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La comunicazione bioetica

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Presentazione sul tema: "La comunicazione bioetica"— Transcript della presentazione:

1 La comunicazione bioetica
Anno Accademico 2009 – 2010

2 La bioetica è una disciplina che si occupa delle questioni morali che sorgono parallelamente al rapido progredire della ricerca biologica e medica. La sua natura è multidisciplinare, e annovera al proprio interno aspetti relativi a varie materie, quali: biologia, medicina, filosofia, diritto. Le problematiche legate alla bioetica sono numerose e coinvolgono anche l'opinione pubblica e i mass media. Clonazione, utilizzo delle cellule staminali, ingegneria genetica, procreazione assistita, sperimentazione clinica dei farmaci, trapianti d’organo nell'uomo, accanimento terapeutico, eutanasia.

3 Si parla per la prima volta di bioetica nel 1970 all'interno di un articolo dell'oncologo americano Van R. Potter (The science of survival); poco tempo dopo, un apporto ancor più incisivo di quello di Potter viene dato alla nuova disciplina dall'ostetrico olandese André Hellegers. In Italia il Comitato nazionale per la bioetica è sorto nel 1990 ed è un organo consultivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

4 Due concezioni Concezione ontologica della persona che identifica l'individuo umano con una realtà in sé sussistente . Concezione funzionalistica, secondo la quale la persona si individua con le sue capacità tipiche .

5 Fra le più importanti questioni da sempre discusse c'è quella dell’aborto. Da un lato si pone la domanda relativa allo statuto ontologico del feto, dall'altro si pone la domanda sul bilanciamento da operare tra gli interessi della madre e quelli del nascituro. Ha suscitato questioni anche la nascita e lo sviluppo delle tecnologie per la manipolazione del DNA. Il problema centrale è quello di trovare una linea di demarcazione sufficientemente chiara fra ciò che è proponibile come forma di terapia e ciò che si presenta, invece, come tentativo di selezionare caratteristiche somatiche per semplice gusto personale . Altra problematica è quella relativa all'uso delle tecnologie mediche nella fase terminale della vita umana e riguarda qualsiasi sostegno artificiale alla vita umana. Ciò che cambia notevolmente con tali tecnologie è l'idea stessa di morte.

6 Comunicazione in ambito biomedico
Assume due aspetti: Il primo riguarda la comunicazione all’interno del settore. Il secondo riguarda la comunicazione all’opinione pubblica della biomedicina e delle opportunità di scelta offerte.

7 RMP Relazione medico paziente
Esistono due linee guida o modelli di riferimento: Comunicazione parziale o minimalista Comunicazione totale o perfezionista

8 Comunicazione parziale o minimalista
E’ questa la concezione che va sotto il nome di paternalismo medico: In base ad essa è riconosciuto al medico l’onere e l’onore di agire , in scienza e coscienza, in nome, nelle veci e eventualmente anche contro la volontà dei suoi pazienti, è ritenuto portatore ed esecutore dei migliori interessi del paziente più del paziente stesso

9 Comunicazione totale o perfezionista
Basata sulla centralità del principio di autonomia che ha modificato il rapporto medico paziente introducendo il principio del consenso libero ed informato. La sostanza è che nessuno può essere espropriato del diritto di scelta riguardo ad atti che ricadono su di sé e sul proprio corpo.

10 Correttezza atto medico
La correttezza dell’atto medico può essere assicurata solo da una adesione volontaria e dunque il consenso costituisce la chiave attraverso cui possibile distinguere, anche a livello giuridico, tra un atto medico legittimo ed uno che non può definirsi tale.

11 Autonomia L’autonomia è fondata sulle capacità mentali ed emotive – abilità riflessive e autoriflessive - di costruire piani personali di vita e nella capacità ad impedire che questi siano scelti da altri individui o determinati dal caso. In ambito RMP possiamo considerare l’autonomia come la capacità di comprendere l’informazione ricevuta, di coglierne la rilevanza e di valutarle.

12 Nell’ambito dell’autonomia sviluppiamo due teorie:
Individualistica ( liberale standard ) Relazionale ( liberale revisionistica ) Nella prima assume valore assoluto il concetto di consenso libero ed informato da parte di un soggetto medio che si suppone già in condizione di consentire o dissentire. Nella seconda l’autonomia è un complesso di capacità che si sviluppano in scenari relazionali autonomi e non sempre con relazioni fra eguali.

13 Autonomia totale L’insieme degli atti verbali, non verbali e scritti con i quali dare l’espressione al consenso – o al dissenso - libero ed informato di individui raffigurati come pienamente autonomi.

14 Autonomia guidata Tecnica di aiuto e rafforzamento dell’autonomia per creare le condizioni dell’espressione del consenso – o del dissenso – da parte di individui raffigurati come carenti di autonomia e bisognosi di aiuto.

15 Scopi In entrambi i casi :
Eliminare o ridurre le componenti di spersonalizzazione e reificazione del rapporto sanitario; Sconfiggere la paura e l’ignoranza, evitare manipolazione o occultamento di notizie; Rimuovere ostacoli o impedimenti alla comprensione degli atti medici al fine di facilitare le decisioni autonome.

16 Art. 30 codice deontologico : il medico , nell’informare il paziente dovrà tenere conto delle sue capacità di comprensione al fine di promuovere la massima adesione alle proposte diagnostico terapeutiche.

17 Comunicazione La comunicazione implica la necessità di creare un clima per promuovere la comprensione dell’informazione stessa piuttosto che raccomandare di fare una cosa o l’altra.

18 Questione meta-teorica delle concezioni della comunicazione
Esistono due grandi modelli; meglio due ideal-tipi che nella realtà non si presentano mai allo stato puro, ma sempre fortemente intrecciati fra di loro ed entro un ampio spettro di varianti che vanno da un estremo all’altro:

19 Minimalista Detto anche della comunicazione parziale che tende ad una comunicazione puntuale, concisa e delimitata

20 Perfezionista Detto anche della comunicazione totale che tende a promuovere una comunicazione coinvolgente, ripetuta e , tendenzialmente, illimitata:

21 Non bisogna dare ai termini minimalista e perfezionista un significato valutativo, positivo o negativo, particolare; L’adesione a uno dei due modelli e forse lo stesso significato di comunicazione , dipendono dall’idea che si ha delle caratteristiche dell’autonomia degli individui a cui si rivolge la comunicazione biomedica.

22 Premessa Autonomia Premessa indispensabile dell’autonomia sono le capacità mentali ed emotive di costruire piani personali di vita e dell’attitudine a non lasciare che questi ultimi siano scelti da altri o affidati al caso. Per essere autonome le persone hanno bisogno di abilità riflessive e autoriflessive, di saper riconoscere le opzioni in gioco e stabilire scale di priorità tra queste opzioni.

23 Hans Jonas Nella sua raccolta organismo e libertà: verso una biologia filosofica ci offre la propria interpretazione 'ontologica' di fenomeni biologici attraverso questa “revisione dell'idea della natura” l'etica viene ad essere una parte della filosofia della natura, ed entrambe vengono sorrette da una ontologia fondamentale, ossia “da una interpretazione della realtà come un tutto”. Nell'epilogo del libro, natura ed etica, Jonas dichiara necessario il riaprire la questione ontologica dell'essere umano nell'essere complessivo del mondo

24 Ontologia Una delle branche fondamentali della, filosofia. Lo studio dell'essere in quanto tale, nonché delle sue categorie fondamentali. In sintesi l'attribuzione di un predicato ad un soggetto. Sono specificatamente le classi supreme di ogni predicato possibile, con cui poter catalogare tutta la realtà.

25 Il principio responsabilità
Quest'opera è dedicata ai delicati problemi etici e sociali sollevati dall'applicazione incessante della tecnologia in tutti gli aspetti della vita. Questo testo porta all'ordine del giorno della riflessione filosofica europea l'emergenza ecologica. Il punto di partenza dell'autore è che il fare dell'uomo è oggi in grado di distruggere l'essere del mondo

26 Ecosofia Il termine è stato utilizzato per la prima volta daArne Naess all’università di Oslo nel 1960, ed è il fondamento del movimento di Ecologia Profonda, che invita ad un rovesciamento della prospettiva antropocentrica: l’uomo non si colloca alla sommità della gerarchia dei viventi, ma si inserisce al contrario nell’ecosfera; l’uomo è una parte nel Tutto.


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