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Università degli Studi di Pisa
Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie Ruolo del Brain Derived Neurotrophic Factor (BDNF) nella Depressione Maggiore Dr. Armando Piccinni Dr. Antonello Veltri
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“I punti oscuri nella descrizione della mente
scompariranno se ci porremo nella condizione di sostituire il linguaggio della psicologia con quello della fisiologia o della chimica.” (Freud, 1895)
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DEPRESSIONE MAGGIORE Prevalenza lifetime :
Depressione Unipolare 4,6-17% (♀ : ♂ = 2:1) Disturbo Bipolare 0,5% (tipo I) (♀ : ♂ = 1:1) 1,1-5,3% (tipo II) (♀ : ♂ = 2:1)
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IPOTESI MONOAMINERGICA
IPOTESI NEUROTROFICA IPOTESI MONOAMINERGICA (a): Normalità; (b): Depressione (Castrèn, 2005) (a): Normalità; (b): Depressione; (c): Trattamento antidepressivo (Castrèn, 2004)
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Brain Derived Neurotrophic Factor – BDNF (1)
Polipeptide costituito da 2 catene di 119 aminoacidi con massa molecolare totale di Da; gene mappato in 13p Appartiene alla famiglia delle neurotrofine (NTs), insieme a NGF (Nerve Growth Factor), NT-3, NT-4/5 Dosabile nel circolo ematico: i livelli sierici sono circa 10 volte superiori a quelli plasmatici. Tale dato sembra legato al rilascio del BDNF dai depositi piastrinici durante il processo di attivazione Le piastrine internalizzano il BDNF dal plasma con meccanismo non noto (Fujimura e coll., 2002). Sorgenti putative sono: endotelio, cellule muscolari lisce, macrofagi e linfociti attivati Si ritiene che la quota plasmatica di BDNF rifletta in parte la secrezione centrale. Uno studio di Karege e coll. (2002) ha evidenziato una correlazione tra le variazioni centrali e periferiche di BDNF durante la crescita dei roditori
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Brain Derived Neurotrophic Factor – BDNF (2)
Produzione attività-dipendente (controllo dell’espressione genica ad opera del fattore di trascrizione CREB-cAMP Response Element Binding protein) Attraverso il legame al recettore TrkB attiva una cascata trasduzionale che attraverso CREB induce l’espressione di geni anti-apoptotici (Bcl-2)
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Conferme sperimentali dell’ipotesi neurotrofica
Studi su animali di laboratorio: infusione intracerebrale di BDNF in modelli comportamentali animali di depressione (Siuciack e coll., 1997; Shirayama e coll., 2002; Hoshaw e coll, 2005) somministrazione di molecole antidepressive, elettroconvulsione (Tardito e coll., 2006; Nibuya e coll., 1995) Studi sull’uomo: studi post-mortem (Chen e coll., 2001; Dwivedi e coll., 2003; Karege e coll., 2005) studi su pazienti depressi: livelli sierici (Karege e coll., 2002) e plasmatici (Karege e coll., 2005; Lee e coll., 2006) di BDNF effetto di antidepressivi e di TEC sui livelli periferici di BDNF in pazienti depressi (Shimizu e coll., 2003; Aydemir e coll., 2004; Piccinni e coll., 2008, 2009; Bocchio-Chiavetto e coll., 2006; Marano e coll., 2007; Okamoto e coll., 2008)
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Pazienti Controlli
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PROSPETTIVE Il valore plasmatico del BDNF può essere considerato un biomarker potenzialmente utile nello studio eziopatogenetico e nella valutazione clinica della patologia depressiva Le conferme sperimentali dell’ipotesi neurotrofica dei disturbi dell’umore, di cui il nostro studio è un esempio, aprono strade per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche al fine di ottenere remissioni complete e prevenire le ricadute I pazienti refrattari ai trattamenti convenzionali (10% di tutti i pazienti depressi) potrebbero trarre notevoli benefici da nuovi farmaci con targets intracellulari, capaci di superare eventuali anomalie della cascata trasduzionale che dalle monoamine porta alla sintesi di neurotrofine
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