocchia dell’Arancio, abbiamo cominciato a lavorare per costituire una cooperativa di confezioni. Marilene e Pedro, una coppia di militanti della PO, da alcuni anni avevano creato una piccola fabbrica di confezioni nella loro casa. A partire dall’esperienza di questa coppia e dalla loro fiducia nel lavoro in cooperativa, abbiamo investito i fondi che avevamo, ampliando il locale dove Marilene e Pedro lavoravano e comprando altre macchine per cucire. Il 24 giugno del 2000 abbiamo inaugurato la Super Coonfex, cooperativa di confezioni. Questa cooperativa, che attualmente conta 28 soci, dà lavoro a 12 persone: otto addette alla cucitura, tre alla stampa e una all’amministrazione.

10 Riesce a garantire a ciascun lavoratore un salario di circa 450 RS ( mila lire al mese), più del doppio del salario minimo (200 RS) previsto per la maggior parte dei lavoratori brasiliani. Il 25% del guadagno netto mensile viene destinato al CDDH (circa 1-2 milioni di lire).

11 La produzione consiste per lo più in magliette stampate.

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13 Ogni 15 giorni facciamo una revisione del lavoro, ogni mese dedichiamo un pomeriggio alla formazione biblico-spirituale e un giorno all’anno è riservato ad un ritiro-convivenza con i familiari di tutti i soci.

14 Nonostante i progressi realizzati, ci sono ancora molti problemi da superare, non ultimo quello della difficoltà di creare una coscienza cooperativistica nei soci. Ogni giorno dobbiamo “scegliere” questo stile di vita e di lavoro. La cooperativa deve sempre essere una opzione: non è un mezzo per diventare ricchi, ma uno strumento per garantire un salario dignitoso; un luogo in cui si cerca di vivere nuove relazioni economiche e lavorative, in un costante cammino di conversione, con l’obiettivo della costruzione di un mondo più giusto che assomigli di più al regno di Dio. I primi anni di vita della Coonfex hanno rappresentato un’esperienza molto positiva, un vero successo sia a livello economico che a livello sociale, tanto che essa è vista come esempio e modello da seguire e suscita l’interesse di molti gruppi e persino di alcune facoltà universitarie.

15 A partire dal successo della Coonfex, abbiamo tracciato un progetto più ampio, a medio e lungo raggio: una rete di cooperative legate tra loro e con il CDDH e la PO (Pastorale Operaia).

16 Altre due realtà già esistenti sono entrate a far parte di questo progetto: la Recuper lixo (associazione di raccattatori di cartone e materiali riciclabili), creata a partire da un gruppo di disoccupati della PO, che sta funzionando da più di due anni e che riesce a garantire un minimo di sussistenza a circa 20 famiglie; e la Coblofac, cooperativa di fabbricazione di blocchi di cemento, avviata quest’anno sempre da un gruppo di disoccupati della PO.

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18 Infine, nel mese di marzo del 2000, è nato il Forum de Economia Solidaria (Forum di Economia Solidale) che riunisce i rappresentanti di vari gruppi e cooperative e che ha il compito di articolare le diverse realtà esistenti, creando una nuova mentalità e coscienza nel campo del lavoro attraverso corsi di formazione.

19 Ma la nostra azione non si esaurisce qui.

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21 cooperativa di pescatori
Un’altra realtà è nata: una cooperativa di pescatori. L’idea ce l’hanno data alcuni amici di Torino che sono venuti a trovarci nell’estate del Visitando una famiglia di pescatori e venendo a conoscenza delle difficoltà in cui si trova questa gente, dello sfruttamento e della mafia che esistono nel loro ambiente, si sono proposti per finanziare l’acquisto di una barca da pesca. Abbiamo cominciato subito a riflettere sulla possibilità di creare una cooperativa di pescatori e abbiamo inviato il progetto in Italia. Non ci aspettavamo una risposta così rapida e così generosa. Gli amici di Torino hanno messo su una corrente di solidarietà così forte e numerosa che sono riusciti, in pochissimi mesi, a raccogliere l’ingente somma di 23 mila dollari, e a farci pervenire il donativo di un Fiorino da parte della FIAT di Belo Horizonte (Brasile). Abbiamo realizzato questa cooperativa. Nel 2000 abbiamo comprato una barca (Micaela) con tutto l’equipaggiamento per la pesca in alto mare; nel 2002 abbiamo sistemato un locale che funziona come punto vendita del pesce (pescheria) e sede della cooperativa.

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23 Il progetto che abbiamo articolato prevede di:
contribuire con una percentuale degli utili al finanziamento del CDDH; vendere il pesce pescato con la nostra barca; vendere il pesce comprato da altri pescatori; aprire (in futuro) un locale di piatti tipici di mare; a medio termine creare una scuola di pesca completamente gratuita.

24 A fine 2002 siamo stati costretti a vendere la barca
A fine 2002 siamo stati costretti a vendere la barca. Non è una rinuncia, ma un rimandare di qualche mese l'acquisto della Micaela (la vendiamo, ma togliamo il nome), e forse anche di un altra barca, la "Micaela II". In questi ultimi mesi siamo stati vittima un po' della sfortuna, ma soprattutto della mafia. Sfortuna perché si è rotto il motore almeno tre volte ed abbiamo dovuto rifarlo nuovo, questo ci è costato un po' di soldi. Moralmente è stato più duro quando i ladri sono entrati nella barca due volte, ci hanno rubato un bel po' di cose, sabotato il motore ed altri strumenti. Non solo, ma il processo di registro della cooperativa è rimasto bloccato nella giunta commerciale per ben sei mesi, siamo sicuri che "qualcuno" lo stava bloccando. Ora siamo riusciti a trovare il modo di sbloccarlo e da poco abbiamo inaugurato la cooperativa. Tutto questo ci ha messi economicamente in ginocchio ed abbiamo deciso di priorizzare l'apertura della pescheria. Nei mesi estivi di dicembre, gennaio e febbraio, c'è un movimento fantastico, Xexéu (uomo semplice, pescatore di aragoste) dice che nella sua epoca vendeva anche 100 tonnellate di pesce in questi tre mesi. La Micaela ci dava solo spese, vendendola (siamo in trattative con un commerciante che ce la compra per lo stesso prezzo che l'abbiamo pagata) avremo un piccolo capitale di giro che ci permetterà di comprare il pesce e rivenderlo. L'esperienza che abbiamo fatto ci ha detto che avere una barca sola non conviene, per questo pensiamo, alla fine dell'estate, di comprarne almeno due: "Micaela I" e "Micaela II".

25 compra-vendita di frutta e verdura
A partire da un’iniziativa, momentaneamente fallita, di un gruppo di famiglie che compravano frutta e verdura dai produttori, è nata l’idea di costruire una cooperativa di compravendita di frutta e verdura, favorendo soprattutto famiglie di bassissima rendita. Abbiamo già trovato a Carapina un locale in affitto, dove immagazzineremo i prodotti, che sarà anche la sede della cooperativa. Questo progetto si propone di comprare direttamente da una cooperativa ecologica, situata nel municipio di Santa Maria de Jetibà, nell’interno dello stato dell’Espirito Santo; questa ci fornirà i prodotti ecologici, portandoli direttamente al nostro magazzino, dove saranno smistati e messi nei sacchetti per essere portati nei vari quartieri di Serra e quindi consegnati alle famiglie che hanno la tessera di socio, ad un prezzo tre volte inferiore a quello del mercato.

26 La nascita della cooperativa sarà preceduta da un censimento capillare nei quartieri più poveri e disagiati della città. Qui dei volontari, famiglia per famiglia, censiranno sia quali sono le condizioni economiche, sia il fabbisogno settimanale di frutta e verdura. Rielaborati i dati, nascerà la “cesta basica”. La cesta basica conterrà: verdura (patate, manioca, pomodori ecc.), frutta di stagione in una quantità fissa considerando anche i giusti valori nutrizionali pro capite.

27 Finanziamento richiesto

28 Se anche tu vuoi partecipare a questi progetti,
puoi contattarci. Cecilia Fambrini: Giulia Lucchesi:

29 E poiché i sogni si avverano grazie all’amicizia, alla solidarietà e all’entusiasmo di quanti accettano di lavorare per costruire il Regno di Dio, desidero ringraziare tutti gli amici della parrocchia dell’Arancio (Lucca): il parroco don Michele, don Emanuele e tutti coloro che con straordinaria generosità accompagnano da sempre il cammino del CDDH. Grazie a tutti da parte mia e di tutte le persone che sono state e saranno beneficiate dalle nostre iniziative. Fr. Francesco D’Aiuto


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