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Component Object Model (COM) & Distributed COM (DCOM) Appunti di Windows & Dynamic Data Exchange (DDE) (1987) Object Linking and Embedding 1 (OLE 1) &

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Presentazione sul tema: "Component Object Model (COM) & Distributed COM (DCOM) Appunti di Windows & Dynamic Data Exchange (DDE) (1987) Object Linking and Embedding 1 (OLE 1) &"— Transcript della presentazione:

1 Component Object Model (COM) & Distributed COM (DCOM) Appunti di Windows & Dynamic Data Exchange (DDE) (1987) Object Linking and Embedding 1 (OLE 1) & Dynamic Data Exchange (DDE) (1992, 1993) COM, OLE2, ActiveX (Windows NT 4.0) (1995) Elaborazione Distribuita (anni 80) Open Software Foundation (OSF) Remote Procedure Calls (RPC) (1992) DCOM (1996)

2 Ragioni dello sviluppo COM Applicazioni software di dimensioni sempre più grandi Lunghi tempi per lo sviluppo e la manutenzione Difficoltà nel rimuovere o aggiornare singole applicazioni che interagiscono con altre applicazioni Necessità di: Semplificare la progettazione e lo sviluppo di applicativi Facilitare e standardizzare l'interazione tra applicazioni di diversi produttori

3 Caratteristiche del modello COM COM è una specifica http://www.microsoft.com/com/resources/comdocs.asp COM è una filosofia di programmazione Programmazione basata su componenti riciclabili COM è uno standard di interoperabilità binaria COM è un collante tra componenti, permettendo la loro interazione

4 Componente una parte di software riutilizzabile in forma binaria (non è un codice sorgente !!!) Suddivisione di un progetto in componenti I componenti possono essere facilmente integrati con componenti prodotti da altri fornitori Un componente permette di accedere alle proprie funzionalità tramite le interfacce Esempi di componenti: pulsanti, correttori ortografici Caratteristiche del modello COM

5 Lutilizzo di un componente da parte di una applicazione non comporta la ricompilazione, visto che il componente che deve essere riutilizzato è già in versione binaria Ad esempio un word processor che usa un correttore ortografico Un componente è riutilizzabile Chi produce un componente può riutilizzarne uno già esistente, utilizzando due tecniche: containment e aggregation Caratteristiche del modello COM

6 Gestione delle versioni Si è superato il problema delle dll: un programma che utilizza una dll può interrompersi se trova una versione diversa di dll In COM non è possibile cambiare le caratteristiche ("interfaccia") dei componenti già esistenti. La nuova versione di un componente COM deve presentare le stesse interfacce, aggiungendone altre Ad esempio se voglio realizzare un correttore ortografico diverso da quello offerto da word, devo garantire le stesse interfacce originarie, aggiungendone altre se voglio Caratteristiche del modello COM

7 Sono tecnologie create sulla base di COM e della sua architettura ActiveX utilizza anche la tecnologia OLE v.2.0 La principale e visibile caratteristica dei documenti ActiveX è la possibilità di aprire una finestra allinterno di unaltra applicazione Ad esempio Explorer nei confronti dei documenti Word o Acrobat Tecnologie ActiveX e OLE 2 COM OLE 2 ActiveX

8 Ogni oggetto COM è unistanza di una particolare classe Ogni oggetto COM presenta una o più interfacce Ogni interfaccia include uno o più metodi che possono essere invocati dal programma client Per invocare uno di questi metodi il client deve possedere un puntatore allinterfaccia che contiene i metodi Oggetti COM Oggetto COM Client AddToDictionary() RemoveFromDictionary() Interfaccia Metodi

9 Ogni interfaccia ha due nomi: Stringa di caratteri. Deve iniziare con la lettera I Globally Unique Identifier (GUID), chiamata Interface Identifier (IID) o Universal Unique Identifiers (UUID) GUID è di 16 byte ed è ottenuta eseguendo un apposito tool GUID contiene un time stamp (tutti i GUID generati nella stessa macchina saranno diversi) GUID contiene il MAC address (o un numero casuale se non vi è una scheda) per differenziare GUID generati da macchine diverse La specifica delle interfacce (non limplementazione) avviene in un linguaggio comune: Interface Definition Language (IDL) Deriva dall'IDL usato in Microsoft RPC Interfacce degli Oggetti COM

10 [object, uuid(E7CD0D00-1827-11CF-9946-444553540000)] interface IMyInterface : IUnknown { import unknwn.idl; HRESULT LookUpInt([in] int c, [out] boolean *found); HRESULT SumOfIntegers([in] myinteger[5], [out] int *sum); } L'interfaccia IMyInterface eredita tutti i metodi definiti in IUnknown Un client in possesso del puntatore a IMyInterface può invocare anche i metodi di IUnknown I metodi dell'interfaccia IUnknown devono essere sempre presenti ! Il comando import specifica il file idl che descrive IUnknown LookUpInt e SumOfIntegers sono i metodi forniti dall'interfaccia IMyInterface HRESULT è un valore di ritorno standard relativo al successo/insuccesso [in], [out] parametri formali ingresso e uscita (esistono anche quelli ingresso/uscita [in, out]) Esempio di Interface Definition Language

11 Una volta che una interfaccia è stata definita e rilasciata nel "mondo", essa non può più essere cambiata. Non è possibile cambiare/aggiungere/modificare metodi o parametri. L'unica soluzione è definire una nuova interfaccia (nuovo nome e IID) che possiede gli stessi metodi della vecchia interfaccia, aggiungendone altri nuovi. Alcune Regole sulla Definizione delle Interfacce

12 La descrizione dell'interfaccia non è sufficiente per il suo uso da parte di un generico client Il client possiede solo il puntatore all'iterfaccia In genere per invocare un metodo, un client deve sapere come fare (ciò in genere dipende dal linguaggio in cui è stato scritto il metodo) Esiste una struttura binaria (SEMPRE LA STESSA) per l'accesso ai metodi di una interfaccia di un oggetto COM. Standard binary interface format La presenza di uno standard binary interface format implica che il client possa invocare un metodo di un oggetto senza dover tener conto del linguaggio in cui è stato scritto il metodo stesso Definizione delle Interfacce: Standard binary format

13 Esempio di Interface Definition Language Client Pointer Method 1 Pointer Method 2 Pointer Method 3 Pointer Method 4 Pointer Method 5 QueryInterface() { ……} AddRef() { ……} Release() { ……} LookUpInt() { ……} SumOfInteger() { ……} vtable Puntatore Interfaccia IMyInterface Internal Pointer to vtable (1) (2) 1) Metodi interfaccia IUnknown (sempre presenti) 2) Metodi interfaccia IMyInterface

14 La struttura binaria appena vista suggerisce che la realizzazione più "immediata" e "naturale" di un client COM si ottiene utilizzando il C++ è necessario implementare la gestione dei puntatori a vtable per l'invocazione dei metodi Scrivere un client in C è possibile, ma più difficile L'assenza di meccanismi per la gestione dei puntatori in VB ha determinato la necessità di creare una speciale interfaccia vtable chiamata IDispatch Definizione delle Interfacce: Standard binary format

15 Tutti gli oggetti COM la devono implementare Contiene tre metodi: QueryInterface AddRef Release Interfaccia Fondamentale IUnknown

16 Quando il client crea un oggetto COM (come ? si vedrà dopo), riceve il puntatore ad una delle sue interfacce (quella richiesta dal client) Con tale puntatore il client può invocare tutti i metodi dell'interfaccia E se vuole invocare metodi appartenenti ad altre interfacce ? Ci sono casi in cui un client non crea un oggetto COM, ma un altro client gli passa (cede) il puntatore ad un'interfaccia di un oggetto COM già creato Con tale puntatore il client può invocare tutti i metodi dell'interfaccia E se vuole invocare metodi appartenenti ad altre interfacce ? Interfaccia Fondamentale IUnknown Metodo QueryInterface

17 Attraverso il puntatore allinterfaccia, il client accede al metodo IUnknown::QueryInterface Specifica lIID dellinterfaccia che gli necessita Se loggetto COM supporta linterfaccia richiesta, il client riceverà il puntatore allinterfaccia richiesta e potrà utilizzarne i metodi. Altrimenti passerà NULL Interfaccia Fondamentale IUnknown Metodo QueryInterface Client Oggetto COM A B 1. Il Client usa il puntatore a A per richiedere il puntatore a B, invocando la QueryInterface (IID_B) 2. L'Oggetto ritorna il puntatore a B 3. Il Client può invocare i metodi dall'interfaccia B

18 Supponiamo che esista un tool di analisi di testo implementato come oggetto COM e che esso abbia un'interfaccia ISpellCheck Una volta installato l'oggetto nel mio sistema, il mio word processor (e qualunque altro client) lo può utilizzare: interroga la QueryInterface e chiede del puntatore a ISpellCheck Supponiamo che venga rilasciata una nuova versione dell'oggetto che ora comprende anche l'interfaccia IThesaurus (semantica & sinonimi) Se uso il nuovo oggetto con l'esistente versione di word allora la nuova interfaccia sarà del tutto ignorata Installando la nuova release del word processor, esso potrà chiedere sia il puntatore a ISpellCheck sia a IThesaurus (tramite la QueryInterface) Se installo la nuova versione di word e mantengo il vecchio oggetto, tutto funziona ancora bene, perché se il mio word chiederà alla QueryInterface il puntatore a IThesaurus, otterrà NULL e l'opzione Thesaurus nel menù sarà disabilitata Interfaccia Fondamentale IUnknown Esempio di Utilizzo Metodo QueryInterface

19 Ogni oggetto COM è implementato dentro un Server Il Server supporta più oggetti di una determinata classe Il Server contiene il codice dei metodi delle interfacce dell'oggetto Il Server ha il compito di creare l'oggetto Gestisce i dati di ciascun oggetto E' possibile avere tre diversi tipi di oggetti COM in base al tipo di Server che li supporta: In-Process Local Remote Dal punto di vista del Client non vi è alcuna differenza Tipi di Componenti

20 Componenti In-process Il Server In-Process condivide lo stesso spazio degli indirizzamenti del Client Il Server In-Process viene implementato come dll Vantaggio: velocità di elaborazione (nessun passaggio di contesto) Svantaggio: essendo una dll e non exe, può essere impiegato solo nel contesto di un programma chiamante e non può essere eseguito come applicazione autonoma Tipi di Componenti

21 Componenti Locali Il Server risiede sullo stesso computer del Client, ma viene eseguito come processo autonomo (spazio di indirizzi differente) Il Server locale viene implementato come exe Svantaggio: cambio di contesto dal processo chiamante al componente Componenti Remoti Il Server risiede su un computer diverso da quello in cui viene fatto eseguire il client (processo che utilizza il componente) Lo scambio informativo remoto viene supportato da DCOM Tipi di Componenti

22 Finora si è assunto che un client possegga un puntatore ad una interfaccia iniziale di un oggetto COM Dobbiamo capire come sia possibile creare un oggetto COM e come un client possa acquisire il puntatore ad una delle interfacce di tale oggetto La creazione di un oggetto COM è basata su: Esistenza di Class Identifier (CLSID). Ogni oggetto COM è una istanza di una classe Ogni classe è identificata da un Class Identifier (CLSID) Esistenza di una COM Library di supporto Creazione di un Oggetto COM

23 Ogni sistema che supporta COM deve fornire un'implementazione della COM Library La COM Library fornisce funzioni di supporto ad oggetti COM e ai client ad esempio quelle per creare un oggetto COM Le funzioni della COM Library sono accessibili tramite semplici chiamate di funzioni non si usano metodi delle interfacce COM Il nome di una funzione della COM Library generalmente inizia con il prefisso Co- ad esempio CoCreateInstance Creazione di un Oggetto COM: COM Library

24 La creazione di un oggetto COM implica la produzione di una istanza della classe dell'oggetto Ciò viene realizzato tramite l'avvio del Server relativo alla classe stessa Tale Server è l'unico in grado di istanziare l'oggetto COM E' necessario avviarlo solo per la prima istanza dell'oggetto E' compito della COM Library avviare il Server e passargli l'ordine di creare l'istanza dell'oggetto La creazione di un oggetto COM e l'inizializzazione dell'istanza sono due fasi separate Creazione di un Oggetto COM: COM Library

25 La COM Library necessita di un "Registro di Sistema" in cui venga associato ad ogni CLSID il percorso del codice del Server L'implementazione del "Registro di Sistema" dipende dal SO Windows NT utilizza il Registry In ogni caso il "Registro di Sistema" deve contenere: CLSID (key-entry) Tipo di server (in-process, local, remote) Percorso relativo alla DLL o EXE (percorso locale o remoto) Il "Registro di Sistema" viene aggiornato ad ogni installazione di una applicazione Creazione di un Oggetto COM: COM Library

26 Il Client invoca la funzione CoCreateInstance della COM Library, passando: il CLSID (classe desiderata) lIID (identificatore dellinterfaccia desiderata) Sulla base del CLSID ed utilizzando il "Registro di Sistema", la COM Library: Localizza il Server in grado di istanziare la classe dell'oggetto Il Server viene attivato (se non lo è già) Il Server crea l'istanza dellobject class desiderata, passando alla COM Library il puntatore allinterfaccia richiesta La COM Library passa questo puntatore al client Creazione di un Singolo Oggetto COM In-Process e Locale

27 Il Client invoca la funzione CoCreateInstance della COM Library, passando il CLSID e IID Sulla base del CLSID ed utilizzando il "Registro di Sistema", la COM Library: localizza il Server (Remoto) in grado di istanziare la classe dell'oggetto Viene contattato il Sistema Remoto per realizzare l'istanziazione (via RPC) Il Sistema remoto controlla il suo Registro ed individua il server Il Server viene attivato (se già non lo è) Il Server crea l'istanza dellobject class desiderata, restituendo al Sistema Remoto il puntatore allinterfaccia richiesta Il puntatore viene consegnato al client via RPC Creazione di un Singolo Oggetto COM Remoto

28 Se lutente deve creare una sola istanza di un oggetto, allora la CoCreateInstance è sufficiente Molto spesso capita che lutente necessita di istanze multiple di oggetti della stessa classe In tal caso viene utilizzato loggetto COM Class Factory Il Class Factory è un oggetto COM in grado di creare più oggetti COM appartenenti ad una specifica classe Il nome non è molto appropriato, perché vengono creati oggetti non classi Creazione di Oggetti Multipli Class Factories

29 L'oggetto "Class Factory" viene gestito come un qualunque altro oggetto COM (accesso tramite interfacce) e deve possedere almeno linterfaccia IClassFactory In realtà la CoCreateInstance si basa sull'oggetto Class Factory e sull'interfaccia IClassFactory, ma ciò viene del tutto mascherato all'utente Creazione di Oggetti Multipli Class Factories Client Class Factory Server :: CreateInstance() :: LockServer() IClassFactory

30 Linterfaccia IClassFactory contiene due metodi: CreateInstance. Crea una nuova istanza della classe di oggetto che la Class Factory può istanziare. LockServer. Per attivare un oggetto Class Factory, il client invoca la funzione della COM Library: CoGetClassObject Specifica il CLSID della classe di oggetti che loggetto Class Factory dovrà istanziare Specifica lIID dellinterfaccia per laccesso a Class Factory (IClassFactory) La COM Library crea l'oggetto Class Factory della classe desiderata e fornisce al Client il puntatore richiesto (IClassFactory) Creazione di Oggetti Multipli Class Factories

31 Creazione di Oggetti Multipli Class Factories Il Client ha già invocato la funzione CoGetClassObject e la COM Library ha fatto partire la Class Factory e ha fornito al Client il puntatore ad una sua interfaccia (ad esempio IClassFactory) Client Server Class Factory Object A 2 1.IClassFactory::CreateInstance(IID_A) 3.Puntatore interfaccia A IClassFactory 4. Il Client può invocare i metodi dell'oggetto

32 Quando un oggetto COM viene creato, esso ha dati non inizializzati Il Client potrebbe aver di bisogno linizializzazione di dati (ad esempio salvati sul disco) E' ovviamente necessario che i dati siano salvati in modo persistente In tal caso, la prima interfaccia che il Client chiederà è quella contenente le funzioni di inizializzazione delloggetto. Esistono interfacce standard a tale scopo (utilizzo di dati salvati in files): IPersistFile, IPersistStorage, IPersistStream Inizializzazione di un Oggetto COM

33 La soluzione più ovvia: il client che ha creato un oggetto lo distrugge. Ciò non è possibile ! Spesso un client passa il puntatore allinterfaccia di un oggetto ad un altro client (che può fare lo stesso con altri client) Ogni client non sa quanti altri client stanno utilizzando lo stesso oggetto Solo loggetto può sapere quando nessun client lo utilizza più Vengono utilizzati i metodi dell'interfaccia IUnknown: IUnknown::AddRef() IUnknown::Release() basati sul Reference Counting Distruzione di un Oggetto COM

34 Ogni oggetto COM che viene creato, mantiene un Reference Count Quando loggetto COM passa il puntatore ad una sua interfaccia ad un client, incrementa di 1 il Reference Count Quando un client termina l'utilizzo l'oggetto, deve invocare il metodo IUnknown::Release(), che decrementa di 1 il Reference Count Quando un client riceve il puntatore da un altro client, invoca il metodo IUnknown::AddRef(), che incrementa di 1 il Reference Count Se il Reference Count è 0, loggetto distrugge se stesso Problemi con i client che non rispettano la regola del Reference Counting Distruzione di un Oggetto COM Reference Counting

35 Containment Riuso di Componenti COM Aggregation Outer Object Client IUnknown Inner Object A B Inner Object Outer Object Client IUnknown BA

36 Per invocare un metodo di un oggetto COM, il client deve possedere il puntatore allinterfaccia relativa al metodo (vtable) Il puntatore è un indirizzo di memoria Per poter essere utilizzato, lo spazio degli indirizzi deve essere lo stesso di quello del client Come viene utilizzato il puntatore nellarchitettura COM ? La risposta dipende dalla tipologia del server: in- process, local e remote Marshalling

37 E' il caso più semplice. Lo spazio di indirizzamento del client e del server è lo stesso Il puntatore allinterfaccia può subito essere utilizzato per accedere al binario del metodo richiesto Il Passaggio dei parametri e i valori di ritorno è realizzato nel modo tradizionale Marshaling: In-process server Client COM Object In-process server Client process

38 Se il client e l'oggetto COM risiedono nella stessa macchina, ma sono processi separati (spazio di indirizzi diversi), il client non può puntare all'interfaccia dell'oggetto Si utilizzano due oggetti COM: Proxy e Stub Un proxy è un oggetto COM, che presenta la stessa interfaccia delloggetto desiderato Il client invoca il codice del proxy, che crea un package dei parametri del client e li invia tramite una interprocess communication (dipende dal SO) Marshaling:Local Server

39 La richiesta arriva ad un altro oggetto COM: Stub Lo stub unpackage la richiesta e passa i parametri del client alloggetto reale Ogni risposta da parte delloggetto viene inviata nello stesso modo al client Marshaling:Local Server Client Proxy Client process Stub Object Server process Single Machine Interprocess communication

40 Stesso schema del Local Server La comunicazione è basata su DCOM, utilizzando RPC Marshaling: Remote Server Client Proxy Client process Stub Object Server process Machine X Machine Y RPC

41 Cosa è il Marshaling ? Necessità di un formato standard per lo scambio di parametri e risultati tra Proxy e Stub (soprattutto per i remote server) e di opportuno codice per eseguire le appropriate conversioni Macchine diverse possono usare codifiche e rappresentazioni di dati diverse Marshaling


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