CRISI ECONOMICA,CRISI DEL WELFARE,CRISI DELLA PERSONA: UNA CONNESSIONE INEVITABILE? Dr. L. Cappellari Direttore DSM AULSS 15 TREBASELEGHE 06-12-12 Conferenza.

Presentazione sul tema: "CRISI ECONOMICA,CRISI DEL WELFARE,CRISI DELLA PERSONA: UNA CONNESSIONE INEVITABILE? Dr. L. Cappellari Direttore DSM AULSS 15 TREBASELEGHE 06-12-12 Conferenza."— Transcript della presentazione:

1 CRISI ECONOMICA,CRISI DEL WELFARE,CRISI DELLA PERSONA: UNA CONNESSIONE INEVITABILE? Dr. L. Cappellari Direttore DSM AULSS 15 TREBASELEGHE 06-12-12 Conferenza dei Servizi

2  World Health Organization 2011

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4 special article Actions to alleviate the mental health impact of the economic crisis World Psychiatry 2012;11:139-145 KRISTIAN WAHLBECK, DAVID McDAID

5 Imprenditore suicida, la moglie accusa: “non dovevano farlo tornare a casa” la Repubblica edizione di Napoli, 26 aprile 2012

6 di Alberti Francesco Corriere della Sera, 5 maggio 2012, pagina 13

7 Unemployment and Suicide in Sweden and Spain, 1980-2005 (Source: Stuckler 2009)

8 Unemployment and Suicide in Sweden and Spain, 1980-2005 (Source: Stuckler 2009)

9 editorial From “madness” to “mental health problems”: reflections on the evolving target of psychiatry MARIO MAJ World Psychiatry oct. 2012

10 follia disturbi mentali problemi di salute mentale

11 There is no health, without mental health Non c’è salute, senza salute mentale

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13 “We can’t prevent all mental ill health. There are not cures for all conditions. But we can help change the culture in our country. We can insist that everyone counts. That everyone matters. And that no-one dealing with any form of illness should ever feel ashamed.” Wise words indeed Il leader dei laburisti inglesi, Ed Miliband, parlando alla fine dello scorso ottobre al Royal College of Psychiatrists ha concluso così il suo discorso: “Noi non possiamo prevenire tutte le malattie mentali. Non ci sono terapie risolutive per tutte le patologie esistenti. Ma noi possiamo aiutare il cambiamento della cultura nel nostro paese. Possiamo insistere dicendo che ognuno di noi conta. Che ognuno di noi è importante. E che nessuno che abbia a che fare con qualsivoglia malattia deve provare un sentimento di vergogna” Sagge parole davvero, conclude l’editorialista di Lancet (Vol. 380, November 10, 2012)