Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoGino Giusti Modificato 9 anni fa
1
Ma il desiderio ha a che fare con il senso e non è propriamente estinguibile: esso è costitutivamente segnato da una mancanza, da una non-sazietà che diviene principio dinamico e di proiezione in avanti. Il vero desiderio è quello che il desiderato non sazia, ma approfondisce.
2
Il desiderio è insaziabile perché aspira a ciò che non si può possedere: il senso. È il senso che seduce il desiderio. La società dei consumi propaga soddisfacimento e così priva di futuro l’orizzonte storico ed esistenziale.
3
Il consumo ha inficiato anche la sfera della sessualità: si parla spesso di «mercato del sesso». Il desiderio è irriducibile al possesso e nell’innamoramento il corpo dell’altro può essere venerato, adorato, ma non usato o abusato. Nell’amore il rispetto dell’altro è assoluto. Il desiderio desidera l’altro, desidera il suo volto, la sua unicità, la sua alterità.
4
Nulla di più lontano dall’autentico erotismo quanto il possesso: l’erotismo è la dimensione umana, non animale della sessualità, ovvero una sessualità abitata dalla parola e dall’immaginazione.
5
Rendere anche il corpo e il sesso oggetto di consumo significa togliere al corpo e al sesso la loro valenza simbolica e dunque la loro capacità di fare segno, di aprire futuro, di essere bellezza, ovvero promessa sempre rinnovata di felicità e di novità. Che altro è la bellezza se non promessa di felicità?
6
Anche a livello storico-politico i risorgenti nazionalismi, le tendenze xenofobe e razziste, che mirano all’esclusione dell’altro, alla sua espulsione, al suo allontanamento, si risolvono in un autismo storico-sociale in cui si tende a creare il regno dei medesimi all’interno di un ideale regressivo di autoisolamento, di autosufficienza, di nascita da se stessi, di essere bastanti a se stessi.
7
Ma questo trionfo del Medesimo, dell’Identico, implica la distruzione dello spazio simbolico garantito dalla presenza irriducibile dell’altro il che equivale a uccidere il desiderio.
8
La distruzione del desiderio, dunque del futuro, passa pertanto anche attraverso scelte politiche, ispirate dalla visione che tende a ridurre le relazioni sociali alla mera materialità di un dato naturale 7. 7. FABIO CIARAMELLI, La distruzione del desiderio. Il narcisismo nell’epoca del consumo di massa, Dedalo, Bari 2000.
9
Così l’interrogativo iniziale riguarda anche le scelte politiche che stiamo compiendo oggi e che hanno ricadute pesanti sul domani.
10
Immaginare L’immaginazione è una facoltà che ha goduto di poca stima. Per Pascal essa è «maestra di errori e di falsità» 8 e spesso la si denigra come fantasticheria e fonte di evasione dalla realtà. In verità l’immaginazione è temuta perché dà voce al desiderio 9. 8. BLAISE PASCAL, Pensieri, Newton, Roma 1996, 43. 9. Cfr. LUCIANO MANICARDI, L’immaginazione: potenza di Dio, potenzialità dell’uomo, Qiqajon, Bose 2000.
11
Si denigra l’immaginazione perché il modello oggi dominante è quello del dominio razionale, conscio, ordinato, del pensiero e dell’azione. La si disprezza perché poco tecnica e poco scientifica, e la si teme perché sovversiva, essendo non controllabile, non misurabile, non riducibile ai parametri con cui avviene l’addomesticamento e l’omologazione del pensare e del sapere.
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.