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LA NUOVA PAC LE SCELTE NAZIONALI DELL’ITALIA
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LE OPZIONI NAZIONALI PER L’APPLICAZIONE DELLA RIFORMA
Entrata in vigore della nuova PAC, con possibilità di rinvio fino al 1 gennaio 2007 Riserva nazionale (fino a 3% del massimale di aiuti). Disaccoppiamento parziale Regionalizzazione (art. 59 del Reg. orizzontale) Pagamenti supplementari per qualità e conservazione dell’ambiente (Art. 69)
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DISACCOPPIAMENTO PARZIALE
In deroga alla regola generale del disaccoppiamento totale, gli stati membri potevano decidere di mantenere accoppiati parte degli aiuti ai seminativi ed alla zootecnia Tale opzione era stata chiesta da alcuni stati membri (tra cui la stessa Italia), sia per ridurre il rischio di abbandono conseguente al disaccoppiamento, sia per non smobilitare uno strumento di orientamento della produzione Tuttavia, se il disaccoppiamento parziale può essere giustificabile dal punto di vista della collettività, al produttore conviene che il disaccoppiamento sia totale: stessi sussidi con meno vincoli più potere contrattuale con gli acquirenti del prodotto: si produce solo se il prezzo di vendita è remunerativo, e non più in ragione dell’aiuto, che si ha comunque…
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REGIONALIZZAZIONE La regionalizzazione era la possibilità di definire pagamenti uniformi a livello di zona omogenea Nella sua forma estrema, la regionalizzazione avrebbe comportato, in ogni area, una forte redistribuzione tra i beneficiari Di per sé, questo non si può considerare un argomento contro la regionalizzazione (anzi…); è una difficoltà politica, che però sarebbe stata superabile con una applicazione parziale e/o graduale (Germania) Sta di fatto che, una volta che l’aiuto è disaccoppiato, in futuro sarà difficile giustificare, in una stessa zona, la persistenza di pagamenti individuali fortemente differenziati a favore di soggetti simili, che producono le stesse cose…
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PAGAMENTI SUPPLEMENTARI (art. 69)
Fino al 10% del plafond di aiuti di ogni comparto può essere destinato a finanziare pagamenti supplementari aggiuntivi, da erogare all’interno dello stesso comparto Si tratta di una misura molto qualificante che dà corpo all’idea di multifunzionalità, giacché il suo obiettivo è incentivare “tipi specifici di agricoltura importanti sotto il profilo dell’ambiente e della qualità” E’ chiaro, tuttavia, che è uno strumento utile solo se davvero selettivo: tale cioè, che tolga poco a tutti per dare molto a pochi. Se, invece, diventa una partita di giro, che toglie poco a tutti per restituirlo a tutti o quasi, è solo una inutile complicazione burocratica
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LE SCELTE DELL’ITALIA Il 7 maggio 2004, per la verità un po’ tardi, il Mipaf aveva diramato un documento di proposte sulle scelte nazionali sulla nuova Pac da compiere entro fine luglio Il documento rimaneva un po’ a mezza strada, ma era abbastanza coraggioso, specie rispetto alle posizioni di retroguardia, a difesa dello status quo, che il ministero aveva assunto durante il dibattito sulla riforma Sia pure nel quadro di alcune scelte strategiche del tutto condivisibili, gli sviluppi successivi non sono stati molto confortanti: si è discusso convulsamente fino all’ultimo giorno, specie sull’art. 69, e su questo fronte la decisione è stata un po’ pasticciata…
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LE SCELTE DELL’ITALIA Anno d’inizio: 2005, senza rinvii Disaccoppiamento totale in tutti i comparti, salvo che per le sementi, e anticipo al 2006 del disaccoppiamento degli aiuti per il latte introdotti dalla riforma Tra gli altri paesi, il D. totale lo hanno scelto in pochi: Germania, Regno Unito, Irlanda, Lussemburgo È la scelta giusta, e bene ha fatto l’Italia a farla propria, nonostante avesse chiesto la possibilità del D. parziale per il grano duro contro i rischi di abbandono della produzione. Regionalizzazione: si è deciso di non applicarla, lasciando la differenziazione dei pagamenti individuali calcolati su base storica. L’argomento è che la regionalizzazione avrebbe comportato troppa redistribuzione e poca semplificazione... Peccato!
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LE SCELTE DELL’ITALIA Art. 69: tagli agli aiuti per seminativi (8%), carne bovina (7%), ovi-caprini (5%), per pagamenti condizionati a Seminativi: uso di sementi certificate o rotazione; Carni bovine: iscrizione a libri genealogici, allevamenti estensivi, permanenza minima in azienda dei capi allevati; Carni ovi-caprine: aree svantaggiate, dimensione minima Importi massimi: 180 € per ha o capo per seminativi e carne bovina; 15 €/capo per ovi-caprini: ma gli importi effettivi saranno più bassi La decisione sull’art. 69 è stata condizionata dai conflitti Mipaf-regioni e dai diversi interessi delle regioni. Non si è voluto regionalizzare l’applicazione della misura, con un risultato pessimo in termini di annacquamento della sua selettività Tutti potranno ricevere i pagamenti senza cambiare i propri comportamenti in misura significativa: una complicazione inutile e dannosa, che non seleziona la qualità e ingloba tutti i difetti di un ri-accoppiamento surrettizio del sostegno!
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LE SCELTE DELL’ITALIA: GLI ASPETTI POSITIVI
Aver deciso di non rinviare l’applicazione della nuova Pac, facendola partire dal 2005 C’è chi ha criticato questa fretta, perché avrebbe preferito avere più tempo per discutere e decidere: ma siamo sicuri che, anche con un rinvio, non saremmo comunque arrivati all’ultimo momento? Aver scelto con coraggio il disaccoppiamento totale, ed è questa l’opzione che qualifica tutto il pacchetto Avere comunque deciso, nonostante i contrasti e le incertezze, di applicare l’art. 69 Il principio è sacrosanto, e bisognava applicarlo da subito, insieme al resto della riforma. Quindi è stato un bene attivarlo, salvo poi tentare in ogni modo di modificarlo già dal prossimo anno
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LE SCELTE DELL’ITALIA: GLI ASPETTI NEGATIVI
È mancato il coraggio di omogeneizzare gli aiuti con la regionalizzazione (art. 59) I criteri dell’art. 69 sono poco selettivi e poco coerenti con gli obiettivi della misura Per non scontentare nessuno e per evitare il rischio di avere poche domande, si è deciso di premiare comportamenti già diffusi, in qualche caso i più diffusi, anziché selezionarne pochi, realmente virtuosi La scelta è stata anche frutto della strana regola che impone l’obbligo di restituire a Bruxelles i fondi non spesi, ma il risultato è un’applicazione omogenea e centralistica di una misura che andrebbe, invece, differenziata sul territorio, Si tratta, insomma, di un compromesso al ribasso, che va in direzione opposta ad una sana applicazione del federalismo e della sussidiarietà, a cui è necessario porre subito rimedio
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COSA CI ASPETTA? Il lavoro da fare nei prossimi mesi è moltissimo
La condizionalità va applicata nel modo più rigoroso possibile, iniziando dalla definizione, da fare a brevissimo termine, dei criteri di buona pratica agricola Bisogna gestire la sperimentazione dell’art. 69 con una concertazione Stato-Regioni che recuperi il più possibile lo spirito di selettività della misura In particolare, negli anni futuri sarà necessario rendere i pagamenti più selettivi, chiedendo che i fondi non spesi rimangano agli Stati membri (magari al II pilastro) e non vadano a Bruxelles Bisogna subito mettere mano ai nuovi piani di sviluppo rurale, per attivare le misure introdotte dalla riforma, specie il pacchetto qualità
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COSA CI ASPETTA? Più in generale, bisogna essere consapevoli che la nuova Pac non è un punto di arrivo, ma un processo dinamico che è appena iniziato, ed “usarla” come tale Dunque, non accontentarsi dei risultati raggiunti, e sfruttare l’occasione del generoso sostegno assicurato ancora per molti anni, per riqualificare le politiche agricole in modo profondo Selezionando ed accompagnando al mercato gli agricoltori che possono e vogliono fare impresa Sostituendo i sussidi generici legati al passato con pagamenti selettivi, rivolti a premiare comportamenti virtuosi Riqualificando la politica di sviluppo rurale, attraverso un approccio genuinamente territoriale Siamo solo all’inizio di un percorso lungo e difficile, ma la direzione è quella giusta
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