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Venezia
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Ci siamo ritrovati al deposito dei bus di Dolo; siamo arrivati in autobus a Venezia (piazzale Roma). Da lì abbiamo seguito un itinerario per arrivare alla Piazza San Marco. Abbiamo sostato per circa 20 minuti e poi ci siamo incamminati verso il piazzale Roma seguendo un altro percorso. Venezia, la più caratteristica città d’Italia, sorge su 118 isole della Laguna Veneta ed è collegata mediante il lungo ponte della Libertà alla terraferma. Venezia conserva ancora l’aspetto che aveva ai tempi della Serenissima. Anche le denominazioni delle vie e delle piazze sono quelle di un tempo: “calli” si chiamano le strette stradine racchiuse fra le case.
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Per raggiungere il ponte di Rialto abbiamo attraversato il Campo Ghetto Novo. Il ghetto di Venezia era la zona della città dove gli ebrei veneziani erano obbligati a risiedere durante la Repubblica veneta. Dal suo nome deriva la parola ghetto. Il ghetto si trova nel sestiere di Cannareggio ed è sede della Comunità Ebraica di Venezia. Poiché la comunità prosperava e si espandeva, gli edifici divenivano con successive sopraelevazioni, di notevole altezza, anche sette piani, caso unico a Venezia. Per legge, infatti, agli ebrei non era consentito costruire nuovi edifici.
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Col tempo si rese necessario ricorrere ad ampliamenti e i ghetti divennero tre:
Ghetto Novo; Ghetto Vecchio; Ghetto Novissimo. Al giorno d’oggi questo complesso è rimasto abbastanza integro anche se gli ebrei veneziani sono ormai poche centinaia.
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Tra le due sponde del Canal Grande sorge il ponte di Rialto
Tra le due sponde del Canal Grande sorge il ponte di Rialto. Dopo numerosi interventi di restauro il ponte fu ricostruito in legno con una fila di negozi ai lati ed una parte mobile al centro per lasciar passare le grandi navi che trasportavano le merci. In questa zona nell’XI secolo si sviluppò il centro commerciale della città. Nel 557 si decise di costruirlo in pietra seguendo il progetto di Antonio del Ponte.
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Un tempo sul ponte di Rialto si svolgeva un gioco un po’ particolare: “la gara delle carriole”. In premio il vincitore riceveva vino e denaro. A Rialto le rive ai lati del Canal Grande prendono il nome dalle merci che vi venivano scaricate.
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La sola piazza è la piazza San Marco, il cuore della città, ambiente di bellezza ed armonia. È limitata ad Est dalla Basilica di San Marco, uno dei più originali e ricchi monumenti cristiani. La prima basilica, costruita nell’832 per deporvi il corpo di San Marco trasportato qui da Alessandria d’Egitto e distrutta da un incendio, venne ricostruita nell’XI secolo.
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Il campanile, importante costruzione romanica innalzata nuovamente nel 1912 dopo che l’antica era crollata nel 1902, si trova nella parte sud orientale della piazza. In alto, nella loggia sopra il portale della Basilica si trovano quattro cavalli di bronzo dorato. Sono delle copie, perché gli originali si trovano nel museo all’interno della chiesa. Vennero portati a Venezia da Costantinopoli nel 1204 dal doge Enrico Dandolo come bottino dopo la IV crociata.
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La piazzetta ha per sfondo il bacino di San Marco ed è limitata da una parte dalla Libreria Vecchia, sede della Biblioteca Marciana, dall’altra dal Palazzo Ducale, che armonizza il gotico-veneziano e il rinascimento in una costruzione, degna sede dei dogi.
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Uscendo dalla basilica si possono vedere i tetrarchi, i quattro imperatori che si divisero l’impero romano al tempo di Diocleziano. Si tratta di quattro figure di porfido, marmo rosso porpora, usato solo per rappresentare gli imperatori o adornare i loro palazzi. Nel gruppo ciascun Augusto abbraccia il suo Cesare. L’Augusto, che è il più vecchio ha la barba, mentre il Cesare, più giovane, ha le guance lisce. Sono vestiti nello stesso modo e compiono i medesimi gesti, per significare che l’impero è diviso ma, nello stesso tempo, unito.
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A sinistra della basilica c’è la torre dell’orologio, che si alza sopra un passaggio a volta. L’orologio fu costruito alla fine del ‘400. In cima alla torre, su una piccola terrazza ci sono due grandi statue, chiamate “i Mori” che battono le ore su una grande campana.
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Attraversando il portico verso le Mercerie, sulla destra, si può vedere un rilievo con una signora anziana detta “vecchia del mortaio”. Si racconta che la congiura organizzata nel 1310 da Baidamonte Tiepolo venne sventata perché, mentre i congiurati si dirigevano verso il Palazzo Ducale, una anziana signora affacciatasi per curiosare fece cadere un mortaio che teneva sulla finestra, in testa ad uno dei congiurati, uccidendolo. In segno di riconoscenza, la Repubblica la ricordò in questo rilievo.
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Dopo aver costeggiato tutto il Palazzo Ducale si può vedere il ponte dei Sospiri. Il suo nome deriva dia sospiri dei condannati che dalle Prigioni passavano al Tribunale.
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Dalla piazza San Marco abbiamo raggiunto il ponte dell’Accademia, che è stato costruito nel 1854: fino ad allora solo il ponte di Rialto permetteva di traversare a piedi il Canal Grande.
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Il peso del ferro di prua di una gondola va dai 10 kg in su
Il peso del ferro di prua di una gondola va dai 10 kg in su. I sei “denti” davanti del ferro rappresentano i sei sestieri di Venezia, quello dietro la Giudecca, mentre la parte superiore simboleggia il copricapo del doge.
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Al centro del Campo San Maurizio, venne collocato nel 1882 il monumento a Niccolò Tommaseo, letterato e patriota. La statua posta sulla sommità è opera di Francesco Barzaghi, il quale da un blocco di marmo di Carrara ritrasse il Tommaseo con le braccia conserte, perfettamente vestito secondo la moda del tempo, mentre con aria corrucciata riflette i rotoli che tiene nella mano sinistra e i libri accatastati alle sue spalle. L’artista trovò l’espediente di rendere più solida la base ricavando appunto dietro alla statua alcuni grossi volumi appoggiati alla gamba destra. L’irrispettoso termine di “cagalibri” venne coniato dai veneziani quasi immediatamente dopo l’inaugurazione.
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Ritornando, prima di arrivare al piazzale Roma, abbiamo attraversato il ponte dei Pugni. A Venezia, intorno al ‘700 le lotte erano frequenti e si svolgevano sui ponti della città. Era una rissa alla quale partecipavano centinaia di uomini che cercavano di raggiungere e conquistare la piazzola centrale del ponte. Nella lotta, che durava alcune ore, morivano decine di persone. Il disegno che si trova sul ponte è la sagoma dei piedi che serviva ad indicare la posizione di partenza dei contendenti.
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Questa uscita a Venezia è stata molto interessante e divertente perché ho imparato qualcosa in più sulla città lagunare. ACCOMPAGNATORI: professori A. Solida, P. Tiberio, F. Maggiolo, L. Favero. CLASSI PARTECIPANTI: 2^AIM – 2^AR – 1^A – 1^E.
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SITOGRAFIA
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Questa presentazione è stata realizzata da … Zatta Evely
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