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PubblicatoPasqualina Alfano Modificato 11 anni fa
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“Criticità coinvolte nell’ottenere una colonscopia di qualità”
Una efficace prevenzione del CCR richiede l’esecuzione di una COLONSCOPIA DI QUALITA’ (ben tollerata, sicura e di alta accuratezza, diagnostica e terapeutica). “Criticità coinvolte nell’ottenere una colonscopia di qualità” Preparazione intestinale, che deve essere ottimale e ben tollerata Follow-up post-polipectomia, che deve essere appropriato e qualificato Software di refertazione endoscopica, omogeneo, presente in tutti i centri regionali di endoscopia, che deve essere facile da utilizzare, multimediale, compatibile con gli altri software aziendali, etc. Performance tecnica della colonscopia, che deve essere ottimale Convegno nazionale GISCoR Perugia 6, 7, 8 ottobre 2011
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“Le criticità nel II livello dello Screening Colorettale”
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PERUGIA CLINICA DI GASTROENTEROLOGIA ED EPATOLOGIA Direttore: Prof. Antonio Morelli “Le criticità nel II livello dello Screening Colorettale” Performance tecnica della colonscopia Prof. Antonio Morelli Convegno nazionale GISCoR Perugia 6, 7, 8 ottobre 2011
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Fattore critico molto importante nella colonscopia di qualità: appropriata e qualificata tecnica endoscopica “Bisogna disporre di apparecchiature adeguate, conoscere e saper mettere in atto le diverse e numerose manovre endoscopiche ed attuare tutti i trucchi del mestiere”
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Possibili INDICATORI di una COLONSCOPIA di QUALITA’
minimi fastidi per i pazienti (sedazione e tecnica utilizzata) colonscopia totale ≥ 95% dei pz sottoposti a screening cieco raggiunto in minuti pochi falsi negativi (non individuazione dei polipi): in soggetti asintomatici di età ≥ 50 aa.: diagnosi di adenomi: in oltre il 25% ♂ e in oltre il 15% ♀ diagnosi di adenomi avanzati in oltre il 5% dei sogg. missed cancer 2-4% delle colonscopie precedentemente negative (cancro diagnosticato entro 3 anni da una colonscopia considerata precedentemente negativa) N.B. nella pratica clinica, ampia variabilità della sensibilità della colonscopia per la diagnosi di adenomi e dei CCR, sia tra gastroenterologi e non gastroenterologi sia tra gli stessi gastroenterologi (miss-rate polipi: 16-41% per tutti i polipi; 1,5-5% per adenomi ≥ 1 cm; miss-rate cancri 2-6% delle colonscopie precedentemente negative). Bressler et al. Gastroenterol 2007;132:96-102 Rex et al. Gastroenterol 1997;112:24–28
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MISSED CANCER Cancro diagnosticato entro 3 anni da una precedente colonscopia negativa per CCR MOTIVI eventuale presenza di fattori biologici implicati nella crescita dei tumori (MSI - instabilità microsatellitare; CIMP - ipermetilazione delle regioni promoter) (adenomi piatti, depressi e adenomi serrati nel colon dx) con rapida trasformazione di queste lesioni in cancro (de novo cancer - cancri di nuova insorgenza nel colon dx?) limitazione tecnica degli attuali colonscopi nell’evidenziare lesioni nascoste o adenomi piatti di piccole dimensioni inadeguata preparazione intestinale rimozione incompleta dei polipi tecnica colonscopica sub-ottimale (eccessivo slide-by, retrazione veloce, non raggiungimento del cieco, etc.) N.B miss-rate CCR 1,5% anche se la colonscopia è stata adeguata, sia in termini di performance che di pulizia intestinale Rex DK. Am J Gastroenterol 2006;101:2866–2877 Johnston LM. Endoscopy 2004
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Possibili INDICATORI di una COLONSCOPIA di QUALITA’
asportazione di oltre il 90% dei polipi visualizzati e recupero dei polipi ≥ 95% recidiva locale dei polipi sessili larghi trattati con piece-meal 14% (in letteratura: recidive locali del 14-55% per i polipi sessili larghi trattati con piece-meal) poche complicanze gravi: mortalità globale: <1/ pz colonscopia diagnostica: complicanze gravi 3-5/1000 pz; perforazioni 1-2/ (5% delle perforazioni sono fatali) polipectomia: 10/1000 emorragia post-polipectomia (immediata e soprattutto tardiva): 1/100 pz perforazioni: 1/500 pz sindrome post-polipectomia: 1/200 pz polipi sessili larghi del cieco: emorragie 5%, perforazioni 2/100
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Nell’ambito dello screening, per massimizzare i benefici e ridurre al minimo le complicanze bisogna eseguire una colonscopia di qualità Per questo, è fondamentale avere dei “data base”, dei singoli operatori di tutti i servizi di endoscopia digestiva coinvolti nello screening, al fine di valutare: - tollerabilità della colonscopia (dolore, gonfiore e soddisfazione; valutati mediante visual analogue scale - VAS) - % di raggiungimento del cieco - % di individuazione degli adenomi - % di recidiva locale post-polipectomia - % di complicanze minori e maggiori e loro trattamento Con lo scopo di attuare programmi ed incontri per: standardizzare, omogeneizzare la perfomance tecnica della colonscopia promuovere il miglioramento continuo della qualità della colonscopia, eventualmente mediante un retraining procedere all’accreditamento dei singoli operatori e delle strutture (ambienti adeguati, strumentazione adeguata, accessori adeguati per polipectomia e per prevenire e trattare le complicanze, etc.) ed identificare i servizi di endoscopia regionali di III-IV livello di competenza per le colonscopie difficili ed i polipi difficili
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