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Istituzioni di linguistica a.a. 2010/2011

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Presentazione sul tema: "Istituzioni di linguistica a.a. 2010/2011"— Transcript della presentazione:

1 Istituzioni di linguistica a.a. 2010/2011
Federica Da Milano

2 Le funzioni della lingua
Formalismo vs. funzionalismo Jakobson (1960): I 6 fattori della comunicazione: mittente, destinatario, messaggio, contesto, contatto (o canale), codice …e le 6 funzioni corrispondenti: emotiva (mittente), conativa (destinatario), poetica (messaggio), referenziale (contesto), fàtica (contatto o canale), metalinguistica (codice)

3 La variazione linguistica
+ 100 milioni di parlanti nativi: Cinese Inglese Spagnolo Arabo Hindi - Russo Portoghese Francese Parlate da più del 40% della popolazione mondiale

4 La variazione linguistica

5 La variazione linguistica

6 La variazione linguistica
Il numero delle lingue è molto superiore a quello degli stati Es. il caso italiano Italiano, sardo, friulano, tedesco, francese, sloveno, francoprovenzale, albanese, ladino, catalano, greco, walser, croato

7 La variazione linguistica
Ferdinand de Saussure: ‘spirito campanilistico’ ↔ ‘forza di interscambio’

8 Lingua e dialetto Dialetto: lingua propria di un numero limitato di parlanti che si trova a convivere con un’altra lingua dagli usi più estesi Il dialetto è un sistema linguistico: ogni dialetto ha un sistema fonologico, morfologico, sintattico, ecc. Lingua vs. dialetto: differenza socioculturale, non linguistica Es. fiorentino

9 Lingua e dialetto

10 Lingua e dialetto

11 La situazione italiana
Italiano scritto Italiano parlato formale Italiano parlato informale Italiano regionale Dialetto di koinè Dialetto del capoluogo di provincia Dialetto locale continuum

12 La situazione italiana
 ”A volte, discorrendo di lingua e dialetto, si incappa nel luogo comune della semplificazione (diciamo così) schematico-difensiva. Bisogna difendere i dialetti, proclamano alcuni; bisogna difendere l’italiano, ribattono altri. Quello che la letteratura ci insegna, mi pare, è che bisogna difendere qualcosa di più fondamentale, al di qua di tale dicotomia: cioè la consapevolezza delle varietà degli usi linguistici, della loro ragione e pertinenza, e la capacità di servirsene su uno spettro il più possibile esteso. Ciò che occorre salvaguardare e promuovere è la potenza semantica e pragmatica della lingua” (M. Barenghi)

13 La situazione italiana
Il quadro sociolinguistico dell’Italia contemporanea è un repertorio multilingue a fianco dell’italiano e delle sue varietà regionali, composto da almeno cinque lingue forti di immigrazione: rumeno, albanese, arabo, cinese, ucraino

14 L’approccio sociolinguistico
La teoria sociolinguistica ha confutato gli assunti su cui si basa l’ideologia linguistica dello stato-nazione, dimostrando che: Nessuna lingua è intrinsecamente superiore alle altre, ma ciascun codice possiede un’assoluta efficienza rispetto alle esigenze comunicative della comunità di parlanti che lo utilizza; Attraverso la lingua i parlanti non si limitano a trasmettere messaggi di contenuto referenziale, ma elaborano identità sociali; L’omogeneità linguistica è una finzione, qualunque sia l’estensione territoriale e la consistenza numerica di una comunità (S. Scaglione)

15 Il diritto alla lingua Dichiarazione universale sui diritti linguistici (Barcellona 1996) Afferma il tema della centralità della lingua tanto rispetto alla dimensione della crescita e del benessere individuale, quanto rispetto alla dimensione dello sviluppo sociale e della pacifica coesistenza tra popoli e comunità; Configura come beneficiari dei diritti tanto i singoli individui, quanto le collettività linguistiche cui essi appartengono; nega la legittimità di qualsiasi gerarchizzazione tra lingue che sia stata imposta prescindendo dal consenso delle comunità stesse; Richiamo al dovere dell’integrazione e rifiuto di qualsiasi forma di assimilazione; si sottolinea la condizione di plurilinguismo come vero e proprio diritto individuale

16 Il diritto alla lingua Alcuni conflitti nei quali le preferenze linguistiche hanno avuto un ruolo: Turchia curdi Azerbaigian armeni Cina tibetani


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