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PubblicatoTacito Mantovani Modificato 11 anni fa
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Fam.POXVIRIDAE Sottofamiglia Chordopoxvirinae Generi che colpiscono gli animali Sottofamiglia Entomopoxvirinae Generi che colpiscono gli insetti
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Classificazione: Famiglia Poxviridae, Sottofamiglia Chordopoxvirinae
Genere Orthopoxvirus Virus vaccino Vaiolo del bufalo Vaiolo del coniglio Vaiolo del bovino Vaiolo del cammello Vaiolo del cavallo Genere Parapoxvirus Ectima contagioso Stomatite papulosa del bovino Pseudovaiolo del bovino Genere Avipoxvirus Vaiolo del pollo Vaiolo del tacchino Vaiolo del piccione Vaiolo del canarino Genere Leporipoxvirus Mixomatosi Fibroma di Shope Genere Capripoxvirus Vaiolo ovino Vaiolo della capra Lumpy skin disease Genere Suipoxvirus Vaiolo del suino
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Famiglia POXVIRIDAE Generalità
Virus responsabili in genere di infezioni caratterizzate dall’insorgenza di lesioni nodulari e papulo-pustolose Virus animali di maggiori dimensioni e complessità strutturale Forma a mattone, ovoidale o pleomorfa Provvisti di Envelope a struttura globulare o tubulare Dimensioni x nm Core a forma di disco biconcavo Ogni concavità del core accoglie un “corpo laterale” (costituito da materiale denso e filamentoso) Genoma a DNA bicatenario RNA-polimerasi DNA-dipendente associata al virus
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1. Replicazione del virus nella cellula ospite
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2. Spettro d’ospite in vitro
La maggior parte dei Poxvirus replica sulla membrana corion-allantoidea di embrione di pollo con formazione di lesioni caratteristiche (pocks) Su colture cellulari derivate da diverse specie animali danno effetto citopatico caratterizzato da arrotondamento delle cellule che si ammassano in piccoli gruppi che successivamente si distaccano e degenerano
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3. Struttura antigene Antigene LS Antigene NP Antigene HA
I Poxvirus presentano struttura antigene complessa 3. Struttura antigene Esistono 3 gruppi antigeni maggiori indicati come LS, NP e HA Antigene LS Antigene NP Superficiale Costituito da due componenti uno labile a 60°C (L)e uno stabile a 100°C (S) presente in tutti i membri dello stesso genere (genere-specifico) evidenziabile mediante test di FC, IF, e precipitazione Nucleoproteina Contiene una frazione comune a tutti i Poxvirus situata sul core e una frazione genere-specifica sulla superficie del virus che induce la formazione di anticorpi neutralizzanti Antigene HA Emoagglutinina Comune a tutti gli Orthopoxvirus Rara negli altri generi Non stimola la produzione di anticorpi neutralizzanti Evidenziabile con i test di HA, FC, IF
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Virus vaccino (Poxvirus officinalis)
Genere Orthopoxvirus Virus vaccino (Poxvirus officinalis) Malattia a decorso generalmente acuto e di norma benigna, caratterizzata da lesioni papulo-vescicolo-pustoloso a livello della cute dei capezzoli, della mammella, dello scroto e di altre regioni del corpo Recettivi bovino, uomo e altri animali (bufalo, suino, ovicaprini, coniglio),
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Vaiolo del bovino Malattia di norma benigna, caratterizzata da vescicole sulla cute dei capezzoli e della mammella che si essiccano e poi cadono Recettivi bovino, uomo, gatto, felini selvatici, elefante e probabilmente roditori selvatici
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Recettivi bufalo, bovino e uomo
Vaiolo del bufalo Malattia acuta del bufalo domestico (Bubalus bubalus) caratterizzata da lesioni pustolose localizzate alla cute dei capezzoli e della mammella o in altre sedi del copro (orecchie, regione oculare e piatto delle cosce) Recettivi bufalo, bovino e uomo
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Vaiolo del coniglio Vaiolo del cavallo
Malattia acuta e altamente contagiosa del coniglio domestico ad elevata mortalità, caratterizzata da turbe respiratorie e da esantema generalizzato Vaiolo del cavallo Malattia acuta e molto rara del cavallo, caratterizzata dalla comparsa di lesioni simil vaiolose in corrispondenza del cavo orale, delle zampe e di altre sedi
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La trasmissione all’uomo non è accertata
Vaiolo del cammello Malattia grave e altamente contagiosa, caratterizzata da lesioni pustolose sulla testa e altre regioni, talvolta associata ad elevata mortalità Riveste importanza economica in Africa e nelle zone occidentali dell’Asia, dove il cammello viene utilizzato come animale da some e per la produzione di latte La trasmissione all’uomo non è accertata
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Recettivi pecora, capra, bue muschiato, uomo
Genere Parapoxvirus Ectima contagioso* Malattia infettiva degli ovini denominata anche “dermatite pustolosa contagiosa” e “stomatite pustolo-contagiosa”. È caratterizzata dalla formazione di papule, vescicole, pustole e croste nella regione perilabiale, nasale, perioculare e mammaria. Recettivi pecora, capra, bue muschiato, uomo * VEDI OLTRE
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Stomatite papulosa del bovino
Malattia dei bovini a carattere diffusivo, si manifesta con lesioni esantematiche localizzate alla mucosa orale, labbra e musello, generalmente ad esito benigno. Malattia cosmopolita Recettivo il bovino e trasmissibile all’uomo
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Recettivi bovino e uomo.
Pseudovaiolo bovino Infezione caratterizzata da lesioni papulo pustolose localizzate frequentemente alla mammella ad esito benigno Recettivi bovino e uomo.
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*L’argomento verrà trattato nel corso di Patologia Aviare
Genere Avipoxvirus* Vaiolo del pollo Vaiolo del tacchino Vaiolo del piccione Vaiolo del canarino *L’argomento verrà trattato nel corso di Patologia Aviare
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La mortalità varia dal 5 al 50%. Denominata anche “schiavina”
Genere Capripoxvirus Vaiolo ovino Malattia infettiva acuta, febbrile, altamente contagiosa, caratterizzata da sintomi generali associati a eruzioni papulose o papulo-vescicolose su cute e mucose. La mortalità varia dal 5 al 50%. Denominata anche “schiavina” Recettiva la pecora Vaiolo della capra Malattia simile al vaiolo ovino, a diffusibilità limitata e meno grave. Malattia diffusa in Nord Africa, Estremo Oriente, Asia centrale e India. Recettiva la capra
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Lumpy skin disease (LSD)
Malattia a decorso acuto-subacuto o inapparente, caratterizzata da febbre e lesioni nodulari ben delimitate a carico della cute, connettivo sottocutaneo, mucose dell’apparato digerente e respiratorio e a volte dei muscoli scheletrici. Denominata anche “dermatosi nodulare” e “malattia nodulare cutanea del bovino”. Presente in Africa e Madagascar Recettivo il bovino
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Genere Leporipoxvirus
Mixomatosi* Malattia caratterizzata da sintomi di ordine generale e dalla comparsa di lesioni cutanee tipiche (mixomi) di consistenza gommosa e aspetto gelatinoso, ad andamento acuto-subacuto ed esito letale. Recettivo il coniglio e occasionalmente la lepre Fibroma di Shope Affezione del coniglio caratterizzata dalla formazione di un tumore sottocutaneo di dimensioni variabili riportabile istologicamente ad un fibroma
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Genere Suipoxvirus Vaiolo del suino
Malattia infettiva e contagiosa ad esito benigno dei suinetti neonati e in accrescimento, caratterizzata dalla comparsa di papule cutanee su addome, interno cosce, regione lombare e torace che si trasformano successivamente in croste
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*Ectima contagioso Eziologia
Malattia infettiva e contagiosa che colpisce la pecora, la capra, alcuni ruminanti selvatici e l’ uomo denominata anche “dermatite pustolosa contagiosa” e “stomatite pustolo-contagiosa” caratterizzata da: papule, vescicole, pustole e croste nella regione perilabiale, nasale, perioculare e mammaria. Colpisce generalmente i soggetti giovani Esito di solito benigno
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Resiste per mesi all’ aperto (6 mesi in inverno e 2 mesi in estate).
Famiglia Poxviridae, genere Parapoxvirus Dimensioni circa nm Morfologia caratteristica a “gomitolo di lana” Il virus risulta essere ben protetto all'interno delle croste dall' azione degli agenti atmosferici Resiste per mesi all’ aperto (6 mesi in inverno e 2 mesi in estate). Disinfettanti efficaci Soda caustica, acidi forti, fenolo 1%, latte di calce 5%
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ovini, caprini, selvatici (camoscio, muflone), uomo
Epidemiologia Spettro d’ ospite ovini, caprini, selvatici (camoscio, muflone), uomo In vitro il virus replica in cellule omologhe di vari tessuti determinando effetto citopatico (rigonfiamento cellulare e grossi corpi inclusi citoplasmatici)
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Diffusa a livello mondiale
Presente dovunque sia sviluppato l’ allevamento ovi-caprino Descritta nel camoscio e nel muflone in numerosi distretti dell’ arco alpino L’elevata resistenza del virus fa si che l’ infezione ritorni in ondate successive , in conseguenza di una diminuita immunità di popolazione La presenza di questa malattia tra questi selvatici è probabilmente dovuta al passaggio dai domestici, attraverso la contaminazione dei pascoli con croste infette Esiste la possibilità della presenza di portatori asintomatici con escrezione di virus a seguito di fattori stressanti
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Modalità di trasmissione
L'ingresso del virus è possibile attraverso soluzioni di continuo della cute L’ agnello inoltre si infetta attraverso le lesioni presenti sul capezzolo della madre, o viceversa Negli animali selvatici è comune l' abitudine di raspare il ghiaccio, con la conseguente comparsa delle caratteristiche lesioni podali invernali, o brucando l’erba secca, con lo sviluppo di forme labiali estive In allevamento si riscontra spesso una diffusione rapida, anche con indici di mortalità talora elevati nei giovani, nei ricoveri.
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Patogenesi Spesso generalizzazione per contiguità replicazione nella
sede di ingresso (cute) 2. generalizzazione per via linfoematica tropismo per lo strato spinoso dell’ epidermide Viremia Spesso generalizzazione per contiguità 3. lesioni a livello labiale, mammario e/o podale
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Sintomi e lesioni Periodo d’incubazione di 6-8 giorni
comparsa di arrossamenti circoscritti (roseole) nelle sedi cutanee elettive; segue la formazione di edema (papule), vescicole ripiene di contenuto trasparente e pustole dal contenuto torbido Il contenuto di vescicole e pustole diviene sempre più denso fino all’ essiccamento in forma di croste Spesso le croste tendono a confluire e permangono più a lungo dei precedenti stadi
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Evoluzione In casi benigni dopo due settimane si ha la caduta delle croste e completa guarigione, senza cicatrice nella sede colpita Nei casi più gravi possono osservarsi fenomeni erosivi e proliferativi a carico di gengiva, lingua e palato. L’ animale cessa di alimentarsi e può venire a morte per setticemia nel caso si instaurino complicazioni batteriche
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Diagnosi Clinica Di Laboratorio Dati epidemiologici
Riconoscimento del caratteristico aspetto e localizzazione delle lesioni Di Laboratorio Raccolta materiale patologico: contenuto vescicole, croste Isolamento: su colture cellulari ( necessari alcuni passaggi ciechi ) Microscopia elettronica: riconoscimento della caratteristica morfologia a “gomitolo di lana” Identificazione tramite Tests sierologici : SN, ELISA
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Igienico-Sanitaria Profilassi
L’ infezione tende a divenire endemica per le caratteristiche di resistenza dell’ agente e per la scarsa durata dell’ immunità; Igiene dei ricoveri; Disinfezioni ambienti; Trattamenti locali (mammella-cavo orale) con disinfettanti a base di Iodio e acidi deboli sia ad azione antivirale che a limitare le complicazioni batteriche. La vaccinazione (teoricamente possibile con stipiti attenuati) trova ostacolo nell’età).
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*Mixomatosi del coniglio
Malattia altamente contagiosa e letale del coniglio domestico e selvatico causata da un Leporipoxvirus Colpisce il coniglio e più raramente la lepre È caratterizzata da lesioni cutanee (mixomi), decorso acuto o subacuto ed esito frequentemente letale Descritta per la prima volta nel Sylvilagus spp., è stata introdotta in Europa negli anni ‘50, diventando rapidamente endemica
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Caratteristiche del virus
Eziologia Caratteristiche del virus Famiglia Poxviridae, genere Leporipoxvirus Dimensioni di circa 280x230x70nm A struttura complessa, provvisto di envelope e genoma a DNA Virus particolarmente resistente all'essiccamento Labile al calore ed alla putrefazione. Spettro d’ ospite Conigli del genere sylvilagus ed oryctolagus non frequentemente la lepre. Replica su embrione di pollo, cellule omologhe (RK13) ed eterologhe L’effetto citopatico è caratterizzato da inclusi citoplasmatici e placche di lisi
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Coniglio selvatico= Serbatoio naturale del virus
Epidemiologia Esiste un unico tipo di virus Presenta correlazioni con il virus del fibroma di Shope verso il quale si ha immunità crociata Esistono innumerevoli ceppi dotati di diversa virulenza (patotipi) Malattia stagionale : massima incidenza nei mesi estivi-autunnali La malattia risulta endemica in alcune zone ricche di insetti ematofagi (vicinanza stagni e corsi d'acqua in genere)- (vicinanza a Aree faunistiche) Coniglio selvatico= Serbatoio naturale del virus
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Metodi di trasmissione e fonti di contagio
Diffusione DIRETTA contatto animale malato/sano INDIRETTA insetti ematofagi Fonti di contagio animali malati animali portatori Malattia in incubazione Guariti (2-3 settimane) Prodotti morbosi secrezioni oculo-nasali essudato ulcere mixomatose sangue urine
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Trasmissione indiretta
INSETTI EMATOFAGI (vettori passivi) No trasmissione transovarica e replicazione virale zanzare (Culex, Aedes, Anopheles) (Australia, Europa) si infettano dopo un pasto e restano infettanti anche x 220gg diffondono la malattia da primavera ad autunno possibile conservazione del virus anche d’inverno pulci (Spillopsillus, Chtenocephalides) (GB) mantiene l’infezione nel coniglio selvatico, anche d’inverno capace di spostamenti direzionali alla ricerca dell’ospite simulidi (Francia) pidocchio del coniglio zecche ed acari
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FONTI D’INFEZIONE Animali ammalati o portatori da allevamenti non controllati o senza quarantena Ricoveri contaminati Contaminazione alimentare con pelli o carcasse di conigli morti non distrutte, lasciate sulle concimaie Iatrogena, con siringhe infette Trasporto passivo da parte di animali (faine, volpi), Uomo e mezzi di trasporto per contaminazione ambientale
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Gioca ruolo essenziale nella “forma respiratoria”
Trasmissione diretta Gioca ruolo essenziale nella “forma respiratoria” PORTA D’INGRESSO cute lesa mucosa oculo-congiuntivale mucose ano-genitali via respiratoria via digerente
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Patogenesi Replicazione primaria nella sede di ingresso (cute o mucose) Diffusione per via linfatica Interessamento dei linfonodi regionali e replicazione secondaria Fase viremica e replicazione a livello dell' endotelio dei vasi In 4a giornata il virus si ritrova nella cute, nei testicoli e negli organi interni
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Sintomi e lesioni 2-3 giorni dopo l'infezione compare una papula rossastra nel punto di ingresso Formazione del mixoma primario 4-5 giorni dopo l'infezione si riscontra blefarite bilaterale e congiuntivite purulenta, associata a fotofobia Successivamente compaiono tumefazioni edematose o solide, che costituiscono i mixomi secondari a livello di labbra, narici (facies leonina) e cute anogenitale E' presente tumefazione dei linfonodi regionali, splenomegalia e tumefazione scrotale Nelle forme subacute si verificano ispessimenti nodulari alla base delle orecchie, della conca auricolare, del dorso e delle parti distali degli arti La morte subentra nel giro di 8-10 giorni o più nelle forme a lenta evoluzione Il mixoma è costituito da sostanza fondamentale (mucina e cellule mesenchimali), cellule mixomatose (cellule stellate a nucleo pallido del diametro di circa10-16μm), eritrociti e neutrofili
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Si osservano 2 forme cliniche della malattia
Classica lesioni nodulari su orecchie, cute, congiuntiva, naso, mucosa genitale colpiti soprattutto gli all. rurali trasmissione indiretta (insetti) serbatoio nei selvatici tarda estate incubazione breve alta mortalità facile da diagnosticare Respiratoria a partire dagli anni ‘80, ceppi attenuati all. industriali contatto diretto durante tutto l’anno latenza (infezioni sub-cliniche) periodo d’incubazione più lungo aborti, mortalità neonatale infezioni secondarie (Pasteurella spp.) diagnosi più difficile
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Diagnosi La diagnosi clinica è piuttosto agevole
La diagnosi virologica si basa sull'isolamento su colture cellulari e l'identificazione diretta mediante IFD La diagnosi sierologica si avvale di AGID, ELISA
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Profilassi e Controllo
Rigide misure di profilassi diretta più vaccini attenuati Molto difficile da controllare a causa di: immunità cellulare, risposta individuale, elevata variabilità in termini di livello e durata della protezione variabilità dei sintomi clinici e degli aspetti epidemiologici utilizzo dei vaccini disponibili (patogenicità residua, difficoltà di distinguere i ceppi di campo, necessità di inoculazioni ripetute) Spesso lo stamping out è l’unico metodo veramente efficace per estinguere un focolaio
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Allevamenti indenni misure atte a prevenire l’infezione
Profilassi diretta Allevamenti indenni misure atte a prevenire l’infezione ubicazione dei capannoni: lontano da acque stagnanti, da altri allevamenti, da zone ad elevata densità di selvatici rimonta di allevamento: con soggetti interni o con conigli acquistati dopo opportuna quarantena in isolamento struttura allevamento: meglio più unità di conigliere eliminazione fattori stressanti: svezzamenti precoci, cattiva ventilazione, coccidiosi, verminosi, climatizzazione
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corretta gestione: limitazione all’ingresso di estranei, controllo dei mezzi, dell’acqua, del mangime, doppie porte, zanzariere metalliche alle finestre ed ai bocchettoni dell’aria disinfezioni e disinfestazioni: all’esterno ed all’interno verso artropodi vettori, per aspersione nei nidi e sui conigli per ectoparassiti, lotta ai predatori e conigli selvatici trasporto al macello: in contenitori sterilizzabili isolamento o destinazione al macello di conigli esposti a fiere o condotti fuori allevamento
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soppressione ed uguale trattamento dei clinicamente infetti
Allevamenti infetti: misure atte a prevenire ladiffusione ed a favorire il risanamento Rigida applicazione di alcune delle norme previste dal Regolamento di Polizia Veterinaria smaltimento controllato delle carcasse o, in alternativa, distruzione col fuoco e infossatura a 1mt con calce viva soppressione ed uguale trattamento dei clinicamente infetti isolamento o soppressione dei sospetti infetti disinfezioni ripetute di gabbie e ricoveri vuoto sanitario di 20-30gg in caso di stamping-out
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Profilassi vaccinale 2 tipi di vaccino attuenuato
eterologo / paraspecifico omologo / specifico Vaccino eterologo: induce immunità paraspecifica. Preparato con virus del Fibroma di Shope Vaccino omologo: ceppi di campo attenuati su uova o colture cellulari fino alla perdita di patogenicità Vaccino inattivato: non induce immunità
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Vaccino eterologo è innocuo, non dà reazioni indesiderate, anche nelle femmine gravide, non causa immunosopressione induce nell’80% immunità soddisfacente in tempi brevi durata dell’immunità è limitata, la caduta di protezione è rapida con ampia variabilità individuale deve essere conservato a 4°C protetto dalla luce e somministrato per via intracutanea a soggetti di età > 3 settimane, non va somministrato a conigli con malattia in incubazione vaccinando soggetti con malattia in atto, questa non si arresta nel suo decorso viene inattivato da antisettici e disinfettanti
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Vaccino omologo è stato sviluppato per indurre immunità più duratura e solida induce immunità pronta, costante e duratura negli adulti e nei giovani di età >1 mese nati da madri vaccinate è sufficiente vaccinare riproduttori almeno 2 volte all’anno e l’ingrasso allo svezzamento esistono ancora perplessità sull’utilizzo di tale vaccino, sulla sua innocuità, sulla efficacia in presenza di forme cliniche, in allevamenti con condizioni igieniche non ottimali
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