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1
L’età giolittiana
2
Il liberalismo progressista
Integrare la classe operaia nelle istituzioni dello Stato liberale “persuadere queste classi che dalle istituzioni attuali esse possono sperare assai più che dai sogni dell’avvenire”
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a) Dall’atteggiamento repressivo alla neutralità dello Stato
Il movimento sindacale si rafforza Le Camere del lavoro (= organizzazioni che riuniscono sindacati di diversi settori) passano da 17 nel 1900 a 76 nel 1902 Crescono gli scioperi (1904: primo sciopero generale, aumentarono i salari, aumetarono i consumi
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b) Riformismo: successo e limiti
Riforme sociali ed economiche tutela del lavoro di donne e fanciulli (avere almeno 12 anni per poter lavorare) miglioramento assistenza infortunistica e pensionistica obbligatorietà del riposo settimanale statalizzazione delle ferrovie legge che avoca allo Stato l’istruzione elementare nazionalizzazione assicurazioni sulla vita (INA) riforma elettorale nel 1912: “suffragio universale”
5
Limiti Limiti dell’azione nel Mezzogiorno (azioni sporadiche con “leggi speciali”) e Giolitti come “ministro della malavita” Rinuncia alla riforma progressiva delle imposte
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Il rapporto con le forze politiche di massa
Fallisce il tentativo di accordo con i socialisti perché prevale la linea massimalista e non quella riformista di Turati Giolitti cercò appoggio e lo trovò nei cattolici patto Gentiloni
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