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I processi cognitivi La percezione.

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Presentazione sul tema: "I processi cognitivi La percezione."— Transcript della presentazione:

1 I processi cognitivi La percezione

2 I processi cognitivi Per processi cognitivi si intendono le attività mentali attraverso le quali una persona conosce il mondo Il termine “Cognitivo” infatti deriva dal latino “cognoscere” che significa appunto conoscere Lo scopo dei processi cognitivi è consentire alla persona di orientarsi nel mondo, adattarsi ad esso, agire ed operare in esso La psicologia riconosce nell’uomo sei processi cognitivi fondamentali: percezione, attenzione, memoria, apprendimento, pensiero, linguaggio

3 Esercizio I processi cognitivi non agiscono isolatamente
ma sono collegati fra loro e collaborano alla costruzione della conoscenza sono cioè interdipendenti Esercizio

4 Immagine 1

5 Immagine 2

6 Percezione Immagini ambigue (percezioni fluttuanti)
Questo significa che la nostra mente non “copia” la realtà come una macchina fotografica, ma la ricostruisce o rielabora. Il processo che entra in gioco in questa rielaborazione si chiama Percezione

7 Definizione percezione (dal latino“percipere” = “ricevere” Ottenere”) processo attraverso il quale la mente rielabora le informazioni provenienti dagli organi di senso (informazioni sensoriali), allo scopo di costruire una rappresentazione mentale dell’ambiente e di dare un significato a tutte le cose che lo compongono.

8 Per capire la definizione è necessario chiarire la differenza fra la sensazione e la percezione.
La sensazione è l’esperienza immediata di qualcosa nei cinque sensi. Ma la sensazione è solo l’inizio del processo percettivo. Per dare significato alle sensazioni la mente deve compiere alcune operazioni: Trasformazione Unificazione Interpretazione Queste operazioni avvengono in un tempo talmente breve (millesimi di secondo), da sfuggire completamente alla nostra coscienza

9 In queste immagini vediamo come le informazioni passano dagli organi di senso al cervello dove vengono elaborate

10 Esempio 1. Una persona viaggia sulla propria automobile all’imbrunire, vede qualcosa di scuro sull’asfalto. Inizialmente non riesce a capire se si tratta di una semplice ombra oppure di un sasso sulla strada. Ma poi, avvicinandosi all’oggetto si rende conto che si tratta solo di un’ombra. Questo esempio ci mostra come la percezione attribuisca un significato agli oggetti della realtà. Dal significato che diamo alle cose che ci circondano dipendono le nostre azioni e il nostro orientamento nella realtà.

11 Che rapporto c’è fra percezione e realtà?
1. La percezione non è la realtà, ma una ricostruzione mentale della realtà, Anche se è difficile esserne consapevoli perché la percezione avviene in modo automatico Noi non percepiamo tutta la realtà ma solo quegli aspetti che ci servono per vivere ed adattarci. ci rendiamo conto di tutto ciò quando la nostra mente entra in contatto con stimoli che la mettono in difficoltà. Nel tentativo di ricostruire il significato di questi stimoli la nostra mente si inganna e si confonde. figure impossibili o illusioni ottiche

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15 Che rapporto c’è fra percezione e realtà?
2. La percezione è una semplificazione della realtà, cioè non percepiamo tutta la realtà ma solo quella parte di essa che ci basta per adattarci con successo all’ambiente. Questo è evidente se consideriamo i seguenti fatti: I nostri occhi non percepiscono tutti i colori (onde luminose) ma solo quelli compresi tra il rosso e il violetto. Non percepiamo gli infrarossi e gli ultravioletti. Le nostre orecchie non percepiscono tutte le onde sonore ma solo quelle comprese all’interno di certe frequenze Alcuni animali invece sono in grado di percepire molti più colori e suoni di noi.

16 Che rapporto c’è fra percezione e realtà?

17 La percezione visiva La psicologia si è concentrata soprattutto sulla percezione visiva I più importanti studiosi della percezione visiva sono stati gli psicologi della Gestalt. A partire dagli esperimenti di wertheimer i gestaltisti comprendono che la mente organizza attivamente la realtà creando Forme (gestalt).

18 La percezione visiva Formulano una serie di principi o leggi generali della percezione. I principi fondamentali da cui derivano tutti gli altri sono: - il principio dell’organizzazione figura- sfondo - Il principio di pregnanza o di buona forma

19 Principio dell’organizzazione figura-sfondo
La mente non percepisce oggetti puri ma soltanto relazioni fra oggetti. La nostra mente infatti tende sempre a porre un oggetto in relazione allo sfondo (cioè all’ambiente in cui è inserito) e al contesto (cioè le cose o gli oggetti che gli stanno vicini – fenomeno PHI). Maggiore è il contrasto fra un oggetto e lo sfondo, maggiore è la nostra tendenza a percepirlo come figura. Questo principio può essere in fenomeno del mimetismo animale, ma anche nella fig. numero/lettera

20 Principio dell’organizzazione figura-sfondo

21 Principi gestaltici del raggruppamento
1) PRINCIPIO DELLA BUONA FORMA O DELLA PREGNANZA la nostra mente tende a organizzare gli stimoli visivi nella maniera più semplice, regolare ed armonica possibile, cioè tende a dare agli stimoli visivi la forma migliore, quella che può organizzarli meglio. È grazie a questa legge che noi, ad esempio, raggruppiamo le stelle in costellazioni (il carro, le pleiadi ecc).

22 Principi gestaltici del raggruppamento

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24 Principi gestaltici del raggruppamento
2) Principio di vicinanza La mente tende a raggruppare e a considerare come figure o elementi unitari gli stimoli che percepisce come più vicini fra loro

25 Principi gestaltici del raggruppamento
3) Principio di somiglianza La mente raggruppa e considera in modo unitario elementi simili

26 Principi gestaltici del raggruppamento
4) Principio della chiusura la mente percepisce e interpreta come figure unitarie le zone delimitate da contorni chiusi o tendenti alla chiusura.

27 La percezione visiva della profondità

28 La percezione visiva della profondità
Un esempio concreto di quanto abbiamo detto sul rapporto fra percezione e realtà è dato dalla percezione visiva.

29 La percezione visiva della profondità
l’immagine sulla retina è rovesciata e bidimensionale. Tuttavia la nostra percezione della realtà è corretta e tridimensionale. Ciò significa che la mente, nel rielaborare la immagine, la “raddrizza” e gli conferisce la profondità. Come accade tutto ciò?

30 La percezione visiva della profondità: indizi binoculari
La mente ricostruisce la tridimensionalità e la profondità della realtà utilizzando indizi di diverso tipo: Indizi binoculari (che riguardano entrambi gli occhi): Disparità binoculare: Convergenza binoculare:

31 La percezione visiva della profondità: indizi monoculari
Indizi monoculari (che riguardano un solo occhio): 1) Altezza sul piano dell’orizzonte: gli elementi che stanno più in alto in una immagine vengono percepiti come più distanti 2) La grandezza: gli oggetti più grandi vengono percepiti come più vicini, quelli più piccoli come più lontani.

32 La percezione visiva della profondità: indizi monoculari
3)La sovrapposizione o interposizione degli elementi: un elemento che copre parzialmente un altro è percepito come più vicino

33 La percezione visiva della profondità: indizi monoculari
5) La densità delle forme e degli elementi di una immagine: gli elementi meno densi (cioè più distanti fra loro) vengono interpretati in una immagine come più vicini degli elementi più densi (cioè meno distanti fra loro) 6) Le deformazione prospettica delle linee e delle forme: l’inclinazione delle linee e la loro diagonalità viene interpretata come un indizio di profondità. 7) Chiaroscuro: il rapporto fra le pari chiare e le parti scure nell’immagine fornisce un ulteriore indizio di profondità-

34 La costanza percettiva
Abbiamo visto che la nostra mente compie una serie di operazioni sulle immagini che si imprimono sulla retina (immagini retiniche). Rimette in piedi le immagini che nella retina sono capovolte Ricostruisce tridimensionalmente le immagini che nella retina sono bi- dimensionali Ci sono anche altre operazioni che la mente compie elaborando le immagini retiniche per renderle più ricche di informazioni sulla realtà. Una di queste è descritta dal fenomeno della: costanza percettiva

35 La costanza percettiva
Il fenomeno della costanza percettiva consiste nel fatto che: Nonostante che la nostra posizione rispetto agli oggetti o la posizione degli oggetti rispetto a noi cambi, noi tendiamo a percepire gli oggetti come dotati di: dimensioni costanti (costanza di grandezza) forma costante (costanza di forma), colore costante (costanza di colore) In altre parole la costanza percettiva ci permette di percepire un oggetto come sempre lo stesso, nonostante i cambiamenti dell'immagine retinica.

36 La costanza percettiva: costanza di grandezza

37 La costanza percettiva: Costanza di forma

38 La costanza percettiva: Costanza di colore
Tendiamo ad attribuire alle cose i colori che hanno quando l’illuminazione naturale è normale. Ad esempio attribuiamo ad una pagina bianca la colorazione bianca, anche quando l’illuminazione dell’ambiente è rossa e la pagina ci appare rossa

39 Quando la percezione ci inganna
Questo avviene ad esempio con le illusioni percettive: esse sono costruite in modo tale da usare le regole della percezione per ingannare la mente Vediamo ora alcune delle più famose illusioni percettive cercando di capire quali fenomeni percettivi che abbiamo visto ne stanno alla base

40 Illusione di Ebbingaus

41 Illusione di Ebbingaus
L’illusione di Ebbingaus si deve alla legge dell’orgazizzazione figura-sfondo. La mente si inganna perché legge lo stimolo in base al contesto. A detra vediamo una piccolo cerchio centrale perché il contesto è di cerchi più grandi.

42 Illusione di Ponzo

43 Illusione di ponzo: la stanza di ames

44 Illusione di Muller-Lyer

45 Percezione subliminale
Sono le percezioni che non giungono alla consapevolezza e che avvengono senza che ce ne rendiamo conto. Le percezioni subliminali accadono quando uno stimolo visivo si presenta per un tempo ridotto oppure in modo che sia mascherato da altri stimoli che lo nascondono. Lo stimolo non viene ricordato, ma comunque è registrato in qualche zona della mente, e, secondo alcuni psicologi, può condizionare il nostro comportamento.

46 Percezione subliminale: Esperimento di Eagle
Nel 1956 lo psicologo statunitense Morris Eagle condusse un esperimento A un gruppo sperimentale (a)venne mostrato un filmato contenente immagini subliminali di un soggetto che si comportava aggressivamente Al gruppo di confronto (b)venne mostrato un filmanto contenente immagini subliminali in vui lo stesso soggetto si comportava in modo mite. Successivamente ad entrambi i gruppi con sequenze sopraliminali del soggetto che passeggiava Il gruppo A espresse giudizi tendenzialmente negativi e il gruppo B tendenzialmente positivi.

47 Percezione subliminale: persuasori occulti
Negli stessi anni il sociologo statunitense Vance Packard pubblicò un testo dal titolo “i persuasori occulti”, nel quale sosteneva che la percezione subliminale fosse usata dai pubblicitari per indurre nelle persone comportamenti di consumo o in generale da chi fosse interessato a manipolare il comportamento delle persone. Sulla reale efficacia della percezione subliminale tuttavia gli psicologi non sono d’accordo: Alcuni sostengono che sia efficace Altri che non abbia nessuna efficacia

48 I disturbi della percezione: le Allucinazioni
La psicologia clinica si è occupata dei Disturbi o Patologie della percezione, cioè delle alterazioni dei normali processi percettivi. Vediamo quali sono i più importanti: Allucinazioni: Sono percezioni senza oggetto, che avvengono senza che ci siano i reali stimoli sensoriali (visione di oggetti che non ci sono, sensazione di voci o suoni che nessun altro sente). Sono associati a patologie gravi come la Schizofrenia Possono insorgere in seguito all’assunzione di sostanze stupefacenti allucinogene Oppure in seguito a determinati stati di stress psico-fisico, o traumi (perdita di una persona cara) Ma esistono anche allucinazioni normali come i sogni

49 I disturbi della percezione: l’agnosia
E’ definibile come l’incapacità di risonoscere oggetti, persone, forme ecc già note a causa della lesione di alcune aree cerebrali deputate al riconoscimento.


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