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VITA COMUNQUE ! FINO ALL’ULTIMO
COMUNICAZIONE E RELAZIONE COL PAZIENTE NELL’ACCOGLIENZA IN HOSPICE SABATO 26 MAGGIO 2007 NEGRAR G.V.ROMANELLI-SICP VENETO
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MEDICINA PALLIATIVA “L’INSIEME DELLE CURE PRESTATE ALLA PERSONA SOFFERENTE CON L’INTENTO PRIMARIO DI SALVAGUARDARE IL PIU’ POSSIBILE LA QUALITA’ DELLA VITA E CHE SI FONDA PROPRIO SUL CONCETTO CHE, QUANDO NON C’E’ PIU’ NIENTE DA FARE PER LA MALATTIA, TUTTO C’E’ ANCORA DA FARE PER CURARE E PRENDERSI CURA DI CHI STA MALE E ALLEVIARE LE SUE SOFFERENZE”
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LE CURE PALLIATIVE… Affermano la vita e considerano la morte come evento naturale Non accelerano né ritardano la morte Provvedono al sollievo del dolore e degli altri sintomi Sono attente agli aspetti fisici, psicologici e spirituali Offrono un sistema di supporto per aiutare i malati a vivere il più attivamente possibile fino alla morte Offrono un sistema di supporto per aiutare la famiglia durante la malattia ed il lutto Documento Commissione Ministeriale Cure Palliative
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MEDICINA PALLIATIVA TO CURE TO CARE
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DOLORE TOTALE SOFFERENZA FISICA SOFFERENZA PSICOLOGICA
SOFFERENZA SOCIALE SOFFERENZA SPIRITUALE
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I PRESUPPOSTI DELLA MEDICINA PALLIATIVA
ACCOMPAGNARE CONDIVIDERE COMPATIRE
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….È un lavoro di squadra!….
LAVORO DI EQUIPE MULTIDISCIPLINARE ….È un lavoro di squadra!….
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…all’inizio 2 barche spoglie si avvicinano…
ALL’INIZIO E’ DIFFICILE CONDIVIDIRE GLI SPAZIi. Prevale la diffidenza. …all’inizio 2 barche spoglie si avvicinano…
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…si avverte un senso di imbarazzo e di diffidenza…
OGNUNO STA AL SUO POSTO. La solitudine del malato è molto legata al fatto di non poter esprimere liberamente i suoi sentimenti.E’ chiuso nei suoi pensieri e nella sua sofferenza. …si avverte un senso di imbarazzo e di diffidenza…
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….non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare….
(seneca) CONDIVIDERE IL VIAGGIO
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“…è impossibile conoscere gli uomini senza conoscere
la forza delle parole…” (freud) La possibilità di "vivere" nella fase terminale dipende dalla possibilità di esprimere i propri reali sentimenti: rifiuto, collera, patteggia mento, depressione, accettazione. E’ frequente comunicare con loro a senso unico, impedendo loro di parlare liberamente per l’imbarazzo che le loro parole potrebbero suscitare.
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Il problema della verità non è contenibile entro l’alternativa di dire o non dire la verità. Compito di chi assiste è di lasciare il malato venire alla sua verità, con la preoccupazione principale che questo processo non avvenga nell’isolamento e che non si senta abbandonato. La "congiura del silenzio" è funzionale a chi assiste il malato terminale più che a chi è assistito
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All’inizio può sentirsi costretto o isolato…
NON DEVE SENTIRSI COSTRETTO O ISOLATO
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…Non interrompere mai la comunicazione…
NON INTERROMPERE LA COMUNICAZIONE: ARMONIA NEL LAVORO DI EQUIPE …Non interrompere mai la comunicazione…
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Non deve mai sentirsi solo e ignorato
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Non pretendiamo che siano tutti degli eroi!
NON PRETENDIAMO CHE SIANO TUTTI EROI
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Favoriamo lo spazio per la riflessione e la spiritualità
LO SPAZIO PER LA RIFLESSIONE E LA SPIRITUALITA’ Favoriamo lo spazio per la riflessione e la spiritualità
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Favoriamo lo spazio per la religiosità
LO SPAZIO PER LA RELIGIOSITA’ Favoriamo lo spazio per la religiosità
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accettare i giorni bui, in cui tutto è difficile da sopportare
PREVEDERE MOMENTI BURRASCOSI
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..accettare i momenti in cui la relazione diventa difficile come è difficile attraversare il deserto… O MOMENTI DI STERILITA’ NELLA RELAZIONE
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e gli animi ribollono come un mare agitato…
…accettare i momenti in cui tutto viene messo in discussione e gli animi ribollono come un mare agitato… MOMENTI DI BURRASCA E DI OPPOSIZIONE AD UN MARE TRANQUILLO
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..accettare i momenti in cui la relazione non è più possibile perché il pensiero si distorce nel delirio.. MOMENTI DI CONFUSIONE E DI DELIRIO
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…se tutto è andato per il meglio, poter volare uniti, almeno per un tratto di strada….
INFINE IDEALMENTE, SE TUTTO E’ ANDATO PER IL MEGLIO, POTER VOLARE UNITI
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LO SPAZIO AL RACCOGLIMENTO E ALLO SVILUPPO DELLE PROPRIE FANTASIE, FINO A LASCIARLO VOLARE VERSO IL SUO SOLE Favoriamo il raccoglimento e lo sviluppo delle loro fantasie, fino a lasciarli volare verso il loro sole!!
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La tenerezza Virtù qualificante dell’accompagnamento
“Quando il ragionamento è perturbato, come accade negli stadi di disturbo mentale della persona anziana, sembra che permanga una sorta di conoscenza affettiva. Amare ed essere amati restano, anche in questi momenti, i gesti della vita. Lo slancio del cuore va sostenuto. E perciò l’ammalato grave va incoraggiato a manifestare la propria capacità di amare; ma soprattutto deve essere amato.
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La tenerezza Virtù qualificante dell’accompagnamento
Infine nelle ultime ore, quando lo stato di grande indebolimento si accentua e le parole diventano povere ed insufficienti, i malati si sentono molto pacificati se si trovano in un clima di dolcezza. È il tempo di semplificare le cose, il tempo della tenerezza affidata allo sguardo e al contatto fisico”. Ch. Jomain, Vivere fino all'ultimo istante, Milano 1986
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“IL MALATO TERMINALE RESTA UNA PERSONA
E IN QUANTO TALE CAPACE FINO ALL’ULTIMO, SE POSTO IN CONDIZIONE DI ESSERE INSERITO IN UNA RELAZIONE, DI FARE DELLA PROPRIA VITA UN’ESPERIENZA DI CRESCITA E DI COMPIMENTO”
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Grazie per l’attenzione
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