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PubblicatoLuciano Melis Modificato 11 anni fa
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Processo alla notizia A cura di: ANTONIA MAURA BULDO UNIVERSITA’
CAMPUS BIO-MEDICO II ANNO SANU
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La soia fa bene... o malissimo!?!
La letteratura medico scientifica nel campo della nutrizione non è priva di contraddizioni, e la soia non può certo costituire l’eccezione. La notevole presenza della soia nelle diete alimentari dell’uomo ha sollevato e aperto un dibattito sulle reali proprietà benefiche che questa pianta erbacea, originaria dell’Asia minore, possiede. Effettuando una ricerca in Internet cerchiamo di puntualizzare i dati salienti a favore e contro l’utilizzo della soia che emergono dai lavori più recenti di questa vasta letteratura medico scientifica.
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Il contenuto della soia
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Parola chiave: SOIA Ricerca su Google → Circa risultati di cui significativi Wikipedia (visitato il 16/04/2011) Dica33 (visitato il 16/04/2011) Medicinonen (visitato il 16/04/2011) Ricerca su Google News → articolo della “La stampa” (visitato il 16/04/2011) Ricerca su Pubmed → (visitato il 16/04/2011)
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Divulgazione: Wikipedia
Problemi medici→I suoi fautori notano che, essendo molto ricca di proteine, costituisce un ottimo sostituto della carne. Gli oppositori attribuiscono effetti negativi a diverse sostanze contenute, che avrebbero effetti antinutritivi (fitoestrogeni, allergeni, ecc.), specialmente riguardo il danneggiamento delle proteine prese da altre fonti o del ferro e altri minerali. Inoltre, nella soia sono contenute una serie di proteine con elevato potere allergizzante (epitopi), queste spesso sono causa di allergie alimentari anche gravi specie nella prima infanzia .
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Divulgazione: Medicenon
Il lato oscuro della soia→La soia contiene elevate quantità di in acido fitico, presente nella crusca o nella cuticola di tutti i semi. È una sostanza che può fermare l'assorbimento di minerali essenziali (calcio, magnesio, rame, ferro e specialmente zinco) nel tratto intestinale. Benché non sia molto conosciuto dal grosso pubblico l'acido fitico è stato studiato accuratamente; ci sono letteralmente centinaia di articoli sugli effetti dell'acido fitico nella letteratura scientifica. Gli scienziati sono completamente d'accordo che i regimi alimentari a base di cereali e legumi con elevate quantità di fitati favoriscono l'ampia diffusione di carenze di minerali nei paesi del terzo mondo. Le analisi mostrano che il calcio, il magnesio, il ferro e lo zinco sono presenti nei cibi coltivati in queste aree, ma l'alto contenuto di fitati della soia e dei cereali impedisce il loro assorbimento.
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La soia ha un livello di fitati più elevato di qualsiasi cereale o legume che sia mai stato studiato, e i fitati nella soia sono estremamente resistenti alle tecniche normalmente usate per ridurli come la lunga e lenta cottura. Solo un lungo periodo di fermentazione ridurrà significativamente il contenuto di fitati della soia. Consumo abbondante o a lungo termine dei prodotti di soia →Viene citato uno studio che è stato fatto in Gran Bretagna facendo prendere 60 grammi di proteine di soia al giorno per un mese a donne in pre-menopausa. Si è scoperto che questo esperimento ha interrotto il ciclo mestruale, e gli effetti dell'isoflavone sono continuati per tre mesi dopo che la soia era stata tolta dalla dieta. L'isoflavone è noto anche perché modifica le condizioni della fertilità e perchè attua cambiamenti sugli ormoni sessuali. E' stato dimostrato che gli isoflavoni causano gravi effetti negativi sulla salute di molti mammiferi compreso sterilità, malattie della tiroide e malattie del fegato.
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Divulgazione: Dica33 Soia spiazza estrogeno →Secondo l'American Cancer Society, nei soli Stati Uniti circa il 35% di morti per cancro potrebbe essere evitato grazie a una dieta adeguata. E la soia è sicuramente uno dei cibi che garantiscono una vita lunga e sana. L'associazione scientifica tra il consumo della proteina di soia e la riduzione del rischio di alcuni tipi di tumore costituisce, infatti, un'evidenza crescente, così come la consapevolezza nel pubblico. Sono sempre di più gli studi epidemiologici che mettono in rapporto il ridotto numero di casi di tumore del colon, della mammella e della prostata presso le popolazioni asiatiche.
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Ricerca su Google News Articolo della La Stampa del 11/04/2011
“Con la soia, radiazioni anticancro più efficaci e meno nocive” Viene citato uno interessante studio statunitense, pubblicato sul Journal of Thoracic Oncology, la rivista mensile ufficiale dell'Associazione Internazionale per lo Studio del cancro polmonare. Secondo gli scienziati gli isoflavoni contenuti nella soia sarebbero in grado di rendere più efficace la radioterapia contro il cancro al polmone e allo stesso tempo – cosa non da poco – proteggere l’organo proprio dagli effetti collaterali della terapia stessa.
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Ricerca su Pubmed: “soy risks”
Andres S, K Abraham, Appel KE, Lampen A. Department of Food Safety, Federal Institute for Risk Assessment, Berlin, Germany del 26/03/2011 disponibile all’url:
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Risks and benefits of dietary isoflavones for cancer
(Rischi e benefici degli isoflavoni dietetici per il cancro) È un articolo che concentra il suo interesse sui cibi derivati dalla soia e sui suoi ingredienti come gli isoflavoni con riferimento ai loro possibili effetti positivi che sono stati osservati in numerosi esperimenti e studi. I risultati degli studi non sono sempre concludenti, sono spesso contraddittori a seconda delle condizioni sperimentali, e sono, quindi, difficili da interpretare. La ricerca sugli isoflavoni ha rivelato effetti non solo positivi ad esempio per quanto riguarda la riduzione del rischio di cancro alla prostata e del seno ma anche negativi, per esempio, sul sistema riproduttivo. Vi sono preoccupazioni per il consumo materno di isoflavoni a causa dello sviluppo della leucemia nei bambini. Pertanto, questo articolo prende in esame i rischi ma anche i benefici di isoflavoni rispetto a vari tipi di cancro, che possono essere derivati da studi sugli animali e umane, nonché da esperimenti in vitro.
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Conclusioni L’enorme mole di articoli pubblicati annualmente in letteratura sulla soia e i suoi derivati, come abbiamo visto, rende difficile anche per gli studiosi specializzati in questo campo della nutrizione riuscire a sintetizzarne i risultati e fornirne un’interpretazione prospettica. E’ quindi necessaria una grande cautela quando si vuole analizzare questi dati in termini di rapporto rischio/beneficio per la salute, soprattutto quando essi siano utilizzati per scopi informativi o educativi. Possiamo dedurre che anche per la soia valgono comunque i principi di un’assunzione moderata.
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Sitografia (visitato il 16/04/2011) (visitato il 16/04/2011) (visitato il 16/04/2011) (visitato il 16/04/2011)
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Grazie a tutti per l’attenzione
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