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"Chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

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Presentazione sul tema: ""Chi è causa del suo mal pianga se stesso”."— Transcript della presentazione:

1 "Chi è causa del suo mal pianga se stesso”.
Di Rocco Pascale OSTAGGIO E CARCERIERE La POP ART parla di cultura di massa, della perdita della soggettività intellettuale degli individui in favore di quella collettiva, si fa forte di citazioni e stereotipi per appianare le divergenze culturali e rendere tutti gli strati sociali ugualmente soggetti e vulnerabili al bombardamento mass-mediatico. "Chi è causa del suo mal pianga se stesso”. L'uomo diventa vittima dell'arteficio: creando la perfetta macchina dei mass media, certo di aver trovato il modo di manipolare i suoi simili, si trova invischiato nella tela di un ragno che lo porterà all'autodistruzione. Dopo aver acceso la miccia, cascato nel suo stesso tranello, non può far altro che assistere muto ed inerme all'esplosione di una bomba troppo vicina. Impotente, la sua essenza viene intaccata e snaturata sotto il quotidiano fuoco incrociato di pubblicità e mezzi di comunicazione di massa. L’Uomo, che domina la Natura, che può decidere della Vita e della Morte, l’Uomo, con i suoi artefici, monumenti alla sua grandezza, si trova prigioniero delle sue stesse creazioni. L’Uomo, Re incontrastato sulla Terra, è riuscito a trovare un avversario capace di annientarlo nel riflesso di una vecchia tivù abbandonata vicino ad un cassonetto.

2 Immagine di copertina L’Uomo di Vitruvio
L’intenzione è quella di simulare la sovrapposizione dei diversi strati di materiale nei cartelloni pubblicitari per strada, quando quello più esterno viene strappato si scorge lo strato sottostante. Lo strato più superficiale è l’uomo di vitruvio, il celebre disegno di Leonardo Da Vinci, senza dubbio una citazione di grande forza ed impatto: simboleggia l’Umanità, la monumentalizza, la consacra. Quello sottostante rappresenta un impiegato, ordinario e qualunque, con il suo completo ordinario e la sua ventiquattrore qualunque, anonimo. L’anonimato è reso anche dalla censura sugli occhi. È circondato da loghi di grandi marche, note catene dei più svariati beni di consumo, li “irradia”, ma allo stesso tempo questi gli impediscono il movimento, bloccandolo. Lo strato più interno rappresenta l’uomo in carne ed ossa, la sua concretizzazione fisica, nulla di più. C’è però un cuore stilizzato a riempire il suo petto, semplice come lo potrebbe disegnare un bambino ingenuo e genuino. Questo cuore rappresenta quello che la società ci porta ad ignorare: Tutto quello che ci distingue dai sassi, dagli alberi e dalla maggior parte degli esseri viventi: il complicato mondo dei sentimenti, che trovano sempre meno spazio nelle nostre vite. Lo stile adottato è quello delle lettere minatorie o delle richieste di riscatto da parte dei rapitori, oltre ad essere un chiaro riferimento al contenuto del titolo in sé richiama l’idea dell’anonimo, l’anonimo che ognuno di noi finisce col diventare in una società in cui l’individualità viene soppiantata dalla volontà collettiva, solo un volto nella folla. Il supporto, la prima facciata di un foglio protocollo, richiama la semplice idea di ”copertina”: l’unico ostacolo tra il lettore ed il contenuto che vuole raggiungere, necessaria, però, per poterlo comprendere a pieno. Nascosta nel titolo c’è la parola “Re”, che fa riferimento alla descrizione del progetto. Chiaramente il soggetto cui si riferiscono le parole “ostaggio”, “carceriere” e “Re” è l’Uomo.

3 L’uomo matrioska Minnie & Topolino
Questo disegno rappresenta la ricerca di un'interiorità perduta, una ricerca in profondità tradotta dal punto di vista fisico-pragmatico: si taglia ed apre per cercare, per poter guardar dentro, ma il risultato della ricerca è sempre il medesimo, e continua a riportarci alla superficie, ostinatamente, quando finalmente si arriva al nocciolo più intimo ci si rende conto del fatto che quest’ultimo è corrotto e manipolato, questa condizione è resa manifesta e dall'occhio la cui pupilla è il trademark, che simboleggia l'influenza mass-mediatica. C’è un evidente riferimento alla ripetizione, tanto usata nella pop art: trasmette un senso di disagio e allo stesso tempo priva il soggetto della sua essenza, snaturandolo, come un fotogramma ripetuto innumerevoli volte in una pellicola inceppata, perde il suo significato. Essendo Minnie e Topolino una delle coppie per antonomasia più famose e intramontabili, siamo abituati a vederli insieme in atteggiamenti timidi e romantici, quali tenersi per mano o darsi teneri baci al chiaro di luna. In questo caso però la loro storia d’amore passa decisamente in secondo piano. Fissano attoniti un muro, come appena usciti dal trans, e si rendono conto di cos’hanno fatto: armati di timbri, in un raptus di follia hanno catalogato e marchiato tutto ciò che capitava loro a tiro, ora in questo spettacolo desolante si chiedono il perché di questo delirio. Hanno le mani legate, simbolicamente: non potevano fare altrimenti, una foga irrazionale li ha pervasi e quando sono riusciti a fermarsi era già troppo tardi per placare la spirale autodistruttiva di cui saranno loro stessi vittime.

4 Nonostante le illustrazioni siano molto differenti, dal punto di vista grafico, le une dalle altre, ho voluto sviluppare un filo logico in grado di collegarle come in un percorso, per renderle coerenti e rendere il lavoro organico: nella prima e nella seconda immagine abbiamo la raffigurazione di una ricerca di qualcosa di profondo nell’animo e nel corpo dell’uomo. La seconda e la terza immagine sono legate dal fulcro grafico del trademark, in cui ho sintetizzato l’attacco continuo, da parte del mondo dei mezzi di comunicazione di massa, alla psiche umana per manipolarla, nell’ottica di ottenerne il controllo.


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