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Amici della Terra Italia Onlus, sede nazionale
Le rinnovabili termiche dai piani ai fatti: la costruzione di una politica industriale e agricola dell’Italia sugli obiettivi comunitari di rinnovabili e di efficienza energetica Molocchi, resp. Studi Amici della Terra Italia Onlus, sede nazionale
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Indice della relazione
Le rinnovabili nel contesto della politica comunitaria su energia e clima I numeri delle rinnovabili termiche: i consumi attuali, gli obiettivi 2020 del Piano d’azione nazionale e il potenziale secondo gli operatori Le filiere tecnologiche e l’occupazione Il dlgs n.28 del 3 marzo 2011 e la promozione delle FER termiche Il finanziamento degli incentivi per la promozione delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica, e il problema della regia Questa è l’elenco dei temi sui cui intendo soffermarmi:
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Il pacchetto di provvedimenti su energia e clima al 2020 (obiettivo del pacchetto: -20% emissioni gas serra ). I principali provvedimenti e relativi obiettivi quantitativi (GUCE del 5 giugno 2009): 1) Direttiva 2009/29/CE sulla promozione dell’uso di fonti rinnovabili. Obiettivo: entro il 2020 consumi di energia da fonti rinnovabili pari al 20% al 2020 sul consumo energetico finale lordo (obiettivo Italia: 17%) 2) Direttiva 2009/29/CE , settori ETS (mercato dei permessi di CO2). Obiettivo: riduzione gas serra del -21% nel periodo 3) Decisione n. 406/2009/CE, settori non ETS. Obiettivo: riduzione gas serra del -10% nel periodo (Italia -13%) La politica europea ha dato attuazione solo a due obiettivi: di riduzione dei gas serra e di sviluppo rinnovabili. Efficienza energetica: non è stato preso nessun provvedimento legislativo “quadro” nell’ambito del pacchetto, nemmeno con obiettivi indicativi al 2020 Il propagandato è in realtà monco sul lato risparmio energetico, riducendo l’efficienza economica, i vantaggi competitivi e la fattibilità della strategia stessa Strategia europea su energia e clima: La legislazione europea ha dato attuazione solo a due degli obiettivi del : di riduzione dei gas serra e di sviluppo rinnovabili. Efficienza energetica: non è stato preso nessun provvedimento legislativo “quadro” nell’ambito del pacchetto, nemmeno con obiettivi indicativi al 2020 Il propagandato è in realtà monco sul lato risparmio energetico, riducendo l’efficienza economica, i vantaggi competitivi e la fattibilità della strategia stessa
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La politica comunitaria sull’efficienza energetica: lo stato della situazione
Libro verde del 2005 sull’efficienza energetica: -20% al 2020 (vs proiezioni al 2020 consumi en. primari ≈ stabilizzazione al livello 1990); Direttiva 2006/32/CE del 5 aprile 2006 concernente l’efficienza energetica degli usi finali dell’energia e i servizi energetici: obiettivi nazionali indicativi per il periodo Piano d’azione nazionale di Efficienza Energetica (PAEE) del luglio 2007: % al 2016 su media consumi finali Prossimo PAEE: entro giugno 2011. Nuova Direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici (31/2010/CE), che rivede la direttiva 91/2002/CE con effetto dal primo febbraio 2012: da recepire. Piano d’azione europeo sull’efficienza energetica, 8 marzo COM(2011) n. 109 Proposta della Commissione di revisione della Direttiva 2006/32/CE sull’efficienza energetica degli usi finali: attesa per inizio luglio 2011 salta
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Piano d’azione europeo sull’efficienza energetica del 8 marzo 2011 (3 giorni prima dello Tsunami): se gli Stati Membri dovessero rivedere la propria posizione sul nucleare, il Piano dovrà essere presto rivisto Conferma l’obiettivo al 2020 il risparmio del 20% del proprio consumo di energia primaria rispetto alle previsioni ,come una tappa fondamentale per il conseguimento degli obiettivi dell'UE a lungo termine in materia di energia e di clima. Riconosce il ritardo della politica europea: “Stime recenti della Commissione indicano che l'UE potrà raggiungere soltanto la metà dell'obiettivo del 20% “ Propone ulteriori misure, sia di legislazione “quadro” (proposta Direttiva quadro) , sia di miglioramento puntuale nei diversi settori. Sull’obiettivo vincolante prende tempo, in attesa che si chiarisca il quadro politico: “Nel 2013 la Commissione fornirà una valutazione dei risultati ottenuti (…) Se il riesame del 2013 indicherà scarse probabilità di realizzazione dell'obiettivo generale dell'UE, la Commissione avvierà la seconda fase proponendo obiettivi nazionali giuridicamente vincolanti per il 2020. Anche se al momento mancano obiettivi vincolanti di risparmio energetico per gli Stati membri, nell’ambito dell’edilizia è già in atto a a livello Europeo un rafforzamento delle misure di efficienza. L’edilizia è uno dei maggiori settori applicativi delle rinnovabili termiche. La diffusione delle rinnovabili termiche va promossa in un quadro di interventi di efficienza energetica dell’involucro edilizio
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Indice: 2. I numeri delle rinnovabili termiche: La situazione attuale Obiettivi del Piano nazionale al 2020 Il potenziale secondo gli operatori
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Italia: l’obiettivo di risparmio energetico al 2020 del Piano d’azione rinnovabili (luglio 2010)
Proiezione al 2020 dei Consumi finali lordi di energia nei due scenari (di riferimento e con efficienza supplementare ) e del contributo delle fonti rinnovabili (Mtep di energia finale) Risparmio en. supplementare: -12,6 Mtep Anche se l’Europa non ha introdotto un obiettivo vincolante di efficienza energetica. Anche se il Governo non ha mai emanato il Piano straordinario per l’efficienza energetica previsto dalla legge 99 del 2009, esiste comunque un obiettivo ufficiale di risparmio energetico dell’Italia, ed è quello riportato dal Piano d’azione sulle rinnovabili e che entra nel calcolo dell’obiettivo di rinnovabili sancito all’art. 3 del nuovo Dlgs sulle rinnovabili. Quest’obiettivo è un risparmio di 12,6 Mtep di energia finale per arrivare ai 133 Milioni di tep evidenziati in figura con la linea rossa, corrispondente allo scenario con efficienza supplementare. Fonte: Piano di azione nazionale per le emergie rinnovabili dell'Italia, luglio 2010
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Il Piano d’azione nazionale per le rinnovabili: le rinnovabili oggi
Contributo di energia finale nel 2009 dei tre macro-settori applicativi a fonti rinnovabili, Mtep finali (dati stimati per usi termici e trasporti) Mtep 2009 % su totale FER 2009 Elettrico 5,4 55,0% Termico 3,4 34,4% Trasporti * 1,0 10,5% Trasferimenti da altri Stati - 0,0% Totale 9,8 100,0% I dati ufficiali per il momento disponibili sono quelli del Piano nazionale del 2010, che si basano su stime. E’ previsto che il sistema statistico delle fonti rinnovabili gestito dal GSE sia esteso anche a quelle termiche, ma ci vorranno alcuni anni prima che sia completato. Il Piano stima che le rinnovabili termiche abbiano contribuito nel 2009 per 3,4 Mtep ai consumi finali lordi di energia dell’Italia (rinnovabili elettriche 5,4 Mtep, biocarburanti 1,0 Mtep), pari al 34% del contributo totale delle rinnovabili. (*) Esclude elettricità per i trasporti da fonti rinnovabili e i premi previsti nei trasporti Fonti: GSE per rinnovabili settore elettrico nel 2009 (il PAN riporta il dato 2005), PAN per termico e trasporti (dati ottenuti per interpolazione)
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Biomasse per usi termici: la situazione attuale secondo FIRE
Stima dell’attuale contributo delle biomasse ai consumi finali di energia – usi termici (stima 2010) Attuale stima del PAN: 2,24 Mtep Non tiene conto della legna da ardere per autoconsumo: circa 5 Mtep La Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia, ritiene che il dato del Piano per le rinnovabili termiche, in particolare per le biomasse per riscaldamento, sia sottostimato per almeno 5 Mtep (a causa dell’autoconsumo di legna da ardere, che sfugge alle statistiche economiche), e che l’Italia dovrà necessariamente correggere questa sottostima nei prossimi anni così come hanno già fatto Germania e Francia. IL totale dell’attuale contributo delle biomasse per i soli usi termici (quindi escludendo la quota di biomasse attualmente usate per generare elettricità ed ovviamente escludendo anche i biocarburanti per i trasporti) è secondo la FIRE di 7,8 Mtep. Fonte: FIRE, 2011
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Le rinnovabili termiche: la situazione attuale correggendo le sottostime
Rinnovabili termiche nel 2010: 3,9 Mtep per il PAN, 9,5 Mtep per gli operatori Il dato corretto sui consumi di biomasse per riscaldamento va poi sommato alle altre rinnovabili termiche, per cui l’attuale stima del totale delle rinnovabili termiche per il 2010 sarebbe di 9,5 Mtep, di cui 7,9 Mtep per le biomasse, 1,3 Mtep per le pompe di calore, 0,23 Mtep per la geotermia e 0,11 Mtep per il solare termico. Il consumo di energia rinnovabile per il riscaldamento nel 2010 è pertanto oltre il doppio di quella assunta dal Piano nazionale come base per lo sviluppo futuro del settore: 9,5 Mtep contro i circa 4 Mtep del PAN. Questa discrepanza contabile ha a nostro parere delle conseguenze sulla credibilità dell’obiettivo. Fonte: elaborazione Amici della Terra 2011 da PAN rinnovabili 2010 e FIRE (biomasse)
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Il Piano d’azione nazionale per le rinnovabili: obiettivi 2020
Obiettivi indicativi del PAN al 2020 nei tre macro-settori applicativi delle fonti rinnovabili, Mtep finali Mtep 2020 % su totale FER 2020 Elettrico 8,5 36,1% Termico 10,5 44,4% Trasporti (*) 3,4 14,6% Trasferimenti Stati 1,1 4,8% Totale 23,5 100,0% (*) Include elettricità per i trasporti da fonti rinnovabili e anche i premi previsti Questi sono gli obiettivi del PAN per i tre macro-settori delle rinnovabili. L’obiettivo di Governo è di 10,5 Mtep, in base alla correzione della situazione attuale, quest’obiettivo è quasi raggiunto. Ma è chiaro che in quest’obiettivo qualcosa non va. Non si capisce se il salto previsto nel settore termico dal Piano nazionale, da circa 4 Mtep a 10 Mtep, sia dovuto ad un potenziale praticabile di 6 Mtep aggiuntivi oppure se la politica prevista nelle rinnovabili termiche consista semplicemente in un aggiustamento contabile facendo emergere dal nero i 5 Mtep di legna per autoconsumo. Fonte: Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili dell'Italia, luglio 2010
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Rinnovabili termiche al 2020: 10,5 Mtep per il PAN,
Rinnovabili termiche al 2020: confronto fra il potenziale secondo l'industria e gli obiettivi del PAN Rinnovabili termiche al 2020: 10,5 Mtep per il PAN, 19,6 Mtep per l’industria (il 91% dell’obiettivo Italia!) Uno degli obiettivi di questa Conferenza è anche quello di esaminare il potenziale effettivo dell’intero comparto delle rinnovabili per il riscaldamento, raccogliendo le valutazioni settoriali degli operatori. Noi abbiamo provato a fare questo esercizio utilizzando i dati raccolti in occasione della Conferenza sulle rinnovabili termiche dell’anno scorso e le valutazioni emerse successivamente. Ebbene, dal confronto fra gli obiettivi del PAN e le valutazioni di potenziale degli operatori emerge una forte discrepanza: mentre il PAN pone un obiettivo di 10,5 Mtep, gli operatori delle rinnovabili termiche ritengono conveniente per l’Italia un potenziale complessivo di 19,6 Mtep, che è qualcosa che supera il 90% dell’obiettivo nazionale di produzione interna da fonti rinnovabili (21,5 Mtep).
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Biomasse: confronto fra il potenziale secondo gli operatori e gli obiettivi del PAN
Approvvigionamento interno previsto da biomassa nel 2020: confronto fra PNA (13 Mtep) e rapporto Itabia (26 Mtep) Coldiretti: per gli usi termici almeno 3 Mtep finali aggiuntivi al da gestione forestale, biomasse residuali agricoltura, biogas da reflui e residui Totale potenziale biomasse per usi termici al 2020: 10.9 Mtep finali contro 5,7 Mtep PAN Da dove vengono queste stime? Per quanto riguarda le biomasse, il potenziale di approvvigionamento interno secondo Itabia è di 26 milioni di tep in termici di energia primaria. Il PAN prevede di sfruttarne circa 13 Mtep, che non è poco, ma prevalentemente per usi elettrici. A nostro parere le biomasse residuali e il biogas generato in agricoltura dovrebbero essere utilizzati innanzitutto per soddisfare il fabbisogno termico dell’agricoltura stessa, quindi piccoli impianti di cogenerazione dimensionati sul fabbisogno di riscaldamento delle aziende e delle attività limitrofe sul territorio. Coldiretti ha stimato a titolo cautelativo un obiettivo aggiuntivo di calore da biomasse di almeno 3 Mtep. In aggiunta ai 7,9 Mtep attuali, questo significherebbe un contributo potenziale delle biomasse al 2020 per 10,9 Mtep, contro i 5,7 Mtep previsti dal Governo. Fonte: PNA 2010, tab 7a; Itabia 2009 "I traguardi della bioenergia in Italia. Rapporto 2008"
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Pompe di calore: confronto fra il potenziale secondo l'industria e gli obiettivi del PAN
Energia rinnovabile da pompe di calore: confronto tra il potenziale secondo il CoAer e l'obiettivo del PAN Scenario PAN: 13,5% della domanda di servizio settore civile 2020 con PdC: +7% tasso annuo Scenario CoAer: 25% della domanda di servizio settore civile 2020 con PdC: + 13% tasso annuo Anche la penetrazione delle pompe di calore potrebbe essere maggiore di quella ipotizzata dal Piano. Infatti, soprattutto le pompe di calore ad aria, ma anche quelle ad acqua, sia elettriche che a gas, offrono prerogative di risparmio energetico e un tale potenziale applicativo per cui, in uno scenario di sostegno alla diffusione di queste tecnologie il 25% della domanda di servizio calore potrebbe essere soddisfatta da pompe di calore a ciclo annuale nel L’attuale obiettivo del governo è del 13% circa. Ovviamente lo sfruttamento di questo potenziale dipende non solo da norme già previste dal nuovo decreto legislativo, come l’obbligo rinnovabili termiche, ma anche dal livello di incentivazione delle pompe di calore, che dovrà essere definito nei prossimi mesi. Fonte: CoAer 2011
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Solare termico: scenario di sviluppo con conto energia
Solare termico: confronto fra il potenziale secondo l'industria e gli obiettivi del PAN Solare termico: scenario di sviluppo con conto energia Potenziale solare termico al 2020: 2,4 Mtep (circa 40 M m2 =0,68 m2 /ab.) Fatturato pot.: 4 miliardi nel 2020 Occupazione pot. al 2020: diretti (incluso indotto) Solare termico nel PAN: 1,6 Mtep. Se guardiamo i dati attuali, non è poco. Ma è anche vero che il potenziale di questo settore è stato completamente trascurato a beneficio esclusivo del fotovoltaico, mentre invece come minimo dovrebbero essere impianti da realizzare contemporaneamente, quando previsto un impianto fotovoltaico da realizzare sui tetti, visto che il solare termico occupa non più di un quinto della superficie minima. Un idoneo contesto incentivante potrebbe far definitivamente decollare questo settore, per cui nello scenario di sviluppo secondo Assolterm il solare termico potrebbe arrivare a produrre: 2,4 Mtep (questo significa l’installazione di circa 40 Milioni di m2 di pannelli, per arrivare a circa 0,68 m2 di pannelli /ab.) Fonte: Assolterm – Convegno Amici della Terra 19 Ottobre Integrare l'efficienza energetica con le rinnovabili
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Rinnovabili termiche nel quadro di tutte le rinnovabili
Traiettorie del PAN nei tre macro-settori a rinnovabili e potenziale delle rinnovabili termiche secondo l’industria Fer termiche: traiettoria di sviluppo potenziale: 7,5% l’anno Ricapitolando, se si guardano le traiettorie obiettivo del PAN, che sono le tre linee in basso, il sorpasso delle rinnovabili elettriche da parte delle rinnovabili termiche è previsto nel Ma in base alla correzione dell’attuale dato di biomasse termiche, quel superamento è già un dato di fatto e la traiettoria del potenziale di sviluppo nei prossimi anni è quella qui indicata in alto in figura, che sostanzialmente coincide con un tasso annuo di incremento dell’energia termica prodotta da fonti rinnovabili del 7,5% l’anno. UN tasso che non ci pare difficile da concretizzare, né particolarmente oneroso, visto che questo sviluppo può essere in parte realizzato attraverso l’obbligo di rinnovabili termiche nei nuovi edifici. Per quanto riguarda i costi delle rinnovabili termiche e il fabbisogno di incentivazione, nel corso della Conferenza saranno presentati almeno due studi che forniscono stime sistematiche, quello del REF, che sarà ilustrato dal dott Cirillo dopo il mio intervento e quello di RSE, che sarà illustrato da Massimo Gallanti domani mattina. Fonte: Amici della Terra - Seconda Conferenza nazionale sulle rinnovabili termiche, aprile 2011, in base a dati UGI, FIRE, Coldiretti, CoAer e Assolterm.
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L’incidenza % delle rinnovabili sui consumi di energia: le rinnovabili termiche possono arrivare al 30% entro il 2020 Quota di rinnovabili sui rispettivi consumi finali lordi nei tre macrosettori e nel totale dei consumi finali lordi Italia, 2010 e 2020 Queste valutazioni comportano che l’incidenza delle rinnovabili termiche sui consumi energetici per usi di riscaldamento /raffrescamento (che comprende i settori dell’industria, del terziario, del residenziale e dell’agricoltura) è del 16% nel 2010 e può arrivare al 32% nel Rispetto al settore elettrico, l’incidenza sui consumi finali di settore al 2020 delle rinnovabili termiche potrà essere superiore di 5 punti percentuali. Fonte: PAN rinnovabili e Amici della Terra per scenario ritracciato FER – Termico
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Rinnovabili ed efficienza energetica per ridurre i consumi per gli usi termici
Incidenza delle filiere a rinnovabili termiche sui consumi totali per gli usi di riscaldamento/raffrescamento nel 2020 (potenziale secondo gli operatori) Le fonti convenzionali di energia termica manterranno un ruolo importante (68% nel 2020) Per ridurre i consumi termici, la diffusione delle rinnovabili non può fare a meno di ulteriori misure di risparmio energetico (in particolare negli edifici e nell’industria) Questo grafico evidenzia che la quota parte di energia da combustibili fossili nel 2020 sarà ancora molto importante (68%). Questo significa che se l’obiettivo finale è di contenere i consumi termici, la diffusione delle rinnovabili termiche non può fare a meno delle misure di aumento dell’efficienza e di risparmio energetico negli edifici e nell’industria.
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I settori di consumo finale dell’energia termica
Consumi termici nell’industria, nel civile (residenziale e terziario) e nell’agricoltura, anno 2009 Non sono disponibili dati statistici sull’attuale penetrazione delle rinnovabili per tutti i settori applicativi Le valutazioni di potenziale delle rinnovabili termiche sono lacunose (soprattutto nell’industria) Agricoltura: primo settore che può ambire all’autosufficienza termica con sole rinnovabili. (SOLO SE C’é TEMPO) Come si comportano le rinnovabili nei singoli settori dei consumi per usi termici? Per il momento non lo sappiamo ancora esattamente. Sulla base dei dati disponibili si può presumere che l’incidenza delle rinnovabili nel 2020 sarà maggiore della media nei settori del terziario, nel residenziale si può ambire a quel 30% medio, mentre nell’industria il potenziale è inferiore – anche se ancora da valutare. L’agricoltura, invece, attraverso il recupero energetico dei residui di biomasse e dei reflui zootecnici è il primo settore che può ambire all’autosufficienza energetica con le fonti rinnovabili per quanto riguarda il fabbisogno di riscaldamento. Fonte: Bilancio Energetico Nazionale 2009
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3. Le filiere tecnologiche e l’occupazione
Indice: 3. Le filiere tecnologiche e l’occupazione SOLO SE C’è TEMPO, altrimenti saltare
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Le principali filiere delle rinnovabili termiche (1): solare, geotermia, pompe di calore
Sole (solare diretto) Solare termico: per ACS e riscaldamento a bassa temperatura Solare alta temperatura: recupero di calore da solare termodinamico e usi termici nei processi industriali Aria (Solare indiretto) Pompe di calore aerotermiche (aria/aria, aria/acqua) Acque (Solare indiretto) Pompe di calore idrotermiche (acqua/aria, acqua/acqua) Suolo/terreno Geotermia: usi termici diretti di fluidi (itticoltura, serricoltura, balneologia termale, riscaldamento civile) Pompe di calore geotermiche: a sistema chiuso (sonde orizzontali o verticali) e a sistema aperto (emungimento di acqua di falda e successivo scarico in corpo idrico) SOLO SE C’è TEMPO, altrimenti saltare
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Le principali filiere delle rinovabili termiche (2): biomasse, bioliquidi e biogas
Biomasse legnose: gestione forestale (prodotti: legna da ardere, cippato e pellet), attività agricole (siepi e arboreti dedicati, cedui a corta rotazione, potature di vigneti e oliveti) Tecnologie: caldaie a legna, cippato e pellet(anche con teleriscaldamento), cogenerazione (turbogeneratore ORC, caldaia a biomassa con motore a vapore) Bioliquidi: spremitura meccanica di semi di piante oleaginose (colza, girasole, cardo e altre) per ottenere Oli vegetali puri da utilizzare per calore, elettricità e motori (innanzitutto agricoli) Tecnologie: impianti di spremitura, caldaie e impianti di cogenerazione ad olio vegetale Biogas: da digestione anaerobica (di effluenti zootecnici, di fanghi di depurazione, di colture dedicate come insilati di mais) con produzione di digestato, oppure da captazione del gas naturale di discarica di rifiuti Tecnologie: digestori a umido o a secco, caldaia a biogas, cogenerazione, trigenerazione, purificazione e immissione del biometano nella rete gas naturale (per usi di riscaldamento e cottura, usi per autotrazione), tecnologie di trattamento del digestato SOLO SE C’è TEMPO, altrimenti saltare
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Occupazione attribuibile alle rinnovabili termiche: Situazione attuale: circa addetti diretti Potenziale al 2020: circa addetti diretti, oltre incluso l’indotto Occupazione in agricoltura per agro-energie (fonte Coldiretti): circa addetti nel 2009, circa addetti nel 2020 (quasi addetti aggiuntivi) Occupazione industria del solare termico (fonte: Assolterm): circa 5000 addetti nel 2010 (2,5 Mil. mq di pannelli solari installati, 0,15 Mtep) circa addetti nel 2020 nell’ipotesi di 40 milioni mq installati (2,4 Mtep) circa addetti incluso l’indotto Occupazione industria pompe di calore (Fonte: ANIMA-CoAer): Le aziende operanti nel comparto sono oltre cinquanta, con una stima di 7250 addetti. Segmenti in cui l’industria italiana è forte: - Pompe di calore a ciclo annuale - aria/acqua: 74% di produzione interna - Pompe di calore a ciclo annuale - acqua/acqua: 100% interna Stima di massima al 2020 (nell’ipotesi di 5 Mtep di energia rinnovabile): oltre addetti + Occupazione delle seguenti industrie: impianti di combustione a biomasse (camini, stufe, caldaie) impianti di cogenerazione a biomasse reti di teleriscaldamento (circa 750 MW di potenza termica) geotermia usi diretti calore Stima di massima per il complesso delle rinnovabili termiche: Situazione attuale circa addetti diretti Potenziale al 2020: circa addetti diretti, oltre incluso l’indotto
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Indice: 4. Il dlgs n.28 del 3 marzo 2011 e la promozione delle rinnovabili termiche
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Rinnovabili termiche – Regimi di sostegno previsti dal Dlgs n
Rinnovabili termiche – Regimi di sostegno previsti dal Dlgs n. 28 del 3 marzo 2011 Obbligo di rinnovabili negli edifici nuovi e negli edifici esistenti sottoposti a ristrutturazioni rilevanti (art. 11) Interventi di piccole dimensioni: incentivi in Conto energia termica o in Conto risparmio per interventi di incremento efficienza energetica (art. 28) Interventi di produzione di energia termica o di incremento dell’efficienza energetica diversi da quelli di piccole dimensioni: titoli di efficienza energetica come da riforma del meccanismo (art. 29) Incentivo per il biometano immesso nella rete del gas naturale (art. 21) Fondo di garanzia a sostegno delle nuove reti di Teleriscaldamento (art.22) Fondo per interventi a favore dello sviluppo tecnologico e industriale (art.32)
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Impianti a rinnovabili termiche – Regimi di sostegno
N. 2: incentivi per interventi di piccole dimensioni (art 28) Ambito di applicazione: interventi di piccole dimensioni di produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di incremento dell’efficienza energetica, realizzati a partire dal 2012. Contributo che grava sulle tariffe del gas naturale (con modalità stabilite da AEEG), assegnato tramite contratti di tipo privato fra il GSE e il responsabile impianto. Modalità attuative: stabilite con Decreto MSE, concerto MATTM e MPAF, previa intesa CUR (entro 6 mesi), nel rispetto dei seguenti criteri: possono beneficiare dell’incentivo solo i componenti, impianti e interventi che soddisfano i requisiti prestazionali minimi come da Allegato 2 Dlgs l’incentivo ha lo scopo di assicurare una equa remunerazione dei costi di investimento ed esercizio di ciascun intervento L’incentivo può tener conto del valore economico dell’energia prodotta o risparmiata (e comprendere eventuali obblighi di monitoraggio) L’incentivo è commisurato alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili (conto energia per gli interventi di FER termiche), ovvero ai risparmi energetici generati dagli interventi (conto risparmio per gli interventi di efficienza) Periodo di diritto all’incentivo non superiore ai 10 anni Incentivo costante per tutto il periodo di diritto Non cumulabilità con altri incentivi statali (eccetto fondi di garanzia, fondi di rotazione e contributi in conto interesse) Vanno previsti contingenti incentivabili per ciascuna applicazione Criteri da rispettare nei decreti attuativi: l’incentivo deve assicurare una equa remunerazione dei costi di investimento ed esercizio di ciascun intervento L’incentivo può tener conto del valore economico dell’energia prodotta o risparmiata (e comprendere eventuali obblighi di monitoraggio) L’incentivo è commisurato alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili (conto energia per gli interventi di FER termiche), ovvero ai risparmi energetici generati dagli interventi (conto risparmio per gli interventi di efficienza) Periodo di diritto all’incentivo non superiore ai 10 anni
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Incentivi per la produzione di energia termica da rinnovabili e per interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni (art 28). Prime valutazioni: 1) L’ambito di applicazione dell’art 28 crea i presupposti per il superamento del meccanismo delle Detrazioni del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici (in scadenza a fine 2011) - si pone il problema dell’estensione del meccanismo incentivante ad applicazioni diverse dagli edifici (usi industriali di processo, usi agricoli come serre, capanni, stalle, etc.) - la capacità incentivante del nuovo meccanismo dovrà essere tarata su capacità incentivante delle detrazioni 55% (FER termiche: per kWh prodotto – Efficienza energetica: per kWh risparmiato 2) Continua la sperequazione legislativa fra rinnovabili elettriche e rinnovabili termiche: Elettriche: il periodo di diritto all’incentivo è pari alla vita media utile convenzionale delle specifiche tipologie di impianto (stabilita mediante Decreti attuativi) Rinnovabili termiche ed interventi di efficienza energetica: il periodo di diritto all’incentivo non può essere superiore a 10 anni Occorrono criteri trasparenti e consensuali per la definizione della vita media utile di tecnologie in uno scenario di forte innovazione tecnologica 1) L’ambito di applicazione dell’art 28 crea i presupposti per il superamento del meccanismo delle detrazioni del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici (in scadenza a fine 2011) - si pone il problema dell’estensione del meccanismo incentivante ad applicazioni diverse dagli edifici (usi industriali di processo, usi agricoli come serre, capanni, stalle, etc.) - la capacità incentivante del nuovo meccanismo (in conto energia per le FER termiche, in conto risparmio energetico per l’efficienza) dovrà essere tarata su una valutazione approfondita della capacità incentivante delle detrazioni 55% rispettivamente per kWh prodotto e per kWh risparmiato (compito dell’ENEA) 2) Continua la sperequazione legislativa fra rinnovabili elettriche e rinnovabili termiche: Elettriche: il periodo di diritto all’incentivo è pari alla vita media utile convenzionale delle specifiche tipologie di impianto (stabilita mediante Decreti attuativi) Rinnovabili termiche ed interventi di efficienza energetica: il periodo di diritto all’incentivo non può essere superiore a 10 anni Occorrono criteri trasparenti e consensuali per la definizione della vita media utile di tecnologie e interventi in uno scenario di forte innovazione tecnologica (qual è la ratio di incentivare per 20 anni impianti che diventano tecnologicamente obsoleti dopo 5 anni rispetto a interventi di efficienza energetica incentivabili per max 10 anni nonostante un’obsolescenza superiore ai 20 anni?)
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Incentivi per la produzione di energia termica da rinnovabili e per interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni (art 28). Prime valutazioni: 3) Il criterio dell’equa remunerazione dei costi di investimento e di esercizio non è sufficientemente chiaro per assicurare il coordinamento dell’incentivo fra due tipologie intrinsecamente diverse (tecnologie a rinnovabili termiche ed interventi di incremento dell’efficienza energetica) Efficienza economica a rischio: come assicurare la diffusione delle tecnologie a rinnovabili termiche senza penalizzare l’accelerazione degli interventi di efficienza energetica? 4) Il dlgs non ha introdotto gli auspicati criteri di incentivazione basati sul merito ambientale (costi esterni evitati dalle rinnovabili e dagli interventi di risparmio energetico), la cui assenza ha contribuito ai fenomeni di macro-speculazione riguardanti la promozione delle rinnovabili elettriche nel decennio trascorso costi esterni evitati delle rinnovabili: max 3 cent/kWh (fonte: EEA, ExternE) incentivi FER per kWhel: da 2 a 15 volte superiori ai costi esterni evitati e privi di bonus/malus paesaggistico-ambientale Efficienza ambientale a rischio: come promuovere la diffusione delle rinnovabili termiche limitando gli effetti ambientali indesiderati (PM da impianti a biomasse, etc.) ? Il criterio dell’equa remunerazione dei costi di investimento e di esercizio non è sufficientemente chiaro per le due tipologie d’intervento previste, le rinnovabili termiche e l’efficienza energetica. Nella maggior parte dei casi gli interventi di efficienza energetica remunerano già i costi: il problema non è di rendere competitivo qualcosa che non è conveniente,bensì di accelerare la diffusione di qualcosa che è già conveniente) Quando applicato alle rinnovabili, il criterio dell’equa remunerazione dei costi porta a incentivare soluzioni molto più onerose delle soluzioni efficienti a fonti convenzionali. Quando applicato agli interventi di efficienza energetica, il medesimo criterio rischia di non stimolare l’accelerazione della diffusione degli interventi Efficienza economica a rischio: come assicurare la diffusione delle tecnologie a rinnovabili termiche senza penalizzare l’accelerazione degli interventi di efficienza energetica? E’ necessaria una prioritarizzazione degli interventi: prima quelli più convenienti, poi quelli meno convenienti ma relativamente meno onerosi, infine una piccola parte delle risorse restanti anche per incentivare gli interventi più onerosi. 4) Il dlgs non ha introdotto gli auspicati criteri di incentivazione basati sul merito ambientale (costi esterni evitati dalle rinnovabili e dagli interventi di risparmio energetico), la cui assenza ha contribuito ai fenomeni di macro-speculazione riguardanti la promozione delle rinnovabili elettriche nel decennio trascorso (costi esterni evitati delle rinnovabili: max 3 cent/kWh: incentivi FER per kWhel da 2 a 15 volte superiori e privi di bonus/malus paesaggistico-ambientale) Efficienza ambientale a rischio: come promuovere la diffusione delle rinnovabili termiche senza provocare effetti ambientali indesiderati (PM da impianti a biomasse, etc.) ?
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Incentivi per la produzione di energia termica da rinnovabili e per interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni (art 28). Prime valutazioni: 5. Permane un problema di penalizzazione delle pompe di calore a gas rispetto a quelle elettriche, dovuto alla formula adottata dalla Direttiva per il computo dell’energia rinnovabile consumata dalle pompe di calore (Allegato 1 Dlgs): ENERGIA FER 1 Quota FER dell’energia fornita = % ―――――― = (1 - ――) Calore fornito SPF dove SPF = rendimento stagionale medio (rapporto fra energia fornita e energia consumata) Problema: SPF si basa sull’energia intrinseca del prodotto energetico utilizzato e non tiene conto del rendimento di conversione η a partire dall’energia primaria (1 kWh el = 1 kWh th) Esempio, a parità di rendimento stagionale medio in termini di energia primaria (160%) e assumendo un rendimento di conversione per l’elettricità η = 40% Se pompa di calore elettrica: SPF = 1,60/1 kWhth = 1,6/0,4 kWhel = 4 % RES = 1- 1/SPF = 75,0% Se pompa di calore a gas: SPF = 1,60/1 kWhth = 1,6 % RES = 1- 1/SPF = 1 - 1/1,6 = 37,5% Come risolvere questa disparità? In attesa che la formula sia rivista: ai fini del calcolo statistico dell’energia rinnovabile che gli Stati Membri devono comunicare alla Commissione Europea, le pompe di calore a gas dovrebbero essere considerate equivalenti a quelle elettriche. In attesa che la formula prevista dalla direttiva sia rivista, ai fini del calcolo della quantità di energia rinnovabile, le pompe di calore a gas dovrebbero essere assimilate a quelle elettriche.
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Art. 23 Dlgs 28/2011 (Regimi di sostegno – Principi generali):
Indice: Il finanziamento delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica, e il problema della regia Art. 23 Dlgs 28/2011 (Regimi di sostegno – Principi generali): “1. Il presente Titolo ridefinisce la disciplina dei regimi di sostegno applicati all'energia prodotta da fonti rinnovabili e all'efficienza energetica attraverso il riordino ed il potenziamento dei vigenti sistemi di incentivazione. La nuova disciplina stabilisce un quadro generale volto alla promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica in misura adeguata al raggiungimento degli obiettivi di cui all'articolo 3, attraverso la predisposizione di criteri e strumenti che promuovano l'efficacia, l'efficienza, la semplificazione e la stabilità nel tempo dei sistemi di incentivazione, perseguendo nel contempo l'armonizzazione con altri strumenti di analoga finalità e la riduzione degli oneri di sostegno specifici in capo ai consumatori. 2. Costituiscono ulteriori principi generali dell'intervento di riordino e di potenziamento dei sistemi di incentivazioni la gradualità di intervento a salvaguardia degli investimenti effettuati e la proporzionalità agli obiettivi, nonché la flessibilità della struttura dei regimi di sostegno Veniamo ora alle misure di efficienza energetica e alla questione del loro finanziamento
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Il finanziamento: le principali opzioni in discussione
Fotovoltaico (Assosolare: 3 GW l'anno: 20 GW entro 2015) Efficienza energetica (Piano Confindustria ) Rinnovabili termiche (studio REF interventi ) Forma di incentivazione Conto energia Detrazione fiscale sull'investimento/sconto all'acquisto Conto energia termica Oneri a carico di utenti elettricità Stato/contribuenti fiscali Utenti gas Energia da incentivare 24 TWh (2,1 Mtep finali) nell'anno Prod cumulata fino al 2035 di tutto l'installato al 2015: 732 TWh (63,1 Mtep cumulati fino al 2035) 9,9 Mtep finali di risparmio energetico nell'anno Mtep cumulati nel periodo Mtep cumulati fino al 2030 (vita utile interventi 10 anni) 1,8 Mtep nel 2020 (21,4 TWhth). 27,7 Mtep di FER termiche cumulate fino al 2034 (vita utile 15 anni) Oneri complessivi per la durata periodo incentivazione (senza var. prezzi, né tassi) 116 miliardi: costo cumulato fino al 2035 per i 20 anni di incentivazione degli investimenti realizzati fino al 2015. 24 miliardi di contributi per interventi distribuiti nel periodo (7,8 miliardi netti considerando ritorni di fiscalità) 7 miliardi: costo cumulato fino al 2034 per i 15 anni di incentivazione degli investimenti realizzati fino al 2020 Oneri annui di incentivazione 5,8 miliardi di euro lordi nel 2016 2,4 miliardi lordi; 0,8 miliardi netti considerando ritorni fiscalità (media annua 0,6 miliardi nel 2020 Oneri a parità energia finale (prodotta o risparmiata, euro/tep) 1846 220 Cfr. Studio REF Fonte: elaborazione Amici della Terra in base a Assosolare, Confindustria e REF
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Le principali opzioni: una prima analisi costi/benefici
Fotovoltaico (Assosolare: 3 GW l'anno: 20 GW entro 2015) Efficienza energetica (Piano Confindustria ) 1. Oneri di incentivazione a parità energia finale (prodotta o risparmiata) (euro/kgep) 1,85 0,22 2. Benefici occupazionali (addetti dir+ indiretti) addetti (diretti) addetti (incluso indotto) 3. Benefici occupazionali a parità di oneri di incentivazione (addetti/ milione euro) 1,3 68,2 4. Benefici macro-economici n.d. Produzione: 238 miliardi su 10 anni (produzione e valore aggiunto) Valore agg.: 116 miliardi su 10 anni 5. Emissioni evitate annue di CO2 (milioni tonn.) 11,0 (2016) 39,4 (2020) 6. Oneri lordi unitari di riduzione CO2 (euro/tonn CO2 ev.) 527 55 7. Benefici ambientali complessivi annui (Costi esterni evitati di inquinamento e CO2, in milioni di euro) 720 (2016) 3717 (2020) 8. Benefici ambientali unitari (a parità di energia primaria evitata, euro/kgep) 0,16 0,23 9 Benefici ambientali / oneri di incentivazione (rigo 8/ rigo 1) 0,12 1,55 Fonte: elaborazione Amici della Terra in base a Assosolare (aprile 2011), Confindustria (2010)
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La questione della regia per Amici della Terra
La politica energetica nazionale ha bisogno di: individuare il posizionamento dell’Italia (i primati nell’efficienza energetica sono ignorati) elaborare, discutere e condividere scenari a lungo termine calcolare i costi e i benefici per la collettività delle diverse opzioni di sviluppo (ACB) includere i costi/benefici ambientali (cosiddetti “costi esterni ambientali”) includere nell’analisi i benefici economici attesi delle misure (prospettive di creazione di valore aggiunto e occupazione) dotarsi di competenze e strumenti per fare bene l’ACB le decisioni strategiche devono essere obbligatoriamente comprovate da evidenze di Benefici sociali netti e relativi indicatori di vantaggio comparato le politiche devono essere controllate nella loro attuazione e verificate periodicamente
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Buon proseguimento di Conferenza! Per maggiori informazioni:
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