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IL MUTAMENTO CULTURALE
Corso di Formazione in Sicurezza e Mitigazione del Rischio Anno Accademico IL MUTAMENTO CULTURALE Docente: dott.ssa Silvia Zoboli
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… la struttura sociale …
La trasformazione economica, la scolarizzazione di massa, la crescita dei livelli di istruzione, la crescita della partecipazione femminile al mercato del lavoro hanno contribuito ad un profondo cambiamento nella struttura della stratificazione sociale. - Progressivo declino della popolazione contadina - Sovradimensionamento della piccola borghesia commerciale urbana e del ceto artigiano - Sviluppo della microimprenditorialità - Minore diffusione, rispetto agli altri Paesi europei, di manager e operai della grande impresa
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… la struttura sociale …
Sono state proposte diverse classificazioni della struttura di classe italiana. a) Tre classi fondamentali (Sylos Labini, 1974) - Impiegati (sempre più numerosi) - Operai (mai più di un terzo della popolazione) - Piccola borghesia autonoma (specificità italiana)
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… la struttura sociale …
b) Schema a nove classi (Goldthorpe, 1980; Schizzerotto, 1993) in base alla combinazione di tre differenti criteri di stratificazione: - controllo di una specifica fonte di potere; - situazione di mercato; - posizione occupazionale. Una classe sociale è dunque un insieme di individui e di famiglie che occupano posizioni simili in tutte e tre le dimensioni della disuguaglianza.
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… la struttura sociale …
Le nove classi: 1) Politici di professione 2) Imprenditori 3) Professionisti 4) Classe di servizio Borghesia 5) Impiegati 6) Piccola borghesia urbana 7) Coltivatori diretti Ceto medio Piccola borghesia 8) Classe lavoratrice urbana 9) Braccianti agricoli Classe operaia
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… la struttura sociale …
Le classi sociali in alcuni Paesi negli anni ‘70
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… la struttura sociale …
La dinamica delle classi sociali (dati di censimento)
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… la struttura sociale …
Quali sono i tratti principali di questa dinamica? espansione della borghesia (in particolare delle professioni tecniche ed amministrative di alto livello) terziarizzazione della società e conseguente espansione del ceto impiegatizio nella piccola borghesia aumenta grandemente il peso relativo della componente urbana nella classe operaia, cresce la componente specializzata e cala quella dequalificata (benché a partire dagli anni ’90 ricominci a crescere la componente precaria)
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… la mobilità sociale … Le trasformazioni nella struttura sociale hanno originato grandi flussi di mobilità, sia geografica (dalla campagna alla città, dal Sud al Nord), sia sociale (promozione sia intra- che inter- generazionale). A metà degli anni ’80, circa il 60% di un campione di occupati fra i 18 e i 65 anni aveva una posizione sociale differente rispetto a quella dei genitori. Complessivamente, la mobilità ascendente è stata maggiore rispetto a quella discendente; tuttavia la mobilità di lungo raggio (fra classi non attigue) è stata piuttosto rara, al contrario di quella a breve raggio, molto comune.
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… la mobilità sociale … I percorsi di mobilità ascendente più diffusi sono quelli che hanno coinvolto i figli dei braccianti, diventati operai a causa dell’industrializzazione. Molto meno mobili, invece, risultano gli appartenenti alla borghesia, al ceto impiegatizio e alla classe operaia urbana, dove circa il 50% dei figli fa parte della stessa classe sociale dei padri. La mobilità sociale ascendente è però cresciuta nel tempo, soprattutto per i figli degli impiegati, grazie al crescente ruolo assunto dai professionisti, e per i figli degli operai, a causa della terziarizzazione del lavoro.
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… la mobilità sociale … A livello territoriale, le maggiori opportunità di mobilità sociale si sono realizzate nella “Terza Italia”, a causa dello sviluppo della piccola impresa industriale, mentre nelle regioni meridionali le opportunità di mobilità sono state minori, a causa del persistente peso delle occupazioni agricole non qualificate. La mobilità discendente delle classi superiori, infine, è stata evitata a causa della possibilità, da parte di queste classi, di controllare i meccanismi di trasmissione intergenerazionale del capitale economico e culturale.
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… la mobilità sociale … In generale, la mobilità assoluta (ossia il numero complessivo della persone che si spostano da una classe all’altra) è stata piuttosto consistente. Al contrario, la mobilità relativa (ossia il grado di uguaglianza delle possibilità di mobilità dei membri delle varie classi) non è altrettanto ampia. Esempio: in Italia le opportunità dei figli della borghesia di restare in quella classe sono 15 volte superiori rispetto a quelle che hanno di arrivarci le persone di qualsiasi altra origine sociale (Cobalti e Schizzerotto, 1994)
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… le disuguaglianze … Nonostante l’incremento del benessere materiale e le profonde trasformazioni nella struttura della stratificazione sociale, dunque, e disuguaglianze di lungo periodo non si sono praticamente ridotte. a) Disuguaglianze economiche b) Disuguaglianze sociali c) Disuguaglianze territoriali
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… le disuguaglianze … a. Disuguaglianze economiche - Tendenza molto lieve alla riduzione delle disuguaglianze di reddito nel lungo periodo. - I redditi più bassi hanno migliorato la loro posizione verso la fine degli anni ’70, per poi stabilizzarsi e infine mostrare un’inversione di tendenza a partire dagli anni ’90. - I redditi medio-alti sono cresciuti molto, rispetto alla media, negli anni ’60, ma poi hanno mantenuto una posizione stabile. - Influenza delle profonde trasformazioni nell’ampiezza e nella composizione subite dalle famiglie (riduzione numero dei membri, aumento dei percettori di reddito)
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… le disuguaglianze … b. Disuguaglianze sociali Aspetto multidimensionale, di cui vanno considerati in particolare due indicatori: la dotazione individuale di capitale culturale (opportunità educative e livelli di istruzione) la dotazione individuale di capitale sociale (possibilità di accesso a diversi ambienti sociali, opportunità di contatti personali, reti amicali) Le disuguaglianze riguardanti il possesso di queste risorse influenzano la qualità della vita, le condizioni di salute, il tasso di mortalità)
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- Scomparsa delle disuguaglianze di genere nell’accesso all’istruzione
b. Disuguaglianze sociali - Grande sviluppo dei livelli di istruzione (durata degli studi, numero di studenti, varietà dell’offerta formativa) ed eliminazione dell’analfabetismo - Maggiore accesso all’istruzione secondaria e terziaria da parte dei figli delle classi subordinate (anche grazie alla diffusione di politiche di sostegno per i meno abbienti) - Scomparsa delle disuguaglianze di genere nell’accesso all’istruzione - Però, nonostante la crescita assoluta dei titoli di studio più elevati (tra il 1957 e il 1992 il numero dei laureati è cresciuto di sette volte e quello dei diplomati di sei), l’origine sociale esercita ancora una forte influenza sull’accesso ai livelli più elevati di istruzione.
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- La propensione all’omogamia è stabile nel tempo
… le disuguaglianze … b. Disuguaglianze sociali - Tendenza all’omogamia matrimoniale ed amicale in tutte le classi sociali, ma in modo decisamente più marcato all’interno della borghesia - Le possibilità di eterogamia si riducono parallelamente all’aumento della distanza fra le classi. - La propensione all’omogamia è stabile nel tempo - Nonostante la crescente partecipazione femminile al mercato del lavoro, permangono le disuguaglianze di genere legate alla segregazione occupazionale.
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… le disuguaglianze … c. Disuguaglianze territoriali - Forte divario fra i tassi di disoccupazione del Nord e del Sud del Paese (perdita progressiva di addetti in agricoltura, esaurimento dei movimenti migratori, crescente inefficacia degli aiuti economici di carattere assistenziale e loro riduzione quantitativa) - Terziarizzazione disuguale del Mezzogiorno, incentrata in particolare su edilizia e turismo (con problemi ambientali di notevole portata) - Elevati tassi di disoccupazione giovanile, nonostante l’elevato livello di istruzione; difficoltà per l’economia meridionale di creare posti di lavoro
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… i dati … Andamento degli occupati nei tre settori, per genere (Istat 2008)
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… i dati … Andamento degli occupati nei tre settori, per area geografica (Istat 2008)
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… i dati … Andamento degli occupati nei tre settori, per tipologia (Istat 2008)
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Classi occupazionali attuali
… i dati … Tavola di mobilità intergenerazionale assoluta (% sul totale delle origini) – dati 1985 Classi di origine Classi occupazionali attuali IC BOR CMI PBU PBA COU COA 37,0 41,8 7,9 3,1 10,2 - 4,8 16,9 52,7 14,6 0,4 15,4 9,8 6,4 28,9 37,4 1,2 25,3 0,8 22,2 15,9 21,6 41,2 2,3 19,7 3,6 25,8 16,5 0,3 53,3 0,5 35,8 2,0 19,1 2,9 50,5 7,7 6,9 26,4 20,6 5,0 38,8 100 N 183 703 548 134 1.031 61 2.660
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Classi occupazionali attuali
… i dati … Tavola di mobilità intragenerazionale assoluta (% sul totale delle prime occupazioni) – dati 1985 Prima occupazione Classi occupazionali attuali IC BOR CMI PBU PBA COU COA 87,4 8,7 2,9 1,0 - 3,9 13,4 78,3 5,0 0,6 2,7 23,4 1,1 4,8 84,1 0,4 9,2 10,2 1,7 10,3 58,1 25,3 4,6 6,5 13,0 19,4 0,7 66,1 51,7 2,6 5,2 14,7 35,3 42,2 4,3 6,9 26,1 20,8 38,8 2,4 100 N 184 696 554 134 1.035 64 2.667
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… i dati … Tempi di attesa della prima occupazione dopo il conseguimento del titolo di studio secondo la classe della prima occupazione (% sulla classe di prima occupazione) – dati 1985 Prima occupazione Tempi di attesa 1-23 mesi 24-47 mesi 48 mesi e più BOR 56,0 28,0 16,0 CMI 52,6 29,1 18,3 PBU 29,3 18,9 51,8 PBA 51,1 22,4 26,5 COU 37,7 25,6 36,7 COA 32,7 38,2
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