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“Il pane di ieri è buono domani”
Il pane nella pittura “Il pane di ieri è buono domani” Ciò che ci ha nutrito nel nostro passato,sarà buono anche per il tempo futuro…
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Molto di più che un impasto di farina,acqua e lievito..
Storicamente, il pane è nato nel terzo millennio avanti Cristo in Egitto, in prossimità del Mediterraneo. Con l’apparizione del pane si afferma la civiltà, la distinzione tra i barbari che mangiavano poltiglie di cereali selvatici e i popoli civili che conoscevano la coltivazione del grano e la cottura e vivevano la dimensione della tavola con il pane preparato. Cotto dagli assiri in otri di terracotta, dai greci sotto la cenere, dagli ebrei su pietre arroventate, il pane è il nutrimento di corpo e spirito, assumendo valenze religiose e caricandosi di valori simbolici. Certo, in un buon dizionario possiamo trovare la definizione di pane come “alimento che si ottiene cuocendo al fuoco un impasto di farina, solitamente di frumento, e acqua, condito con sale e fatto lievitare”, ma il pane è molto di più. È simbolo della vita dura (“ti guadagnerai il pane con il sudore della fronte”); quando è abbondante o di “fior di farina” è simbolo della vita e della festa; e ancora: è simbolo della condivisione, del frutto del lavoro di molti, della solidarietà, della “com-pagnia” autentica.
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Il “cibo dell’uomo” per antonomasia
Il pane è al tempo stesso un prodotto artificiale perché non esiste in natura e culturale, in quanto simbolo dell’agire dell’uomo in armonia con la natura. È il cibo più raffigurato nei pranzi sacri e nella maggior parte dei pranzi laici.
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Pane come simbolo di realtà e verità
Carracci ritrae un popolano in una trattoria nell’atto di divorare con avidità una scodella di fagioli. Sul tavolo sono disposti i poveri oggetti della mensa contadina: una brocca,un bicchiere,un coltello,il pane e,al centro,la scodella di fagioli. L’ sguardo fisso e sospettoso,la bocca spalancata,la mano sinistra che stringe un pezzo di pane a sottolinearne l’appartenenza, sono particolari che rimandano ad una situazione di miseria. Annibale Carracci, il mangiafagioli, Roma,Galleria Colonna
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Il pane nell’iconografia religiosa: il corpo di Cristo
Caravaggio raffigura l’episodio del vangelo di Luca. Il pittore vuole trasmettere l’essenzialità di una tavola povera: pane,vino e due piatti. La mano destra di Cristo compie il gesto della benedizione del pane. “Spezzare il pane” è un gesto semplice e comune che Gesù ha reso sacro: fare della propria vita un dono per gli altri. Michelangelo Merisi, Cena in Emmaus, Milano, Pinacoteca di Brera
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Il pane nella quotidianeità
L’autore coglie un momento particolare della giornata: la colazione. La donna viene raffigurata nell’atto di versare latte appena munto in un bricco per farlo bollire. Il pane fresco è cosparso di perle di luce provenienti dalla finestra che rendono viva la materia stessa. Jan Vermeer, Lattaia, Amsterdam, Rijksmuseum
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Il pane nella natura morta
Il pane è un elemento che accompagna spesso i quadri raffiguranti la natura morta che in questa opera è decisamente alterata: luce,spazio e colore procedono separatamente. Picasso applica un principio di Cézanne: “trattare la natura secondo il cilindro,la sfera,il cono” ovvero non più imitare la natura ma analizzarla e scomporla nelle sue forme elementari. Pablo Picasso, Pane e fruttiera sul tavolo, Basilea,Kunstmuseum
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La riscoperta del pane Abituati come siamo a consumare cibo in fretta,ovunque, anche in assenza di una tavola, possiamo dire che ingoiamo alimenti come carburanti, ma così facendo sostentiamo solo il nostro corpo animale e non l’intero nostro essere.Proprio perché si è perso il senso del pane,oggi questo alimento viene facilmente trascurato e sostituito con tanti prodotti alternativi la cui unica positività consiste in una negatività, quella di non farci ingrassare. Eppure il pane nella sua quotidianità, nel suo essere sempre presente sulla tavola, dovrebbe ricordarci che mangiandolo noi compiamo un’azione che è molto di più del semplice nutrirci..
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Detti e modi di dire Guadagnarsi il pane significa lavorare, e dopo aver lavorato, speriamo che nessuno ci tolga il pane di bocca. Se vogliamo essere schietti, diciamo pane al pane. Se vogliamo vendicarci di qualcuno, gli rendiamo pan per focaccia. In una situazione monotona, se non è zuppa è pan bagnato. Se qualcosa non è alla nostra portata, non è pane per i nostri denti. Chi ha un carattere mite è buono come il pane. Se abbiamo molte conoscenze e siamo molto attivi, abbiamo le mani in pasta dappertutto.
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Bibliografia : Cricco, Di Teodoro,“Itinerario nell’arte”, Bologna,casa editrice Zanichelli,2007 Sitografia : nella voce “Lattaia”, URL : nella voce “videoteca-Flavio Caroli” , URL: nella voce “pane nell’arte” , URL: Tutti i siti sono stati visitati il giorno 20/03/2010
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