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OPERA DON GUANELLA – BARI
PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI «BEATI I PURI DI CUORE, PERCHÉ VEDRANNO DIO» Anno Pastorale
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«Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, sicuro e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto» (Papa Francesco, Evangelii gaudium, n. 2).
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Siamo giunti al sesto dei nostri incontri
Siamo giunti al sesto dei nostri incontri. Penso che ciascuno abbia ormai imparato a meditarle da solo, secondo il metodo della lectio divina.
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Oggi ci soffermiamo sulla beatitudine della purità di cuore, della purezza interiore, della piena adesione alla volontà di Dio.
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Cercheremo di domandarci che cosa significa l’espressione «Beati i puri di cuore perché vedranno Dio», riferendoci ad altre pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento, che ci possono aiutare a comprendere meglio le parole di Gesù; poi trarremo delle riflessioni per la nostra vita quotidiana.
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Lectio I puri di cuore È interessante notare che la sesta beatitudine, a differenza delle altre che sono tradotte dal greco con sfumature diverse, ha la medesima versione in tutti i testi: «Beati i puri di cuore» - oì katharoì -, «beati quelli che sono puri di cuore», «beati gli uomini dal cuore puro».
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1. Il cuore. Per la Sacra Scrittura il cuore è l’intimo dell’uomo, il centro della persona, il luogo profondo in cui la nostra persona prende coscienza di sé, riflette sugli avvenimenti, medita sul senso della realtà, assume comportamenti responsabili verso i fatti della vita e verso lo stesso mistero di Dio.
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La presenza di Gesù, come sottolinea l’evangelista Luca, non produce salvezza se non è accolta nel cuore dei pastori, nel cuore di Maria che custodisce, medita, applica alla vita quello che Dio ci comunica attraverso la nascita di Gesù.
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Oggi usiamo preferibilmente altri termini per indicare ciò che la Bibbia intende con ‘cuore’: per esempio, parliamo di interiorità, e potremmo allora dire: beati coloro che sono puri interiormente. Oppure parliamo di coscienza: beati coloro che hanno una coscienza limpida.
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È dunque abbastanza facile capire che cosa significa ‘nel cuore’ o ‘di cuore’.
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2. Più difficile è trovare l’esatto senso del termine puri
2. Più difficile è trovare l’esatto senso del termine puri. Katharòs in greco vuol dire semplicemente pulito, ed è il contrario di ‘sporco’.
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Leggiamo, in Matteo, che una volta morto Gesù, Giuseppe d’Arimatea chiese a Pilato di consegnargli il corpo. «Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un lenzuolo candido» (en sindòni katharà), senza macchie.
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L’aggiunta ‘nel cuore’ indica però che non si tratta di una pulizia esteriore bensì interiore.
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Gli esegeti discutono per capire se questa pulizia del cuore va nella linea del dominio della sensualità - quella che ordinariamente chiamiamo purezza - oppure nella linea della purezza di intenzione.
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In questo caso sarebbero puri di cuore coloro che non hanno seconde intenzioni, secondi fini, coloro che si comportano onestamente nei confronti di Dio e del prossimo.
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Al riguardo ricordiamo la disputa dei farisei che rimproverano ai discepoli di Gesù di mangiare a tavola senza prima aver compiuto le abluzioni rituali. Gesù risponde: «Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo» (Mc 7, 15).
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E poi spiega: «Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo
E poi spiega: «Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo» (vv ).
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Il cuore è quindi principio di impurità, ma se da esso vengono buone intenzioni e buone azioni allora è sorgente di purezza per l’uomo.
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È il cuore che dà origine a un comportamento conforme alla volontà di Dio. Non c’è conformità alla volontà del Signore se non a partire da un cuore puro che si sottomette interiormente a tale volontà.
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Il Nuovo Testamento conosce un altro significato del termine katharòs: l’essere eticamente puro, senza peccato o vizio. Così Giovanni 12,10b-11: «Voi siete mondi, ma non tutti», dice Gesù agli apostoli dopo aver lavato loro i piedi; «Sapeva infatti chi lo tradiva, per questo disse: Non tutti siete mondi».
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Ed è Dio solo che può purificarci, può rivestire il nostro cuore del suo perdono, come recitiamo nel Salmo 50: «Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo» (v. 12).
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Chi rivolge questa supplica aveva prima riconosciuto: «Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto» (v. 6).
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Il cuore puro non è semplicemente il cuore che non si è macchiato di alcun peccato, ma anche quello che Dio ha ricreato, ha rifatto con la sua grazia e la sua misericordia.
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Per approfondire ulteriormente il significato del ‘cuore puro’, vogliamo rifarci a un altro salmo che ne parla espressamente: «Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna, chi non giura a danno del suo prossimo» (Sal 24, 3-4).
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La purezza del cuore è messa in parallelo con le mani innocenti, che non hanno fatto male a nessuno, che non hanno usato violenza verso il prossimo, che hanno osservato il quinto comandamento; e poi evoca i1 non pronunziare menzogna, il non ingannare il fratello.
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Il cuore puro è dunque proprio dell’uomo che obbedisce ai comandamenti, che è fedele a Dio, che è pienamente onesto.
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Vedere Dio Il Salmo 24 è interessante anche perché ci permette di congiungere la prima parte del versetto di Mt 5, 8- «Beati i puri di cuore» - con la seconda - «perché vedranno Dio».
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«Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo
«Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna, chi non giura a danno del suo prossimo. Otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe» (Sal 24, 3-6)
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