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PubblicatoFloriana Franca Pagani Modificato 9 anni fa
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Pediculosi EZIOLOGIA 3 tipi di pediculosi provocate da 3 parassiti diversi: 1. Pediculus humanus capitis 2. Pediculus humanus humanus (o vestimenta) 3. Phtirius pubis I pidocchi sono insetti anopluri dotati di un apparato boccale pungitore succhiatore; si nutrono di sangue e detriti cellulari. Resistono pochissimo al di fuori del corpo umano, perché necessitano di sangue e di una temperatura superiore a 30°C
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Pediculosi del capo Pediculus humanus capitis:
infesta il capo; la femmina depone uova (LENDINI) facendole aderire alla radice del capello: 3-4 uova al giorno per circa 30 giorni.
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Pediculosi del capo Pediculus humanus capitis: lendini
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Pediculosi del capo Lendini:
sono ovoidali, opercolate, di dimensioni 0,8x0,3 mm; aderiscono al pelo. Si schiudono dopo una settimana e danno origine ad una ninfa che, dopo 3 mute, si trasforma in insetto adulto.
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Pediculosi del corpo Pediculus humanus humanus:
Infesta il corpo (cute glabra); la femmina depone le uova sulle fibre degli indumenti: 9-10 uova al giorno per circa 40 giorni Produce lendini che rimangono adese alle fibre dei tessuti Le lendini si schiudono dopo una settimana e danno origine ad una ninfa che, dopo 3 mute, si trasforma in insetto adulto, leggermente più grande del pidocchio del capo (2-3 mm di lunghezza) Il pidocchio del corpo può trasmettere la Rickettzia provazeky, agente del tifo esantematico
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Pediculosi del pube Phtirius pubis:
vive sulla cute del pube, ma anche nelle ascelle, sopracciglia, petto, cosce, addome, se ricoperti di peli; la femmina produce 3 uova al giorno per circa 30 giorni Le lendini aderiscono ai peli del pube, sono simili a quelle degli altri pidocchi e presentano lo stesso ciclo di sviluppo
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Pediculosi del pube Phtirius pubis
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Pediculosi del pube Phtirius pubis
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Pediculosi Quadro clinico
Esplicano un’azione irritativa con la saliva e le feci, provocando la comparsa di: papule rosse pruriginose lesioni da grattamento piodermiti secondarie eczema nella pediculosi del corpo compaiono grandi chiazze ispessite e bruno nerastre (MALATTIA DEI VAGABONDI). nella pediculosi del pube compaiono macchie cerulee di 1,5-2,5 cm, dovute ad una particolare trasformazione dell’emoglobina
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Pediculosi del pube Phtirius pubis
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Pediculosi EPIDEMIOLOGIA Razza:
La pediculosi del capo e del corpo colpisce tutte le razze, mentre quella del pube prevale nella razza bianca Età P. del capo: focolai epidemici nei bambini P. del corpo: senza differenze di età P. del pube: adulti Fonte: uomo infestato Trasmissione diretta e indiretta; quasi esclusivamente diretta per pediculosi del capo e del pube In Italia vengono segnalati circa 4000 casi all’anno, dopo che negli anni ‘70 si erano raggiunti più di casi
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Pediculosi PROFILASSI
Denuncia obbligatoria in classe IV (focolaio) o V (caso isolato Isolamento: allontanamento del soggetto dalla collettività (es. scolastica) e sua disinfestazione (permetrina all’1%); si ripete il trattamento dopo 1 settimana Inchiesta epidemiologica Disinfestazione di indumenti ed effetti letterecci con ebollizione o con polvere contenente lindano 1%, malathion o permetrina (pediculosi del corpo e del pube) Sorveglianza nelle collettività scolastiche, militari, di accoglienza
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Scabbia EZIOLOGIA Sarcoptes scabiei, varietà hominis
acaro di forma ovoidale parassita obbligato della cute dell'uomo. Al di fuori dell'ospite resiste pochi giorni (non più di 4 giorni a 20°C ed al 40-80% di umidità) La femmina, di colorito perlaceo, misura 0,35 x 0,45 mm; il maschio 0,25 x 0,35 mm. Gli acari adulti sono dotati di 4 paia di arti (artropodi della classe Aracnidi), gli anteriori muniti di ventose, i posteriori di setole. Scabbia: da scabere: grattare
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Scabbia Sarcoptes scabiei
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Scabbia Ciclo biologico
si compie in giorni; la femmina fecondata scava una galleria tortuosa nell'epidermide ad una velocità di 2-3 mm al giorno, deponendo 2-3 uova al giorno per un totale di uova (4-6 settimane) Le uova, ovoidali (160 x 100 µm) si schiudono dopo circa 7 giorni originando una larva esapoda che abbandona la galleria e subisce diverse mute trasformandosi prima in ninfa ottapoda, poi in acaro adulto.
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Scabbia Sarcoptes scabiei: uova e particelle fecali
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Scabbia QUADRO CLINICO
La sintomatologia della scabbia e dominata dal prurito e dalle manifestazioni cutanee. Prurito: intenso, prevalentemente notturno (corpo più caldo); inizia dopo circa 3 settimane dal contagio e coincide con la comparsa delle lesioni cutanee; compare dopo 1-4 giorni nelle persone già in precedenza infestate, ipersensibili alle feci dell'acaro. Lesioni cutanee: cunicoli scabbiosi, vescicole perlacee, papule e noduli dovuti alla reazione di ipersensibilità dell'ospite, lesioni da grattamento. La localizzazione delle lesioni è tipica e condizionata dalla temperatura ed umidità della cute, dalla scarsità di follicoli piliferi e da uno strato corneo sottile.
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Scabbia Sedi più frequenti:
superfici laterali delle dita e spazi interdigitali delle mani, regioni flessorie dei polsi ed estensorie dei gomiti, pilastri ascellari, ombelico, glutei, genitali esterni nell'uomo, capezzoli ed areole mammarie nella donna. Il capo, il collo, le palme delle mani e le piante dei piedi sono in genere risparmiate (più frequenti nei bambini) Le complicanze più frequenti della scabbia sono le superinfezioni batteriche e l'eczematizzazione, talora dovuta all'uso prolungato di medicamenti anti-scabbia.
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Scabbia Una variante più grave è la SCABBIA NORVEGESE che si osserva in soggetti che, per diversi motivi, presentano una inibizione dello stimolo del prurito (per deficit sensoriali, immunodepressione, terapie locali con corticosteroidi). In assenza del grattamento gli acari raggiungono concentrazioni elevatissime (centinaia o migliaia contro i di una scabbia classica) e la forma diviene molto contagiosa. La scabbia norvegese è caratterizzata da lesioni eritemato-ipercheratosiche ragadiformi diffuse soprattutto alle zone flessorie, con intensa desquamazione che favorisce la diffusione degli acari e delle uova nell'ambiente (letti, indumenti). Può essere accompagnata da linfoadenomegalia.
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Scabbia
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Scabbia EPIDEMIOLOGIA Fonte di infestazione: uomo infestato
Modalità di trasmissione: contatto diretto cute-cute, la trasmissione indiretta attraverso effetti letterecci è possibile, ma trascurabile. E' diffusa in tutto il mondo, favorita da eventi bellici e cattive condizioni igieniche. Recentemente si è avuta una riaccensione pandemica che ha coinvolto USA ed Europa, colpendo tutti i livelli socio-economici. In Italia il numero di casi è di circa 3000 all'anno. Circa l'80% dei focolai epidemici è avvenuto in famiglia, il 5% in ospedale.
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Scabbia PROFILASSI Denuncia in classe IV (focolai) o V (casi isolati)
Accertamento: diagnosi presuntiva clinica, confermata dalla ricerca microscopica dell'acaro nel materiale raschiato dalla cute. Isolamento: allontanare le persone infestate da scuole e da ambienti di lavoro fino all'avvenuto trattamento. Indagine sui contatti e sulla fonte di infestazione Ricercare casi non identificati in qualsiasi tipo di comunità, compresa la famiglia.
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Scabbia Trattamento disinfestante:
Si usano preparati a base di zolfo o benzoato di benzile al % dopo un bagno ed un'energica spazzolatura della cute. Si lascia agire il medicamento per 24 ore, dopo di che è indicato un bagno di pulizia. Il trattamento, condotto per alcuni giorni di seguito, potrà essere ripetuto dopo un intervallo di 7-10 giorni. E' inoltre necessario cambiare la biancheria personale, gli indumenti e le lenzuola che andranno lavate a 60°C. Dovrebbero essere trattati tutti i conviventi, anche se asintomatici; devono essere comunque trattati i soggetti che dormono insieme al paziente.
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