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PubblicatoEmma Barbato Modificato 9 anni fa
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TORINO BAROCCA Inserita per secoli nel perimetro “a scacchiera” di origine romana – che contraddistingue ancora oggi il centro cittadino – Torino vive un periodo di splendore dal Seicento in avanti, grazie all’impegno dei Savoia che chiamarono per impreziosire la loro capitale i più importanti architetti dell’epoca. A Torino giungono così insigni maestri come Ascanio Vitozzi, Carlo e Amedeo di Castellamonte, Guarino Guarini, Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri L’età del barocco donerà alla città gioielli di grande splendore, a cominciare dalle chiese e dalla Cappella della Sacra Sindone - capolavoro barocco di Guarino Guarini - insieme alla chiesa di San Lorenzo. Il barocco identifica lo stile anche di alcune tra le vie e le piazze più rinomate del centro storico, tra le quali via Po, piazza Castello, piazza San Carlo. (Dal sito del Comune di Torino)
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Torino secondo il "Theatrum Sabaudiae", edito da Carlo Borgonio nel 1682.
Nella carta è anche raffigurato l'ampliamento verso ovest, terminato poi nel 1720.
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PIAZZA CASTELLO
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Progettata nel 1584 da Ascanio Vittozzi
Progettata nel 1584 da Ascanio Vittozzi. Danneggiata durante la guerra civile che insanguinò Torino negli anni , la piazza fu ricostruita da Maria Cristina di Francia, madre di Carlo Emanuele II di Savoia, futuro duca di Savoia. Lei fece ammodernare il vecchio Palazzo di San Giovanni, il Palazzo Reale, e diede inizio ai lavori per Palazzo Madama tra il 1645 e il 1646. La piazza si presentò, per tutto il Seicento e per buona parte del Settecento, divisa in tre settori distinti: la zona più antica, quella in cui confluiva via Dora Grossa (oggi via Garibaldi), l'altra zona era quella eretta a seguito dell'ampliamento della città verso il fiume Po, quindi verso via Po, ed infine l'ultima area era quella della "Piazzetta Reale", al tempo ancora divisa dal resto della piazza da un muraglione in cotto. Questa struttura, costituita da un lungo porticato, era usata dai Savoia come luogo da cui si affacciavano per le manifestazioni pubbliche come le ostensioni della Sacra Sindone. Tale architettura rimpiccioliva la piazza ma le conferiva un'aria maestosa, chiamata volgarmente "Padiglione Reale" o "Terrazza di Piazza Castello" e venne demolita nel 1811 da un incendio sviluppatosi durante i festeggiamenti per la nascita del Re di Roma. Fu poi per volere di Carlo Alberto che il padiglione venne sostituito da una cancellata in ferro fuso, progettato da Pelagio Palagi tra il 1835 e il Altra importante struttura, persa col tempo, era la manica che univa la Reggia sabauda a Palazzo Madama, percorribile al suo interno dai Savoia, e usata come luogo ove erano collocate le collezioni artistiche. (Wikipedia)
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PALAZZO REALE Il palazzo, destinato a residenza reale, venne progettato tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento da Ascanio Vittozzi. Alla morte di quest'ultimo, i lavori vennero affidati, durante la reggenza di Cristina di Francia, a Carlo di Castellamonte. (Wikipedia)
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PALAZZO MADAMA Una visita a Palazzo Madama è un suggestivo viaggio nel tempo: dalle fondazioni di età romana alle torri medievali, fino al trionfo barocco dello scalone juvarriano. Le origini del palazzo risalgono, infatti, al castrum romano, ma il nome della residenza si deve alle Madame Reali Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, promotrici del progetto di rimodernamento culminato con la costruzione del grandioso scalone e dell’elegante facciata, opera di Filippo Juvarra. (“La Corona di Delizie”, Regione Piemonte)
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PALAZZO CARIGNANO Palazzo Carignano, una delle più originali costruzioni del barocco, si distingue per l'andamento curvilineo della facciata in cotto e per l’atrio con le doppie scalinate: Guarino Guarini, che lo progettò nel 1679, si era ispirato ai disegni di Bernini per il Louvre. Nell'Ottocento venne aggiunto un secondo corpo destinato a ospitare il Parlamento Italiano, con una nuova facciata rivolta verso l'attuale Piazza Carlo Alberto. Fu sede del Parlamento subalpino e del primo Parlamento Italiano.(“La Corona di Delizie”, Regione Piemonte)
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CHIESA DI SAN LORENZO La chiesa si presenta senza facciata: a parte la cupola, nulla lascerebbe intuire la presenza di un edificio religioso. Ciò è sempre stato fonte di dibattito: secondo varie ipotesi, costruire la facciata al tempio avrebbe spezzato la simmetria di tutta Piazza Castello.
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Guarini, nel 1667 trasformo' l'originaria pianta a croce latina in pianta centrale costituita da un grande spazio ottagonale racchiuso da una forma quadrata. Da qui, è possibile accedere ad un piccolo presbiterio ellittico trasverso collegato al coro con decorazioni in marmi e ori. Il dinamismo è dato dal giro delle cappelle parietali, concepite come indipendenti. Tutto viene concepito con il numero 4 (gli elementi) e soprattutto con il numero 8, che, per Guarini indicava l'ottavo giorno, quello dedicato all'infinito. Tutto l'edificio trova particolare sfogo in altezza, nei quattro grandi pennacchi, nella cupola e nella lanterna, che raggiunge un'altezza dal suolo di 50 metri.
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Tutto viene concepito con il numero 4 (gli elementi) e soprattutto con il numero 8, che, per Guarini indicava l'ottavo giorno, quello dedicato all'infinito. Tutto l'edificio trova particolare sfogo in altezza, nei quattro grandi pennacchi, nella cupola e nella lanterna, che raggiunge un'altezza dal suolo di 50 metri.(Wikipedia) Curiosità: durante il periodo dell'equinozio di primavera e di autunno (per circa 10 giorni), i raggi del sole entrando nelle quattro nicchie sopra le cappelle, illuminando degli affreschi che sono invisibili per tutto il resto dell'anno. In senso orario partendo dalla cappella a sinistra dell'altare maggiore: Ore 8,30, ore 11,30; ore 14,30; ore 17,30
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CAPPELLA DELLA SINDONE
La Cappella, che ospitò la Sindone dal 1694, venne commissionata a Carlo di Castellamonte dal duca Emanuele Filiberto di Savoia per conservare il prezioso telo (che la famiglia sabauda costudiva da alcuni secoli) a Torino. Dopo varie traversie, il progetto venne affidato al Guarini
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SAN FILIPPO La chiesa di San Filippo Neri è un luogo di culto cattolico di Torino. Con i suoi 69 m di lunghezza e 37 di larghezza è l'edificio di culto più grande della città Fu commissionata dalla Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri, per volere del duca Carlo Emanuele II, nel 1675 all'architetto Antonio Bettino ma un rovinoso crollo avvenuto durante l'assedio francese del 1706, danneggiò l'intero cantiere. Il progetto venne dunque ripreso e affidato a Filippo Juvarra che vi operò tra il 1715 e il 1730, mentre l'ultimo rimaneggiamento del 1823 ad opera dell'architetto Giuseppe Maria Talucchi ha interessato la facciata, di chiara ispirazione neoclassica.
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PIAZZA SAN CARLO Questa scenografica piazza torinese ha il nomignolo di salotto di Torino. Di forma rettangolare, è collegata a Piazza Castello attraverso via Roma, la principale strada del centro cittadino. L'aspetto attuale è risalente al XVII secolo su progetto di Carlo di Castellamonte, ulteriormente arricchita dall'intervento di Benedetto Alfieri un secolo dopo. Sul fondo si trovano le due chiese gemelle barocche; quella di Santa Cristina (1639), progettata dal Castellamonte, e quella di San Carlo, costruita nel 1619 e attribuita a vari architetti tra cui anche il Castellamonte. La facciata concava della prima, è stata ridisegnata da Filippo Juvarra nel (Wikipedia)
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VIA PO Nella seconda metà del Seicento, a seguito anche di periodiche epidemie di peste, si rese necessario una radicale opera di risanamento della Contrada di Po, considerata malsana e insalubre. Frutto del secondo ampliamento urbanistico di Torino, promosso nel 1663 dal duca Carlo Emanuele II di Savoia e continuato per volere dalla reggente Maria Giovanna Battista di Savoia, la nuova Contrada di Po fu progettata dall'architetto Amedeo di Castellamonte e inaugurata nel (Wikipedia)
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