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IL “PROGETTO LAUREE SCIENTIFICHE”
La classe 4°A chimica presenta: IL “PROGETTO LAUREE SCIENTIFICHE”
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Il progetto svolto in collaborazione con l’università di Ferrara ha lo scopo di:
Infondere conoscenze riguardanti le sostanze: licopene e β-carotene; Studiare la loro estrazione dal concentrato di pomodoro; Eseguire la tecnica cromatografica TLC; Effettuare la cromatografia su colonna; Approfondire lo studio sulla spettrofotometria UV-visibile;
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Pigmenti nel concentrato di pomodoro:
LICOPENE: sostanza appartenente alla classe dei carotenoidi, è il principale responsabile del colore rosso del pomodoro e di altri pigmenti gialli e rossi caratteristici di alcuni frutti e verdure (albicocca, pompelmo, cocomero, uva). E’ presente nel sangue e in natura si trova sottoforma di isomeri strutturali di tipo trans e in particolare nella frutta e nella verdura fresca la percentuale risulta essere di 30mg/kg. Possiede un’altissima capacità antiossidante e antiradicali liberi, per questo viene utilizzato in molteplici applicazioni terapeutiche. Attualmente viene studiato per curare le malattie degenerative delle cellule.
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β-Carotene: sostanza appartenente alla classe dei carotenoidi, determina il pigmento giallo-arancio di prodotti naturali, ad esempio della carota.
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Descrizione dell’esperienza:
Materiale utilizzato: Bilancia tecnica Pipette graduate 2becker, beuta, matraccio Cotone idrofilo Sostanze utilizzate: 50g pomodoro concentrato Diclorometano N-esano Alcool etilico 95% Sodio solfato anidro
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Procedimento: Pesare nel becker 50g di concentrato di pomodoro e aggiungere 70ml di etanolo al 95% e agitare bene con la spatola; Mettere un po’ di cotone sul fondo di un imbuto e filtrare la miscela pressando leggermente Trasferire in becker la componente solida rimasta sul filtro; Trattare con 50ml di Diclorometano ed agitare per 5minuti; Filtrare in un imbuto munito di cotone e raccogliere il filtrato in una beuta. Si anidrifica con sodio solfato anidro essiccato precedentemente in stufa a 105°C. Portare a piccolo volume in pallone da 100ml in rotavapor e portare a secco.
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CROMATOGRAFIA SU STRATO SOTTILE (TLC)
La cromatografia su strato sottile o TLC, è una tecnica cromatografica di semplice preparazione; questo la rende particolarmente adatta per l'esecuzione di valutazioni qualitative o semi-quantitative. Come tutte le cromatografie, si basa sulla diversa separazione di diverse sostanze tra una fase stazionaria ed una fase mobile, in funzione dell'affinità di ogni sostanza con esse.
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PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
La cromatografia su strato sottile si basa sul principio della diversa affinità della sostanza analizzata, verso un eluente, o fase mobile e verso la fase stazionaria. Nella TLC l’eluente si muove dal basso verso l’alto attraverso un strato sottile per capillarità.
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FASE STAZIONARIA La fase stazionaria è generalmente uno strato dallo spessore uniforme di circa 1 mm di materiale adsorbente, depositato su una lastra di vetro. Il materiale adsorbente può essere gel di silice, allumina, cellulosa in polvere o polvere di diatomee, tutti materiali polari
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FASE MOBILE La fase mobile è un solvente opportunamente scelto (od una miscela di solventi), capace di separare i componenti della miscela da analizzare e poco affine per polarità alla fase stazionaria scelta.
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TECNICA CROMATOGRAFICA
La traccia arancione è la sostanza più affine con l’eluente in quanto ha percorso un tragitto più lungo. La traccia gialla rappresenta una sostanza meno affine all’eluente,infatti ha percorso una distanza minore.
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ANALISI A UV Qualora non sia possibile osservare direttamente le macchie di campione sulla superficie della lastrina - caso molto frequente - si può ricorrere all'osservazione sotto luce ultravioletta o alla reazione con reagenti che sviluppano composti colorati
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ANALISI DATI L’analisi dei dati si basa su un fattore chiamato: Rf
Rf= corsa della macchia /corsa dell’eluente Ogni sostanza ha un Rf diverso.
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SEMINA La semina viene effettuata con il nostro campione da
analizzare,tramite un apparecchio chiamato microsiringa questo procedimento deve essere fatto accuratamente
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CROMATOGRAFIA SU COLONNA
La cromatografia è una tecnica analitica per separare specifiche sostanze in una miscela complessa. L’efficacia della cromatografia è dovuta al fatto che le separazioni si basano su interazioni fisico-chimiche a livello molecolare tra il supporto cromatografico, le sostanze da separare e taluni componenti del solvente mobile. Lo strumento utilizzato per attuare questa tecnica è detto colonna cromatografica
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PRINCIPI E FUNZIONAMENTO
La colonna viene riempita con una fase stazionaria (solida, liquida o in gel) attraverso la quale viene fatta scorrere, per gravità o esercitando una moderata pressione, la fase mobile (un liquido organico a bassa viscosità o una soluzione acquosa). Le bande eluite vengono raccolte in frazioni all’uscita della colonna. L’efficacia degli scambi tra le due fasi, solida e stazionaria, dipende notevolmente dalla lunghezza e dal diametro della colonna, il cui rapporto può variare ampiamente e deve essere scelto con attenzione, in base all’applicazione.
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IMPIEGHI DELLA CROMATOGRAFIA
Le applicazioni della cromatografia interessano un vasto campo della chimica, dall’inorganica all’organica, sia di sintesi che naturale. In particolare la cromatografia su colonna è una tecnica indispensabile nella chimica di sintesi e delle sostanze organiche naturali, per isolare e purificare i componenti di miscele di varia natura, e in campo biolocico per purificare polisaccaridi, proteine, acidi nucleici, virus e anche cellule.
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ESPERIENZA SVOLTA L’esperienza svolta nel laboratorio di organica dell’università di Ferrara consiste nella separazione del licopene dal β-carotene, estratti dal concentrato di pomodoro.
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PROCEDIMENTO Si è preso un pezzo di cotone e lo si è posto all’interno della colonna cromatografica precedentemente pulita e asciutta. Si è aggiunta una determinata quantità di gel di silice, che svolge il ruolo della fase stazionaria avendo cura che si impaccasse correttamente
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PROCEDIMENTO Si è introdotta nella colonna la miscela di licopene e β-carotene mediante una pipetta Pasteur. Si è introdotto lentamente l’eluente in modo che la miscela scendesse dalle pareti.
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PROCEDIMENTO Si é introdotto di nuovo l’eluente per far scendere la miscela all’interno del gel di silice in modo da separare le due componenti della miscela.
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PROCEDIMENTO Si sono raccolte le due componenti in diverse beute
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PROCEDIMENTO e infine si è distillato con Rotavapor per far evaporare l’eluente e ottenere così le componenti separate.
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OSSERVAZIONI Il β-carotene è la componente che scende con maggiore velocità all’interno della fase stazionaria a causa della maggiore affinità con l’eluente. Il licopene invece viene rallentato perché instaura dei legami con la fase mobile che è il gel di silice.
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LA SPETTROFOTOMETRIA UV-VIS CENNI TEORICI
La spettrofotometria molecolare UV / Vis si basa sull’assorbimento selettivo, da parte di molecole, delle radiazioni con lunghezza d’onda fra 10 nm e 780 nm. Tale ampia gamma spettrale viene suddiviso in tre regioni principali: UV lontano ( nm); UV vicino ( nm); Vis ( nm).
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STRUMENTAZIONE SORGENTE MONO - CROMATORE CELLE ELABORAZIONE DATI
RIVELATORE
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SORGENTE Sono lampade che emettono radiazioni nell’intervallo spettrale di misura. Nella regione del visibile si usano lampade a filamento Tungsteno - alogeno o lampade quarzo - iodio. Nella regione dell’ UV si usano lampade al Deuterio.
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MONOCROMATORE Il monocromatore scompone la radiazione policromatica emessa dalla sorgente in bande il più possibile monocromatiche. Si dividono in due tipi: Filtri Prismi e reticoli
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COMPARTIMENTO CELLE Le celle o cuvette sono vario tipo a seconda dell’uso e del tipo di strumento. Le celle di quarzo e di vetro sono utilizzate nel UV/Vis. Sono utilizzate anche celle monouso di polistirene.
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RIVELATORE E SISTEMA ELABORAZIONE DATI
I rivelatori trasformano l’energia radiante in un segnale elettrico. I rivelatori di uso più comuni nell’ UV / Vis sono fototubi. I fototubi sono realizzati inserendo 2 elettrodi in una ampolla mantenuta sotto vuoto, con una finestra trasparente alle radiazioni.
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METODI DI ANALISI La spettrofotometria UV / Vis trova larghi impieghi nell’analisi quantitativa. Attraverso la misura dell’assorbanza di un campione incognito si risale alla sua concentrazione sfruttando la Legge di Beer. La spettrofotometria UV / Vis è impiegata anche per l’analisi qualitativa per individuare i tipi di legame e i gruppi funzionali presenti nel campione.
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CONFRONTO SPETTRI LICOPENE STANDARD LICOPENE ESTRATTO
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CONFRONTO SPETTRI β – CAROTENE STANDARD β – CAROTENE ESTRATTO
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CONCLUSIONI Dagli spettri ottenuti si può affermare che le sostanze da noi estratte siano molto simili agli standard. Questo in quanto i picchi di maggior rilevanza corrispondono in entrambi gli spettri.
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