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Produzione alimentare e Promozione della Salute:

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Presentazione sul tema: "Produzione alimentare e Promozione della Salute:"— Transcript della presentazione:

1 Produzione alimentare e Promozione della Salute:
LO SVILUPPO SOSTENIBILE e il TERRITORIO Valutazione dell’impatto ambientale 19-20 gennaio 2006 Andrea Forni UDA-ADVISOR Agenzia per lo sviluppo sostenibile-ENEA Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica “G. Sanarelli” Università degli Studi di Roma “La Sapienza

2 Autorità Ambientale UE Parma
Il concetto di sicurezza alimentare si è evoluto dopo la BSE. Tra le iniziative una delle più importanti è stata l’istituzione della EFSA(European Food Security Agency) con sede a Parma Compiti dell’EFSA sono tra gli altri: Valutazione dei rischi Valutazione prodotti e processi su dossier di aziende Comunicazione diretta con il pubblico Identificazione dei rischi emergenti

3 Ambiente e Emergenze alimentari
In sede EFSA si affermano, oggi, le seguenti emergenze alimentari Valutazione dei rischi e dei benefici sanitari dell’agricoltura biologica Valutazione dei rischi legati agli idrocarburi policiclici aromatici Limiti di sicurezza dei minerali negli alimenti Rischi legati alle allergie Vulnerabilità della filiera delle galline ovaiole Micotossine Protozoi nelle acque

4 Ambiente e agroalimentare
Qualunque impianto agroalimentare influenza lo sviluppo di un territorio. In quanto tale è “ipoteticamente” fruitore di fondi e modificatore dell’esistente Si crea un problema costi-benefici In ambito CEE il regolamento 2081/1993: Norma l’uso dei fondi strutturali (oggi nuova tornata ) In ambito UE la direttiva 42/2001: norma la VAS (procedura di valutazione dei piani e programmi)

5 Ambiente Agricoltura e Territorio
Il rapporto tra i tre elementi, fondamentali per la sicurezza alimentare, è diviso tra varie competenze: ARPA - REGIONALE AUTORITA AMBIENTALE - REGIONALE AUSL - LOCALE APAT - NAZIONALE MATT e MAG - NAZIONALE Manca un’Autorità Scientifica Nazionale con competenze (igienico sanitarie, tecnologiche, nutrizionali), di VALUTAZIONE DEL RISCHIO ALIMENTARE

6 Emergenze Ambientali e Convenzioni
emergenze ambientali riconosciute dalla comunità scientifica internazionale Senza Convenzioni Inquinamento aria Inquinamento acqua Inquinamento del suolo Incremento demografico Rifiuti tossici Estinzione specie animali e vegetali Con Convenzioni Deforestazione e desertificazione Buco nell’ozono Effetto serra

7 Emergenze ambientali ed alimentari
Emergenze ambientali Senza convenzioni Emergenze alimentari EFSA Valutazione dei rischi e dei benefici sanitari dell’agricoltura biologica Valutazione dei rischi legati agli idrocarburi policiclici aromatici Limiti di sicurezza dei minerali negli alimenti Rischi legati alle allergie Inquinamento aria Inquinamento acqua Inquinamento del suolo Incremento demografico Rifiuti tossici Estinzione specie animali e vegetali

8 Concetto Sviluppo Sostenibile
viene espresso la prima volta nel RAPPORTO BRUNDTLAND-ONU-1987 intitolato OUR COMMON FUTURE e recita LO SVILUPPO E’ SOSTENIBILE SE SODDISFA I BISOGNI DELLE GENERAZIONI ATTUALI SENZA COMPROMETTERE LE POSSIBILITÀ PER LE GENERAZIONI FUTURE DI SODDISFARE I PROPRI BISOGNI

9 La sostenibilità dello sviluppo
Dimensione economica Distretto-azienda territorio Dimensione sociale Dimensione ecologica

10 Ricerca, Progettazione, Valutazione
LA RICERCA DELLA SOLUZIONE POSSIBILE si basa su TRE FASI 1° = IDENTIFICAZIONE DEL PROBLEMA (ANALISI) 2° = SVILUPPO DI UNA SOLUZIONE (TEORIA) 3° = VERIFICA DEI LIMITI DELLA TEORIA (SPERIMENTAZIONE) QUESTO METODO VALE PER L’UOMO PREISTORICO E PER L’UOMO MODERNO

11 Metodi di progettazione-ricerca-valutazione
1° RIDUZIONISTICO IL PROBLEMA SI COMPRENDE RIDUCENDOLO ALLA COMPRENSIONE DEI SUOI COMPONENTI ELEMENTARI 2° OLISTICO IL PROBLEMA SI COMPRENDE ESAMINANDOLO COME SISTEMA, CON COMPRENSIONE MULTIDISCIPLINARE

12 Valutazione: il modello DPSIR
Per valutare si usano indicatori: Introdotto dall’EEA nel 1998 Driver Response Imprese Popolazione Istituzioni Normative Networking Innovazione Pressure Impact State Rifiuti Emissioni Scarichi idrici Prelievi idrici Inquinamento diffuso e continuato: impatto sull’ecosistema impatto sulla salute Qualità aria, acqua, suolo…

13 Definizione di indicatore
L’indicatore si può considerare come un frammento di informazione che concorre a rappresentare lo stato di un sistema più ampio. Un indicatore può essere considerato come una variabile che riassume e/o semplifica informazioni rilevanti, fornisce una traccia su un tema più ampio e mostra un trend o un fenomeno non direttamente rilevabile. Un buon indicatore, dovrebbe inoltre rispondere ad alcuni requisiti fondamentali: essere semplice da riempire/misurare essere capace di quantificare gli aspetti esaminati, essere capace di comunicare, cioè di presentare i problemi complessi in maniera da renderli comprensibili.

14 Piramide dell’informazione
indici indicatori Dati elaborati Dati primari: misure In molte analisi, gli indicatori sono considerati l'unità di misura della sostenibilità, e la Conferenza di Rio del 1992 ha istituzionalizzato questa scelta metodologica, facendo degli indicatori di sostenibilità lo strumento principe per la progettazione e l'attuazione delle politiche

15 Caratteristiche degli indicatori
Rilevanza politica e utilità per i destinatari: semplicità e facilità di interpretazione capacità di consenso sociale partecipazione della popolazione nell'uso degli indicatori esistenza di un valore soglia, o di riferimento, per valutare le informazioni Struttura analitica Fondatezza tecnica e scientifica Trasparenza e standardizzazione della metodologia utilizzata Misurabilità Valori misurabili, o perlomeno osservabili Disponibilità dei dati e rapporto costi/benefici ragionevole Aggiornamento dei dati con scadenze regolari Fonte: OCSE e R.S.A.-ITALIA 2000

16 Valutazione ambientale: VAS e VIA
La VAS (valutazione ambientale strategica) è un processo di valutazione preventivo e sistemico degli effetti ambientali, sia diretti che indiretti, connessi a una determinata politica di sviluppo del territorio VIA –valutazione impatto ambientale- si applica solo a progetti esecutivi di impianti di macro dimensioni La VAS sovrasta gerarchicamente la VIA

17 VAS: ex direttiva UE 2001/42 L’U.E. inserisce la VAS tra i nuovi strumenti da utilizzare per la programmazione dello sviluppo e la rende obbligatoria nei paesi aderenti. La VAS nasce per l’uso dei fondi strutturali, e la si applica anche per piani e programmi territoriali e settoriali: Piano Energetico, Piano dei Trasporti, Piano di coordinamento territoriale, ecc. Il ruolo delle regioni in queste applicazioni VAS è fondamentale.

18 Nuove competenze regionali in materia ambientale
Le azioni di tutela dell’ambiente vengono gestite e normate dalle regioni Le procedura di VIA e di VAS sono recepite con leggi regionali Le regioni sono concorrenti con lo stato centrale nel definire la legislazione ambientale (titolo V° della Costituzione) Esempi: Centrali elettriche, condono edilizio, semplificazioni e facilitazioni per EMAS Mancano esempi di VAS dedicati all’agroalimentare ci sono VAS informali di piani parchi e distretti rurali

19 VAS: processo valutativo
Definizione obiettivi Analisi iniziale con valutazione dei rischi (VIA) Definizione alternative progettuali (VIA) Valutazione quanti-qualitativa delle soluzioni Consultazione-informazione (VIA)-tolta con il salva centrali Scelta programmatica e progettuale Gestione Monitoraggio periodico dell’attuazione

20 Obiettivi VAS 10 criteri manuale CE DGXI 1998, condivisi dalla comunità scientifica Ridurre le fonti energetiche non rinnovabili Rimanere nei limiti di rigenerazione delle risorse naturali Uso corretto delle sostanze e rifiuti pericolosi Conservare le qualità dei suoli e delle risorse idriche Conservare l’habitat, flora, fauna e paesaggi Conservare la qualità delle risorse storiche e culturali Conservare la qualità dell’ambiente locale Protezione atmosfera Informare ed educare sulle problematiche ambientali Promuovere la partecipazione dei cittadini

21 Contesto territoriale socioeconomico e ambiente
Contesto socioeconomico Contesto sociale Contesto economico Caratteristiche della popolazione Rete strutture insediative Dinamiche demografiche Qualità dei servizi Dinamiche culturali Sistema produttivo ambiente

22 VAS: Reti e Territorio Reti di fruizione delle risorse
Reti storico culturali Reti economico sociali Reti infrastrutturali Reti urbane Reti ecologiche

23 VAS: Paradigma territorialista
Oltre al paradigma ecologista che parte esclusivamente dalla salvaguardia degli elementi naturali del contesto, esiste in campo scientifico, un paradigma territorialista che ha come obiettivo la salvaguardia del territorio, sia negli aspetti antropici che naturali. A tal fine, in questa teorizzazione degli interventi, il territorio viene ad essere interpretato come un sistema di reti sovrapposte che interagiscono tra loro, determinando così effetti complessi sulla qualità dell’ambiente.

24 COMUNITA ANTROPICA “INVESTITA” DAL
Metodi di valutazione Si inseriscono gli indicatori in diversi metodi: Matrice impatti-obiettivi Analisi multicriterio Analisi costi benefici Per tutti i metodi è fondamentale definire il territorio di riferimento Che coincide con il territorio occupato dalla COMUNITA ANTROPICA “INVESTITA” DAL PIANO E/O PROGETTO

25 Indicatori e metodi Matrice impatto obiettivo: sono solo quantitativi e possono essere solo formali ( rispondenza alle norme), tipica per la valutazione centrali elettriche Costi benefici: Sono solo economici e monetari tipica per la valutazione del danno ambientale Multicriteri: sono quantitativi e qualitativi, anche monetari, e consentono al decisore di intervenire alla luce del sole nella decisione, da usare sempre

26 MATRICE IMPATTO OBIETTIVO
Progetto 1 Progetto 2 Progetto 3 OBIETTIVO Distretto lattiero caseario, trasformazione Distretto lattiero caseario, allevamento Distretto oleario, trasformazione IMPATTO 1 endogeno Reflui organici Deiezioni e gas serra Rifiuti solidi e reflui organici IMPATTO 2 Controlli Qualità e igiene Controlli Sanitari e mangimi Controlli Qualità materie prime e prodotti finiti IMPATTO esogeno Sistema trasporti e distribuzione Inquinamento esogeno latte e carne Inquinamento esogeno frutti

27 Valutazione multicriteri
Meglio della matrice (usata per la VIA), che verifica solo la rispondenza alle norme, è la costi benefici ACB Meglio della costi benefici (ACB) che può dare solo alcuni valori economici, è la multicriteri (AMC) Si individua il territorio di riferimento Si costruisce un set di indicatori (ciascuno con unità di misura proprie), quantitativi e qualitativi Si elencano le differenti alternative progettuali La AMC si basa su differenti alternative progettuali, valutate ciascuna con propri criteri. Ciascuna valutazione viene pesata

28 PressioneRispostaDrivers
Tabella multicriteri: distretto lattiero caseario Impianto di trasformazione indicatori ambientali sociali economici Impatto PressioneRispostaDrivers Stato (DPSIR) Reflui, Rete trattamento reflui, Consumi energetici, Distribuzione raccolta rifiuti, Controlli sanitari e qualità, Paesaggio Formazione addetti, Forza lavoro, Cultura agroalim., Destinazione d’uso terr. Insediamenti residenziali Reddito prodotto, Reddito sostituito, Coesistenza con il sistema produttivo esistente, Costi impianto e servizi

29 Confronto e valutazione
A ciascuno degli indicatori Ii, ambientali, sociali, economici si da un valore VI, misurato e normalizzato (adimensionale) VIN, ed un peso KI, deciso, e si calcola il totale TI = KI X VIN Per ogni progetto si avrà un totale TGenerale dato dalla somma di tutti i TI calcolati per il progetto. Il progetto con il TGenerale più alto è il migliore

30 Dai programmi istituzionali alle imprese
Nei programmi la UE inserisce, per le imprese ed il sistema produttivo Superamento della logica “comando e controllo” Stimolo all’adozione di strumenti volontari da parte delle imprese (EMAS) Promozione di un atteggiamento proattivo dei settori economici Il supporto alla sinergia tra imprese e territorio

31 Anche le imprese sono coinvolte con norme apposite
SEVESO II° Dir.UE 96/82 (integrated command and control)-1999 VIA, L. 349/86 e DPCM 377/88 (command and control) IPPC D. UE 96/91 (integrated command and control)-1999 ECOLABEL Reg.UE 880/92 (adesione volontaria) EMAS I° Reg.UE1836/93 (adesione volontaria) RIFIUTI L. 22/97 (command and control) EIA-VIA Dir.UE 97/11 (integrated command and control)-1999 EMAS II° Reg.UE 761/2001 (adesione volontaria) Decisione della Commissione 2001/681/CE e Raccomandazione della Commissione 2001/680/CE (distretti e aree) VAS dir.42/2001


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