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PubblicatoIsabella Frigerio Modificato 9 anni fa
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Industria culturale Impresa culturale SPECIFICITA’ DEL SETTORE CULTURALE
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Si è fatta strada la consapevolezza che il settore artistico e culturale esprime un sempre maggiore fabbisogno di valorizzazione, per il fondamentale contributo che esso può offrire alla economica e sociale della collettività. Ricchezza e valore culturale, sino a qualche tempo fa, erano considerati concetti antinomici, quasi che l’uno dovesse necessariamente escludere l’altro.
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Il timore maggiore risiedeva nella possibilità di una reciproca contaminazione o, piuttosto, nella paura che la CULTURA potesse risultare, in qualche modo asservita al profitto, snaturando quindi i suoi contenuti e venendo meno al compito primario di contribuire al progresso sociale e civile di un territorio o di una nazione. Con il passare del tempo si è capito che ricchezza e valore culturale possono essere considerati due fattori di una medesima equazione, il cui risultato è maggiore della somma delle singole parti.
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L’industria culturale Ai prodotti culturali sembra ricollegarsi puntualmente il concetto di industria culturale quale realizzazione appunto di prodotti attraverso processi di riproduzione con modalità industriale, utilizzando in particolare tecnologie e mezzi di comunicazione di massa.
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Rientrano in tale ambito: gli audiovisivi, il cinema l’editoria in tutte le sue manifestazioni i network radiotelevisivi la discografia
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Ma la riproduzione seriale di un contenuto artistico ed intellettuale, non è l’unico tratto distintivo dell’industria culturale. Sul piano economico il concetto di industria culturale è dato dalle modalità con cui le idee creative si originano e si combinano con un numero sempre maggiore di input per produrre una sempre più ampia di prodotti e dove quindi le arti, nessuna esclusa, proprio per i molteplici apporti creativi e realizzativi, possono ciascuna ritenersi una industria.
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Trovano nella logica del profitto l’elemento centrale del proprio processo decisionale; questo vale per le industrie culturali che hanno per oggetto opere riproducibili, attive nelle produzioni di contenuti (società editoriali, cinematografiche, radiofoniche, televisive, discografiche, ecc.), e per quelle che perseguono una prevalente finalità commerciale, come nel caso delle gallerie e delle case d’asta.
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Le imprese culturali Queste tipologie di organizzazioni si caratterizzano per la rispondenza ad alcuni elementi discriminanti: la preminente finalità culturale l’assenza dello scopo di lucro tipica delle soggetti pubblici e delle organizzazioni non profit; la presenza di un complesso strutturato e permanente di risorse (umane, tecniche e finanziarie) da amministrare, messe a servizio del raggiungimento degli obiettivi primari di gestione;
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l’escludibilità, nel senso che l’accesso ai servizi erogati (ovvero, la loro fruizione) non è libero, ma è disciplinato da forme di accesso controllato. il profitto è un fattore strumentale per il raggiungimento dei propri obiettivi istituzionali.
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Saranno prese in esame le seguenti imprese culturali: i teatri le fondazioni liriche le biblioteche gli archivi I musei e le aree archeologiche i festival a prevalente contenuto culturale (di teatro, danza, lirica, letteratura)
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