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Massimo.girelli@univr.it Tel: 0458027106 Istituti Biologici Blocco A Ultimo Piano.

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1 massimo.girelli@univr.it Tel: 0458027106
Istituti Biologici Blocco A Ultimo Piano

2 Perchè frequento la lezione di psicologia?
mi interessano gli argomenti ho difficoltà ad affrontare i libri di testo da solo/a dopo la lezione, lo studio è già fatto a metà c’è la firma di frequenza voglio farmi vedere dal docente i docenti tendono a dare voti più alti a chi frequenta i miei genitori pagano per me e vogliono che io segua gli altri studenti mi hanno consigliato di seguire mi piace incontrare in classe i compagni di corso voglio prendere un buon voto voglio prendere un buon voto per far felice mia madre (Per me stesso)

3 MOTIVAZIONI MOTIVAZIONE: Condizione che fornisce ENERGIA al comportamento, gli impone una DIREZIONE e lo SOSTIENE finche’ la meta non viene raggiunta. OMEOSTASI: Costanza delle Condizioni Interne (glicemia, CO2-O2, temperatura, equilibrio idro-salino) Motivazione regolativa e non-regolativa MOTIVAZIONE PROPOSITIVA: Comportamento diretto al raggiungimento di un goal (potere, affiliazione, successo)

4 MOTIVAZIONI Bisogni (Needs): Stati di carenza come conseguenza della percezione della mancanza di qualcosa di essenziale e importante (cibo, amore, conoscenza) Motivi (Drives): Stati di attivazione per soddisfare i bisogni. Sovrintendono alle azioni volte al soddisfacimento di un bisogno attribuendogli priorita’. Garantiscono un livello di attivazione finche’ il bisogno non viene soddisfatto ed il livello di attivazione diminuisce - Rinforzo e Punizione: Un comportamento che riduce un Motivo (Drive) e soddisfa un bisogno viene rinforzato e verra’ ripetuto in futuro con maggiore probabilita’

5 MOTIVAZIONI Incentivi: Oggetti o condizioni associate con la sensazione, da parte del soggetto, del soddisfacimento di bisogni (Piacere). Primari: Indipendenti dall’apprendimento. Soddisfano alla prima presentazione (gusto dolce, sensazione sessuale). Secondari: Associati ai primari grazie l’apprendimento (denaro, alta votazione ad un esame) Aspettative: Rappresentazioni di mete future. Anticipano il piacere del soddisfacimento di un bisogno Scopi: La meta ultima del comportamento “motivato” (promozione, laurea)

6 MOTIVAZIONI PRINCIPIO GENERALE DELLA MOTIVAZIONE = EDONISMO
COMPORTAMENTO RIVOLTO ALLA RICERCA DEL PIACERE E ALL’ EVITAMENTO DEL DOLORE IN QUESTO MODO SI FAVORISCE LA SOPRAVVIVENZA E LA RIPRODUZIONE

7 La Gerarchia dei Bisogni di MASLOW

8 MOTIVAZIONI Le motivazioni psicologiche piu’ elevate: conoscenza, stima, amore divengono importanti SOLO DOPO che i bisogni elementari (fame, sete, sicurezza) sono stati soddisfatti Chi e’ in lotta per la sopravvivenza e deve procurarsi cibo e sicurezza non avra’ tempo ed energia da dedicare agli interessi intellettuali ed estetici Il motivo piu’ elevato l’AUTOREALIZZAZIONE viene raggiunto SOLO quando tutti gli altri bisogni sono stati soddisfatti

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10 MOTIVAZIONI ESTRINSECHE: Finalizzate al raggiungimento di mete esterne: denaro, potere, oggetti INTRINSECHE: Finalizzate al piacere ottenuto da certi comportamenti che non necessariamente condurranno al raggiungimento di una meta GIOCO (curiosita’, novita’, esplorazione) Valore adattivo: Conoscenza di oggetti e Cooperazione Sociale CREATIVITA’ (sintesi, uso di conoscenza per risolvere problemi, dare un senso agli eventi) APPRENDIMENTO (fornire una ricompensa-estrinseca diminuisce la frequenza di un comportamento intrinseco perche’ diminuisce la percezione di autoefficacia di piacere “non faccio questo perche’ e’ divertente ma perche’ ottengo una ricompensa)

11 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
Ragioni dell’Agire: Le persone normalmente forniscono delle ragioni del proprio agire. Le ragioni fornite dal soggetto sono fondamentali per intuirne le motivazioni che orientano il suo agire Ricostruzione del Passato e Proiezione nel Futuro Ragionamento del Soggetto: Assegnazione di priorita’ ai bisogni, Predizione sul percorso intrapreso, Organizzazione dei mezzi per realizzarla Proposito: Decisione che porta ad attribuire priorita’ all’agire Volonta’: Modulazione dell’azione conforme ai propositi

12 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
Ricerca Spontanea: Spontaneamente si cerca di dare un senso a cio’ che si pensa o che si e’ inclini a fare “Raccontarsi”: Difficilmente le persone non sanno dare una spiegazione dei loro intendimenti o delle loro mete. La psicologia delle motivazioni non puo’ prescindere dal “racconto” del soggetto. Riflettere su se stessi, imparare dall’esperienza, interagire con gli altri, progettare il futuro Dare un Senso alla Vita: Vitale quanto quello di nutrirsi

13 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
MOTIVI: Successo, Affiliazione, Potere SUCCESSO AFFILIAZIONE POTERE DESIDERIO DI DESIDERIO DI DESIDERIO DI ECCELLENZA PROTEZIONE DOMINIO PAURA DI FALLIRE PAURA DEL PAURA DI RIFIUTO DIPENDENZA Fusione dei vari motivi e loro soddisfazione Dominanza di un motivo sugli altri che regola l’agire Questionari, Resoconti Verbali, TAT: Motivi reali dell’agire, svelati dalla produzione spontanea di proiezione

14 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
Motivazione alla Riuscita o al Successo: Raggiungimento dell’eccellenza, Ottimizzazione delle prestazioni Bisogno: Riuscire nello Studio Scopo: Raggiungere prestazioni eccellenti Motivo: Decisione di cimentarsi in alcune attivita’. Avvio dell’azione per garantire lo scopo che si intende raggiungere e garanzia del massimo impegno Fase di Decisione: Riconoscimento di un bisogno, stime e anticipazioni; Formazione dell’intenzione ad agire Fase di Realizzazione: Passaggio all’azione ed estinzione del bisogno (raggiungimento dello scopo) Stime e anticipazioni. Verifica online dei risultati intermedi ottenuti e valutazione dell’azione

15 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
Motivazione alla Riuscita o al Successo: Le persone sono piu’ motivate ad impegnarsi quando percepiscono che possono riuscire traendone il massimo vantaggio Persone Motivate: Tendono a cimentarsi in compiti moderatamente difficili ed evitano quelli troppo facili e troppo difficili Persone Meno Motivate: Tendono a cimentarsi in compiti o estremamente facili o estremamente difficili evitando quelli moderatamente difficili Cimentarsi in una prova e ancora di piu’ in una sfida: Desiderio di riuscire ma anche desiderio di non fallire Chi e’ portato a riuscire (Motivato) non esita di fronte ai rischi moderati, non e’ attratto da compiti facili e manifestatamente disinteressato ai compiti difficili

16 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
Chi ha paura di fallire (Non Motivato) Sceglie compiti facili in cui non si puo’ fallire o, paradossalmente, compiti molto difficili in cui non c’e’ timore di fallire dato che tutti falliscono Motivazione al Successo: Interazione della Tendenza alla Riuscita e della Tendenza ad Evitare il Fallimento

17 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
Stime e Aspettative dipendono dalla percezione del soggetto delle cause che determinano il successo o il fallimento e dalle convinzioni di poter dominare le circostanze Caso, Fortuna o Impegno e Capacita’ Personali? Ritenere che il successo dipenda dal proprio impegno e dalle proprie abilita’ e’ determinante nella formazione dei propositi e nell’erogazione degli sforzi Attribuzione di Causalita’: Fondamentale nella formazione delle intenzioni, nell’impegno profuso, nel valore attribuito a successi e fallimenti, nello stato d’animo (affetti) Questo vale per le azioni che si intraprendono, ma anche per le responsabilita’ che si vuole assumere,

18 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
lezioni che si traggono dall’esperienza, influenze protratte nel tempo su decisioni future. Se il raggiungimento di una meta e’ attribuito a fattori esterni quali: fortuna o aiuto degli altri, ci si affida alla sorte e alla benevolenza altrui Al contrario, se il raggiungimento di una meta e’ attribuito a tenacia e capacita’ individuali, ci si affida alla prima per migliorare le seconde Atteggiamenti di sorpresa o rassegnazione per successi o fallimenti, rispettivamente, sono le emozioni che si osservano quando il raggiungimento o no di una meta’ e’ attribuito a fattori esterni Atteggiamenti di orgoglio o di colpa si accompagnano, invece, a successi e fallimenti quando questi ultimi

19 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
sono attribuiti a fattori interni

20 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
Volizione: Sostentamento dell’impegno, Direzione dell’azione, Controllo sulle interferenze, fra una DECISIONE e una REALIZZAZIONE (non tutte le decisioni-desideri si realizzano) Orientamento all’Azione: Perseguire efficacemente la realizzazione dei propri propositi: Controllo dell’attenzione della concentrazione, della persistenza dell’energia, impegno focalizzato delle energie Orientamento allo Stato: Pressione di stati interni di urgenza, eccitazione, incertezza che fanno dubitare della scelta intrapresa, distraggono l’attenzione, impacciano l’azione, minacciano la determinazione. Continue esitazioni, dubbi, incertezze, che sprecano risorse utili.

21 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
I due orientamenti possono coesistere nella stessa persona a seconda del contesto delle risorse disponibili e della presenza o meno di ostacoli (intervento sulle condizioni stressanti che ostacolano il raggiungimento della meta) Possono anche, singolarmente, divenire veri e propri tratti di personalita’: Orientamento all’Azione = Energia e Coscienziosita’; Orientamento allo Stato = Impulsivita’ e Vulnerabilita’ Per armonizzare l’equilibrio fra Desiderio e Realizzazione e’ necessario individuare le azioni che favoriscono o ostacolano il raggiungimento delle mete. In alcuni casi si tratta di intraprendere un’azione corretta, in altri e’ necessario sospendere un’azione dannosa.

22 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
Sistema del Se’: Grado di convinzione sulla possibilita’ di dominare l’ambito in cui si svolge l’azione. Determinazione delle aspettative individuali. Selezione delle mete e innesco dell’azione Convinzioni di Autoefficacia: Convinzioni sulle capacita’ di essere all’altezza della situazione: formazione e realizzazione dei propositi, Lezioni tratte dall’Esperienza: Massimo vantaggio dalle proprie potenzialita’ e dalle risorse ambientali disponibili Test dell’ Autoefficacia: Non c’e’ motivo di cimentarsi con compiti al di fuori della propria portata. La convinzione di efficacia si accompagna alla percezione e consapevolezza delle proprie capacita’. Convinzioni di “Essere in grado di”: La prova dei fatti porta ad abbandonare le convinzioni illusorie

23 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
Convinzioni di “Non essere in grado di”: Possono essere piu’ resistenti nel tempo, in quanto tendono a non essere mai messe alla prova dei fatti. Soggetti che possiedono le capacita’ per svolgere un compito non si cimentano mai con esso e mantengono la loro convinzione di NON autoefficacia. Le convinzioni di autoefficacia possono operare in maniera indipendente nei vari ambiti: Lavoro, Scuola, Sport, Affettivita’ Autoefficacia diversa da Autostima (generale sul se’) e Autocompetenza (generale sull’ambito es. Sportivo) La “convinzione di essere all’altezza” e’ piu’ forte nel dirigere l’azione della motivazione al successo come evitamento del fallimento o delle attribuzioni del successo o dell’insuccesso a fattori interni o esterni

24 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
Persone con un basso senso di autoefficacia: Sottostimano le potenzialita’ (personali) e le opportunita’ (ambientali) e tendono ad esagerare le difficolta’ ed esasperano le avversita’: Si preparano al fallimento Persone con un alto senso di autoefficacia: Percepiscono le potenzialita’ e le opportunita’. Considerano le difficolta’ come sfide e non hanno ripensamenti: Anticipano il successo Conclusioni: Il raggiungimento di una meta necessita di un’armonia funzionale per mantenere impegno e interesse, di utilizzare al meglio le risorse, di mutare velocemente la direzione della condotta se il contesto cambia e di difendere il proposito da interferenze cognitive e affettive. In questo le convinzioni di autoefficacia sono determinanti.

25 PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
Tanto piu’ esse riflettono le effettive capacita’ del soggetto e tanto piu’ si osservano risolutezza e creativita’ nell’agire. L’azione risultera’ piu’ rapida e plastica (modificabile in base alle mutevoli condizioni ambientali)

26 EMOZIONI EMOZIONE: Esperienza soggettiva di eventi con un contenuto affettivo

27 EMOZIONI EMOZIONI ADATTATIVE: Affetti positivi e negativi preparano e guidano comportamenti motivati che promuovono la sopravvivenza e la riproduzione (Darwin) Agiti o interpretati (espressioni facciali) Comunicazione non Verbale: I neonati comunicano gli stati emotivi attraverso le espressioni facciali (entro i sei mesi tutte le emozioni fondamentali vengono espresse)

28 EMOZIONI

29 EMOZIONI FISIOLOGICO: cambiamenti fisiologici (es: frequenza cardiaca, sudorazione, secrezione ormonale, respirazione, temperatura cutanea, funzionalita’ digestiva ed intestinale)

30 La postura “suggerisce” lo stato emozionale
Espressioni facciali emozionali indotte. Variazioni fisiologiche (attori)

31 Variazioni Fisiologiche Indotte

32 EMOZIONI Espressioni facciali indotte

33 EMOZIONI COMPORTAMENTALE (AZIONI-Sistema Motorio Emotivo): posture, espressioni facciali, reazioni di fuga o attacco COGNITIVO: sentimenti soggettivi (amore, odio), memorie, idee, pianificazione di azioni, interpretazione in base ai nostri obiettivi e al nostro benessere

34 EMOZIONI

35 EMOZIONI ESPRESSIONI FACCIALI: Universali, quindi con una base piu’ biologica che culturale per le emozioni universali. “Ha degli occhi dolci” “Ha una faccia che non mi piace” “Amore a prima vista” “Piu’ belli perche’ innamorati” ESPLICITARE LE EMOZIONI: Regole culturali molto diverse (paesi del nord o anglosassoni “freddi”, paesi del sud o latini “emozionali”) SESSO: In generale le donne sono piu’ pronte e piu’ disinibite ad esplicitare le emozioni degli uomini (differenze derivanti dal ruolo parentale). Non significa necessariamente che abbiano un vissuto piu’ intenso.

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38 LA BOCCA PIU’ IMPORTANTE DEGLI OCCHI

39 SPECIALIZZAZIONE EMISFERICA
EMISFERO DESTRO: Le espressioni facciali (come il riconoscimento dei volti, in generale) viene effettuato maggiormente dall’emisfero destro

40 SPECIALIZZAZIONE EMISFERICA

41 TONO DELLA VOCE Prosodia Affettiva: contesto emozionale e tono di un’espressione verbale superiorita’ dell’emisfero DESTRO Giudizio sociale basato sul tono della voce: Una persona che parla a bassa voce viene spesso giudicata come gentile e dolce, una persona che parla ad alta voce viene spesso giudicata come arrogante e impulsiva. “Il tono della voce tradisce il menzogna”

42 EMOZIONI E FUNZIONI COGNITIVE
DECISION MAKING: Gli stati emozionali guidano i soggetti nelle loro decisioni. Quando esiste un conflitto fra stato emozionale e razionalita’, solitamente il primo prende il sopravvento. Gli affetti come fonti di informazione Alcune decisioni possono essere prese basandosi sullo stato dell’umore nel momento in cui si deve prendere una decisione. Percio’, senza valutare obiettivamente gli elementi in proprio possesso.

43 EMOZIONI E FUNZIONI COGNITIVE
ATTENZIONE: Gli indizi emozionali attirano l’attenzione (una persona che piange o che grida per la paura o che ride) Valore adattivo: Stimoli potenzialmente pericolosi generano stati emozionali nelle persone che attirano la nostra attenzione e da questi prendiamo delle decisioni sul nostro agire Le parole a contenuto emozionale (violenza, eros) attirano la nostra attenzione nella lettura

44 EMOZIONI E RELAZIONI INTERPERSONALI
Le emozioni hanno un valore adattivo anche nelle relazioni interpersonali Soggetti che si uniformano alle regole non vengono allontanati da un gruppo sociale Soggetti inseriti socialmente hanno piu’ probabilita’ di riprodursi

45 EMOZIONI E RELAZIONI INTERPERSONALI
SENSO DI COLPA: Il senso di colpa ha un valore adattivo nelle relazioni interpersonali perche’ la percezione di una nostra responsabilita’ sullo stato di salute altrui ci porta ad evitare comportamenti potenzialmente pericolosi per gli altri e a favorire comportamenti che rafforzano le relazioni interpersonali Mostrare il proprio senso di colpa, dimostra che vi e’ un interessamento sulle condizioni altrui Indurre il senso di colpa influenza il comportamento altrui!!!!!!!!

46 EMOZIONI E RELAZIONI INTERPERSONALI
IMBARAZZO: L’imbarazzo (arrossire) dimostra un senso di colpa per una trasgressione di un norma sociale Chi dimostra imbarazzo viene percepito come sottomesso e suscita da parte del gruppo sociale piu’ simpatia e disponibilita’ al perdono. Quindi, anche l’imbarazzo consolida le relazioni interpersonali e l’integrazione sociale Scuse non-verbali Arrossire per l’imbarazzo e’ un reazione tipicamente umana

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