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PLATELMINTI
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{ parole chiave Simmetria bilaterale Triploblastici Acelomati
Apparati respiratorio e circolatorio Organizzazione bidimensionale Vermi piatti. Sono un gruppo particolarmente importante nelle speculazioni filogenetiche sull’evoluzione dei metazoi. Sono considerati alla base della linea dei bilateri e degli stessi Metazoi. Le nuove acquisizioni evolutive (apomorfie) di questo gruppo sono: la simmetria bilaterale e la cefalizzazione, connesse con la locomozione attiva, e la struttura triploblastica, con parenchima mesodermico che riempie l’interno del corpo. Caratteri primitivi (plesiomorfie) sono: l’assenza di una cavità del corpo; l’assenza di apparati respiratorio e circolatorio. Queste due caratteristiche comportano alternativamente la limitazione della massa corporea o la riduzione a una condizione pressoché bidimensionale, per ridurre la distanza di scambio tra le cellule e l’ambiente esterno. Altre caratteristiche del phylum sono: tubo digerente, quando presente, con un’apertura unica (assenza di ano); escrezione e osmoregolazione a carico di strutture protonefridiali (cellule a fiamma). Con l’eccezione dei Turbellari Arcoofori, che hanno uova endolecitiche, gli ovari sono suddivisi in germari, che producono uova prive di vitello, e vitellari che producono cellule nutritive (derivate da uova abortive). Apparato digerente assente o con apertura unica Escrezione tramite protonefridi
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Simmetria bilaterale orale aborale dorsale posteriore anteriore
ventrale
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Protonefridi
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Phylum: PLATELMINTI classificazione Classe: TURBELLARI
Classe: TREMATODI Classe: MONOGENEI I Platelminti sono divisi in quattro classi: Turbellari, per lo più a vita libera e con epidermide ciliata, Trematodi, Monogenei e Cestodi tutti più o meno specializzati per la vita parassitaria. Classe: CESTODI
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Turbellari TURBELLARI I Turbellari costituiscono un gruppo eterogeneo dal punto di vista filogenetico. Le revisioni più recenti lo considerano un taxon polifiletico di mero valore descrittivo. Tradizionalmente gli Aceli, privi anche della cavità grastrointestinale, sono stati considerati come il gruppo più primitivo. Più recentemente sono stati segnalati elementi, quali la struttura modificata delle cilia e la segmentazione spirale anomala, che avvicinano gli Aceli agli Pseudocelomati, e li caratterizzano come gruppo derivato. Essi hanno inoltre, come altri turbellari “superiori”, spermatozoi biflagellati. La forma primitiva monoflagellata è presente invece nei Nemertodermatidi. Da altri autori è stato ritenuto primitivo il basso numero di cilia presenti nell’epidermide dei Catenulidi. Probabilmente questi tre gruppi sono derivati in parallelo da una forma acelica ancora più semplice. I Policladi e i Seriati costituiscono un raggruppamento più evoluto, con tutte le caratteristiche dei Protostomi. Da antenati simili ai Rabdoceli si potrebbero essere evolute le altre classi dei Platelminti.
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PLATELMINTI – Turbellari: struttura
occhi a coppa intestino diverticolo intestinale TURBELLARI faringe epidermide testicolo muscoli longitudinali ovidotto 3000 specie, da microscopici a 60 cm (generalmente sotto i 10 mm). Prevalentemente acquatici, in maggioranza marini, bentonici. Poche specie terrestri. Caratteristica dei Turbellari è l’epidermide ciliata. Le cilia servono per il movimento in ambiente acquatico, a contatto con il fondo. Spesso sono presenti prominenze cefaliche in forma di tentacoli o auricole. E’ presenta una bocca ventrale, con faringe e, generalmente, un intestino a fondo cieco. Sotto l’epidermide ci sono due strati muscolari (circolari e longitudinali). All’interno è presente un parenchima continuo di grandi cellule. Il sistema escretore è di tipo protonefridiale con cellule a fiamma. Sistema nervoso a rete diffusa, nelle forme più primitive, centralizzato e cefalizzato (per la prima volta nei Metazoi) nella maggior parte delle specie, con una massa gangliare cefalica e due o più cordoni ventrali, con o senza gangli. Quasi tutti ermafroditi, con aperture separate (condizione primitiva) o atrio unico. bocca muscoli circolari protonefridio dotto spermatico cordone nervoso
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PLATELMINTI – Turbellari: esempi
Planarie in vivo. Bipalium, una planaria terrestre. Policladi marini. Di dimensioni troppo grandi per la locomozione ciliare, si muovono prevalentemente con onde muscolari.
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Trematodi TREMATODI I Trematodi sono platelminti parassiti, per lo più di Molluschi e Vertebrati, con due ventose impari di attacco, una orale e una ventrale, epitelio sinciziale e apparato digerente ben sviluppato. Comprendono gli Schistosomi, Le Fasciole, i Distomi e altri gruppi con cicli riproduttivi complessi e passaggio attraverso ospiti diversi; uno o più ospiti intermedi, in cui avviene la propagazione larvale attraverso meccanismi di pedogenesi o poliembrionia, e un ospite definitivo, vertebrato, in cui avviene l’accrescimento degli individui e la riproduzione anfigonica. Probabilmente si sono originati da forme ectoparassite (di Molluschi), ascrivibili ai Rabdoceli. In seguito sono passati alla vita endoparassitaria, mantenendo una forma larvale libera e natante. Infine avrebbero sfruttato un secondo ospite vertebrato, che consente una maggiore disponibilità di cibo e una diffusione più ampia. Il peculiare sistema riproduttivo, modificatosi in seguito alla colonizzazione di più ospiti, consente un migliore impiego delle risorse attraverso una fase di moltiplicazione larvale (nell’ospite intermedio) e una fase di accrescimento e riproduzione anfigonica (nell’ospite definitivo).
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PLATELMINTI – Trematodi: struttura
ventosa orale intestino cirro ventosa ventrale utero deferente ovario dotto vitellino vitellogeni ootipo testicoli Fasciola. 2-3 cm. L’intestino è diviso in due lobi diverticolati. Apparato riproduttore: i testicoli occupano la parte posteriore dell’animale e sboccano con due deferenti nel poro genitale comune, in corrispondenza di un cirro copulatore. L’ovario e i vitellogeni (con dotti vitellini) confluiscono nell’ootipo, dove le ghiandole del Mehlis consentono l’indurimento del guscio (secreto dalle cellule vitelline) che avvolge uova e cellule vitelline.
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PLATELMINTI – Trematodi: cicli vitali
Ciclo di Clonorchis sinensis. L’adulto si localizza nel fegato di persone che hanno mangiato pesce infestato dalle metacercarie.
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PLATELMINTI - Trematodi : Schistosoma
Schistosoma. Uno dei rari esempi di gonocorismo nei Platelminti. La femmina, più piccola, è accolta nel canale ginecoforo del maschio. ove avviene la copula.
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Monogenei MONOGENEI Platelminti per lo più ectoparassiti, con ospite unico (vertebrato ectotermo), forniti di una o due ventose anteriori (prohaptor) e un apparato adesivo posteriore (opisthaptor).
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PLATELMINTI – Monogenei: struttura
vagina intestino bocca utero embrione ovario testicoli vitellogeni L’intestino è per lo più bifido. La vagina ha aperture separate dal resto dell’apparato riproduttore. opisthaptor
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PLATELMINTI – Monogenei: Diplozoon
Diplozoon paradoxum, due individui si uniscono precocemente e fondono i rispettivi sistemi riproduttori, rimanendo uniti per tutto il resto della vita.
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Cestodi CESTODI Cestodi. Endoparassiti estremamente adattati alla vita parassitaria con completa dipendenza dall’ospite. Epidermide sinciziale con microvilli per aumentare la superficie di assorbimento. Mancano di bocca e tubo digerente. Organi di senso e sistema nervoso ridotti. Cicli complessi con 1-3 ospiti intermedi. Nastriformi, insegmentati (forme monozoiche) o divisi in proglottidi (forme polizoiche). Dimensioni da 1 mm a 15 m.
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PLATELMINTI – Cestodi: scolici
rostello ventosa Nella parte anteriore degli adulti, che spesso forma un capo distinto (scolice), sono presenti organi adesivi (rostelli, botri, botridi, acetaboli) in relazione alla diminuita capacità motoria.
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PLATELMINTI – Cestodi: proglottidi
vitellario ovario ghiandola del Mehlis ootipo spermateca vagina deferente atrio genitale utero Le strutture più rilevanti delle proglottidi sono tutte connesse alla funzione riproduttiva. I Cestodi sono tutti ermafroditi, in qualche caso è presente anche l’autofecondazione. I testicoli sboccano mediante un dotto deferente nel poro genitale comune. I vitellari e gli ovari confluiscono in un dotto ovovitellino e in un ootipo, da cui si diparte l’utero in direzione dorsale e la vagina verso il poro genitale, posto sul lato della proglottide. Le proglottidi più mature sono pressoché ripiene di uova fecondate, si distaccano dal corpo del verme, e vengono emesse dall’ospite definitivo con le feci. In altri cestodi l’utero non è a fondo cieco e le uova vengono emesse all’esterno senza distacco della proglottide. Le cellule a fiamma distribuite lungo tutto il corpo confluiscono in due paia di dotti escretori. sacco del cirro dotti escretori testicoli
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PLATELMINTI – Cestodi: cicli vitali
I cicli vitali dei Cestodi sono di due tipi: acquatico, con ospite definitivo un vertebrato eterotermo e terrestre, con uccelli e mammiferi come ospiti definitivi. Caratteristiche del primo tipo: rilascio sincrono delle uova in corrispondenza della massima disponibilità di ospiti intermedi, utero pervio, larve solide, riproduzione asessuale rara, ciclo comprendente fino a 4 ospiti. Caratteristiche del secondo tipo: rilascio continuo delle uova, utero a fondo cieco, larve cave, riproduzione asessuale frequente, non più di due ospiti. Primo tipo presente negli Pseudofillidei (Diphyllobotrium latum). Le uova sono prodotte in primavera, quando è abbondante l’ospite intermedio, un copepode. La prima larva è un coracidio (oncosfera natante ciliata) che infesta il copepode e si trasforma in procercoide. Nei pesci che si nutrono di copepodi infestati si forma un secondo stadio larvale, il plerocercoide, che passa per via alimentare nell’ospite definitivo. Nel secondo tipo (Ciclofillidei) non vi sono larve libere. Le uova o l’oncosfera, ancora racchiusa nelle proglottidi, possono essere ingerite da un erbivoro o da ectoparassiti (pulci). In essi la larva esacanta si incista in un metacercoide cavo che può dar luogo a moltiplicazione asessuale. L’infestazione dell’ospite definitivo può avvenire per via alimentare o per trasmissione da parte delle pulci.
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PLATELMINTI – Cestodi: Echinococcus
L’adulto di Echinococcus è piccolo (4-5 mm) con tre o quattro proglottidi di cui solo l’ultima contiene larve mature. L’oncosfera può rimanere per 12 giorni vitale nell’erba. Viene ingerita da ovini o dall’uomo (ospiti intermedi) e si localizza preferibilmente nel fegato, dove forma una cisti idatidea che produce fino a 30 protoscolici. Possono generarsi anche cisti secondarie, internamente ed esternamente: il numero totale di individui prodotti può raggiungere il milione.
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