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PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE

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Presentazione sul tema: "PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE"— Transcript della presentazione:

1 PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE
Seconda conferenza di Valutazione Ambientale Strategica PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE Mantova, 8 Aprile 2015 Nicola Gallinaro – Dottore forestale Davide Lini – Dottore forestale e ambientale Elisa Carturan – Dottore forestale e ambientale Niccolò Mapelli – Dottore agronomo Mariacristina Virgili – Dottore forestale – Responsabile del procedimento

2 Introduzione Responsabile del Procedimento di redazione del Piano:
Dott.ssa For. Mariacristina Virgili - Servizio Ambiente Soggetto Proponente VAS: Parco Regionale del Mincio – Ente Parco del Mincio Autorità Procedente VAS: Arch. Bruno Agosti – Servizio Urbanistica, LLPP e Vigilanza Autorità Competente VAS: Dott.ssa Cinzia De Simone – Direttore Parco Regionale del Mincio Tecnico incaricato VAS: Gruppo di lavoro: Nicola Gallinaro, Davide Lini, Elisa Carturan, Niccolò Mapelli Con Deliberazione del Consiglio di Gestione n. 28 del 04 Marzo 2013, il Parco Regionale del Mincio ha ufficializzato l’attivazione della procedura di VAS secondo lo schema metodologico-procedurale previsto dalla D.G.R. 8/6420 del 27/12/2007 e aggiornato ai sensi della D.G.R. n. VIII/10971 del 30/12/2009 e D.G.R. n. IX/761 del 10/11/2010. Prima conferenza di VAS convocata il 22 ottobre 2013: presentazione del Documento di Scoping. Incontro con le Amministrazioni Comunali e i Rappresentanti di Categoria del mondo agricolo in data 5 febbraio 2014: ai comuni presentazione della carta dei tipi forestali, gestione trasformabilità dei boschi e rapporti coi PGT; rapporto con il mondo agricolo, sviluppo filiera bosco-legno, distribuzione questionario. Introduzione

3 Secondo le indicazioni regionali il PIF persegue i seguenti obiettivi generali:
l’analisi e la pianificazione del territorio boscato; la definizione delle linee di indirizzo per la gestione dei popolamenti forestali; le ipotesi di intervento, le risorse necessarie e le possibili fonti finanziarie; il raccordo e coordinamento tra la pianificazione forestale e la pianificazione territoriale; la definizione delle strategie e delle proposte di intervento per lo sviluppo del settore forestale; la proposta di priorità di intervento nella concessione di contributi pubblici. Ulteriori obiettivi specifici legati alla realtà del Parco del Mincio sono:  la valorizzazione multifunzionale dei soprassuoli boscati e dei popolamenti arborei in genere; la proposta di scenari di sviluppo compatibili con il miglioramento della qualità ambientale; la conservazione, la tutela e il ripristino degli ecosistemi naturali di valenza provinciale e del loro ruolo nella definizione della rete ecologica; l’individuazione del legame tra le proprietà forestali e le aziende agricole locali, la creazione di iniziative di filiera-bosco-legno. Gli obbiettivi del PIF

4 Il contesto pianificato
Superficie complessiva Parco del Mincio: ,25 ha Territorio di competenza del Parco Regionale del Mincio compreso: - Riserva Naturale Statale “Bosco Fontana” (anche SIC e ZPS) - Riserve Naturali Regionali “Valli del Mincio” e “Vallazza” - SIC e ZPS “Vallazza” - SIC “Ansa e Valli del Mincio” - ZPS “Valli del Mincio” - SIC “Chiavica del Moro” Comuni di: Bagnolo San Vito, Curtatone, Goito, Mantova, Marmirolo, Monzambano, Ponti sul Mincio, Porto Mantovano, Rodigo, Roncoferraro, Sustinente, Borgo Virgilio, Porta Mantovana. Il contesto pianificato

5 La componente forestale
Definizione delle superfici classificabili a bosco ai sensi della L.R. 31/2008, distinguendole dalle rimanenti superfici arborate che, non rientrando nella definizione di bosco, incluse nella categoria dei Sistemi arborei di interesse paesistico. Le appendici boscate contigue a superfici forestali che soddisfano le caratteristiche di cui al comma 1 dell'art. 42 della L.R. 31/2008 (superficie superiore ai mq e lato minore non inferiore a 25 m) o i corridoi di connessione tra superfici boscate, sono da classificarsi come superficie boscata, indipendentemente dalla loro larghezza, salvo esse si possano univocamente identificare, per origine, composizione specifica, struttura, forma di governo, trattamento, come formazioni arboree lineari. La componente forestale

6 La componente forestale
Sono state identificate superfici forestali in senso stretto (bosco) per 791 ha, sistemi arborei di interesse paesistico per 31 ha ed elementi lineari (siepi, filari, fasce tampone,…) per un totale di 702 km. La componente forestale

7 La componente forestale

8 Obblighi di rimboschimento
Somma Aree vincolate alla realizzazione di impianti arborei: 15,15 ha Obblighi di rimboschimento

9 Attitudini funzionali e destinazioni selvicolturali

10 Attitudini funzionali e destinazioni selvicolturali

11 Attitudini funzionali e destinazioni selvicolturali

12 Gestione selvicolturale
Sono considerati BOSCHI DI ELEVATA VALENZA: a. I soprassuoli forestali presenti all’interno dei perimetri dei Siti Natura 2000 (SIC e ZPS) e delle Riserve Naturali; b. tipologie forestali rare individuate dai Criteri regionali di redazione dei PIF (Alneta di ontano nero, Cerreta; Querceti di roverella, Querco-carpineti) c. boschi da seme individuati nel registro regionale dei boschi da seme (RE.BO.LO.) istituito con d.g.r. 8/6272 del 21 dicembre 2007 compresi nell’ambito di applicazione del PIF di cui all’ART. 4; d. imboschimenti a finalità naturalistica, protettiva e/o fruitiva realizzati con fondi pubblici o imboschimenti realizzati a fini compensativi o mitigativi di opere realizzate; e. boschi interessati da progetti strategici di cui alla Tavola 11 per i quali si applicheranno le proposte selvicolturali previste dai progetti strategici stessi. In tutti gli altri casi Indirizzi selvicolturali per i boschi a funzione prevalente obbligatorie solo in caso di: - interventi autorizzati ai sensi dell’Art. 7 del r.r. 5/2007, ove tecnicamente possibile; - interventi per i quali è richiesto il progetto di taglio ai sensi dell’Art. 14 del r.r. 5/2007; - utilizzazioni di superficie superiore a due ettari, qualora l’esecutore sia un’impresa boschiva, di cui all’Art. 14, comma 2; - interventi di cui all’Art. 20, comma 4 bis del r.r. 5/2007; - utilizzazioni in boschi di proprietà pubblica con obbligo di contrassegnatura ai sensi dell’Art. 75, comma 2 ter del r.r. 5/2007; - interventi che beneficiano di contributi pubblici; - interventi compensativi a seguito di autorizzazione alla trasformazione del bosco. Gestione selvicolturale

13 Le schede didattiche

14 TIPOLOGIA DI TRASFORMAZIONE
DESCRIZIONE Boschi non trasformabili Aree boscate che non possono essere trasformate, o lo possono essere solo per casi eccezionali individuati dalla legge e dalle NTA del Piano Trasformazioni urbanistiche a perimetrazione esatta Trasformazioni legate alla pianificazione urbanistica e localizzate cartograficamente in modo univoco Trasformazioni areali a fini agricoli, paesaggistici e di incremento della biodiversità Trasformazioni legate allo sviluppo delle attività agricole nel limite di una prefissata superficie massima riferita all’intero comparto boscato e al solo periodo temporale di validità del PIF, nonché a interventi di conservazione o di miglioramento della biodiversità o del paesaggio. Trasformazioni speciali non cartografate Trasformazioni legate ad interventi puntiformi e non prevedibili, se non a livello di norma, in alcun strumento pianificatorio Il PIF inoltre: Stabilisce il Rapporto di Compensazione a seguito di trasformazione del bosco La superficie massima trasformabile per ciascun tipo di trasformazione La tipologia e la localizzazione degli interventi compensativi La componente territoriale

15 Boschi non trasformabili
ART BOSCHI NON TRASFORMABILI 1 Il PIF individua nella Tavola 8, i boschi con divieto di trasformazione: a. soprassuoli forestali presenti all’interno dei perimetri dei Siti Natura 2000 (SIC e ZPS) e delle Riserve Naturali; b. tipologie forestali rare individuate dai Criteri regionali di redazione dei PIF(alneta di ontano nero, Cerreta, Querceto di roverella, Querco-carpineto; c. boschi da seme individuati nel registro regionale dei boschi da seme (RE.BO.LO.); d. boschi con attitudine protettiva prevalente individuati in Tavola 7; e. boschi con attitudine naturalistica prevalente riportati in Tavola 7; f. imboschimenti a finalità naturalistica, protettiva e/o fruitiva realizzati con fondi pubblici o imboschimenti realizzati a fini compensativi o mitigativi di opere realizzate; g. salvo motivate eccezioni, tutti i boschi siti nei corridoi primari, nei gangli primari o nei varchi delle reti ecologiche regionale o provinciale; h. boschi soggetti al “vincolo per altri scopi” di cui all’Art. 17 del r.d. 3267/1923. Nei boschi non trasformabili a qualsiasi titolo sono consentite unicamente: a. le trasformazioni speciali del bosco di cui all’Art. 30; b. le opere pubbliche; c. le opere di pubblica utilità; d. le sistemazioni del dissesto idrogeologico; e. i miglioramento ambientali, del paesaggio e della biodiversità ai sensi dell’art. 29. solo se si dimostra l’impossibilità a realizzarli altrove. Boschi non trasformabili

16 Trasformazioni ordinarie a perimetrazione esatta – Tav.8

17 Trasformazioni ordinarie a perimetrazione areale e speciali
Trasformazioni di tipo areale finalizzate all’esercizio dell’attività agricola possono essere concesse, salvo dimostrazione di non poter essere realizzate altrove, esclusivamente su boschi afferenti ai seguenti tipi forestali: robinieto puro, robinieto misto, pioppeto rinaturalizzato, coltivazioni arboree abbandonate, formazione antropogena non classificabile. E’ invece consentito attuare ovunque, anche in boschi non trasformabili, trasformazioni areali per interventi di miglioramento ambientale, del paesaggio e della biodiversità (ad esempio, realizzazione di aree umide, rimodellamenti spaziali delle formazioni boscate per potenziare l’effetto di ecotono, apertura di radure nel bosco superiori a 2000mq,…). Sono considerate Trasformazioni speciali le trasformazioni finalizzate a realizzare: a. viabilità poderale o interpoderale; b. allacciamenti tecnologici e viari agli edifici esistenti; d. ampliamenti o adeguamento di edifici, impianti o infrastrutture esistenti o costruzione di pertinenze di edifici esistenti; e. interventi di prevenzione o sistemazione del dissesto idrogeologico, da realizzarsi ove tecnicamente possibile tramite opere di bioingegneria forestale; f. interventi funzionali alla fruizione del territorio (posa di bacheche, segnaletica, arredi per la sosta, eccetera), purché prevalentemente in legno o pietra secondo il modello del “Quaderno delle opere tipo” di ERSAF; g. piccole opere di approvvigionamento idrico o piccole derivazioni d’acqua o piccole centraline idroelettriche; i. opere di difesa dall’inquinamento idrico, del suolo, atmosferico ed acustico Trasformazioni ordinarie a perimetrazione areale e speciali

18 Limiti massimi di trasformazione
Estensione massima trasformabile per le trasformazioni urbanistiche pari a 15 ettari complessivi nel periodo di vigenza del Piano, circa lo 1,90% della superficie forestale totale Estensione massima trasformabile per le trasformazioni areali pari a 8 ettari complessivi nel periodo di vigenza del Piano, circa lo 1,01% della superficie forestale totale Limiti massimi di trasformazione

19 Rapporti di compensazione
Sono compensati sempre con rapporto di compensazione pari a 1:5 i boschi di elevata valenza Sono esclusi dall’obbligo di compensazione, qualunque sia la superficie trasformata, i seguenti interventi: - prevenzione o sistemazione del dissesto idrogeologico, da realizzarsi ove tecnicamente possibile tramite opere di bioingegneria forestale; - miglioramenti della biodiversità, del paesaggio e creazione di ambienti idonei ad alcune specie di flora o fauna selvatica (ad esempio, realizzazione di aree umide, rimodellamenti spaziali delle formazioni boscate per potenziare l’effetto di ecotono, apertura di radure nel bosco superiori a 2000mq,,…).; - opere di pubblica utilità consistenti nella riqualificazione di aree verdi finalizzate alla fruizione (manutenzione o realizzazione di sentieri, percorsi attrezzati, aree di sosta, posa di bacheche,…) Rapporti di compensazione

20 Interventi compensativi
Gli interventi compensativi in aree con insufficiente coefficiente di boscosità si eseguono mediante nuovi imboschimenti. Il PIF individua le aree nelle quali eseguire i rimboschimenti compensativi e indica le priorità espresse nel seguente ordine: - Corridoi ecologici della rete ecologica provinciale; - Gangli primari della rete ecologica provinciale; - Elementi primari della rete ecologica regionale; - Zone limitrofe ad aree idriche e canali; - Livelli di idoneità realizzativa. In deroga il Parco può autorizzare interventi compensativi finalizzati al miglioramento delle aree forestali riguardanti: - boschi di elevata valenza; - boschi a valore multifunzionale elevato (classe 4 o classe 5 di cui alla Tavola 6F); - negli impianti artificiali, limitatamente alla sostituzione di specie fuori areale. Interventi compensativi

21 Le azioni di piano Valorizzazione della funzione naturalistica;
Valorizzazione della funzione di turistico-ricreativa e didattica; Valorizzazione della funzione paesaggistica; Valorizzazione della funzione di protezione; Valorizzazione della funzione di salubrità ambientale; Progetti strategici; Formazione e ricerca; Divulgazione ed educazione ambientale; Gestione delle competenze territoriali (tra cui Sportello Diffuso del Parco). Le azioni di piano

22 Ampliamento della Riserva Naturale Statale/SIC Bosco della Fontana;
2. Recupero a fini della produzione forestale di aree marginali; 3. Recupero storico/culturale, paesaggistico e fruitivo del Forte di Pietole; 4. Recupero storico/culturale, paesaggistico e fruitivo del Giardino Romantico delle Bertone; 5. Contenimento dell’avanzata del bosco finalizzato alla conservazione dei prati aridi. I progetti strategici

23 Recupero a fini della produzione forestale di aree marginali
ART. 9 IMPIANTI ARBOREI E ARBUSTIVI REALIZZATI PER APPROVVIGIONAMENTO DI BIOMASSA LEGNOSA 1 Ai sensi del D.Lgs. 227/2001 e della D.G.R. 8/2024/2006 è definita arboricoltura da legno la coltivazione di alberi finalizzata esclusivamente alla produzione di legno e/o biomassa ed è reversibile al termine del ciclo colturale, pertanto rientrano in tale definizione anche gli impianti arborei e arbustivi, di dimensione non superiore ad 1ha e larghezza anche superiore a 25m, realizzati dagli enti pubblici o da privati, con fondi propri, in terreni non boscati o occupati prevalentemente o totalmente da specie esotiche, arboree o arbustive, derivanti dall’abbandono colturale, successivamente alla data di approvazione del PIF, per la produzione legnosa o genericamente di biomassa, anche se gestiti attraverso le attività selvicolturali di cui all’art.50 della L.R. 31/2008. 2 La realizzazione e l’eliminazione degli impianti di cui al precedente paragrafo devono essere preceduti dalla presentazione di una domanda di autorizzazione all’Ente Parco, che a tal fine istituisce apposito Registro. La domanda si considera accolta se entro sessanta giorni non venga comunicato il provvedimento di diniego, secondo le procedure dettate dagli articoli 4 e 5 della L.R. 15/2002. 3 Sono esclusi dall’iscrizione a tale Registro gli impianti di pioppicoltura, di specie a rapido accrescimento (come definite dall’art.31 comma 4 del Reg. CE 1974/2006), di latifoglie nobili (farnia, rovere, cerro, acero campestre, acero montano, acero riccio, ciliegio selvatico, noce, frassino maggiore, frassino meridionale, tiglio o altro) e tutti gli impianti finanziati con contributi pubblici. 4 L’abbandono della gestione attiva attraverso gli interventi selvicolturali, di cui al comma 1, per un periodo superiore ad anni cinquanta comporta la cancellazione dell’impianto dal registro di cui al comma 2 e l’eventuale riconoscimento della superficie come bosco, qualora ne sussistano le caratteristiche di legge. Recupero a fini della produzione forestale di aree marginali

24 Le azioni di piano – valorizzazione della funzione naturalistica

25 Definizione dell’ambito di influenza: Contesto Ambientale
VARIABILI AMBIENTALI: · Suolo e sottosuolo; · Qualità dell’aria; · Qualità delle acque ed ecosistemi acquatici; · Rischio idraulico ed idrogeologico; · Uso del suolo e urbanizzazione; · Attività economiche; · Rifiuti; · Rumore; · Energia; · Natura, conservazione e biodiversità; · Paesaggio e beni paesaggistici. Definizione dell’ambito di influenza: Contesto Ambientale

26 Quadro sinottico del contesto ambientale

27 Modello DPSIR

28 Modello DPSIR

29 Siti Natura 2000 e Valutazione di Incidenza
· SIC IT20B0014 Chiavica del Moro · SIC IT20B0017 Ansa e Valli del Mincio · SIC IT20B0010 Vallazza · SIC/ZPS IT20B011 Bosco Fontana · ZPS IT20B0009 Valli del Mincio · ZPS IT20B0010 Vallazza Siti Natura 2000 e Valutazione di Incidenza

30 Analisi della coerenza esterna
A LIVELLO REGIONALE - Obiettivi generali di sostenibilità ambientale (VAS del PTR) · Piano Territoriale Regionale (PTR) · Piano Paesaggistico Regionale (PPR) A LIVELLO PROVINCIALE · Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Mantova · Piano di Indirizzo Forestale (PIF) della Provincia di Mantova · Piano Faunistico-Venatorio Provinciale - Piano Ittico Provinciale · Piano Provinciale Cave - Piano dei percorsi e delle piste ciclo-pedonali A LIVELLO DELL’ENTE PARCO DEL MINCIO · Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) del Parco del Mincio · Piani di Gestione dei Siti Natura 2000 · Piano di Gestione delle Riserve Naturali Regionali A LIVELLO COMUNALE · Piani di Governo del Territorio ALTRI PIANI A SCALA TERRITORIALE · Piano di Bacino del fiume Po · Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF) · Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico (PAI) del bacino del fiume Po Analisi della coerenza esterna

31 Analisi della coerenza interna

32 Effetti dell’ambiente conseguenti all’attuazione del piano

33 Misure per la riduzione degli effetti negativi
Boschi ricreativi nuovi o esistenti Flora, fauna, biodiversità Regolamentazione accessi al territorio boscato soprattutto aree più sensibili e vulnerabili Boschi ricreativi nuovi o esistenti Rifiuti Regolamentazione transito infrastrut ture, aumento vigilanza, posa di contenitori per raccolta rifiuti, campagna di educazion Boschi ricreativi nuovi o esistenti Rumore Regolamentazione transito infrastrut ture, aumento vigilanza, campagna di educazione Valorizzazione naturalistica impianti arboricoltura da legno Economia agricola / Utilizzazioni forestali condotte non secondo i criteri suggeriti Suolo e sottosuolo, Flora,fauna e biodiversità, Paesaggio Aumento sorveglianza Utilizzazioni forestali Rumore Rispetto di orari e di periodi Misure per la riduzione degli effetti negativi

34 Relazione di monitoraggio biennale (Parco del Mincio) pubblicata sul sito del Parco e
trasmessa digitalmente alle autorità competenti in campo ambientale. Se necessario verranno avviati Tavoli di consultazione con autorità e stakeholders per Addivenire a modifiche e integrazioni del piano e/o della NTA. Monitoraggio

35 Monitoraggio

36 Grazie per l’attenzione


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