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Didattica e Pedagogia speciale
TFA Primo Modulo: Didattica e Pedagogia speciale La didattica: sensi e significato 28 marzo 2013 Prof. Domenico Milito
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La Didattica È una disciplina che:
ha per oggetto i processi di apprendimento-insegnamento relativi a diverse fasce di età trae senso e ragione dalle singole esperienze didattiche, le quali consentono di definire metodologie, tecniche, strategie e modelli valutativi più adeguati ai diversi contesti riguarda gli elementi fondamentali dell’apprendimento- insegnamento si occupa di dare indicazioni sull’impianto metodologico generale relative al soggetto che apprende, al docente, al contesto, nonché sui principi generali della programmazione, dell’organizzazione e della valutazione di un intervento didattico Prof. Domenico Milito 2 2
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Le articolazioni della Didattica
Didattica disciplinare, relativa al modo di insegnare le diverse discipline in riferimento alla specificità di ogni sapere (es.: la matematica, le lingue, la filosofia, la storia, ecc.); Didattiche specifiche, ovvero quelle relative ad alcune aree, ambiti, destinatari (es.:la didattica extrascolastica, la didattica universitaria, la didattica museale, la didattica della lettura, la didattica degli adulti, ecc.); Didattica speciale, ovvero quel ramo della didattica che ha per oggetto persone con disagi sociali, culturali, scolastici, fisici, psichici, verbali, sensoriali, mentali (es.: persone disabili, tossicodipendenti, immigrati, ecc.) con l’obiettivo di renderle autonome nel pensiero e nell’azione. 3 Prof. Domenico Milito 3
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Competenze per insegnare
Almeno fino agli anni Novanta del secolo scorso si è generalmente ritenuto che bastasse una buona preparazione culturale di base per insegnare e che la garanzia di una riuscita didattica fosse data dalla sola conoscenza della materia. Oggi è sempre più condivisa l’idea che, oltre a saper padroneggiare la disciplina, un docente (che è anche educatore) deve avere una buona preparazione culturale e, perciò, essere in grado di fare collegamenti con le altre discipline 4 Prof. Domenico Milito 4
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A partire dall’età moderna ci si è resi conto che per insegnare è necessario avere competenze relative alla psicologia dei destinatari, al fine di comprendere meglio le modalità di apprendimento e poter scegliere l’approccio didattico più adeguato. Tuttavia, alla luce delle ricerche più recenti, sembra che, perchè si realizzi un apprendimento-insegnamento efficace, non basti padroneggiare i contenuti e conoscere la psicologia: l’educatore deve sapere utilizzare e conoscere metodi e strategie che facilitano l’apprendimento-insegnamento 5 Prof. Domenico Milito 5
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La competenza di natura metodologico-didattica del docente riguarda ovviamente il possesso di conoscenze e competenze relative all’organizzazione della didattica in generale, alla didattica della propria disciplina e alle didattiche cosiddette speciali nonché alle cosiddette didattiche trasversali, come ad esempio la didattica tecnologica. 6 Prof. Domenico Milito 6
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Rientrano tra le competenze metodologico-didattiche le capacità di:
utilizzare una pluralità di metodologie e di strumenti, lavorare in gruppo, sapere comunicare dentro e fuori l’aula (Perrenoud, 1999); valutare i risultati degli allievi, pianificare l’azione educativa e processi di apprendimento; tipo manageriale, oggi sempre più richieste a chi insegna, come ad esempio sapere elaborare un progetto e saper gestire risorse. 7 Prof. Domenico Milito 7
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Visalberghi ricorda che un quarto settore di competenze richieste all’operatore dei processi formativi riguarda la conoscenza della società. Un formatore, infatti, deve essere in grado di leggere la realtà della società in cui opera per individuarne le tendenze di sviluppo e potere meglio identificare i suoi obiettivi educativi. 8 Prof. Domenico Milito 8
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Tra le competenze richieste a chi insegna va, infine, aggiunta la competenza riflessiva, presente in tutto il processo educativo e, perciò, circolare e trasversale. Per competenza riflessiva è da intendersi la capacità di sapere collegare teorie e pratiche educative. L’insegnante, infatti, nell’attuale società della conoscenza non può ritenersi mai completamente formato soltanto attraverso la formazione accademica, giacchè non esiste una conoscenza professionale assoluta ed è sempre necessario prevedere una formazione continua. 9 Prof. Domenico Milito 9
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Condividere il modello del professionista riflessivo vuol dire rifiutare l’idea che educare significhi applicare rigidamente una teoria e che ci si possa improvvisare come docenti. Il formatore, in buona sostanza, deve essere in grado di analizzare il contesto, le condizioni ambientali (materiali, sociali e affettive) nelle quali si svolge la sua esperienza, avendo presente i destinatari della sua azione e sapersi adattare alle diverse situazioni che si presentano nei contesti di insegnamento. 10 Prof. Domenico Milito 10
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Compito dell’insegnante/formatore è quello di
sapere cogliere le connessioni e riflettere sull’esperienza, ripiegandosi su se stesso. 11 Prof. Domenico Milito 11
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Per una didattica democratica La centralità dell’allievo
L’educatore/formatore deve instaurare un rapporto costruttivo con gli allievi dal punto di vista sia umano che formativo: deve incoraggiare ed evidenziare i lati positivi di chi ha di fronte, tenendo ovviamente conto dell’età e dello sviluppo intellettivo di chi apprende, con la capacità di comeniana memoria di passare gradualmente dal semplice al complesso. 12 Prof. Domenico Milito 12
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Il docente Deve conoscere e rispettare gli interessi e le aspettative degli allievi, cercando soprattutto di collegare ciò che insegna alle esperienze e alle conoscenze possedute da chi apprende, favorendo, così, da una parte, un apprendimento spontaneo e, dall’altra, realizzando interventi il più possibile individualizzati, a misura del singolo. 13 Prof. Domenico Milito 13
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Imparare a pensare Come afferma Morin (1999), riprendendo Montaigne, “è meglio una testa ben fatta che una ben piena”. “Una testa ben fatta” significa che invece di accumulare il sapere è molto più importante disporre allo stesso tempo di: un’attitudine generale a porre e a trattare problemi; principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e di dare loro il senso. 14 Prof. Domenico Milito 14
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È Dewey che afferma che “imparare significa imparare a pensare”
L’educatore deve portare l’allievo ad acquisire un sapere critico, rendendolo in grado di organizzare le conoscenze evitando la sterile accumulazione del sapere data dalla sua trasmissione nozionistica. Deve sapere, quindi, trasferire e integrare le conoscenze per aiutarlo a vivere e a pensare in modo libero e consapevole. È Dewey che afferma che “imparare significa imparare a pensare” 15 Prof. Domenico Milito 15
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Il dialogo e la comunicazione
L’insegnamento e l’apprendimento, secondo il parere degli studiosi del settore, si fondano sul dialogo, sulla partecipazione reale, sullo scambio comunicativo. Gardner, infatti, sostiene che una scuola democratica “apre le menti”. 16 Prof. Domenico Milito 16
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I tempi educativi J. D. Francesch (2009) afferma che
“L’educazione è un viaggio lento con molte fermate nel quale, attraverso una moltitudine di situazioni, le persone compiono un processo che le aiuta a crescere sul piano emotivo e intellettuale”. L’educazione, quindi, dovrebbe essere un processo che rispetti il kairòs, il momento presente determinato da una qualità, e non sia schiavo del chrònos, il tempo che fugge. 17 Prof. Domenico Milito 17
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I 15 principi educativi di Francesch in “Elogio dell’educazione lenta” (2011)
L’educazione è un’attività lenta Le attività educative devono definire il proprio tempo e non viceversa In educazione meno significa più; L’educazione è un processo qualitativo; Il tempo educativo è globale e interrelazionato; La costruzione di un processo educativo deve essere sostenibile; Ogni persona ha bisogno del proprio tempo di apprendimento; Ogni apprendimento deve realizzarsi nel momento giusto; Per riuscire a sfruttare meglio il tempo è necessario priorizzare e definire le finalità dell’educazione, L’educazione richiede tempo senza tempo; Bisogna restituire tempo all’infanzia; Dobbiamo ripensare il tempo delle relazioni tra adulti e bambini; Il tempo degli educatori deve essere ridefinito; La scuola deve educare il tempo; L’educazione lenta fa parte del rinnovamento pedagogico. 18 Prof. Domenico Milito 18
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Un’educazione che rispetti il soggetto.
Promuovere un’educazione lenta significa porre l’accento sugli apprendimenti e sul tempo necessario ad apprendere e non riempire meccanicamente un vaso vuoto pensando di poterlo formare. Infatti, “l’educazione lenta dà un senso al concetto di educazione per tutta la vita, un’educazione che in ogni momento apporta gli strumenti, le competenze e le capacità necessarie per essere una persona, un cittadino di una società democratica e, contemporaneamente, un individuo felice”. Un’educazione che rispetti il soggetto. 19 Prof. Domenico Milito 19
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La Didattica speciale Compenetrare il significato della Didattica speciale implica richiamarsi a tre indirizzi di ricerca principali: 1. Individuazione dei bisogni speciali delle persone e delle finalità da perseguire; 2. Considerazione del contesto integrato nel quale deve collocarsi l’intervento didattico 3. Prospettiva longitudinale del progetto di vita alla quale bisogna assolutamente conformarsi (prospettiva diacronica) Prof. Domenico Milito
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Didattica speciale Didattica speciale Didattica speciale
intesa come pratica di insegnamento per allievi con bisogni educativi speciali intesa come disciplina con la quale si elaborano in maniera sistematica le teorie dell’insegnamento Prof. Domenico Milito
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