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LA CONTABILITA’ PER LE AZIENDE AGRICOLE
Come strumento per affrontare la competitività Oggi si avverte sempre più impellente l’esigenza di aiutare gli agricoltori a diventare imprenditori più efficienti delle proprie aziende agricole. Una pianificazione accurata è alla base del successo di un’azienda in qualsiasi settore economico. Tuttavia, il settore agrario è spesso considerato indietro nell’applicazione delle moderne tecniche di amministrazione e pianificazione volte alla creazione di imprese solide. Talvolta ciò è dovuto semplicemente ad una carenza di quelle capacità e conoscenze necessarie che aiuterebbero gli agricoltori nel processo di pianificazione. Perché? Piccole aziende individuali o famigliari o cmq società agricole semplici (97% delle az. Agricole in Italia) non soggette ad alcun obbligo contabile se non ai fini IVA. MA ciò non vuol dire che non si debba fare !!!! Pochissimi lo fanno perché mancano le competenze: (DOPPIA IGNORANZA) agricoltore sa tutto del suo lavoro (dei mezzi, del valore di prodotti e macchinari, prezzi, MA costi ???)… manca la visione d’insieme !!!! Consulente o professionista non conosce le peculiarità del settore agricolo… Obiettivo: Capirne l’importanza, la natura, principi base, procedimento di tenuta della contabilità….. Titolo? Perché è Fondamentale per l’imprenditore come supporto informativo nel momento decisionale (informazioni attendibili, sintetiche e al contempo esaurienti) ed esplica totalmente le sue potenzialità nel BILANCIO Matteo Legnani
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Un efficace sistema contabile…
È essenziale per la correttezza degli adempimenti fiscali, previdenziali, etc. È un elemento sempre più indispensabile per l’imprenditore che intenda affrontare in modo adeguato le sfide dell’attuale contesto economico. È un ottimo strumento sulla base del quale programmare e pianificare la propria attività, alimentando il processo decisionale nel breve e nel lungo periodo.
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… infatti… Permette di analizzare con precisione i costi, le rese e i profitti di produzione, a livello aggregato e analitico. Consente di formulare accurate previsioni sui livelli di produzione attesi, così da organizzare in modo più efficiente l’attività futura. È indispensabile per individuare eventuali sprechi e/o inefficienze nella gestione aziendale. Tutte le entrate e le uscite quotidianamente, in modo tale da poterle riassumere per settimana, mese e anno. Confrontando le vostre entrate annue con le vostre spese annue è possibile determinare se a fine anno si registra un profitto o una perdita. I programmi di coltivazione possono essere ottimizzati mediante l’uso dell’analisi del margine lordo. L’analisi del margine lordo valuta la redditività comparata di diverse colture. I margini lordi sono calcolati sottraendo dalle vendite ottenute, i costi variabili quali quelli di fertilizzanti, sementi, prodotti chimici e manodopera stagionale, associati alla produzione. I costi fissi come l’ammortamento delle attrezzature, la retribuzione del proprietario ecc., non devono essere inclusi È strumento di supporto all’attività gestionale, come in ogni altro tipo di azienda o società !!!!! PIANIFICAZIONE: sulla base dei risultati dell’anno, pianifico l’attività dell’anno successivo Vantaggio competitivo… È strumento di EFFICIENZA !!!!! FINANZIAMENTO (v. poi lezione BILANCIO) PUBBLICO: sussidi comunitari Anche per chi non tiene la contabilità si richiede un bilancio CEE ante e post E business plan, come dim. di REDDITIVITA’ PRIVATO: istituti di credito Piano aziendale per valutare il profilo di solvibilità e l’esposizione debitoria L’UE riconosce alla contabilità agraria un ruolo strategico e ne incentiva l’adozione vincolando ad essa l’erogazione degli aiuti
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…inoltre… Consente di seguire i programmi di certificazione della qualità riconosciuti a livello nazionale ed internazionale; È sempre più essenziale per interagire col mondo del credito e per rientrare nei programmi di finanziamento proposti dall’Unione Europea. In un futuro più o meno remoto sembrerebbe destinato a diventare strumento da adottare obbligatoriamente anche in ambito agricolo. Già dal 2000 sembrava questo l’orientamento (ma nel mondo agricolo i tempi sono sempre dilatati… v. regimi iva transitori)
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Scarsa diffusione della contabilità agraria in Italia
Caratteristiche dimensionali delle aziende Insufficiente preparazione professionale Normativa civilistica (vedi art.2214 c.c.) e fiscale (vedi art. 32 – 34 T.U.I.R.) - La scarsa diffusione della contabilità agraria in Italia può certamente essere connessa con le caratteristiche dimensionali delle aziende, che nella gran parte dei casi sono talmente piccole che l’adozione di un sistema contabile e il suo costante impiego risultano un sacrificio ingiustificato agli occhi dell’agricoltore. (vedi lezione 1, dati per fatturato e ula) - Un ulteriore motivazione che scoraggia gli agricoltori dall’utilizzo di strumenti contabili è rinvenibile nella insufficiente preparazione professionale degli stessi, che temono di misurarsi con realtà che non conoscono; le generazioni di imprenditori più giovani risultano più interessate e disponibili a introdurre nelle loro aziende sistemi di rilevazione e misurazione dei risultati conseguiti - La ragione principale che storicamente ha allontanato, e allontana tuttora, l’imprenditore agricolo dagli strumenti di natura contabile deve senza dubbio essere ricercata ancora una volta nella disciplina civilistica italiana e nelle altre norme che definiscono la tassazione delle aziende agricole. Il grado di sviluppo delle rilevazioni amministrative attuate nell’ambito delle imprese agricole è infatti rimasto limitato essenzialmente a causa della non obbligatorietà delle scritture contabili: l’articolo 2214 rubricato “Libri obbligatori e altre scritture contabili”, impone la tenuta degli stessi solamente all’imprenditore che eserciti un’attività commerciale.[1] .
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Obblighi civilistici Art Libri obbligatori e altre scritture contabili “L'imprenditore che esercita un'attività commerciale deve tenere il libro giornale e il libro degli inventari. Deve altresì tenere le altre scritture contabili che siano richieste dalla natura e dalle dimensioni dell'impresa e conservare ordinatamente…” Questo aspetto può essere in parte connesso alla pressoché totale assenza di obblighi di tenuta delle scritture contabili per l’imprenditore agricolo; da ciò derivano forti lacune informative a danno degli agricoltori che, a dire il vero, difficilmente si rendono conto di tali carenze e delle opportunità e potenzialità che porterebbe con sé un adeguato sistema informativo Art 32 e 34 tuir tassazione reddito agrario (non in base a utile risultante da prospetti contabili)
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LIBRI CONTABILI LIBRO GIORNALE (in cui si annotano cronologicamente tutte le rilevazioni contabili) LIBRO DEGLI INVENTARI (elenca i fattori e le risorse a disposizione all’inizio di ogni periodo) LIBRO MASTRO (comprende tutti i conti in cui si articola il piano dei conti) PRIMA NOTA (brogliaccio) Libri “obbligatori” per coloro che hanno obbligo: libro giornale: “Deve indicare giorno per giorno le operazioni relative all’esercizio dell’impresa”. Libro degli inventari: Consiste nel registro all’interno del quale l’imprenditore deve indicare la suddivisione del proprio patrimonio fra gli elementi attivi e passivi a disposizione dell’impresa e quelli ad essa estranei, sia in sede di sua costituzione che, successivamente, ogni anno, specificando la valutazione agli stessi attribuita. Esso viene quindi redatto in sede di costituzione dell’impresa e poi annualmente Libri indispensabili per chi decide di tenere la contabilità Libro mastro: Tra le altre scritture contabili richieste dalla natura e dalle dimensioni dell’impresa rientra il libro mastro, formato dall’insieme delle schede contabili accese ai diversi conti che compongono il piano dei conti, e che assolve alla funzione di riclassificare sistematicamente nei diversi conti i valori delle operazioni rilevate cronologicamente nel libro giornale Prima nota: la forma di tale registro è libera dato che si tratta di un registro non obbligatorio. La prima nota è un registro importantissimo: su di esso si può trovare una traccia di ogni fatto esterno di gestione. Se compilato correttamente rappresenta un valido aiuto per la stesura del libro giornale. OGGI: i pochi tentativi si limitano al brogliaccio, elenco di operazioni cronologiche, ma assolutamente non completo, ma compilato saltuariamente, senza alcun ordine conto o altre articolazioni che permettano di giungere a qualche conclusione (nessun risultato di sintesi) in merito ai risultati della gestione…
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IL GIORNALMASTRO Nella pratica agricola, libro giornale e libro mastro sono spesso integrati fra loro nel cosiddetto “giornalmastro” È un libro contabile, strutturato in forma tabellare, ove si registrano giornalmente le operazioni dell'impresa, e che funge anche da libro mastro Libro giornale e libro mastro sono spesso integrati fra loro nel giornalmastro: su un unico libro che è, al contempo, un registro sistematico e cronologico Elenco di conti affiancati, in cui ogni riga è riservata a una operazione (di norma non più di conti) SOFTWARE: ancora poco diffuso nel settore agricolo, e comunque effettua solo controlli formali e matematici (es. pareggio) Tutto gira intorno a questo libro, il problema è impostarlo e compilarlo correttamente
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IL GIORNALMASTRO L’unico inconveniente di tale forma di scritturazione risiede nel numero dei conti che possono essere aperti, che deve essere necessariamente limitato, pena l’impossibilità di gestire correttamente la redazione del registro stesso. conti analitici contenuti in un’apposita tabella. Il giornalmastro, nella sua foggia più ricorrente, presenta una prima colonna dedicata al numero progressivo delle operazioni e una seconda per la data delle medesime. A seguire troviamo gli articoli del giornale con la loro descrizione e le somme relative
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Contabilità Ordinaria
(art c.c.), regolare compilazione delle scritture contabili, del libro giornale e del libro degli inventari Contabilità Semplificata esclusivamente la regolare compilazione dei registri previsti dalla normativa fiscale. Variabili: - veste giuridica - volume d’affari Tra le aziende è possibile distinguere quelle in “Contabilità Ordinaria” da quelle in “Contabilità Semplificata”. Entrambe determinano il reddito in base al Principio di Competenza, ma sono diversi i tipi di registri che devono essere tenuti a seconda del tipo di contabilità adottato dall’impresa. Anche per i professionisti è possibile distinguere una Contabilità Ordinaria Professionisti ed una Contabilità Semplificata Professionisti. In questo caso il reddito è determinato secondo il Principio di Cassa, ma esistono delle differenze per quanto riguarda i registri obbligatori per il professionista. ***Per quanto riguarda le aziende: la distinzione tra regime ordinario e semplificato si fonda su due presupposti, la “veste giuridica dell’impresa” e il “volume d’affari”. Al regime ordinario appartengono sempre, a prescindere da ogni altra considerazione, le Società di Capitali (Società per Azioni, Società in Accomandita per Azioni, Società a Responsabilità Limitata, Società Cooperative). Le Società di Persone (Società in Nome Collettivo, Società in Accomandita Semplice) e le Imprese Individuali possono appartenere al regime ordinario o a quello semplificato a seconda del loro volumi d’affari. Il regime ordinario si applica nei casi di Società di Persone e Imprese Individuali che, nell’anno solare precedente, han conseguito un volume d’affari pari o superiore a: v ,14 euro per le imprese aventi per oggetto la prestazione di servizi; v ,90 euro per le imprese che hanno per oggetto attività diverse dalle prestazioni di servizi. (vecchio miliardo di lire) I contribuenti in contabilità ordinaria han l’obbligo di tenere i registri: v Registri IVA; v Registro dei beni ammortizzabili (la sua tenuta è facoltativa se le relative annotazioni sono eseguite sul libro degli inventari); v Libro giornale; v Libro degli inventari; v Libro mastro. Devono tenere, inoltre, qualora ne sussistano i requisiti, la “contabilità di magazzino” e, nel caso di Società di Capitali, alcuni registri obbligatori tipici di questo tipo di società, libro dei soci, libro delle assemblee, ecc….). La legge prevede che le imprese in contabilità ordinaria possono non avere i registri IVA se effettuano le registrazioni delle fatture emesse o dei corrispettivi e delle fatture d’acquisto sul libro giornale. Le imprese in contabilità semplificata devono tenere: v I registri IVA; v Il registro dei beni ammortizzabili (può essere omesso se le relative annotazioni sono effettuate sul registro IVA acquisti). Le imprese che presentano i requisiti per il regime semplificato possono optare comunque per il regime ordinario. Sia le imprese in contabilità ordinaria che quelle in semplificata che assumono dipendenti devono tenere anche: v Libro paga; v Libro matricola; v Libro infortuni.
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Contabilità ANALITICA
Contabilità GENERALE E’ preposta alla determinazione del risultato complessivo della gestione e del capitale di funzionamento (rapporti con l’ambiente esterno) Contabilità ANALITICA Risultati settoriali (fatti di gestione interni) Sia la contabilità generale che quella analitica rilevano i fatti aziendali, ma mentre la prima è volta a fornire informazioni in merito all’andamento generale e ai risultati globali della gestione, la seconda consente di ottenere informazioni dettagliate relative alle varie operazioni aziendali per mettere l’imprenditore nelle condizioni di effettuare le scelte più opportune. L’oggetto di rilevazione della contabilità generale è infatti rappresentato dai fenomeni aventi una manifestazione numeraria, in particolare dagli scambi di mercato con terze economie; le rilevazioni di tipo analitico sono invece focalizzate sulle modalità di impiego delle risorse nei processi produttivi dell’impresa In particolare Co.Ge: è il primo passo e ci porta proprio alla redditività dell’azienda La finalità primaria delle rilevazioni di contabilità generale è invece quella di annotare tutti i fatti aziendali, che abbiano comportato movimenti di denaro, nascita di debiti o di crediti (acquisti, vendite, pagamenti a fornitori, incassi da clienti, etc.); le scritture contabili devono perciò, registrare solo ed esclusivamente le operazioni che l’azienda ha posto in essere con soggetti terzi. Da questo primo e fondamentale aspetto discende la possibilità di determinare i risultati dell’attività e redigere periodiche sintesi che illustrino non solo l’andamento economico, ma anche quello patrimoniale e finanziario dell’azienda. Co.An. Più complessa e varia a seconda della struttura e dell’attività aziendale, ma grandissima utilità nelle scelte produttive !!!!
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SISTEMA CONTABILE “Struttura teorica basata su particolari convenzioni e regole” CONTI : schede intitolate a specifiche informazioni, su cui si classificano e registrano i principali fatti di gestione. Obiettivo: capire quali sono queste convenzioni e regole, per comprendere logica e funzionamento della contabilità (almeno a grandi linee) Rappresentazione grafica più semplice è il cosiddetto MASTRINO Conto a sezioni divise – a sezioni accostate – a forma scalare
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Un buon sistema contabile deve cogliere:
Aspetto FINANZIARIO Entrate e Uscite di gestione Fonti e Impieghi Aspetto ECONOMICO Costi e Ricavi In quanto, sebbene vi sia corrispondenza tra i due aspetti, non vi è sempre coincidenza. ES. utilizzo di un macchinario: sostengo un COSTO (q.ta amm.to), ma non ho nessuna USCITA L’obiettivo finale è giungere alla determinazione di indici o margini di tipo economico e finanziario per valutare lo stato di salute dell’az. E la sua redditività… e fare confronti nel tempo (più che nello spazio)
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…il metodo della partita doppia...
Ogni operazione è osservata sotto due aspetti: Aspetto originario o numerario (cassa, debiti/crediti commerciali) Aspetto derivato o non numerario (costi, ricavi, crediti/debiti da finanziamenti) Il metodo di rilevazione della partita doppia fu descritto per la prima volta dal frate matematico italiano Luca Pacioli, nel suo libro Summa de arithmetica, geometrica, proportioni et proportionalita (Venezia, 1494).
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PARTITA DOPPIA è un sistema di scrittura contabile consistente nel registrare le operazioni aziendali simultaneamente in due serie di conti (principio della duplice rilevazione simultanea), allo scopo di determinare il reddito di un dato periodo amministrativo e di controllare i movimenti monetari-finanziari della gestione Es: Sementi c/ acquisti a cassa Banca a prodotti c/ vendite
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FASI CONTABILI APERTURA (inventari, beni mobili e immobili, crediti e debiti aziendali) ESERCIZIO (registrazioni contabili delle operazioni di gestione) CHIUSURA (inventario finale, assestamento, calcolo dei risultati) - Apertura: scatto una foto della situazione “patrimoniale” dell’azienda - Il periodo di riferimento per il calcolo dei risultati è l’annata agraria (12 mesi), meglio detto ESERCIZIO - Parte più interessante, che dà significato a tutto il resto
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BILANCIO AZIENDALE CONTO ECONOMICO STATO PATRIMONIALE
Nella Co. An. si aggiungono ulteriori prospetti di sintesi (costi e ricavi dei singoli processi etc.) Punto di arrivo !!!
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Conto economico VALORE DELLA PRODUZIONE (ricavi,etc.)
COSTI DELLA PRODUZIONE (costi mp, personale, amm.ti, etc.) PROVENTI E ONERI FINANZIARI (interessi e oneri fin.) RETTIFICHE DI VALORI DI ATTIVITÀ FINANZIARIE (rivalutaz. e svalutaz. partec.) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI (plusv. e minusv.) IMPOSTE SUL REDDITO DI ESERCIZIO RISULTATO DELL’ESERCIZIO
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Stato patrimoniale ATTIVO PASSIVO PATRIMONIO NETTO CREDITI VERSO SOCI…
IMMOBILIZZAZIONI FONDI PER RISCHI E ONERI ATTIVO CIRCOLANTE TFR RATEI E RISCONTI DEBITI
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INVENTARIO l’imprenditore deve indicare la suddivisione del proprio patrimonio fra gli elementi attivi e passivi a disposizione dell’impresa (e quelli ad essa estranei), sia in sede di sua costituzione che, successivamente, ogni anno, specificando la valutazione agli stessi attribuita Libro degli inventari: Consiste nel registro all’interno del quale l’imprenditore deve indicare la suddivisione del proprio patrimonio fra gli elementi attivi e passivi a disposizione dell’impresa e quelli ad essa estranei, sia in sede di sua costituzione che, successivamente, ogni anno, specificando la valutazione agli stessi attribuita. Esso viene quindi redatto in sede di costituzione dell’impresa e poi annualmente Libri indispensabili per chi decide di tenere la contabilità
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INVENTARIO ATTIVO PASSIVO Terreni 1.700.000 f.do amm.to fabbricati
Fabbricati f.do amm.to macchine Macchine/attrezzi Mutuo agrario Bestiame Debiti commerciali 13.000 Anticipazioni colturali 12.000 Materie prime 3.000 Prodotti vendibili 60.000 Prodotti di scorta 35.000 TOTALE PATRIMONIO NETTO A pareggio PROBLEMA delle valutazioni !!!!!! Costo o valori correnti ??? Poste particolari… valutazioni non immediate (almeno omogeneità nel tempo, ma anche nello spazio) quali criteri, quali fonti normative ???
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CRITERI UTILITÀ (scegliere principi e regole per rilevare i dati effettivamente indispensabili alla determinazione dei risultati aziendali) OGGETTIVITÀ (principi e regole per esprimere valutazioni esenti da preconcetti, pregiudizi; rilevazioni attendibili e verificabili) CONVENIENZA (rapporto tra costo della rilevazione e beneficio dell’informazione) - Utilità e convenienza = “buon senso” …. In termini di analiticità È inutile perdere tempo, aumentare la complessità etc. per misurare aspetti minimi (es. carta fatture) - Oggettività… assenza di politiche di bilancio (non avrebbe senso, il bilancio è innanzitutto uno strumento per l’imprenditore, deve essere quanto più possibile veritiero)
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PRINCIPI CONTABILI… Autonomia (separare gestione aziendale e famigliare) Coerenza (fatti di ugual natura trattati sempre allo stesso modo) Competenza (imputare costi e ricavi all’esercizio in cui contribuiscono alla formazione del reddito) Separazione dal pdv patrimoniale e finanziario, per monitorare in qualsiasi momento la situazione in cui si trova l’azienda senza condizionamenti extra-aziendali ES. Autonomia: c/c bancario e i prelievi Es. Coerenza: criterio per valutare le rimanenze (altrimenti vien meno l’utilità dei confronti temporali) Es. competenza: ANTICIPAZIONI COLTURALI (che a fine anno sono i tipici prodotti in corso di lavorazione che verranno completati nell’esercizio successivo)
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…PRINCIPI CONTABILI Costo (registrazioni al prezzo d’acquisto)
Realizzazione del ricavo (contabilizzare i ricavi nel momento in cui il bene è ceduto) Prudenza (tra valutazioni alternative, scegliere quella peggiore per l’azienda) una delle pietre miliari della teoria contabile italiana, vale a dire il principio del costo: le registrazioni relative a beni mobili e immobili, nonché delle materie prime avvengono al prezzo di acquisto, o costo storico, che diviene il valore di base anche per le tutte le valutazioni successive; l’obiettivo finale è infatti individuare l’entità dell’investimento al momento in cui è stato effettuato dall’imprenditore. Per la verità i principi contabili internazionali Ias/Ifrs[1], che in un futuro più o meno remoto saranno destinati a plasmare in modo massiccio le prassi contabili del nostro paese, sono orientati all’abbandono del costo in favore del “fair value”, ovvero il valore corrente o di mercato. Tuttavia ad oggi l’articolo 2426 del codice civile prevede il costo quale criterio base per la valutazione delle poste di bilancio, un criterio che sebbene non offra al lettore una rappresentazione a valori reali, costituisce un parametro certo, facilmente documentabile e esente da valutazioni di tipo estremamente soggettivo [1] Gli International Accounting Standards (IAS) e gli International Financial Reporting Standards (IFRS) sono i principi contabili internazionali la cui adozione in Italia è già obbligatoria per le società quotate. Tra tali principi è da segnalare lo IAS 41 rubricato “Agricoltura” che definisce il trattamento contabile, l’esposizione del bilancio e l’informativa integrativa da fornire in presenza di attività agricole. Es. ricavo…. Non nel momento in cui il prodotto è ottenuto o si riceve il denaro
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IL PIANO DEI CONTI “elencazione completa di tutti i conti utilizzati dall’impresa” L’organizzazione del piano dei conti richiede una preventiva identificazione delle esigenze informative (interne ed esterne) da soddisfare attraverso i dati contabili. SCELTA FONDAMENTALE !!!!! E’ IL PUNTO DI PARTENZA Il n° di conti influenza il grado di dettaglio, ma anche la complessità della tenuta della contabilità La struttura del piano dei conti deve essere in ogni caso compatibile con l'obiettivo della funzione contabile Scelta centrale anche col software !!!!! ES. cassa, banca, vendite prodotto A,B, acquisto fp, acquisto macchinari, mdo…..
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TIPOLOGIE DI CONTO Conti Finanziari (cassa, banca, debiti…)
Conti Economici (vendite, fp, mdo…) Conti di Capitale (terreni, macchine, bestiame) Conti “Particolari” (c/ prelievi, c/capitale netto) Tra i conti di capitale, Voci tipiche: “immobilizzazioni colturali” (frutteti e vigneti) Conti particolari, altro es. “fondi rischi per calamità naturali”
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PAREGGIO DELLE REGISTRAZIONI
“ogni operazione deve essere registrata su due o più conti in modo tale che la somma degli importi registrati in dare corrisponda esattamente con quella degli importi registrati in avere” Va bene la partita doppia come metodo, ma non basta… Regola principale del metodo della partita doppia.
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SCHEMA DI BASE DARE AVERE + costi - costi - ricavi + ricavi + denaro
+ crediti - crediti - debiti + debiti + immobili - immobili - capitale + capitale Specchietto fondamentale che vi indirizza nelle registrazioni contabili: ci sono due sezioni, per ogni operazione dobbiamo movimentarle entrambe, ed ottenere il pareggio, ma chiaramente non bisogna invertire dare e avere !!!
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Le principali scritture di esercizio
Acquisto fattori di consumo e regolamento Vendita prodotti e regolamento Acquisto macchinari Accensione e rimborso mutuo Costo della manodopera Prelievi del titolare Prelievi in prodotti …………………………………
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Funzionamento di un CONTO
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Acquisto fattori di consumo (pagamento immediato)
A: conto finanziario (cassa, debiti) D: conto aggregato di fattori, o conto più analitico (es. sementi) Se non si paga immediatamente in avere si avrà il debito verso il fornitore
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Acquisto fattori di consumo (sorgere del debito)
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Acquisto fattori di consumo (regolamento del debito)
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Regolamento debiti commerciali
Mezzi di pagamento Contanti (cassa) Forme di utilizzo del c.c. bancario (assegni bancari, ordine di pagamento, giroconto, bonifico) Accettazione o firma cambiali passive Girata o cessione di cambiali attive Accettazione o firma di cambiali passive: documenti in base al quale il debitore dovrà effettuare una determinata prestazione nei confronti del legittimo possessore che gliela presenta Cambiale: titolo di credito che contiene la promessa o l’ordine di pagare una certa somma (a una certa scadenza e in un certo luogo) a favore del legittimo possessore (pagherò cambiario e cambiale tratta)
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…regolamento debiti commerciali
Tempo di pagamento Pagamento anticipato Pagamento immediato Pagamento differito
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Vendita prodotti (pagamento immediato)
D: conto finanziario (cassa, banca, crediti) A: conto economico (vendite o vendite riso…) INTEGRAZIONI DI PREZZO ?????
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Vendita prodotti (sorgere del credito)
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Vendita prodotti (regolamento del credito)
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Incasso crediti vs clienti
Mezzi di pagamento Contanti (cassa) Forme di utilizzo del c.c. bancario Emissione di Ri.ba Emissione di cambiali attive Tempo di pagamento Incasso anticipato Incasso immediato Incasso differito Ri.ba: documento che permette all’imprenditore di incassare i crediti commerciali della propria clientela; l’impresa fornitrice presenta quietanza alla banca per la riscossione ITER: la banca compila con estremi fattura e cliente La invia e presenta alla banca Banca avvisa il debitore Debitore paga alla banca POSSIBILI OPERAZIONI CON EFFETTI ATTIVI: Incasso effetti con accredito al dopo incasso (costo operazione banca, soggetto IVA) Girare o cedere effetti per regolare propri debiti Incasso effetti con accredito sbf Sconto effetti Rinnovare effetti alla scadenza Protesto effetti insoluti (presso un notaio, tratta di rivalsa di importo, spese protesto, etc…)
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Operazione acquisto + IVA
Operazione di acquisto sementi IVA al 4%
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Operazione vendita + IVA
Vendita grano, IVA 4%
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Acquisto macchinari (accensione mutuo)
(accensione mutuo dovrebbe essere: DARE banca, AVERE mutuo… e poi con la banca acquisto il macchinario, ma in realtà il macchinario è direttamente acquistato con l’operazione di finanziamento, per cui non mi entrano nemmeno i soldi, ma il macchinario a fronte del debito da rimborsare alla banca) Registrazioni simili all’ acquisto di fattori di consumo, ma in genere il regolamento non avviene in contanti A: conto finanziario (mutui) debito finanziario D: conto di capitale
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Rimborso del mutuo Lasciando stare il valore del macchinario (che diminuirà annualmente con le quote di ammortamento) Ci concentriamo sul rimborso del mutuo che può avvenire mensilmente, bimestralmente, etc.) Ogni rata è composta da quota capitale e quota interessi: solo la quota capitale va a diminuire il debito residuo vs la banca La quota interessi è un semplice costo che va a conto economico
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Prestiti agrari Prestiti a breve termine Prestiti a medio termine
Prestito agrario di conduzione Prestiti a enti e associazioni agrarie… Anticipazioni sui contributi.. Prestiti a medio termine Prestito agrario di dotazione Mutui agrari di miglioramento Prestito per l’informatizzazione agricola PRESTITI A TASSI DI MERCATO O AGEVOLATI !!!! cosiddetti prestiti di conduzione destinati al sostenimento di quelle voci di spesa che caratterizzano la gestione ordinaria dell'attività agricola, la trasformazione, conservazione e vendita dei prodotti Anticipazioni sui contributi AGEA: agenzia per le erogazioni in agricoltura) i prestiti di dotazione, destinati all’acquisto di nuovi strumenti o di componenti del capitale fondiario Informatizzazione: per finanziare l’acquisto di prodotti informatici hardware e software, da utilizzare nell’azienda agricola per l’ottimizzazione dei fattori della produzione Mutui agrari di miglioramento: per finanziare opere di miglioramento fondiario o l’acquisto di aziende e/o fondi agricoli Mutui agrituristici
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Leasing Con una operazione di leasing il concedente (locatore) concede ad un utilizzatore (locatario) l’uso di un bene per un determinato periodo di tempo a fronte del pagamento di un corrispettivo periodico (canone). Caratteristiche del contratto di leasing: è un contratto di locazione; concerne l’utilizzazione di beni materiali o immateriali Può prevedere la facoltà da parte del locatario di acquistare il bene alla fine del periodo di locazione (opzione di riscatto) dietro versamento di un prezzo prestabilito (valore o prezzo di riscatto). (leasing OPERATIVO e leasing FINANZIARIO)
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Leasing operativo CONTABILIZZAZIONE per competenza
Non vengono sostanzialmente trasferiti tutti i rischi ed i benefici connessi alla proprietà del bene. Non è previsto il riscatto del bene al termine della locazione !!! CONTABILIZZAZIONE per competenza canoni a CE (eventualmente riscontati) il bene non è iscritto all’attivo del locatario il canone comprende una quota capitale e un quota interessi. In conto economico le due voci devono essere indicate separatamente e rispettivamente tra i “costi per godimento di beni di terzi” e gli “oneri finanziari”. È un normale contratto di locazione, si sostiene un costo, canone, per il godimento del bene per un determinato periodo (senza poi trasferire la proprietà)
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Leasing finanziario Vengono sostanzialmente trasferiti in capo all’utilizzatore tutti i rischi ed i benefici connessi alla proprietà del bene. (Il leasing di tipo finanziario prevede una opzione di riscatto del bene al termine del periodo di locazione) CONTABILIZZAZIONE col metodo patrimoniale (non si guarda alla sostanza, è contabilizzato come un normale leasing operativo) CONTABILIZZAZIONE col metodo finanziario: si tiene conto della sostanza economica dell’operazione e quindi il locatario iscrive il bene (sostanzialmente acquisito) tra le immobilizzazioni e rileva il debito nei confronti del locatore SP - attivo: valore del cespite - passivo: valore dei debiti verso la società di leasing • CE - ammortamenti del cespite - oneri finanziari di competenza Secondo la normativa civilistica, le operazioni di leasing finanziario devono essere contabilizzate secondo il metodo patrimoniale (imputando a conto economico i canoni di competenza). • A norma del punto 22 dell’art (introdotto con la Riforma del diritto societario) la Nota Integrativa deve indicare “le operazioni di locazione finanziaria che comportano il trasferimento al locatario della parte prevalente dei rischi e dei benefici inerenti ai beni che ne costituiscono oggetto, sulla base di un apposito prospetto dal quale risulti il valore attuale delle rate di canone non scadute quale determinato utilizzando tassi di interesse pari all’onere finanziario effettivo attribuibile ad essi e riferibile all’esercizio, l’ammontare complessivo al quale i beni oggetto di locazione sarebbero stati iscritti alla data di chiusura dell’esercizio qualora fossero stati considerati immobilizzazioni, con separata indicazione di ammortamenti, rettifiche e riprese di valore che sarebbero stati inerenti all’esercizio”. Le società che redigono i bilanci secondo i principi IAS/IFRS, al fine della corretta contabilizzazione delle operazioni di leasing, devono far riferimento al paragrafo n. 35 del framework, allo IAS 17 e alle interpretazioni SIC 15 e SIC 27. • In generale, secondo i principi emanati dallo IASB, bisogna tener conto della sostanza economica dell’operazione e quindi, per la contabilizzazione del leasing finanziario è obbligatorio adottare il metodo finanziario (iscrizione nell’attivo di SP del valore del cespite oggetto di locazione). pari al minore tra il valore attuale dei flussi dei canoni e del prezzo di riscatto e il suo fair value
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Leasing Agrario E' il leasing rivolto alle aziende agricole, agromeccaniche e forestali, alle imprese operanti nel settore dell'acquacoltura, ai contoterzisti e alle imprese agrituristiche, per finanziare l'acquisto di beni materiali destinati allo sviluppo aziendale con particolare riferimento all'innovazione ed alla qualità del processo produttivo VANTAGGI - Disponibilità immediata del bene senza immobilizzare la somma di denaro necessaria all'acquisto; - elevata percentuale di finanziamento dell'investimento; - pagamento dell'IVA dilazionato lungo tutta la durata del contratto
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Liquidazione costo del lavoro
stagionalità: l’attività lavorativa è infatti distribuita in maniera piuttosto irregolare durante il corso dell’annata agraria. L’attività agricola inoltre, creando un legame piuttosto intimo tra lavoratore e azienda costringe spesso e volentieri il primo a prolungare la propria permanenza in azienda al di là del tradizionale orario lavorativo. Questi primi aspetti di carattere così generale possono risultare utili per spiegare altri caratteri peculiari dell’organizzazione del fattore lavoro in agricoltura e delle modalità in cui lo stesso viene remunerato, ad esempio tramite il pagamento di una parte della retribuzione in natura. Aspetti formali. Dal punto di vista amministrativo è necessario tenere la seguente documentazione obbligatoria: • libro paga; • libro matricola; • registro degli infortuni sul lavoro; • DM10 INPS (prospetto liquidazioni contributi previdenziali); • prospetto liquidazione INAIL; • altri prospetti contributivi INPS (es. prospetto versamento Cassa Edile). Oneri sociali: sono costituiti dalle contribuzioni INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) e INAIL (Istituto Nazionale per le assicurazioni contro gli Infortuni sul Lavoro). L’azienda è obbligata per legge a versare, presso tali enti, somme, calcolate sulle retribuzioni, che garantiscono ai lavoratori assunti una copertura pensionistica e sanitaria. Una parte degli oneri sociali sono a carico dei dipendenti e una parte a carico dell’azienda. Tuttavia, gli oneri sono versati interamente dall’azienda per conto del lavoratore. Dal punto di vista economico aziendale aumentano il costo del fattore produttivo acquistato. A: uscita di cassa e eventuale debito D: costo mdo (v. lezione BILANCIO)… una cosa è l’impiego pressoché totale di lavoro diretto, un’altra cosa è il ricorso a lavoro dipendente !!! In questo secondo caso è indispensabile un’ordinata contabilità in ottemperanza agli obblighi relativi alla liquidazione del costo del lavoro (contributi previdenziali, assicurazioni infortuni..) Regola: lavoro a tempo determinato per la stagionalità di molte attività tipiche
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Liquidazione manodopera
Gli oneri sociali e altre componenti generano asimmetria tra costo del lavoro gravante sull’impresa e retribuzione netta percepita dal prestatore di lavoro: Retribuzione netta + Oneri sociali (INPS + INAIL) + IRPEF (Imposta sul reddito delle Persone Fisiche) + altri eventuali contributi sociali e componenti non retributivi del lavoro + TFR (Trattamento di Fine Rapporto) = Costo del lavoro o retribuzione lorda Elementi della retribuzione netta e compensi vari: • salario o stipendio per il lavoro prestato; • straordinari o maggiorazioni (notturno, festivo, indennità di trasferta, ecc.); • scatti di anzianità e superminimo; • indennità per carichi di famiglia (assegni familiari); • provvigioni, premi di produzione, gratificazioni periodiche, liberalità; • compensi in natura, somministrazioni in mense aziendali o prestazioni sostitutive (buoni pasto); • gratifica natalizia (tredicesima e altre mensilità supplementari); • compensi per ferie e festività non godute. Mdo familiare extraco.
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Prelievi del titolare A: uscita di cassa
D: addebito nel “conto prelievi”
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Prelievi in prodotti A: nel conto “autoconsumo”
(si spera che il produttore di riso, non compri il riso al supermercato)
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Operazioni di CHIUSURA al 31/12
Verifica della correttezza formale delle rilevazioni di esercizio ASSESTAMENTO dei conti in base al principio della competenza economica Chiusura dei componenti positivi e negativi di reddito nel CE generale Rilevazione e destinazione del risultato economico (reddito) Chiusura delle attività, delle passività e del patrimonio netto nello SP Redazione del bilancio Chiusura: 31/12 momento più interessante e delicato, comprende due fasi Le scritture di assestamento sono le rilevazioni che si compongono a fine periodo per trasformare i valori di conto in valori di bilancio, cioè in valori che consentono la determinazione del reddito d'esercizio e del collegato patrimonio di funzionamento.( provvedendo ad integrare e rettificare i valori già rilevati nei conti) Lo scopo delle scritture di assestamento è di determinare con precisione i costi e i ricavi di competenza dell'esercizio in corso - scritture di completamento, che rilevano costi e ricavi interamente di competenza e non ancora contabilizzati; - scritture di integrazione, che rilevano costi e ricavi oppure quote di costi e di ricavi futuri che sono di competenza dell'esercizio in chiusura; - scritture di rettificazione, che rinviano costi o ricavi oppure quote di costi e di ricavi già rilevati ma di competenza della gestione futura; - scritture di ammortamento, che assegnano all'esercizio quote di costi pluriennali considerate di competenza dello stesso.
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“BILANCIO DI VERIFICA”
Quando la contabilità era tenuta manualmente la redazione del cd “bilancio di verifica” era indispensabile per individuare eventuali errori di pareggio tra dare e avere…. Oggi con utilizzo di software è difficile fare questi errori, se ne possono cmq fare di ogni tipo (sbagliare numero di conto, invertire dare e avere, sbagliare gli importi), ma in ogni momento dell’anno si può avere una cd “situazione contabile” è un prospetto riepilogativo di tutti i conti utilizzati durante l’esercizio Controllo di errori formali; è una sintesi del MASTRO così come appare dopo l’ ultima registrazione di esercizio Prospetto in cui sono elencati tutti i conti aziendali per totali di dare e di avere e per saldi dare o avere Se non tornano i conti col giornale… errori… (ma probl. Se errori sistematici nella rilevazione sul mastro e sul giornale)
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La competenza economica
“si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento” (art bis) un ricavo si considera di competenza di un esercizio se nel relativo periodo il processo produttivo del bene o servizio è stato completato e lo scambio è avvenuto i costi sono di competenza di un esercizio se e nella misura in cui risultano correlati ai rispettivi ricavi di competenza Scopo principale della contabilità è la determinazione a fine esercizio, del REDDITO e del PATRIMONIO (o capitale) di funzionamento Per determinare il reddito occorre mettere a confronto i componenti positivi (ricavi e rimanenze) e i componenti negativi (costi, acc.ti, amm.ti) riepilogati nel CE generale NON TUTTI I COSTI E I RICAVI CHE ABBIAMO RILEVATO DURANTE L’ANNO SONO DI COMPETENZA DELL’ESERCIZIO E DUNQUE ENTRERANNO NELLA DETERMINAZIONE DEL REDDITO FOCUS: operazioni a cavallo d’anno (assicurazioni, interessi mutuo agrario) Sulla base di questo principio a fine esercizio vengono predisposte le scritture di assestamento. I ricavi per vendite o prestazioni sono di competenza dell’esercizio in cui è avvenuto lo scambio o è stato prestato il servizio. Per le vendite coincide con la consegna o spedizione. Per le prestazioni di servizi coincide con la conclusione. I costi devono essere correlati ai ricavi, ossia ai ricavi di competenza dell’esercizio devono essere contrapposti i costi sostenuti o da sostenere per il loro conseguimento.
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Le scritture di assestamento
Assestamento del conto bestiame Ammortamento Rimanenze finali Anticipazioni colturali Ratei e risconti Fondo rischi Apertura Registrazioni durante l’anno Verifica dei saldi…. MA….. PRINCIPIO DI COMPETENZA !!!!!!
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CONTO STALLA “Conto patrimoniale in cui sono registrate in DARE la consistenza iniziale e gli acquisti e in AVERE le vendite e la consistenza finale” DARE AVERE Consistenza iniziale Consistenza finale Acquisti Vendite Nascite Morti L’utile lordo di stalla è comunemente definito come l’incremento di valore del bestiame nel corso di un’annata agraria. Le variazioni che interessano il bestiame possono essere di natura quantitativa e qualitativa: l’eventuale incremento di valore può infatti essere dovuto a variazioni quantitative, come l’aumento del numero dei capi, o a variazioni qualitative legate a una diversa composizione della tipologia di bestiame.
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UTILE LORDO DI STALLA (differenza tra Avere e Dare):
“l’incremento di valore del bestiame nel corso di un’annata agraria” ULS = (CF) + (VM) - (CI) + (NA) CF è la consistenza finale del bestiame; V le vendite effettuate nell’anno; M le morti; CI la consistenza iniziale; N le nascite; A gli acquisti Il calcolo dell’ULS avviene secondo la logica espressa dalla relazione (9): a partire dalla consistenza finale del bestiame, a cui vengono sommate le vendite di capi effettuate durante l’anno, si sottraggono il valore della consistenza iniziale e gli acquisti. (9) ULS = (CF) + (VM) - (CI) + (NA) Le rilevazioni più tipiche della contabilità agricola ineriscono il bestiame UTILE LORDO DI STALLA: unica voce, ma capitale bestiame/vitelli e vitelloni (PRATICA) cambia continuamente peso e composizione….. Utili rilevazioni EXTRACONTABILI per separare le due componenti Perché la relazione (9) sia concretamente applicata è necessario assegnare un valore alle singole variabili: per evitare che la misura dell’ULS non coincida con l’effettivo incremento di carne, ma risenta di eventuali fluttuazioni dei prezzi di mercato, sarebbe bene valutare le consistenze iniziale e finale facendo riferimento allo stesso livello dei prezzi, quelli relativi al momento dell’apertura dell’annata agraria oppure quelli medi dell’annata stessa. Quali che siano i valori assegnati ai vari capi, possibilmente distinti per razza, età, etc., occorre predisporre una serie di schede inventariali per il monitoraggio del bestiame; (la valutazione è fatta al valore corrente di mercato a fine anno, raggruppando i vari capi di bestiame per categorie omogenee (di solito il saldo è positivo, ULS: perché anche se cala il valore di mercato (v. mucca pazza) i ribassi sono compensati col valore dei nuovi capi nati nell’anno (perdita si potrebbe avere in allevamento non destinato alla riproduzione) - CE tra i ricavi - SP un unico valore per il capitale bestiame
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AMMORTAMENTO dei FATTORI PLURIENNALI
La quota di ammortamento, nota in agricoltura col termine di quota di reintegrazione, è la parte di un costo pluriennale che rappresenta la perdita di valore subita da un elemento di capitale fisso dovuta di norma a tre differenti ordini di cause: - l’usura legata all’utilizzo del bene - l’usura dovuta al tempo - l’obsolescenza (superamento tecnico rispetto a quanto presente sul mercato) La quota di ammortamento, nota in agricoltura proprio col termine di quota di reintegrazione, è la parte di un costo pluriennale che rappresenta la perdita di valore subita da un elemento di capitale fisso dovuta di norma a tre differenti ordini di cause: l’usura legata all’utilizzo del bene, l’usura dovuta al tempo e l’obsolescenza, ovvero il superamento tecnico rispetto a quanto presente sul mercato. Le quote rappresentano il costo annuo necessario per mantenere costante l’entità e l’efficienza dei capitali a logorio parziale, detti anche capitali fissi dell’azienda. In qualunque azienda agraria sono impiegati una molteplicità di fattori che contribuiscono all’attività produttiva aziendale per più annate agrarie consecutive, alcuni rimangono stabilmente incorporati al terreno come i fabbricati rurali, altri invece rientrano nella categoria dei beni mobili come nel caso dei macchinari e delle attrezzature agricole.
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Ammortamento: scritture contabili (1)
- un conto acceso ai costi di esercizio AMMORTAMENTO - un conto di patrimonio acceso alle rettifiche di costi pluriennali “FONDO AMMORTAMENTO” Le scritture contabili hanno un duplice scopo: - rilevare la quota di costo che grava sul reddito di esercizio rettificare il valore patrimoniale del bene Attraverso le scritture di ammortamento un costo pluriennale viene ripartito fra più esercizio. Tali rilevazioni contabili vengono effettuate per tutte le immobilizzazioni materiali e immateriali, tranne che per i terreni. Il problema effettivo ed estremamente complesso è quello di sapere quanto è la quota di esercizio, ma, di questo, in questa sede non dobbiamo preoccuparci: per ora di interessano solo le rilevazioni in P.D. e queste, per fortuna sono estremamente semplici. ecco quindi che utilizzeremo sempre 2 conti: - un conto acceso ai costi di esercizio AMMORTAMENTO - un conto di patrimonio acceso alle rettifiche di costi pluriennali “FONDO AMMORTAMENTO” ecco che le scritture saranno tutte di questo tipo Vi sono due alternative 1) Separare il valore originario (c/macchinario) da quello dei logorii subiti (f.do ammortamento) Costituiscono una valutazione del logorio subito dai fattori pluriennali nell’ esercizio = IMPUTAZIONE DI UN COSTO D: conto economico (ammort.) A: voce di supporto F.DO AMM.TO (A: c/ MACCHINARI) Per quanto riguarda le modalità di calcolo delle quote di ammortamento occorre sottolineare come vi siano una molteplicità di criteri e formule al cui rigore metodologico fa spesso seguito una certa complessità applicativa. Nella prassi la tecnica maggiormente diffusa è rappresentata dall’utilizzo dell’ammortamento lineare: in altre parole si fa riferimento a un piano di ammortamento a quote costanti nel tempo. La formula (10) chiarisce l’applicazione di tale metodologia che permette di calcolare le quote di ammortamento sulla base del valore del bene e di quella che si presume sarà la sua vita utile. (10) Q = (Vo – Vr) / n dove: Vo è il valore a nuovo o costo d’acquisto del bene; Vr è il presunto valore di realizzo all’atto della dismissione; n è il numero di anni di vita utile del bene. È bene evidenziare come ormai diverse fonti, di natura fiscale ma non solo, mettano a disposizione le aliquote di ammortamento da utilizzare per le varie categorie di elementi del capitale: fabbricati, macchinari agricoli, attrezzature, etc; in questo modo l’agricoltore può limitarsi ad applicare al valore a nuovo del bene la relativa aliquota percentuale il cui calcolo scaturisce, il più delle volte, proprio dall’applicazione della formula finanziaria in precedenza analizzata. La determinazione delle quote non dovrebbe in linea teorica comportare particolari problematiche di tipo valutativo, se non altro in quanto, pur trattandosi di valori congetturati, gli stessi sono calcolati a partire da costi esplicitamente sostenuti dall’imprenditore, seppur talvolta in epoche remote. Come per molte altre poste di bilancio però, le complicazioni emergono fortemente in quei casi in cui l’azienda non è dotata di sistemi di rilevazione dei fatti aziendali che permettano di disporre dei dati relativi ai capitali, quantomeno data e valore d’acquisto.
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Ammortamento: scritture contabili (2)
Semplificazione in campo agricolo: Conto unico (per valore originario e logorio)
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problematiche determinazione del valore originario di riferimento
modalità di calcolo delle quote macchinari utilizzati per conto terzi (ammortizzati solo se 50% uso aziendale) particolari beni pluriennali es. piantagioni Se invece piu del 50% è usato x conto terzi no amm.ti, ma l’azienda paga le prestazioni come fosse a un terzista (cmq costo) Le modalità di calcolo delle quote e i ragionamenti sin qui proposti possono risultare esaustivi per i più tradizionali elementi del capitale fisso aziendale, quali trattrici, seminatrici, aratri e tutti gli altri macchinari e attrezzature tipicamente utilizzati in agricoltura. Accanto a questi vi sono però ulteriori elementi del capitale di un’azienda agraria che meritano alcune precisazioni utili ai fini della predisposizione di un adeguato piano di ammortamento. Per quanto riguarda alcuni particolari investimenti fondiari quali le piantagioni, un ammortamento a quote costanti lungo tutto il corso della vita utile può non essere la scelta ottimale ai fini della corretta imputazione in bilancio e può al contempo creare ulteriori complicazioni di tipo valutativo. Una prima problematica è proprio connessa alla determinazione del valore originario di riferimento, l’ipotetico Vo, rappresentato in questo caso dal costo sostenuto per l’impianto, la cui quantificazione risulta essere piuttosto complessa e soggetta a un certo grado di discrezionalità da parte del valutatore. Le piantagioni possiedono la caratteristica di non presentare utilità produttiva nella fase del loro impianto, ma solamente dopo un certo arco di tempo che varia a seconda della tipologia di pianta; il rendimento rimane poi più o meno costante per tutta la fase di maturità per poi decrescere e annullarsi nella fase del declino. Si deve ritenere che in un corretto processo di ammortamento nessun calcolo debba essere fatto, tanto nella fase di impianto quanto in quella di maturità, sebbene in tali periodi si conseguano dei ricavi: solamente nella fase di declino sarà necessario computare quote annuali di ammortamento. Nella prassi il calcolo delle quote di reintegrazione può avere inizio anche nelle fasi precedenti, tuttavia si tende a ridurre la durata della vita utile della piantagione e dunque del periodo di ammortamento, in quanto per investimenti fondiari che si protraggono significativamente nel tempo la rilevazione delle quote finisce col perdere ogni significato per l’imprenditore[1]. [1] Paolone, G. (1990), L’economia dell’impresa agricola,Torino, G. Giappichelli Editore.
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Rimanenze finali Le rimanenze di fine esercizio rappresentano costi sostenuti per l’acquisto o la produzione di determinati beni, i cui ricavi saranno però realizzati solo nell’esercizio successivo; essi, pertanto, in base al principio della competenza, devono essere rinviati. A fine anno occorre valutare le giacenze di: Materie prime (sementi, concimi, etc.) Prodotti di scorta (fieno, paglia, etc.) Prodotti vendibili (grano, mais, etc.) Anticipazioni colturali Costo che viene sospeso e rinviato al futuro esercizio (componenti positivi di reddito !!!! Rettificano un costo) Rim iniziali invece sono un componente negativo di reddito: è costo rinviato dall’esercizio precedente
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Rimanenze finali: scritture contabili (1)
“Le rimanenze sono registrate in conti indipendenti” STORNO DI UN COSTO già sostenuto (mp) o STIMA DI UN RICAVO futuro (prodotti) D: conto patrimoniale di rimanenze fattori A: conto economico altro conto particolare, ma di conto economico (come ricavo o storno di un costo)…. Perché li userò l’anno prossimo
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Rimanenze finali: scritture contabili (1)
CE a COSTI, RICAVI e RIMANENZE In fase di chiusura confluiranno in CE i saldi dei conti aperti a: Rimanenze iniziali Rimanenze finali Acquisti Vendite Alternativa preferita dagli studiosi (omogeneità delle voci)
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Rimanenze finali: scritture contabili (2)
Semplificazione in campo agricolo: Conto unico (per acquisti e rimanenze) STORNO DI UN COSTO già sostenuto (mp) o STIMA DI UN RICAVO futuro (prodotti) D: apposito conto RIM. FINALI A: conto economico (fertilizzanti) riduzione del costo dei fertilizzanti…. Perché li userò l’anno prossimo
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Rimanenze finali: scritture contabili (2)
CE a COSTI e RICAVI Le rimanenze sono registrate negli stessi conti su cui sono registrati gli acquisti (per i fattori) e le vendite (per i prodotti). Nel CE affluiscono i saldi di un solo conto per tipo di fattore e di un solo conto per tipo di prodotto Alternativa preferibile nell’impresa agricola, vista la limitata complessità e numerosità dei fatti rilevati contabilmente
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Anticipazioni colturali
Per anticipazioni colturali si intendono i prodotti in corso di maturazione non ancora visibili, in quanto, alla fine dell’annata agraria, la coltivazione è in una fase di sviluppo iniziale. Le anticipazioni colturali sono identificabili in quelle somme di denaro che servono per anticipare i costi della nuova coltura
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Anticipazioni colturali: scritture contabili
SML dell’impresa agricola A: conti economici aperti ai costi (mdo….) D: conti ANTICIPAZIONI COLTURALI
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…anticipazioni colturali
Sono assimilabili alle rimanenze di prodotti semilavorati di una tradizionale impresa industriale La stima delle anticipazioni colturali consiste nella sommatoria delle spese ordinarie sostenute dall’inizio dell’anno fino alla chiusura dell’esercizio (al netto dei prodotti eventualmente già ottenuti). Il criterio di stima applicato è quindi il valore di costo
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Ratei e risconti “Sono quote di costi o proventi, comuni a due o più esercizi, l’entità dei quali varia in ragione del tempo” (art bis) Ratei attivi: proventi di competenza dell'esercizio esigibili in esercizi successivi (es. fitti attivi) Risconti attivi: costi sostenuti entro la chiusura dell'esercizio ma di competenza di esercizi successivi. (es. assicurazione) Ratei passivi: costi di competenza dell'esercizio esigibili in esercizi successivi (es. fitti passivi) Risconti passivi: proventi percepiti entro la chiusura dell'esercizio ma di competenza di esercizi successivi. (es. interessi attivi)
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Ratei attivi: scritture contabili
Es: canone per fitto attivo euro relativo al periodo 01/07/XX – 30/06/XX+1 incasso posticipato il 30/06/XX+1 Manifestazione finanziaria è successiva
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Risconti attivi: scritture contabili
Es: premio assicurativo euro relativo al periodo 01/07/XX – 30/06/XX+1 pagamento anticipato il 01/07/XX Es. pagamento di un premio assicurativo (6.000 euro) su macchinari aziendali (pagato in anticipo)… una parte riferita all’ esercizio successivo D: risconti attivi A: per rettificare il costo dell’ assicurazione in questione
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Ratei passivi: scritture contabili
Es: canone per fitto passivo euro relativo al periodo 01/07/XX – 30/06/XX+1 pagamento posticipato il 30/06/XX+1 Es. affitto passivo a cavallo di 2 anni (pagamento posticipato di euro)…. Si rileva un costo in DARE… affitti passivi D: costo affitti passivi A: ratei passivi
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Risconti passivi: scritture contabili
Es: quota interessi attivi euro per prestito concesso relativamente al periodo 01/07/XX – 30/06/XX+1 Incasso anticipato il 01/07/XX
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Fondi rischi Per prevenire i rischi della propria attività (grandine, furti, etc.) l’imprenditore agricolo può: stipulare un contratto di assicurazione creare in contabilità un fondo rischi generici (“autoassicurazione”) A differenza dei fondi spese future (certi nell’an, ma non nel quantum) i fondi rischi sono incerti sia nell’an che nel quantum Per tener conto del rischio di insolvenza dei crediti presenti a fine anno, si crea un apposito fondo così che l’ eventuale insolvenza non ricada sull’ esercizio in cui si manifesterà finanziariamente, ma su quello in cui è sorto il credito. (SEMPRE PIU’ IMPORTANTE) A: apposito fondo D: conto economico per gli accantonamenti al fondo è un costo !!! Altro es. fondo per calamità naturali Tutti i FONDI vanno al passivo, e i relativi accantonamenti saranno in dare: f.do imposte e tasse, f.do rischi per responsabilità ciivile….
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Registrazioni di CHIUSURA
Chiusura dei conti economici (inserendo i saldi nel conto economico generale) Rilevazione del risultato di esercizio (utile o perdita) Destinazione dell’utile (es. conto capitale netto) Chiusura dei conti patrimoniali FINE DELLA CONTABILITA’……. SOFTWARE fa tutto da solo !!!!! Se utile > prelievi va in conto capitale netto in AVERE SP così come fatto per il CE…. Ma per rimanenze, anticipazioni colturali, ratei e risconti, conto capitale netto…..
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Prospetti finali Di solito è utile costruire un CE riclassificato che metta in luce risultati intermedi, quali il VA
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CONTO ECONOMICO “sintetizza la capacità dell’impresa di trasformare i fattori (costi) in prodotti (ricavi)” REDDITO OPERATIVO Costi e ricavi caratteristici: (fertilizzanti, mangimi, noleggi, vendite di prodotti aziendali) Costi e ricavi non caratteristici: (oneri finanziari, interessi attivi,canoni di terreni dati in affitto, noleggi di macchine aziendali) Inerenti all’attività svolta Inerenti funzioni secondarie
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Prospetti finali DARE: la forma assunta dai finanziamenti ottenuti (impieghi) AVERE: origine (fonti)
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STATO PATRIMONIALE Impieghi (DARE) e Fonti (AVERE)
Crescita dell’impresa: (differenza fra i valori del patrimonio alla fine dei due esercizi consecutivi) Autofinanziamento: crescita del patrimonio finanziata coi fondi generati dalla gestione (differenza tra i capitali netti) “fotografia dell’impresa a fine esercizio” I totali di ogni sezione quantificano il patrimonio complessivo con cui opera l’impresa
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Fattori da considerare per analisi e confronti
Arco temporale (almeno tre anni) Sottoremunerazione del lavoro familiare (rilevazioni extracontabili) AUTONOMIA (impresa / famiglia) INFLAZIONE (rivalutazioni annuali – extracontabili) COMPONENTI STRAORDINARIE +/- capitale netto costi/ricavi straordinari* Se in cassa e banca affluisce e defluisce il risparmio familiare, ciò altera il patrimonio aziendale e il capitale netto, bilancio e contabilità perdono il loro valore interpretativo. L’imprenditore deve definire una strategiadi prelievi togliendo alle risorse dell’impresa una remunerazione minima del lavoro prestato. INFLAZIONE tra un periodo e l’altro (impianto di 10 anni fa e uno odierno valori e ammortamenti con potere d’acquisto diverso…) Rivalutazioni annuali, ma ci si allontana dal princ. Del costo Si fa come se nn esistesse inflazione e si calcola extracontabilmente le rettifiche sui risultati finali in base ad appositi coefficienti STRAORDINARI (furti, premi, insolvenza dei debitori)
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Per procedere alla lettura e interpretazione del bilancio è poi opportuno effettuare la RICLASSIFICAZIONE DEL BILANCIO: ovvero ricondurre il bilancio ad uno schema comunemente usato di lettura per facilitare la sua interpretazione ed agevolare la costruzione degli indici di valutazione. Per quanto riguarda le aziende agricole si fa comunemente riferimento allo schema scalare a valore aggiunto per il Conto Economico e quello sezioni divise a liquidità crescente e provenienza delle fonti per lo Stato Patrimoniale. Sono finezze per operatori più esperti oppure sono poi le banche che lo fanno per le loro valutazioni
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