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La popolazione che invecchia
OP_Jesi 18/04/2017 La popolazione che invecchia In Europa, la popolazione di età superiore a 65 anni: 12-17 % nel 2002 20-25 % entro il 2025 Italia: un paese di anziani osteoporotici In Italia si stima che circa 4,6 milioni di donne e circa 1 milione di uomini siano affetti da osteoporosi Divisione statistiche delle Nazioni Unite, Annuario Demografico 2004 Piscitelli P. et al., Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2012; 9(2): 76-79
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L’osteoporosi: una malattia silente
Le uniche manifestazioni cliniche dell’osteoporosi sono le fratture e le loro conseguenze
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Osteoporosi e Disabilità
La disabilità legata alle fratture osteoporotiche incide sui pazienti in termini di giorni di immobilizzazione a letto, più delle broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO), degli ictus cerebrali, degli infarti del miocardio e delle neoplasie mammarie Per l’OMS, l’osteoporosi rappresenta un problema sanitario secondo soltanto alle patologie cardiovascolari
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Studio ESOPO Numero di Italiani con Osteopenia ed Osteoporosi
Milioni
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Fratture da Osteoporosi
1.500 vertebrali di patologie comuni Incidenza annuale (x 1.000) 1.000 femore 500 polso altri siti degli arti Fratture da Osteoporosi a Infarto del miocardio b Ictus c Cancro della mammella d Le fratture da osteoporosi sono più comuni dell’infarto del miocardio, dell’ictus e del cancro della mammella valutati globalmente. a Stima annuale negli USA (tutte le età) b Stima annuale negli USA (donne >29) c Stima annuale negli USA (donne >30) d Stima USA 1996 (nuovi casi, donne di tutte le età) Riggs B.L. et al. Bone 1995; Am Cancer Society, 1996
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Dieci anni di Fratture Femorali in Italia
U. Tarantino et al. OrtoMed 2010
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Considerazioni Epidemiologiche
Le fratture di femore affliggono quasi anziani (dato 2008), con un incremento che negli ultimi 5 anni procede al ritmo di circa casi/anno, generando oltre ricoveri all’anno. Si stima che le fratture di femore provochino circa decessi annui e circa casi di invalidità permanente Il 67,5% di tutte le fratture femorali si verificano oltre gli 80 anni di età, delle quali il 16,5% negli ultranovantenni Italian Health Policy Brief, Giugno 2012
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Conseguenza di frattura del collo del femore
17-31% Prevalentemente concentrati nei primi 6 mesi Mortalità ad un anno 40% dei pz ha difficoltà alla deambulazione autonoma Sopravvivenza 60% ha problemi a gestire il quotidiano 80% ha interrotto definitivamente le attività di svago e ricreative Dati epidemiologici Siot 2011
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Considerazioni Economiche
Costi sostenuti dal SSN per le fratture di femore in pz con età ≥65 anni: Costi diretti per l’ospedalizzazione: Costi totali di riabilitazione: Stima dei costi totali diretti: A questi costi vanno aggiunti quelli pagati dall’INPS per le pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento: >110 milioni/anno TOTALE: > 1,1 Miliardi/anno Italian Health Policy Brief, Giugno 2012
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Lombardia Emilia Toscana Campania Calabria Donne >65 anni FRATTURA FEMORE 5636 casi FRATTURATI FEMORE Trattati dopo frattura FRATTURATI FEMORE Trattati dopo frattura Con aderenza > 80% FRATTURATI FEMORE
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Obiettivo del trattamento dell’osteoporosi Riduzione del rischio di frattura e di rifrattura
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Un paziente con frattura da fragilità ha un più elevato rischio di rifrattura
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%
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Farmaci con provata attività antifratturativa
Fx vertebrali Fx non vertebrali Fx femore Alendronato + Risedronato Zoledronato Ibandronato +* - Raloxifene Bazedoxifene +** Denosumab Teriparatide Paratormone Stronzio ranelato Farmaci antiriassorbitivi Farmaci anabolici Farmaco “Dual-acting” * Evidenza solo su meta-analisi; ** Evidenza solo su analisi post-hoc 14
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Alendronato: Gli Studi Registrativi
Riduzione del rischio % -56%* -50%* -47% -51% * Sottogruppo di donne osteoporotiche(<-2,5) FIT 1: pz con almeno 1 frattura vertebrale FIT 2: pz senza fratture vertebrali Black DM et al., The Lancet Vol 348, 1996 Cummings SR et al., JAMA. Vol 280, 1998
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Risedronato: Gli Studi Registrativi
Riduzione del rischio % -49% -41% -39% -33% Harris ST et al., JAMA Vol 282, 1999 Reginster JY et al., Osteoporos Int 11, 2000 VERT 1: pz con almeno 1 frattura vertebrale VERT 2: 1226 pz con due o più fratture vertebrali
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Ibandronato: Gli Studi Registrativi
In una analisi post hoc su pz ad alto rischio la riduzione del rischio per le fratture non vertebrali è stata del 69% (dosaggio giornaliero) Riduzione del rischio % -62% -50% -49% NS BONE : pz con almeno 1 frattura vertebrale (1-4) Chesnut CH et al., J Bone Miner Res, 2004
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Ranelato di Stronzio: Gli Studi Registrativi
In una analisi post hoc su pz ad alto rischio la riduzione del rischio per le fratture di anca è stata del 36% Riduzione del rischio % -41% -39% -16% -10% SOTI: 1649 pz con almeno 1 frattura vertebrale TROPOS: 5091 pz con osteoporosi Meunier PJ. et al., N Engl J Med Reginster JY.et al., J Clin Endocrinol Metab
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Denosumab : Lo Studio Registrativo
Cummings: p1A 68% P<0,001 40% P<0,04 20% P<0,01 Cummings SR, et al. N Engl J Med. 2009;361: 19
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Riduzione del rischio di fratture vertebrali
Metanalisi Cochrane Riduzione del rischio di fratture vertebrali 10 20 30 40 50 Alendronato -45% RR0,55 Risedronato -39% RR0,61 10 20 30 40 50 Ranelato -37% RR0,63 10 20 30 40 50 Riduzione del rischio % Adattato da O’Donnel S et al., The Cochrane Library, 2008 Adattato da Wells GA et al., The Cochrane Library, 2008.
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Riduzione del rischio di fratture dell’anca
Metanalisi Cochrane Riduzione del rischio di fratture dell’anca 10 20 30 40 50 60 Alendronato -53%* Riduzione del rischio % RR0,47 -26% -15% RR0,85** 10 10 NS 20 RR0,74 RR0,74 20 30 30 40 40 50 50 60 60 Risedronato Ranelato Adattato da O’Donnel S et al., The Cochrane Library, 2008 Adattato da Wells GA The Cochrane Library, Issue 2, 2008. *prevenzione secondaria ** -36% (RR 0,64) sottogruppo ad alto rischio
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Le linee guida NICE Riduzione del rischio % RR 0,56 RR 0,61 RR 0,60 RR
0,62 RR 0,74 RR 0,85
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Vitamina D ed Osteoporosi
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L'importanza della vitamina D
La vitamina D è essenziale per garantire l'assorbimento intestinale di calcio La carenza di vitamina D porta ad un aumento del rilascio di PTH e di riassorbimento osseo L'evidenza suggerisce che a livelli inadeguati di vitamina D vi è un aumento del rischio di frattura Livelli inadeguati di vitamina D aumentano anche il rischio di cadute PTH = ormone paratirodeo Tratto da Parfitt AM, et al. Am J Clin Nutr. 1982;36:1014–1031; Allain TJ, Dhesi J. Gerontology. 2003;49:273–278; Lips P, et al. J Clin Endocrinol Metab. 2001;86:1212–1221; LeBoff MS, et al. JAMA. 1999;281:1505–1511; Bischoff HA, et al. J Bone Miner Res. 2003;18:343–351; Gallacher, et al. Curr Med Res Opin. 2005;21:1355–1361.
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Carenza di vitamina D Il 58% delle donne in postmenopausa con osteoporosi presenta livelli inadeguati* di vitamina D Il 97% delle pazienti ospedalizzate per fratture da fragilità presenta livelli inadeguati* di vitamina D *Livelli adeguati di vitamina D sono stati definiti come 25 (OH)D sierica ≥ 30ng/ml. Lim SK et al., ISCD, Annual Meeting 2005; Simonelli C et al. , Curr. Med Res Opinion 2005 28
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Effetti di livelli inadeguati di Vitamina D
Forza muscolare Equilibrio Funzionalità estremità inferiori DMO Rischio di cadute Fratture aLIvelli inadeguati di Vitamina D <30 ng/mL; bLivelli adeguati di Vitamina D ≥30 ng/mL Tratto da Parfitt AM, et al. Am J Clin Nutr. 1982;36:1014–1031; Allain TJ, Dhesi J. Gerontology. 2003;49:273–278; Holick MF. Osteoporos Int. 1998;8(suppl 2):S24–S29; DeLuca HF. Metabolism. 1990;39(suppl 1):3–9; Lips P. Suboptimal vitamin D status: a risk factor for osteoporosis? In: Draper HH, ed. Advances in Nutritional Research. Vol 9. New York: Plenum Press; 1994:151–165; Pfeiffer M, Minne HW. Trends Endocrinol Metab. 1999;10:417–420; Lips P, et al. J Intern Med. 2006;260:245–254; Bischoff-Ferrari HA, et al. Am J Clin Nutr. 2006;84:18–28.
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Il Ruolo della Vitamina D nel Trattamento dell’Osteoporosi: Linee Guida SIOMMMS
Prevenzione: La prevenzione dell’osteoporosi si basa prevalentemente sulla correzione di fattori di rischio come inadeguato apporto di vitamina D e calcio, sospensione del fumo e attività fisica. L’utilizzo di farmaci non appare giustificato in assenza di osteoporosi. Terapia medica: L’utilizzo dei farmaci registrati in Italia per il trattamento dell’osteoporosi deve essere riservato ai pazienti con un rischio di frattura sufficientemente elevato da giustificare costi e svantaggi della terapia. Un adeguato apporto di calcio e vitamina D rappresenta la premessa ineludibile per qualsiasi trattamento farmacologico specifico Linee Guida per la Diagnosi, Prevenzione e Terapia dell’Osteoporosi
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7. TRATTAMENTO DELL’OSTEOPOROSI INTERVENTI NON FARMACOLOGICI
Il Ruolo della Vitamina D nel Trattamento dell’Osteoporosi: Linee Guida SIOMMMS 7. TRATTAMENTO DELL’OSTEOPOROSI INTERVENTI NON FARMACOLOGICI 7.1 Alimentazione 7.1.1 Apporto di calcio e vitamina D 7.1.2 Altri nutrienti 7.2 Attività fisica 7.3 Interventi sul rischio di caduta 7.4 Protettori Linee Guida per la Diagnosi, Prevenzione e Terapia dell’Osteoporosi
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Il Ruolo della Vitamina D nel Trattamento dell’Osteoporosi
E’improbabile che la vitamina D da sola sia efficace nella prevenzione delle fratture di femore (11 studi clinici, participanti; RR 1.12,(IC 95% ) o di qualsiasi nuova frattura (15 studi clinici, participanti; RR 1.03 (IC 95% ). Vitamina D + calcio determinano una piccola riduzione del rischio di fratture di femore (9 studi clinici, participanti; RR 0.84, 9IC 5% ; P =0.01). Vitamina D + calcio riducono il rischio di qualsiasi tipo di frattura (10 studi clinici, participanti; RR 0.95, IC 95% ). E’stato rilevato un piccolo ma significativo aumento di sintomi GI e patologie renali associati alla vitamina D e al calcio The Cochrane Library 2014, Issue 4
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Status della Vitamina D e risposta al trattamento
Studio condotto su 1515 donne con osteoporosi post-menopausale 3 2 DMO (media ± DS) 0,77 ±6,14 1 Deficit Livelli ottimali -0,83 ±6,58 0,22 ±6,76 2,11 ±6,50 0,50 ±5,10 1,70 ±5,01 -1 Colonna Femore totale Collo femorale Adami S. et al., Osteoporosis Int.2008
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La durata della terapia
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Durata ottimale del trattamento
NOTA INFORMATIVA IMPORTANTE CONCORDATA CON L’AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO (AIFA) 27 Gennaio 2012 La durata ottimale del trattamento con bisfosfonati per l'osteoporosi non è stata ancora stabilita. La necessità di un trattamento continuativo deve essere rivalutata periodicamente in ogni singolo paziente in funzione dei benefici e rischi potenziali della terapia con bisfosfonati, in particolare dopo 5 o più anni d'uso.
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