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Disabili sensoriali in situazioni di rischio

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Presentazione sul tema: "Disabili sensoriali in situazioni di rischio"— Transcript della presentazione:

1 Disabili sensoriali in situazioni di rischio
Giacomo Guaraldi Servizio Accoglienza Studenti Disabili Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

2 Di recente… Terremoto all’Aquila-6 Aprile 2009
Alluvione ad Aulla (Toscana)-25 Ottobre 2011 Alluvione a Monterosso (Liguria)-25 Ottobre 2011 Alluvione e frana a Messina (Sicilia)-22 Novembre 2011 …solo per citare alcuni casi italiani recenti.

3 Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità
Articolo 11 (Convenzione ONU sui diritti delle Persone con disabilità) Gli Stati Parti adottano, in conformità agli obblighi derivanti dal diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario e le norme internazionali sui diritti umani, tutte le misure necessarie per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, incluse le situazioni di conflitto armato, le emergenze umanitarie e le catastrofi naturali.

4 Introduzione I disabili possono riscontrare barriere fisiche o essere soggetti con particolari difficoltà di comunicazione Come fornire assistenza al disabile in situazione di emergenza?

5 Buone prassi Centri di studio in cui sono presenti buone prassi:
Centre for Disability Studies dell’Università di Leeds, Regno Unito. Allo “stato dell’arte” riconosciamo come in questo settore i provvedimenti siano insufficienti.

6 Disabilità per la Protezione civile
Per “disabilità” si intende la sola disabilità motoria (la persona in carrozzina che, in caso di pericolo, debba essere portata via a forza), in realtà esistono diversi tipologie di disabilità tra cui potremmo includere anche la vecchiaia… Abbiamo disabilità: Motorie; Sensoriali (visiva e uditiva); Psichiche e psichiatriche.

7 Provvedimenti da adottare per la protezione civile…
A ciascuna tipologia di deficit vanno associate procedure specifiche da adottare in caso di emergenza. Trasporto: se si tratta di persone con deficit motorio, Mezzi per la comunicazione: se si tratta di persone con difficoltà cognitive, uditive o visive, Attrezzi portatili: per chi ha bisogno di sistemi di supporto delle funzioni vitali.

8 Discriminazione verso le persone disabili
I disastri possono creare discriminazioni verso le persone disabili nelle situazioni di emergenza (v. casi di persone con deficit motorio o sensoriale…). Le persone sorde, o affette da deficit visivo, potrebbero non riconoscere un pericolo o non sentire istruzioni verbali che intimino l’evacuazione. Inoltre tutti i servizi offerti al pubblico generale nelle emergenze dovrebbero essere accessibili anche ai disabili.

9 Un esempio… Ai tempi dell’Uragano Katrina sulle coste statunitensi del Golfo del Messico, ben abitanti delle tre città di Biloxi, Mobile e New Orleans furono registrati come disabili. Molti si trovarono in difficoltà all’arrivo dell’uragano e l’impatto con questo fu smisurato se pensiamo che il 71% delle 1330 vittime accertate dell’uragano furono persone di età superiore ai 60 anni.

10 Stato dell’arte… Nonostante il fatto che il 19,3% della popolazione degli Stati Uniti soffra di qualche tipo di disabilità, tuttavia, l’80% dei coordinatori di emergenza consultati nel 2005 non aveva preso in considerazione i disabili nei loro piani di emergenza. Non si conoscono i numeri dei disabili presenti in ambito territoriale e non si possiedono le competenze specifiche.

11 Conclusioni (1) Le grandi emergenze mettono
i disabili più a rischio degli altri membri della popolazione, in pericolo con l’imposizione di nuove barriere. I disabili che riescono a vivere con un certo livello di indipendenza sono più preparati ad affrontare le situazioni di pericolo rispetto alle persone non disabili. Essi traggono beneficio da un <vantaggio psicologico>”(Mainstream, Douglasd Lathrop, 2004)

12 Aiutare i disabili in caso di emergenza
E’ abbastanza facile non riconoscere la natura della disabilità che una persona accusa (soprattutto nel caso di disabili sensoriali) e quindi è possibile che l’assistenza offerta sia del tipo sbagliata. I disabili hanno necessità individuali che possono esser diverse da quelle dei grandi gruppi di persone a cui si rivolge la protezione civile.

13 Disabled People Left Behind in Emergencies
 Right now, there is no standardized federal preparedness plan for disabled people, so when a Katrina-level disaster strikes again, many will be left in the cold.

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15 Diritti dei disabili Hanno diritto a particolare attenzione nelle emergenze quando l’offerta è notevolmente insufficiente rispetto alla domanda. Hanno diritto ad un’assistenza speciale in quanto cittadini e membri della società a pieno titolo con tutti i benefici, diritti e privilegi associati a questo.

16 Alcuni problemi…nei momenti di emergenza
Mancanza di cooperazione tra le varie organizzazioni che lavorano con i disabili e gli esponenti del settore della protezione civile; Nessuna singola strategia è valida per tutte le disabilità; Comunicazioni di emergenza non sempre accessibili, comprensibili ed affidabili; Mancanza di coinvolgimento delle associazioni che forniscono assistenza ai disabili durante le emergenze; Mancanza di apposito programma di evacuazione; Mancanza di informazioni utili ai disabili da parte dei mass media.

17 FEMA/ARC 2004 DISASTER PLANNING AND EMERGENCY MANAGEMENT (17 LUGLIO 2008) Helping Disabled People in Emergencies

18 Guida (FEMA/ARC 2004) Azioni da compiere indicati nella guida:
Stimare il tipo e l’entità dei rischi. Creazione di una rete di sostegno formata almeno da tre persone. Stimare la propria capacità di rispondere con azioni autoprotettive in caso di crisi. Atteggiamento pragmatico dipendente dalla capacità e volontà di sviluppare un atteggiamento positivo verso il problema.

19 Conclusioni (II) La letteratura sui disabili nei disastri è veramente scarsa (Parr 1987, Rahimi 1993, Tierney et alii 1988). Il problema è ancora negletto sia in termini teorici che pratici nonostante si tratti di un problema di grande importanza. E’ necessario sapere dove sono i disabili quando si verificano le emergenze e assicurare loro i giusti servizi.

20 Riflessioni in Italia Linee guida Ministero dell’interno
Carta di Verona

21 Linee guida Il ministero dell'Interno ha pubblicato delle linee guida per la valutazione della sicurezza antincendio nei luoghi ove siano presenti persone disabili. Con la Circolare n° 4 del 1 marzo 2002, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Ministero dell'Interno, in collaborazione con la Consulta Nazionale delle Persone Disabili e delle loro Famiglie, ha elaborato delle linee guida per la valutazione del rischio d'incendio nei luoghi con presenza di persone con ridotte o impedite capacità motorie, sensoriali o mentali.

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23 Carta di Verona sul salvataggio delle Persone con disabilità in caso di Disastri (2007)
La Verona Charter è: Una pietra miliare nel riconoscimento ufficiale dell’esistenza di un problema che deve essere affrontato; Segna l’apice di un progetto che ha studiato la categoria dei disabili nei disastri in vari paesi dell’Europa; Ha contribuito alla formulazione di un chiaro quadro del problema e delle possibili soluzioni; Affronta il problema della emergenza.

24 Emergenza E’ la situazione che segue ad un evento incidentale grave non prevedibile; Mette in condizione di pericolo e forte stress un individuo, più persone o un’intera comunità (incidenti stradali, ferroviari, aerei…; calamità naturali come terremoti, alluvioni…; guerra o attentati terroristici). Pone le vittime nell’incapacità o nell’impossibilità di ripristinare nell’immediato una condizione di “normalità”. L'azione più istintiva, in questi casi, è spesso la fuga, che potrebbe rivelarsi la scelta peggiore. Impone che in ogni luogo dove sia presente un soggetto con deficit vengano designate due unità di personale che si prenderanno cura del soggetto con disabilità.

25 Elementi critici di ostacolo nella situazione di Emergenza
Ostacoli di tipo edilizio presenti nell’ambiente: gradini od ostacoli sui percorsi orizzontali; non linearità dei percorsi; presenza di passaggi di larghezza inadeguata e/o di elementi sporgenti che possono rendere tortuoso e pericoloso un percorso; lunghezza eccessiva dei percorsi; presenza di rampe delle scale aventi caratteristiche inadeguate; ostacoli di tipo impiantistico o gestionale (presenza di porte…); organizzazione/disposizione degli arredi, macchinari o altri elementi in modo da non determinare impedimenti ad un agevole movimento degli utenti; mancanza di misure alternative all’esodo autonomo lungo le scale, nel caso di ambienti posti al piano diverso da quello dell’uscita.

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27 Misure da attuarsi al momento del verificarsi dell’emergenza
Attendere lo sfollamento delle altre persone; Accompagnare, o far accompagnare, le persone con capacità motorie o sensoriali ridotte all’esterno dell’edificio; Provvedere al trasporto del disabile fino ad un luogo idoneo, possibilmente un locale dotato di finestra, in attesa dei soccorsi (spazi calmi); Segnalare al Centralino di Emergenza o ad un altro Addetto Antincendio l’avvenuta evacuazione del disabile o l’impossibilità di effettuarla.

28 D.M.9/4/1994 (Approvazione della regola tecniCA DI PREVENZIONE INCENDI PER LA COSTRUZIONE E L’ESERCIZIO DELLE ATTIVITà RICETTIVE TURISTICO-ALBERGHIERE) INTRODUCE IL CONCETTO DI SPAZIO CALMO, IDENTIFICATO COME “luogo sicuro contiguo e comunicante con una via di esodo verticale od in essa inserito. Tale spazio non dovrà costituire intralcio alla fruibilità delle vie di esodo ed avere caratteristiche tali da garantire la permanenza di persone con ridotte o impedite capacità motorie in attesa dei soccorsi”.

29 D.M.236 del 14/06/1989 Per “barriere architettoniche”si intendono:
Gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea; Gli ostacoli che limitano o impediscano a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti; La mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i non udenti.

30 D.M.236 del 14/6/1989 Per “accessibilità” si intende la possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l’edificio o le singole unità immobiliari o ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia. E’ l’interazione uomo-edificio-ambiente che influenza la capacità di un individuo di evacuare in sicurezza.

31 Percezione dell’allarme
Adozione di segnali acustici contenenti informazioni complete sull’oggetto della comunicazione; Installazione di impianti di segnalazione di allarmi ottici; Installazione di impianti di segnalazione di allarme a vibrazione (nel caso di persone che dormono o che possono non percepire i segnali ottici o acustici).

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33 Orientamento Realizzazione di sistemi di comunicazione sonora;
Realizzazione di superfici cui sono presenti riferimenti tattili; Verifica della presenza di altri particolari indicatori; Verifica che la segnaletica sul piano di calpestio abbia un buon contrasto cromatico rispetto alla pavimentazione ordinaria; La percezione di tale contrasto deve essere garantita nelle diverse; condizioni di illuminamento e su piani di calpestio in condizioni asciutte o bagnate; Segnaletica luminosa e/o lampeggiante…

34 Misure da adottarsi a seconda della tipologia di deficit
Disabili motori: -scegliere un percorso di evacuazione accessibile (privo di ostacoli, gradini, ecc.) e fornire assistenza nel percorrerlo. Disabili sensoriali: -Uditivi: facilitare la comunicazione (lettura labiale, frasi brevi, frasi scritte); -Visivi: manifestare la propria presenza, definire il pericolo, definire le azioni, guidarli in luogo sicuro. Disabili cognitivi: -assicurarsi della percezione del pericolo, fornire istruzioni semplici.

35 D.M. 10/3/1998 (Criteri di sicurezza antincendio o per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro) Assistenza alle persone con visibilità e udito menomato o limitato Il datore di lavoro deve assicurare che i lavoratori con visibilità limitata, siano in grado di percorrere le vie di uscita. In caso di evacuazione del luogo di lavoro, occorre che i lavoratori, fisicamente idonei ed appositamente incaricati, guidino le persone con visibilità menomata o limitata. Nel caso di persone con udito limitato o menomato esiste la possibilità che non sia percepito il segnale dia allarme. In tali circostanze occorre che una persona appositamente incaricata, allerti l’individuo menomato.

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37 Tecniche di assistenza a persone con deficit uditivo
Per consentire al sordo una buona lettura labiale, la distanza ottimale nella conversazione non deve mai superare il metro e mezzo. Il viso di chi parla deve essere illuminato in modo da permettere la lettura labiale. Nel parlare è necessario tenere ferma la testa e possibilmente, il viso di chi parla deve essere al livello degli occhi della persona sorda. Parlare distintamente, ma senza esagerare, avendo cura di non storpiare la pronuncia: la lettura labiale, infatti, si basa sulla pronuncia corretta. La velocità del discorso deve essere moderata: ne troppo in fretta ne troppo adagio. Usare possibilmente frasi corte, semplici ma complete, esposte con un tono normale di voce (non occorre gridare). Anche se la persona sorda porta le protesi acustiche, non sempre riesce a percepire perfettamente il parlato, occorre dunque comportarsi seguendo le regole di comunicazione appena esposte.

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39 1 Tecniche di assistenza a persone con deficit visivo
Annunciare la propria presenza e parlare con voce ben distinta e comprensibile fin da quando si entra nell'ambiente in cui è presente la persona da aiutare. Parlare naturalmente, senza gridare, e direttamente verso l'interlocutore, senza interporre una terza persona, descrivendo l'evento e la reale situazione di pericolo. Non temere di usare parole come "vedere”, "guardare" o " cieco”. Offrire assistenza lasciando che la persona vi spieghi di cosa ha bisogno. Descrivere in anticipo le azioni da intraprendere.

40 2 Tecniche di assistenza a persone con deficit visivo
Lasciare che la persona afferri leggermente il braccio o la spalla per farsi guidare (può scegliere di camminare leggermente dietro per valutare la reazione del corpo agli ostacoli). lungo il percorso è necessario annunciare, ad alta voce, la presenza di scale, porte ed altre eventuali situazioni e/o ostacoli. Qualora si ponesse la necessità di guidare più persone con le stesse difficoltà, invitarle a tenersi per mano. Una volta raggiunto l'esterno, o lo spazio calmo, è necessario accertare che la persona aiutata  non sia abbandonata a se stessa ma rimanga in compagnia di altri fino alla fine dell'emergenza.

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42 …nel caso di un cieco con cane guida
Non accarezzare od offrire cibo al cane senza il permesso del padrone; Quando il cane porta la “guida” (imbracatura) vuol dire che sta svolgendo le sue mansioni; Se non volete che il cane guidi il suo padrone, fate rimuovere la “guida”; Accertarsi che il cane sia portato in salvo con il padrone; Nel caso la persona da soccorrere chieda di badare al cane, questo va sempre tenuto al guinzaglio e non per la “guida”.

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44 Infine… “I disabili sono stati resi più vulnerabili verso i pericoli naturali tramite processi storici di esclusione e impoverimento. Di conseguenza, la loro esperienza dei disastri può essere più acuta e di più lunga durata rispetto alla popolazione dei non disabili.” (Hemingway e Priestley 2006).

45 Grazie


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