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Ottenere il profitto più alto
4 Ottenere il profitto più alto 4.1 Introduzione 4.2 La scelta del modo economicamente efficiente di produrre L’insieme di scelta La scelta che minimizza il costo La funzione di costo dell’impresa Lungo e breve periodo 4.3 I ricavi e i profitti Il ricavo totale Il profitto più alto Ancora il profitto più alto Costo medio e profitto Cenno al caso di breve periodo 4.4 La curva di offerta 4.5 Il surplus del produttore 4.6 Storie Esci
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Par L’impresa vuole produrre la quantità che le assicura il profitto più alto, ma per ottenere il profitto più alto deve produrre al costo più basso. Per produrre al costo più basso l’impresa deve scegliere la combinazione di fattori della produzione, per esempio macchine e lavoro, che costa meno.
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Par Gli isoquanti sono curve che rappresentano tutte le combinazioni di macchine e lavoro che consentono all’impresa di ottenere la stessa quantità di prodotto.
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Gli isoquanti E B F D Q2 H Q1 A C F G Macchine Lavoro
Par Lavoro Macchine Gli isoquanti Se c’è non solo un modo, ma molti modi alternativi, per produrre la medesima quantità, possiamo supporre che si possa costruire un isoquanto, che rappresenta tutte le combinazioni di macchine e lavoro che assicurano all’impresa la stessa quantità di prodotto. Allora, quanto maggiore è la quantità di lavoro già impiegata, tanto minore è l’aumento del prodotto ottenuto dall’impiego di un’altra unità di lavoro e tanto maggiore è la quantità di lavoro necessaria per sostituire la stessa quantità di macchine Quando si usa la quantità OC di lavoro, invece, per sostituire DH = BD macchine è necessaria la quantità CG di lavoro. Inoltre, un isoquanto è convesso. Ogni punto, quindi, rappresenta una combinazione di macchine e lavoro: il punto E, per esempio, rappresenta una combinazione che prevede l’impiego della quantità OA di lavoro e OB di macchine. Isoquanti più alti rappresentano combinazioni che assicurano produzioni più alte. Infatti, queste combinazioni contengono una quantità più alta di almeno un fattore. Allora, se l’impiego di un’unità addizionale di un fattore contribuisce a far crescere la produzione , la quantità prodotta deve essere più alta. Un isoquanto è decrescente. Infatti, se uso meno macchine la produzione diminuisce. Per fare la stessa quantità di prodotto di prima, quindi, devo usare più lavoro. La combinazione di macchine e lavoro F, per esempio, consente di produrre la stessa quantità di prodotto, Q1, che si può produrre con la combinazione E. Un isoquanto convesso esprime proprio questo fatto. Per esempio, quando si usa la quantità OA di lavoro, per sostituire BD macchine è sufficiente la quantità AC di lavoro. Supponiamo, come sembra ragionevole, che quando aumenta l’impiego di un fattore il prodotto addizionale ottenuto dall’impiego di un’unità addizionale di quel fattore diminuisca. In altri termini supponiamo che la produttività marginale dei fattori sia decrescente. Sugli assi sono indicate le quantità di macchine e lavoro. Infine, gli isoquanti non si incontrano: giustificate voi questa affermazione !!! Q2 A B E Q1 F D C F G H
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Par Gli isocosti sono curve che rappresentano tutte le combinazioni di macchine e lavoro che comportano il medesimo costo per l’impresa.
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Gli isocosti S / PM W C PM 1 B S / W A Macchine Lavoro
Par Lavoro Macchine Gli isocosti Se l’impresa spende S per comprare solamente lavoro, può comprare la quantità S / W di lavoro. Dati i prezzi del lavoro, W, e delle macchine, PM, la curva che rappresenta tutte le combinazioni di lavoro e macchine che comportano la stessa spesa è fatta così ... Isocosti più alti rappresentano combinazioni più costose. Infatti, le combinazioni che si trovano su un isocosto più basso contengono una quantità più bassa di almeno un fattore. Quindi queste combinazioni costano meno. Infine, se l’impresa spende S per comprare solamente macchine, può comprare S / PM macchine. Questa curva è decrescente: quando l’impresa usa più lavoro, se vuole continuare a spendere la stessa somma deve comprare meno macchine. Infatti, se l’impresa compra un’unità addizionale di lavoro, la spesa per il lavoro aumenta di W e allora quella per le macchine deve diminuire di W. Dunque, quando la quantità di lavoro aumenta di una unità, per continuare a spendere la stessa somma l’impresa deve rinunciare a W / PM macchine. Infatti, quando cambia la quantità dei fattori usata dall’impresa, il loro prezzo non cambia. Dunque, poiché il rapporto tra i prezzi non cambia, l’inclinazione della curva non cambia. La curva di isocosto è una retta. L’inclinazione della curva di isocosto è pari al rapporto tra i prezzi dei fattori, cioè - W / PM. S / PM W PM C A 1 B S / W
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La scelta che minimizza il costo
Par Lavoro Macchine La scelta che minimizza il costo Anche L e M consentono di produrre la quantità Q, perché si trovano sullo stesso isoquanto di E. Scegliendo L o M, però, si ottiene un risultato peggiore di quello che ottiene scegliendo E: poiché L e M si trovano su rette di isocosto più alte, costano più di E. Quindi, la combinazione che rappresenta la decisione ottima del produttore è quella rappresentata dal punto dove l’isoquanto è tangente all’isocosto. Se vuole produrre Q, il produttore sceglierà, tra le combinazioni di lavoro e macchine che gli assicurano la produzione Q, quella che gli costa meno. Infatti, se il produttore vuole produrre Q, sceglierà una combinazione di lavoro e macchine che si trova sull’isoquanto corrispondente a Q. Il produttore può scegliere qualsiasi combinazione di lavoro e macchine per fare la produzione che desidera ottenere. Tra le combinazioni di lavoro e macchine che consentono di produrre Q, quella che costa meno è E, che prevede l’uso della quantità OA di lavoro e OB di macchine. Consideriamo l’isoquanto, che definisce le combinazioni di lavoro e macchine che consentono al produttore di produrre la quantità Q, e le curve di isocosto, che definiscono le combinazioni di lavoro e macchine che hanno lo stesso costo. M E A B L Q
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Par Lavoro Macchine La funzione di costo Se l’impresa ripete questa procedura per ogni quantità, può individuare il costo più basso al quale può produrre ogni quantità. Per produrre la quantità Q2 , invece, si deve usare la combinazione F, che prevede l’uso della quantità OC di lavoro e OD di macchine. Procedendo in questo modo per ogni quantità l’impresa può individuare la curva del costo totale, cioè la curva che indica il costo più basso al quale si può produrre ciascuna quantità. Dunque il costo più basso al quale l’impresa può produrre la quantità Q2 è OC x PL OD x PM. Per produrre la quantità Q1 al costo più basso si deve usare la combinazione E, che prevede l’uso della quantità OA di lavoro e OB di macchine. Quindi, se PL è il costo del lavoro e PM è il costo delle macchine, il costo più basso al quale l’impresa può produrre la quantità Q1 è OA x PL + OB x PM. C D F E A B Q2 Q1
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Par La curva del costo totale, quindi, è la curva che indica per ogni quantità il costo più basso al quale l’impresa può produrre ogni quantità. Come può essere fatta questa curva?
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Par Costo totale Quantità La curva del costo totale è convessa se la produzione di un’unità addizionale comporta un aumento sempre più grande del costo totale. La curva del costo totale è concava se la produzione di un’unità addizionale comporta un aumento sempre più piccolo del costo totale. La curva del costo totale deve passare per l’origine degli assi, perché il miglior modo di non produrre è quello di non usare alcun fattore della produzione. Inoltre, la curva del costo totale deve essere crescente: per produrre una quantità più alta si deve sostenere un costo più alto, perché si deve usare una quantità più alta di almeno un fattore. La curva del costo totale è una retta se la produzione di un’unità addizionale comporta sempre lo stesso aumento del costo totale. 1 1 1 1 1 1
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Par Costo totale Quantità La curva del costo totale è può essere prima concava e poi convessa
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Par Nel lungo periodo l’impresa può modificare l’impiego di tutti i fattori della produzione, che sono tutti variabili. Nel breve periodo l’impresa non può modificare l’impiego di alcuni fattori della produzione: alcuni fattori della produzione sono fissi, altri sono variabili.
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La scelta che minimizza il costo nel breve periodo
Par Lavoro Macchine La scelta che minimizza il costo nel breve periodo Per produrre Q1 l’impresa usa OM macchine e OA lavoro. Questa scelta di macchine e lavoro, uguale a quella di lungo periodo, è quella meno costosa. L’impresa, tuttavia, non può usare più macchine: deve usare le OM macchine che possiede. Quindi, se vuole produrre Q2 deve usare OM macchine e la quantità OD di lavoro. Le possibilità produttive sono definite da questi isoquanti e i costi sono definiti da questi isocosti ... Poiché non può modificare la quantità di macchine che possiede, nel breve periodo in generale l’impresa deve usare una combinazione di macchine e lavoro che non è quella meno costosa. La combinazione F, però, è più costosa della combinazione E, perché giace sopra l’isocosto sul quale si trova E. Se potesse scegliere quante macchine usare, per produrre Q2 l’impresa userebbe più macchine, OC, e più lavoro, OB. Supponiamo ora che ci si trovi nel breve periodo: almeno un fattore della produzione è fisso. Supponiamo che l’impresa abbia OM macchine: può scegliere la quantità di lavoro che desidera, ma deve produrre ogni quantità con OM macchine. Q2 Q1 E C F M A D B
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La scelta che minimizza il costo nel breve periodo
Par Lavoro Macchine La scelta che minimizza il costo nel breve periodo Dunque per produrre Q2 l’impresa deve sostenere un costo pari a OM x PM + OD x PL . Quindi, se PM è il costo delle macchine e PL il costo del lavoro, per produrre Q1 l’impresa deve sostenere un costo pari a OM x PM + OA x PL . Se potesse scegliere quante macchine usare, per produrre Q2 l’impresa userebbe più macchine, OC, e più lavoro, OB. L’impresa, tuttavia, non può usare più macchine: deve usare le OM macchine che possiede. Quindi, se vuole produrre Q2 deve usare OM macchine e la quantità OD di lavoro. Per produrre Q1 l’impresa usa OM macchine e OA lavoro. Questa scelta di macchine e lavoro, uguale a quella di lungo periodo, è quella meno costosa. Le possibilità produttive sono definite da questi isoquanti e i costi sono definiti da questi isocosti ... Supponiamo ora che ci si trovi nel breve periodo: almeno un fattore della produzione è fisso. Supponiamo che l’impresa abbia OM macchine: può scegliere la quantità di lavoro che desidera, ma deve produrre ogni quantità con OM macchine. Q2 Q1 C B M A D
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Nel breve periodo, dunque, l’impresa sostiene
Par Nel breve periodo, dunque, l’impresa sostiene un costo fisso, pari al costo delle macchine, che non cambia quando cambia la quantità prodotta perché la quantità delle macchine è data. un costo variabile, uguale al costo del lavoro, che cambia quando cambia la quantità prodotta.
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Par Allora nel breve periodo il costo totale, cioè il costo che l’impresa deve sostenere per produrre ciascuna quantità, è uguale alla somma del costo fisso e del costo variabile CT = CF + CV
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Il costo totale nel breve periodo
Par Quantità Costi Il costo totale nel breve periodo Il costo fisso è rappresentato da una retta orizzontale, perché non cambia quando cambia la quantità prodotta. Il costo variabile è una curva che passa dall’origine, perché quando non si produce non si deve sostenere questo costo, ed è crescente, perché il costo variabile aumenta quando cresce la quantità prodotta. Il costo totale è una curva che non passa per l’origine, perché quando non produce l’impresa deve comunque sostenere un costo fisso, ed è crescente perché quando aumenta la produzione il costo variabile aumenta. Il costo fisso, dunque, può essere rappresentato in questo modo ... Se il costo variabile è rappresentato da una retta ... … la curva del costo totale è ... CT = CF + CV CV CF
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Il costo totale nel breve periodo
Par Quantità Costi Il costo totale nel breve periodo Se la curva del costo variabile è convessa ... … la curva del costo totale è …. CT = CF + CV CV CF
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Il costo totale nel breve periodo
Par Quantità Costi Il costo totale nel breve periodo ... la curva del costo totale è ... Se la curva del costo variabile prima è concava e poi convessa …. CT = CF + CV CV CF
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Par. 4.3 Dopo aver capito qual è il costo che deve sostenere per produrre ogni quantità, l’impresa deve decidere cosa deve fare per ottenere profitto il più alto. Dunque, poiché il profitto è la differenza tra il ricavo totale e il costo totale, l’impresa deve decidere cosa fare affinché la differenza tra il ricavo totale e il costo totale sia la più alta possibile.
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Par Il ricavo totale è ciò che l’impresa ottiene dalla vendita di ciò che produce ed è uguale al prodotto della quantità venduta per il prezzo di vendita. Poiché la quantità venduta ad ogni prezzo dipende dalla curva di domanda, il ricavo di un’impresa dipende dalla curva di domanda.
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Par Se la curva di domanda del prodotto dell’impresa è decrescente, l’impresa può vendere una quantità più alta se riduce il prezzo: si dice che l’impresa ha potere di mercato. Se la curva di domanda del prodotto dell’impresa è orizzontale, l’impresa vende ogni quantità allo stesso prezzo: si dice che l’impresa non ha potere di mercato.
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Il ricavo totale Ricavo Domanda RT E > 1 E < 1 B Prezzo Quantità
Par Quantità Prezzo Il ricavo totale Consideriamo un’impresa con potere di mercato: questa impresa può vendere una quantità che è tanto più alta quanto più basso è il prezzo. Infatti, se il prezzo diminuisce, la quantità venduta aumenta. Inizialmente anche i ricavi, che sono uguali al prezzo per la quantità, aumentano. Quindi, in proporzione la quantità deve essere cresciuta più di quanto è diminuito il prezzo. Successivamente, però quando il prezzo diminuisce anche i ricavi diminuiscono. Dunque, in proporzione la quantità deve essere cresciuta meno di quanto è diminuito il prezzo. La relazione con l’elasticità della domanda, E, è questa: se i ricavi aumentano quando diminuisce il prezzo e aumenta la quantità venduta, l’elasticità è più alta di 1; se diminuiscono è più bassa di 1; se non aumentano e non diminuiscono, cioè sono al massimo, l’elasticità è 1. Il ricavo totale, RT, è dato dal prodotto del prezzo per la quantità venduta. Se la funzione di domanda è lineare, il ricavo totale prima cresce e poi diminuisce. Tutto ciò deve avere a che fare con l’elasticità della domanda rispetto al prezzo: non è il caso di ripassare questa nozione ? Quindi la curva di domanda dell’impresa, che stabilisce a quale prezzo essa può vendere ogni quantità, è decrescente. Supponiamo che la funzione di domanda sia lineare. Ricavo Domanda RT E > 1 E < 1 B
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Il ricavo totale Ricavo RT A Domanda Prezzo Quantità
Par Quantità Prezzo Il ricavo totale Consideriamo ora un’impresa senza potere di mercato. Poiché questa impresa vende ogni quantità allo stesso prezzo, la curva di domanda per ciò che essa produce è orizzontale. Il ricavo totale è sempre dato dal prezzo per la quantità venduta. Tuttavia, poiché il prezzo di ogni unità venduta non cambia quando cambia la quantità venduta, il ricavo totale è proporzionale alla quantità venduta, cioè è definito da una retta crescente. Ricavo RT A Domanda
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Il profitto più alto CT RT B C Quantità
Par Quantità Il profitto più alto Il profitto è massimo dove la differenza tra ricavi e costi è più grande. Il monopolista, quindi, sceglierà di produrre la quantità OB. Se produce una quantità più piccola di OC il monopolista realizza un profitto, perché i ricavi sono più alti dei costi. Se produce una quantità più grande di OC il monopolista subisce una perdita, perché i costi sono più alti dei ricavi. La differenza tra i ricavi e i costi è più grande dove la curva dei ricavi è parallela a quella dei costi. Dove le due curve sono parallele hanno la stessa inclinazione. L’inclinazione della curva del ricavo totale misura il ricavo marginale, cioè l’incremento del ricavo totale determinato dalla vendita di un’unità addizionale di prodotto. Il monopolista, quindi, ottiene il profitto più alto quando produce la quantità in corrispondenza della quale il costo marginale è uguale al ricavo marginale. Supponiamo che il monopolista scelga la quantità che vuole vendere. Vogliamo capire come deciderà quanto produrre se vuole ottenere il profitto più alto . L’inclinazione della curva del costo totale misura il costo marginale, cioè l’incremento del costo totale determinato dalla produzione di un’unità addizionale di prodotto. Supponiamo che la curva di domanda sia lineare, cosicché la curva del ricavo totale è fatta così ... Se il monopolista sceglie il prezzo, vende la quantità che i consumatori sono disposti a comprare a quel prezzo. Se sceglie la quantità che vuole vendere, il prezzo sarà quello che i consumatori sono disposti a pagare per quella quantità. Supponiamo che i costi di lungo periodo del monopolista siano fatti così .... Consideriamo un’impresa con potere di mercato, per esempio un monopolio. CT RT B C
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Il profitto più alto CT RT D C B Quantità
Par Quantità Il profitto più alto Anche in questo caso vogliamo capire come l’impresa sceglie la quantità da produrre se vuole ottenere il profitto più alto. L’impresa vende ogni quantità al prezzo di mercato. Quindi, per l’impresa il prezzo è dato: si tratta di scegliere quale quantità produrre. Dove sono parallele le due curve hanno la stessa inclinazione. L’inclinazione della curva dei ricavi misura il ricavo marginale e quella della curva dei costi il costo marginale. L’impresa quindi sceglierà di produrre la quantità OB. Supponiamo che la curva dei costi sia fatta così ... Quindi, anche per l’impresa senza potere di mercato la quantità che assicura il profitto più alto è quella in corrispondenza alla quale il costo marginale è uguale al ricavo marginale. Se produce una quantità più grande di OC e più piccola di OD l’impresa realizza un profitto, perché i ricavi sono più alti dei costi. Se il prezzo è dato, la curva dei ricavi totali è una retta crescente. Il profitto è più alto dove la differenza tra ricavi e costi è più grande. Questa differenza è più grande dove la curva dei ricavi è parallela a quella dei costi. Consideriamo ora un’impresa senza potere di mercato. Se produce una quantità più piccola di OC oppure più grande di OD l’impresa subisce una perdita, perché i costi sono più alti dei ricavi. CT RT D B C
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Par Abbiamo visto che un’impresa, se vuole ottenere il profitto più alto, deve produrre la quantità in corrispondenza della quale il ricavo marginale è uguale al costo marginale. Possiamo dunque analizzare la scelta dell’impresa considerando direttamente il suo ricavo marginale e il suo costo marginale.
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Par Il costo marginale è l’incremento del costo totale dovuto alla produzione di un’unità addizionale di prodotto. Il ricavo marginale è l’incremento del ricavo totale dovuto alla produzione di un’unità addizionale di prodotto.
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Il costo marginale CT CMa Costi Quantità
Par Quantità Costi Il costo marginale Inoltre, l’inclinazione della retta è costante: quando si produce un’unità addizionale, il costo totale aumenta sempre nella stessa misura. Se la curva di costo totale è una retta crescente, la sua inclinazione è positiva: quando si produce un’unità addizionale il costo totale aumenta. Il costo marginale, dunque, è rappresentato dall’inclinazione della curva di costo totale. La curva del costo marginale, quindi, è orizzontale. Il costo marginale è l’incremento del costo totale dovuto alla produzione di un’unità addizionale di prodotto. CT CMa
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Il costo marginale CT CMa Costi Quantità
Par Quantità Costi Il costo marginale Inoltre, il costo marginale prima è decrescente e poi crescente: la produzione di un’unità addizionale comporta prima un costo addizionale decrescente, poi crescente. Il costo marginale, quindi, è sempre positivo: quando si produce un’unità addizionale, il costo totale aumenta. … poi aumenta. … ma al crescere della quantità prodotta l’inclinazione prima diminuisce ... Se la curva del costo totale è prima concava e poi convessa ... … la sua inclinazione è positiva, perché la curva è sempre crescente ... CT CMa
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Il ricavo marginale Prezzo RMa RT B Ricavi Quantità
Par Quantità Ricavi Il ricavo marginale Inoltre, il ricavo marginale è inferiore al prezzo: quando le vendite aumentano di una unità, il ricavo totale aumenta di un ammontare inferiore al prezzo che l’impresa ottiene dalla vendita di quella unità . Se la quantità venduta è superiore a OB il ricavo marginale è negativo: la vendita di un’unità addizionale fa diminuire il ricavo totale. … poi è nulla .... Il ricavo marginale, dunque, è rappresentato dall’inclinazione della curva di ricavo totale. Se la quantità venduta è inferiore a OB, il ricavo marginale è positivo: la vendita di un’unità addizionale fa crescere il ricavo totale. Se la curva di domanda è lineare e decrescente, come può accadere quando l’impresa ha potere di mercato, il ricavo totale è fatto così. Fino a OB al crescere delle quantità venduta la sua inclinazione prima è positiva... … poi è negativa. Quindi, il ricavo marginale è fatto così ... Il ricavo marginale è l’incremento del ricavo totale dovuto alla vendita di un’unità addizionale di prodotto. RMa Prezzo RT B
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Y W Prezzo X Il ricavo marginale A Q C Q + 1 Ricavi Quantità
Par Quantità Ricavi Il ricavo marginale Perché il ricavo marginale è più basso del prezzo ? Se l’impresa vuole vendere OQ il prezzo deve essere OA. Se vuole vendere OQ + 1 il prezzo deve scendere a OC. Se la quantità venduta è OQ + 1, il ricavo totale, uguale al prezzo OC per la quantità OQ + 1, è X + Y. Dunque, il ricavo totale cresce di X + Y - X - W = Y - W, cioè aumenta di un ammontare inferiore a Y. Se la quantità venduta è OQ , il ricavo totale, uguale al prezzo OA per la quantità OQ, è W + X. Quando la quantità venduta aumenta di una unità, il ricavo totale da un lato aumenta di Y, perché si vende un’unità addizionale, ma diminuisce di W, perché si vende la quantità OQ a un prezzo più basso. Dunque, poiché Y = OC x 1 = OC il ricavo aumenta di un ammontare inferiore al prezzo ottenuto dalla vendita dell’unità addizionale, cioè il ricavo marginale è inferiore al prezzo. Prezzo A Q X W C Q + 1 Y
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Il ricavo marginale RT A RMa = Prezzo Ricavi Quantità
Par Quantità Ricavi Il ricavo marginale Se la curva di domanda è orizzontale, come accade quando l’impresa non ha potere di mercato, il ricavo totale è fatto così. Inoltre, il ricavo marginale è uguale al prezzo. Quindi, il ricavo marginale è positivo e non cambia quando cambia la quantità prodotta. Se la curva di domanda è una retta crescente, la sua inclinazione è positiva e costante. RT A RMa = Prezzo
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Y X Il ricavo marginale A Prezzo Q Q + 1 Ricavi Quantità
Par Quantità Ricavi Il ricavo marginale Poiché Y = OA x 1 = OA, il ricavo totale aumenta di un ammontare uguale al prezzo ottenuto dalla vendita dell’unità addizionale, cioè il ricavo marginale è uguale al prezzo. Perché il ricavo marginale è uguale al prezzo ? Infatti, se l’impresa può vendere ogni quantità allo stesso prezzo, per vendere un’unità addizionale non deve vendere a un prezzo inferiore le unità che vendeva in precedenza. Se la quantità venduta è OQ , il ricavo totale, uguale al prezzo OA per la quantità OQ, è X. Dunque, quando la quantità venduta aumenta di una unità, il ricavo totale aumenta di Y. L’impresa può vendere ogni quantità allo stesso prezzo. Se la quantità venduta è OQ + 1, il ricavo totale, uguale al prezzo OA per la quantità OQ + 1, è X + Y. A Prezzo Q Q + 1 X Y
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RMa CMa P Prezzo A Il profitto più alto Prezzo Quantità
Par Quantità Prezzo Il profitto più alto Poiché la posizione dell’impresa peggiora se essa produce una quantità diversa da OA, la quantità che le garantisce il profitto più alto è OA, dove il costo marginale è uguale al ricavo marginale: CMa = RMa. Quando la produzione è inferiore a OA, il ricavo marginale è superiore al costo marginale. Quindi, la produzione di ogni unità precedente a OA genera un profitto. Allora, se l’impresa produce meno di OA, la sua situazione è peggiore di quando produce OA, perché l’impresa rinuncia a fare un profitto. Allora, se l’impresa produce più di OA, la sua situazione è peggiore di quando produce OA. Quando la produzione è superiore a OA, il costo marginale è più alto del ricavo marginale. Quindi, la produzione di ogni unità successiva a OA genera una perdita. Il monopolista sceglierà di produrre la quantità OA, dove il ricavo marginale è uguale al costo marginale, e la venderà al prezzo OP , che è il prezzo che i consumatori sono disposti a pagare per questa quantità. Supponiamo infatti che l’impresa produca OA. Consideriamo un’impresa con potere di mercato, per esempio un monopolio. Supponiamo che la curva di domanda, che definisce il prezzo al quale l’impresa può vendere ogni quantità, sia lineare. Supponiamo che la curva del costo marginale sia fatta così ... Poiché il ricavo marginale è sempre inferiore al prezzo, la curva del ricavo marginale è ... RMa CMa P Prezzo A
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CMa P RMa A C B Il profitto più alto Prezzo Quantità
Par Quantità Prezzo Il profitto più alto Allora, se l’impresa produce più di OB la sua situazione peggiora. Quando la produzione è più alta di OB il costo marginale è più alto del ricavo marginale. Quindi, la produzione di ogni unità successiva a OB genera una perdita. Poiché la posizione dell’impresa migliora se essa produce una quantità diversa da OA, questa quantità non è quella che assicura il profitto più alto. Quando la produzione è inferiore a OB il ricavo marginale è più alto del costo marginale. Quindi, la produzione di ogni unità addizionale genera un profitto. Allora, se l’impresa produce meno di OB la sua situazione peggiora, perché l’impresa rinuncia a fare un profitto. Allora, se l’impresa produce meno di OA la sua posizione migliora rispetto a quando produce OA, perché le perdite diminuiscono. Poiché il ricavo marginale è uguale al prezzo, per ottenere il risultato migliore l’impresa dovrà produrre la quantità in corrispondenza della quale il costo marginale è uguale al prezzo, cioè CMa = OP. Anche quando si produce OA il costo marginale è uguale al prezzo, ma questa non è una soluzione ottima: perché ? Supponiamo che il prezzo di mercato sia OP. Allora, se l’impresa produce più di OA la sua posizione migliora rispetto a quando produce OA, perché le perdite diminuiscono o addirittura l’impresa comincia ad ottenere un profitto. Per ottenere il risultato migliore, quindi, l’impresa dovrà produrre OB, dove il costo marginale è uguale al ricavo marginale: CMa = RMa. … e supponiamo che l’impresa produca OB. Supponiamo anche che i costi marginali siano fatti così ... Se il prezzo non cambia quando cambia la quantità, il ricavo marginale è uguale al prezzo: RMa = OP. Consideriamo ora un’impresa senza potere di mercato, che vende ogni quantità allo stesso prezzo. Supponiamo che l’impresa produca OA. Per ogni quantità superiore a OA e inferiore a OB, il ricavo marginale è superiore al costo marginale. Quindi, se l’impresa per esempio produce OC, sulla quantità AC ottiene un profitto. Per ogni quantità inferiore a OA, il costo marginale è superiore al ricavo marginale. Quindi, per ogni quantità inferiore a OA l’impresa subisce una perdita. CMa P RMa A C B
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Un’altra utile nozione di costo è il costo medio
Par Un’altra utile nozione di costo è il costo medio , cioè il costo che l’impresa deve sostenere in media per produrre ciascuna unità, dato dal rapporto tra il costo totale e la quantità prodotta.
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Costo marginale e medio
Par Quantità Costi Costo marginale e medio Il costo marginale, che è costante, è rappresentato da una curva orizzontale. In questo caso il costo medio è uguale al costo marginale. Infatti, se ogni unità addizionale comporta sempre lo stesso costo addizionale, il costo medio non può aumentare né diminuire, ed è uguale al costo di ogni unità prodotta. Supponiamo che la curva del costo totale sia fatta così ... CT CMa = CMe
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Costo marginale e medio
Par Quantità Costi Costo marginale e medio Se la curva del costo totale totale è fatta così ... Ne segue che la curva del costo medio è fatta in questo modo ... Infatti, inizialmente la curva del costo marginale è decrescente. Allora, poiché il costo di ogni unità addizionale diminuisce quando aumenta la quantità prodotta, il costo medio diminuisce. … la curva del costo marginale è fatta così ... Poi il costo marginale cresce. Il costo medio continua a diminuire fino a quando il costo marginale diventa uguale a quello medio: fino a quel punto ogni unità aggiuntiva costa meno della media, cosicché la media diminuisce. Allora, se il costo medio diminuisce fino a quando è superiore al costo marginale e aumenta quando è inferiore, quando il costo medio e marginale sono uguali il costo medio è il più basso possibile. Il costo medio comincia a crescere quando il costo marginale diventa superiore a quello medio: se ogni unità aggiuntiva costa più della media, la media aumenta. CT CMa CMe
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Profitto RMa N CMa P CMe M C Prezzo B Prezzo Quantità PROFITTO RICAVO
Par Quantità Prezzo Profitto Consideriamo ancora la curva di domanda di un’impresa con potere di mercato,per esempio un monopolio, e la corrispondente curva del ricavo marginale. La curva del costo marginale è ... L’impresa sceglierà di produrre la quantità OB, dove il ricavo marginale è uguale al costo marginale, perché questa è la quantità che le consente di ottenere il profitto più alto, e la venderà al prezzo OP , che è il prezzo che i consumatori sono disposti a pagare per questa quantità. Il profitto è uguale alla differenza tra ricavo totale e costo totale, cioè è uguale a OBNP - OBMC. Il profitto, quindi, è CMNP. Il costo medio della quantità OB è OC. Quanto è grande il profitto ottenuto dall’impresa? Consideriamo ora la curva del costo medio. Il costo totale, uguale alla quantità OB per il costo medio OC, è OBMC. Se l’impresa produce la quantità OB e la vende al prezzo OP il ricavo totale, uguale alla quantità OB per il prezzo OP, è OBNP. RMa N CMa P CMe PROFITTO RICAVO M C COSTO Prezzo B
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Profitto CMa CMe N P RMa C M B Prezzo Quantità PROFITTO RICAVI COSTO
Par Quantità Prezzo Profitto Il costo totale, quindi, uguale alla quantità prodotta per il costo medio, è OBMP. Se questa è la curva del costo medio .... Se la curva del costo marginale è questa ... … quando l’impresa produce OB il costo medio è OC. Il profitto, uguale alla differenza tra ricavo totale e costo totale è CMNP. Se l’impresa produce la quantità OB, il ricavo totale, uguale alla quantità OB per il prezzo OP, è OBNP. … per ottenere il profitto più alto l’impresa deve produrre la quantità OB, dove il costo marginale è uguale al ricavo marginale, cioè è uguale al prezzo OP. La curva di domanda di questa impresa è ... … e coincide con la curva del ricavo marginale. Consideriamo ora un’impresa senza potere di mercato, che può vendere ogni quantità al prezzo OP. CMa CMe N P RMa PROFITTO C RICAVI M COSTO B
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Par Un’impresa sceglie sempre di produrre la quantità che le consente di ottenere il risultato migliore. Nel lungo periodo l’impresa deciderà di produrre solo se il risultato migliore che può ottenere è un profitto. Nel breve periodo, invece, l’impresa può decidere di continuare a produrre anche se il risultato migliore che può ottenere è una perdita.
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Par Nel breve periodo il costo totale è uguale alla somma del costo fisso e del costo variabile: CT = CF + CV Quindi nel breve periodo il costo medio è uguale alla somma del costo fisso medio e del costo variabile medio: CTMe = CT / Q = CF / Q + CV / Q = CFMe + CVMe
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RT > CF + CV RT < CF + CV
Par Nel breve periodo se non produce l’impresa subisce una perdita pari al costo fisso. L’impresa, quindi, produce non solo quando ottiene un profitto, ma anche quando subisce una perdita inferiore al costo fisso. Ciò significa che l’impresa produce non solo quando RT > CF + CV ma anche quando RT < CF + CV se RT > CV cioè se il ricavo totale copre il costo variabile e almeno una parte del costo fisso.
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P > CVMe RT > CV P Q > CVMe Q P > CVMe
Par Nel breve periodo, quindi, l’impresa produce solo se il prezzo è superiore al costo variabile medio. P > CVMe Infatti, se P è il prezzo e Q è la quantità prodotta, si ha RT > CV P Q > CVMe Q P > CVMe
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Par Nel lungo periodo, invece, se non produce l’impresa non ottiene un profitto ma non subisce una perdita, perché non deve sostenere alcun costo fisso. Nel lungo periodo, quindi, l’impresa produce qualcosa solo se ottiene un profitto, cioè se il ricavo totale è superiore al costo totale RT > CT
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P > CMe RT > CT P Q > CMe Q P > CMe
Par Ciò significa che l’impresa produce qualcosa solo se il prezzo è maggiore del costo medio. P > CMe Infatti, se P è il prezzo e Q è la quantità prodotta, si ha RT > CT P Q > CMe Q P > CMe
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Par. 4.4 La curva di offerta della singola impresa è la curva che indica per ogni prezzo la quantità che un’impresa senza potere di mercato è disposta a produrre a quel prezzo. La curva di offerta di mercato è la curva che indica per ogni prezzo la quantità che complessivamente le imprese sono disposte a produrre a quel prezzo.
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CMa S C R B P A La curva di offerta dell’impresa nel lungo periodo CMe
Par. 4.4 Quantità Prezzo La curva di offerta dell’impresa nel lungo periodo Allora, poiché producendo subirebbe una perdita, l’impresa non produce. Se il prezzo è OS, l’impresa ottiene il risultato migliore se produce OC. Inoltre, se l’impresa produce OC, il costo medio è inferiore al prezzo e l’impresa ottiene un profitto. Consideriamo un’impresa senza potere di mercato, che può vendere ogni quantità allo stesso prezzo. Allora, quando il prezzo è OR, per l’impresa è indifferente produrre OB oppure non produrre affatto. Come sappiamo, nel lungo periodo l’impresa produce solo se può ottenere un profitto, cioè se il prezzo è superiore al costo medio. Se il prezzo è OP l’impresa ottiene il risultato migliore se produce OA. Se l’impresa, però, produce OA, il prezzo è inferiore al costo medio e l’impresa subisce una perdita. La curva di offerta, invece, è uguale alla curva del costo marginale quando il prezzo è superiore al costo medio minimo, perché l’impresa produce la quantità per la quale il costo marginale è uguale al prezzo. Supponiamo che l’impresa debba sostenere questi costi marginali e questi costi medi. Vogliamo ora capire come è fatta la curva di offerta dell’impresa, cioè quanto produce l’impresa in corrispondenza di ciascun prezzo. Inoltre, se decide di produrre l’impresa produce la quantità che le garantisce il profitto più alto. La quantità prodotta, quindi, è quella dove il prezzo è uguale al costo marginale, perché il prezzo è uguale al ricavo marginale. Quindi, se il prezzo è OS l’impresa produce OC. Dove la curva dei costi medi incontra quella dei costi marginali il costo medio è il più basso. Se il prezzo è OR l’impresa ottiene il risultato migliore se produce OB. Inoltre, poiché quando si produce OB il prezzo è uguale al costo medio, l’impresa non ottiene alcun profitto e non subisce alcuna perdita. Quindi, se il prezzo è più basso del costo medio minimo, l’impresa non produce. Quando il prezzo è più alto del costo medio minimo, l’impresa produce la quantità individuata dalla curva del costo marginale. Allora, la curva di offerta dell’impresa nel lungo periodo è OR quando il prezzo è inferiore al costo medio minimo, perché l’impresa non produce. CMa CMe S C R B P A
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La curva di offerta di mercato
Par. 4.4 Quantità Prezzo La curva di offerta di mercato Dunque, se il prezzo è superiore al costo medio minimo, la curva di offerta dell’impresa è crescente: quando il prezzo aumenta l’offerta di quel bene da parte di un’impresa aumenta. Supponiamo che vi siano solo due imprese, quella di Bianchi e quella di Neri, caratterizzate da due curve di offerta diverse, che per semplicità supponiamo siano lineari. Se il prezzo è inferiore a OP, nessuno è disposto a produrre qualcosa. Quindi, l’offerta di mercato adesso è uguale alla somma dell’offerta di Bianchi e di quella di Neri. Dunque la curva di offerta di mercato, uguale alla somma orizzontale delle curve di offerta individuali, è crescente. Se il prezzo diventa OS, la quantità offerta da Bianchi aumenta. A questo prezzo, però, anche Neri è disposto a produrre qualcosa. Quindi, per ogni prezzo compreso tra OP e OR, la curva di offerta di mercato coincide con la curva di offerta di Bianchi. Se il prezzo aumenta fino a OR, Bianchi produce la quantità OQB e Neri continua a non produrre. La curva di offerta di mercato definisce la quantità offerta complessivamente dalle imprese ad ogni prezzo. Queste curve sono fatte così ... Offerta di Neri Offerta di Bianchi Offerta di mercato S QN + QB R P Se il prezzo è più alto di P1, la domanda di mercato è rappresentata solo dalla domanda di Rossi, perché a questi prezzi Bianchi non è disposto a comprare qualcosa. Se il prezzo scende sotto P1, la domanda di mercato è rappresentata dalla somma della domanda di Bianchi e di quella di Rossi, perché ora anche Bianchi è disposto a comprare qualcosa. Poiché per ogni prezzo inferiore a P1 la domanda di mercato è più alta di quella di ciascun consumatore, la curva di domanda di mercato è meno inclinata delle domande individuali. QN QB QB
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Par. 4.5 Il costo sociale sostenuto per la produzione di un bene è il costo che la società deve sostenere per produrre una certa quantità di quel bene. Il costo sociale è misurato dalla somma più bassa che i produttori richiedono per offrire una certa quantità di quel bene.
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Par. 4.5 Il costo marginale sociale è il costo che la società deve sostenere per produrre un’unità addizionale di un bene. Il costo marginale sociale è misurato dalla somma più bassa che i produttori richiedono per offrire un’unità addizionale di un bene.
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Il surplus del produttore
Par. 4.5 Quantità Prezzo Il surplus del produttore L’area compresa tra la curva di offerta e il prezzo rappresenta il guadagno ottenuto dal produttore se riceve lo stesso prezzo per tutto ciò che vende. Questo guadagno è detto surplus del produttore. Per sapere quanto il produttore deve ricevere per offrire ogni quantità di questo bene si può sommare ciò che egli deve ricevere per offrire ogni unità aggiuntiva di questo bene. Se il prezzo sale a OP3 il produttore offre tre unità: per la terza riceve il prezzo più basso che è disposto a ricevere; per le prime due un prezzo più alto di quello che sarebbe disposto a ricevere. Se il prezzo sale a OP2 il produttore offre due unità: per la seconda riceve il prezzo più basso che è disposto a ricevere; per la prima un prezzo più alto di quello che sarebbe disposto a ricevere. L’area sotto la curva di offerta, quindi, rappresenta la somma più bassa che i produttori devono ricevere per offrire ogni quantità. Quest’area rappresenta il costo sociale di ogni quantità del bene. Se il prezzo che leggo sulla curva di offerta è il prezzo più basso che il produttore deve ottenere per offrire un’unità addizionale del bene, questo prezzo rappresenta il costo marginale sociale. L’aumento di prezzo gli ha permesso di guadagnare sulla vendita della prima unità. e così via .... L’aumento di prezzo gli ha permesso di guadagnare sulla vendita delle prime due unità. Se il prezzo è OP1 il produttore offre una sola unità e ottiene il prezzo più basso che è diposto a ricevere . .... e così via. Consideriamo la seguente curva di offerta. Per offrire la terza unità deve ricevere .... .... il produttore guadagna sulle prime tre unità. Se il prezzo sale a OP Per offrire la prima unità egli deve ricevere ... La curva di offerta indica qual è il prezzo più basso che può indurre i produttori a offrire diverse quantità di beni. Per offrire la seconda unità deve ricevere .... Per indurre i produttori a offrire un’altra unità di questo bene, il prezzo non deve essere più basso di OP2 . Per indurre i produttori a offrire una unità di questo bene il prezzo non deve essere più basso di OP1 . ... e così via. Per indurre i produttori a offrire un’altra unità di questo bene, il prezzo non deve essere più basso di OP3 . P* 5 Offerta Costo marginale sociale Surplus del produttore P4 4 P3 3 P2 2 P1 1 Costo sociale
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Il surplus del produttore
Par. 4.5 Quantità Prezzo Il surplus del produttore ... e l’area sotto la curva di offerta rappresenta il costo sostenuto dalla società per produrre OA. Dunque, l’area sotto la retta del prezzo ma sopra la curva di offerta rappresenta il surplus del produttore Consideriamo ora la seguente curva di offerta ... ... l’area sotto il prezzo rappresenta ciò che i consumatori pagano per ottenere la quantità OA ... Se il prezzo è OP Offerta P A Surplus del produttore Costo sociale
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Fine del capitolo Esci
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